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Autore: baka_the_genius_mind    11/04/2009    9 recensioni
10 shot per cinque ragazzi, alle prese con le fasi dell'amore.
Chi sopravviverà?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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{1} - Oh my Juliet (Kai x Aoi)

Titolo: Oh my Juliet
Sottotiolo: Innamoramento
Rating: verde
Segni particolari: troppo sdolcinata, troppo dolce la coppia, troppo bella la canzone. Il titolo non ha nulla a che vedere con la shot...semplicemente stavo ascoltando quella canzone quando l'ho scritta.
Il finale mi è venuto così.
L'amore non è mai come lo descrive Yutaka-san, non è mai così genuino e puro, c'è sempre qualcosa che lo manda a puttane in un modo e nell'altro. Solo che mi piaceva questo modo di parlarne.
Note: nessuna pretesa per questa shot, se non quella di descrivere (cercare...cercare di descrivere) in che assurdo modo funzioni la mente umana e i motivi futili per cui, a volte, ci si innamori di una persona....
Avvertenze: sarebbe carino possedere i GazettE, ma purtroppo non è così (ç__ç); loro appartengono a loro stessi, questa fic non è stata scritta per offendere chicchessia, ma solo per soddisfare la mia mente patologicamente ossessionata dallo yaoi e dalla loro musica (e dal sorriso fossettoso del buon vecchio Yutaka ♥)



Era un periodo di crisi.
Questo ormai l'avevo capito.
Avevo smesso di pensare che fosse solamente un periodo di stress; eravamo nel bel mezzo di una crisi, e se non l'avessimo affrontata di petto, saremmo stati schiacciati dal suo peso. Ogni giorno poteva essere l'ultimo in cui provavamo assieme, e questo mi stava logorando.
I litigi scoppiavano ogni due per tre, e avevo ormai perso il conto dei pugni che erano volati durante le prove o delle accuse lanciate da questa o quella parte. Si stava creando una frattura, frattura che ero del tutto intenzionato a risanare.
Ma la volontà da sola non serviva. Era come se da solo stessi cercando di fermare il movimento del mare, o il procedere del tempo. Inutile.

Avevo faticato tanto e i miei sforzi stavano avendo dei frutti.
Ero rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire che i miei compagni ci stavano mettendo l'anima come me per evitare che il gruppo andasse a puttane, quando avevo scoperto di non essere l'unico terrorizzato all'idea di perdere tutto. Mi ero trovato piacevolmente sorpreso alle lacrime rabbiose di Ryo o alle parole determinate di Kouyou. Mi ero accorto di non essere solo, di essere circondato da compagni che avevano i miei stessi obiettivi.
Stavamo portando tutti e cinque un macigno dal peso insopportabile e all'improvviso ci eravamo accorti che il nostro compagno ne portava uno di eguale massa. Ci eravamo coalizzati, spalla contro spalla, per fare fronte al carico di quell'enorme masso.
Non potevamo che uscirne più uniti di prima.


