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Autore: egypta    11/04/2009    5 recensioni
"Ormai erano ore che camminavo per il bosco, con gli occhi consumati della lacrime che ancora adesso continuano a scendere, solcandomi le guance ormai arrossate e scheletriche.
Non mangiavo, non bevevo, mi limitavo solo a continuare a esistere, sperando che l’angelo della morte si accorga di quest’anima in pena e la porti con se, in un mondo fatto di felicità e spensieratezza, dove mi auguro possa essere più felice.
Ma ormai anche la felicità è voltata via, con il nome di Edward Cullen, che se l’è portata via con se. La mia vita, si è portato via con se. E ormai non c’è modo di riprendermela."
Una Bella consumata dalla perdita di Edward, si ritroverà nel filo di una parentela di vampiri molto speciali, che perfino i vampiri stessi credevano fossero leggenda, o solo un altro modo per identificare i Volturi... Ma forse le cose stavano diversamente...
Mia seconda ficcy su Twilight... Spero che vi possa piacere^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hunters


Intorno a me non c'era nulla. Solo oscurità.
Dovunque mi girassi non c'era nè oggetto nè vita che mi facesse capire dov'ero.
Ciò che vedevo e che sentivo era solo... Il niente.
Cercai più volte di reprimere il senso di ansia che piano piano stava crescendo dentro il mio petto, e decidere a mente fredda cosa fare.
Camminai a tastoni, facendo qualche passo in avanti, sperando di poter trovare un qualcosa che mi suggerisse un'uscita da quel posto.
Feci per l'ennesima volta un'altro lento giro su me stessa, scrutando il buio intorno a me.
Sospirai.
Ero sicura al novantanove virgola nove per cento che stessi sognando.
Ricordavo esattamente di essere caduta a peso morto sul letto della mia stanza ed essermi addormentata quasi subito.
Il fatto che fosse un sogno, mi fece alleggerire, anche se di poco, l'ansia da incubo che provavo.

Un improvviso scintillio alla mia sinistra mi fece sussultare e balzare indietro di qualche passo.
Puntai i miei occhi del tutto spalancati a fissare la strana cosa luccicante.
In un riflesso automatico, contemporaneamente, mi ero accovacciata in stile felino a terra, attendendo.
Lentamente il luccichio di fronte a me si spense, ma in compenso qualcosa illuminò il luogo in cui mi trovavo.
Era pressochè una caverna, ma anzichè fatta di roccia e terra, era composta da un freddissimo ghiaccio nero.
Le pareti ghiacciate erano quasi fredde quanto la pelle di un vampiro.
Malgrado fosse tutto ricoperto di nero, un qualcosa, una luce, illuminava il posto.
Ma malgrado fossi presa quasi del tutto dalla bellezza delle mura, solo un piccolo particolare catturò veramente la mia attenzione.

Nell'angolo più nascosto della sala, vi si trovava una bellissima bara, di cristallo trasparente, ricamato con motivi floreali dorati, blu, e neri.
La bara si trovava incastonata in una parete, e non a terra come avrebbero dovuto stare le nomali bare.
Ma, malgrado fosse tutto molto delizioso, non fu questo il vero motivo che aveva catturato la mia attenzione.
Dentro alla bara, retta da roseti neri che le correvano intorno al corpo, si trovava una ragazza.
Pelle quasi diafana, capelli castani, labbra d'un rosso naturale, viso a cuore.
Apparentemente fragile.
Nuda, con solo i rami delle rose, che, alla meglio, intrecciandosi intorno al suo corpo la coprivano.
La testa reclinata da una parte, che le faceva cadere una ciocca dei capelli castani di fronte al seno sinistro, in modo da coprirlo.
Il suo cuore, seppur molto lentamente e con intervalli molto lunghi, batteva ancora. Ma non respirava.
Non si muoveva. Nemmeno un piccolo accenno al muoversi, al tremare, visto il pungente freddo che saturava l'aria. Troppo intenso per gli umani.

Ma, cosa più importante, era stramaledettamente uguale a me.

Certamente, io ero mille volte più bella, e forse anche più diversa. Ma i lineamenti base, il fisico, il volto, tutto di lei. Era uguale a me.
Sgranai gli occhi, e boccheggiai per qualche secondo.
Scossi la testa scettica e, serrando gli occhi, riempii d'aria i polmoni, rilasciandola poco dopo con un lungo sospiro.
Sempre ad occhi chiusi, cominciai a dondolarmi da un piede all'altro, mordendomi il labbro inferiore.
Riaprii di scatto gli occhi e li immobilizzai di nuovo sulla figura immobile della ragazza.
Era abbastanza carina per essere un'umana.

Okay Bella... Ricordati che è un sogno... Nemmeno esiste...!, pensai, cercando di calmarmi.

Sospirando, mi rigirai, guardandomi attorno. Involontariamente, incrociai le braccia al petto, e mi strinsi nelle spalle.
Di nuovo il mio labbro fu tra i miei denti.
Riportai lo sguardo sulla ragazza.

<< Chi sei... ? >>, gli domandai in un sussurro, anche se ero ben cosciente che non mi avrebbe mai risposto.

<< Tu... Non.. Mi vuoi? >>.

Spalancai gli occhi fino all'inverosimile, e ansiosa cominciai a girare su me stessa come un'ossessa, guardandomi intorno, attenta ad ogni minimo movimento che percepivo.

<< Cos.. >>

Non c'era più.

Mi immobilizzai sul posto nettamente irrigidita, con gli occhi ancora sbarrati.
Avevo il fiatone come se fossi stata umana e avessi corso per due ore senza sosta.
Avevo i brividi che mi attraversavano tutto il corpo, uno dietro l'altro, e uno strano ronzio faceva avanti e indietro da un orecchio all altro.
Era la voce di una ragazza che aveva pronunciato quelle due frasi, e l'avevo già sentita da qualche parte. Mi era strettamente familiare.

Amore, vita, significato... La fine di tutto.

Mi coprii le orecchie con le mani.
Chi parlava non era accanto a me, un qualcosa di solido, ma era una voce dentro la mia testa.

Luna nuova.

Chiusi gli occhi di scatto, e contamporaneamente il ronzio fastidioso, e le voci, se ne andarono così come erano venuti.
In quel momento avvertii una piccola scossa infondo alla schiena, proprio dov'era il tatuaggio.
Mi portai le mani in quel punto e incominciai a massaggiare piano, evitando movimenti bruschi in modo da non peggiorare la situazione.
La zona del tatuaggio, in fondo alla schiena, era la parte del nostro corpo più resistente.
E anche la più pericolosa.
Pericolosa perchè se venissimo feriti proprio in quel punto, la ragione andrebbe a farsi benedire, lasciando l'istinto libero di prendere il controllo del corpo e dei poteri dello Stregone, e visto che i Benefici sono i predatori più forti in assoluto, be', non ci metterebbero tanto a fare piazza pulita...
Eravamo cinque famiglie, per un totale di diciotto Stregoni Benefici... Pochi, in confronto agli impuri che popolavano la terra, ma abbastanza per spazzarli via.



Mi svegliai di soprassalto, facendo in modo che Alicia venisse scaraventata con brutalità contro il muro, che lei prontamente schivò atterrando con i piedi su di esso, senza rilasciare nessuna ammaccatura.
In un millesimo di secondo fu di nuovo accanto a me.




AnGoLiNo

E riecchime con un nuovo capitolo, spero veramente che vi sia piaciuto^^
Mi dispiace di non aggiornare più spesso, ma l'ispirazione e la voglia non vanno nella stessa linea nella mia testa... -_-
Comunque, per la domanda del capitolo precedente, rispondo solo che l'ultima recensitrice ha indovinato... Brava brava brava^-^
Ringrazio chi segue questa storia dal primo capitolo e chi l'ha commenta, chi l'ha messa tra i preferiti e chi ha messo me tra gli autori preferiti^^ *Gongolaaaaaaaaaaaaa*
Ehm... visto che oggi sono stata fortunata con la ricerca in internet su Alicia e RoseMary, ve le metto, così potete vederle...




Alicia Crucis:


Ehm... Le croci negli occhi finivano a metà iride.. Ma mentre modificavo le immagini me l'ha salvata in quel modo...

RoseMery Crucis:
  
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