Lo trovai già in sala prova, pacatamente seduto su di una poltroncina, la sua chitarra dai neri e decisi contorni, brillava orgogliosa accanto a lui.
“Credevo avessi smesso di fumare” osservai, ancor prima di salutarlo. Fra le dita stringeva una sigaretta accesa e il suo odore di nicotina già riempiva l'aria.
Lui mi rispose con un lungo sospiro.
“Anche io lo credevo...”, sorrise stancamente. Non aggiunse altro.
Mi tolsi la giacca, abbandonandola sullo schienale di una sedia.
Il paesaggio fuori era uggioso, umido. Il cielo grigio rispecchiava la mia anima tormentata.
Non era passato molto tempo da quel giorno.
Ci eravamo chiusi in una stanza, ore, forse giorni. L'orgoglio era stato lasciato fuori.
All'inizio era volato solo accuse, vecchi rancori, insulti e ancora ringhi di bestie ferite. C'erano state occhiatacce, erano volati pugni da rivoltare facce come calzini.
Poi Takanori, il piccolo Taka-chan, la mascotte del gruppo, il piccolo vocalist dalla voce potente era scoppiato in lacrime. Colui che sembrava il meno interessato a salvare il gruppo scoppiò a piangere come un bambino, coprendosi il viso con le mani, facendo sussultare violentemente le spalle a ritmo coi suoi sonori singhiozzi.
Fu quella il punto di rottura, l'attimo in cui fummo bruscamente riportati a terra dall'Olimpo d'Orgoglio su cui eravamo saliti.
Dopo lo scoppio di Takanori c'era voluto veramente poco; le lacrime di Kouyou, seguite dai silenziosi singhiozzi di Ryo, mani che si stringevano ed un forte ed unico abbraccio, che univa cinque anime confuse sotto un unico nome.
Sul labbro ancora portavo il segno del doloroso pugno di Ryo, nella mia mente ancora il ricordo di tutta quella rabbia, di tutto quello stress, delle lacrime che avevamo pianto assieme, dell'abbraccio che ci aveva uniti alla fine.
I problemi non erano finiti. Ma eravamo più che decisi ad affrontarli di petto. Insieme.
“Perchè piangi?” mi chiese lui d'un tratto e io rabbrividii ad avvertirlo così vicino a me. Neanche mi ero accorto che si era alzato, spegnendo svogliatamente la sua sigaretta nel portacenere.
“Ho avuto paura”
“Di cosa?”
“Di perdervi”, un lungo ed intenso silenzio seguì le mie parole.
Era finito il periodo in cui ci nascondevamo dietro maschere di finto benessere per non mostrarci deboli. “Avevo paura che il gruppo si dividesse...che tutta questa...meraviglia che abbiamo creato insieme venisse distrutta...”
“Ma Yuta...non è successo...dovresti essere felice di questo, non piangere...”
Mi voltai, accennando un sorriso incerto. “Sono felice, Yuu...lo sono davvero...” mi fermai “...ma ho avuto una paura orribile...”
Mi abbracciò. Odorava di tabacco, misto ad un profumo fresco di colonia e a quello pizzicante ed appena accennato di vodka. Era un odore strano, intenso, ma che scoprii di amare follemente fin dal primo istante in cui lo sentii.
“Non credere di liberarti così facilmente di noi, leader-sama...”, mormorò al mio orecchio.
“Cominciamo con lo shonen-ai di prima mattina?”
Era palese che Kou fosse ancora addormentato; lo confermavano le pesanti occhiaie sotto gli occhi socchiusi e gonfi di sonno. Era già un miracolo che fosse riuscito a snocciolare due parole di seguito e a formare una frase di senso logico compiuto. Si lanciò sulla poltrona che fino a pochi istanti prima era occupata da Yuu. Mugugnò infastidito, togliendo dalla tasca posteriore dei jeans il suo pacchetto (ormai totalmente schiacciato) di sigarette; se ne accese una con fare svogliato, abbandonando la testa contro lo schienale, in una posa sgraziata che mal si accordava con il suo viso angelico e le sue buone maniere.
“Avevi paura di perdere...questo?” mi domandò sarcasticamente Yuu, il suo braccio ancora avvolto affettuosamente alle mie spalle; indico con un elegante cenno del mento la figura penosa di un assonatissimo Kouyou che cercava in tutti i modi umanamente possibili di reggere la sigaretta fra le dita e nello stesso tempo tenere le palpebre alzate. Tentativi vani, comunque.
Risi, annuendo.
Mi chiedeva se avevo avuto paura di perdere Kou e i suoi sbalzi d'umore, l'odore penetrante di tabacco che impregnava la sala prove, o ancora le facce da scimmia di Ryo, le sue battute pesanti e le sue gomitate eloquenti nelle costole, le urla in growl di Takanori e i ceffoni che Yuu e quel nanetto si tiravano per finta, per poi abbandonarsi a ridere sul divano. O se avevo avuto paura di perdere i sorrisi sinceri di tutti, o le loro risate.
Sì, da morire.
“Ho bisogno di un caffè!” miagolò penosamente Ryo, traballando all'interno della stanza. Vedendo Kouyou beatamente addormentato sul divano, decise di seguire prontamente il suo esempio: lo spinse di lato, accaparrandosi un bracciolo.
“Fatti in là, razza di bovino tinto!” bofonchiò a mezza voce, prima di crollare quasi istantaneamente addormentato addosso a lui, il quale non modificò nemmeno di un millimetro la sua posizione, nonostante rischiasse di rimanere soffocato dal peso non indifferente di quel debosciato del nostra bassista.
Al contrario si Ryo e Kouyou, Takanori la mattina sembrava avere una grandissima quantità di energia. Energia nervosa ed isterica, s'intende, energia che sfogava lanciando assordanti urli in growl da far tremare i muri.
“Cosa ci fanno quei due drogati stravaccati sulla poltrona?!”
Ed eccolo entrare, Takanori, incazzato come una bestia, come volevasi dimostrare. Quel Takanori irritabile e scontroso che aveva poco a che fare con il bambinone ingenuo che era di solito. Lanciò ai due dormienti una profonda occhiata di disprezzo, per poi voltarsi verso di noi, che eravamo ancora abbracciati. Un suo sottile e curato sopracciglio guizzò rapido verso l'alto.
“Il richiamo degli ormoni non risparmia nessuno, vero?” brontolò acido; non ci diede tempo di rispondere: sbuffò sonoramente “Io vado a prendere un caffè, se questi due emeriti cretini non sono pronti a suonare esattamente fra cinque minuti li rivolto come due calzini spaiati!”. E così, incazzato com'era entrato uscì, borbottando.
Yuu mi rivolse un occhiata piuttosto eloquente.
“Sì, Yuu...avevo paura di perdere tutto questo...”
Lui mi strinse di più, facendomi appoggiare la schiena contro la superficie fredda della finestra. “Anch'io ho avuto paura...ma non devi preoccuparti...”.
Un suo calloso ed affusolato dita da chitarrista mi pungolò il ventre, facendomi solletico.
Mugugnai indispettito.
Si allontanò da me, appoggiandosi con un braccio al davanzale della finestra.
“Devi sorridere Yutaka...devi farlo tu, perchè altrimenti chi porta luce fra questi quattro imbecilli, eh?”
Sorrisi.
Non mi ero mai accorto della pagliuzze nocciola che coloravano le sue iridi scure, ne del cerchietto color crema che circondava la pupilla nera.
Mi diede un bacio.
Fu un semplice e pudico contatto fra labbra, privo di qualsiasi retrogusto malizioso. Avevo bisogno di qualcuno che mi stesse accanto senza fare domande, e Yuu questo l'aveva capito. Quel bacio era semplicemente il suo modo per farmi sapere che c'era, che non era solo in quell'odiosa situazione di stallo e che lui mi voleva bene.
Ovviamente lo sapevo perfettamente che Yuu era fidanzato. Per gli dei, non passava giorno che non elogiasse Yukiko come la più bella e dolce delle fidanzate! Lo sapevo che il suo bacio non poteva rappresentare altro che un affettuoso gesto d'amicizia. E fu proprio questo suo significato così semplice a renderlo così speciale.
“Ti voglio bene, Yutaka...non piangere più...”
Mi diede un buffetto affettuoso sul mento, prima di allontanarsi con un sorriso.
E fu proprio in quel momento, quando con le labbra piene del suo sapore vidi Yuu Shiroyama ancheggiare verso la poltrona, quando lo vidi dare un indolore ma ben piazzato schiaffo sul sedere di Kouyou - il quale saltò in piedi come un salmone - e un morso sul naso stranamente scoperto di Ryo - il quale si mise ad imprecare come un camionista - che mi resi conto di essermi follemente innamorato di lui.


“Ti vedo felice leader-sama...”
In effetti lo ero. Ero a dire poco al settimo cielo.
“Domani esce Cassis...”
“E' questo il motivo della tua felicità?”
Gli sorrisi. “Sono certo che sarà una svolta...Cassis è troppo magica per non rappresentare una svolta...”
“Sei fiducioso o semplicemente di buon umore?”
Non risposi. Non ce n'era bisogno.
Entrambi sapevamo che Cassis era l'ultima spiaggia. Se quella meravigliosa canzone, canzone in cui ci avevamo messo l'anima, lavorandoci giorno e notte, non avesse rappresentato una svolta, il gruppo si sarebbe fermato. Era stato un tacito accordo.
Ma Cassis era troppo nostra, aveva troppo di noi cinque dentro, per non essere una svolta. Ero certo del suo successo, ero certo che ci avrebbe consacrato definitivamente, tuttavia ero letteralmente terrorizzato, nonostante stessi toccando il cielo con un dito.
Rimasi ad osservare il cielo spruzzato di sfacciate nuvole lanuginose.
“Yuu?”
“Mmh”, portò pigramente una sigaretta alle labbra; non l'accese.
“Hai smesso di fumare?”
“Sto provandoci” borbottò con la sigaretta spenta fra le labbra; si sedette accanto a me “Ma non era questo che volevi dirmi, no?”
Il mio sorriso aumentò. “Riesci sempre a capire cosa mi passa per la testa...”
“Sei semplice e sincero come un bicchiere d'acqua limpida, Yutaka...è difficile non capire cosa ti passi per la testa...”
Feci un gran sorriso.
Quel giorno il cielo era di un intenso e presuntuoso colore azzurro.
“Mi sono innamorato”
Fischiò. “Allora anche i leader si innamorano”, esclamò con un sorriso.
Si tolse la sigaretta dalle labbra e la rimise nel pacchetto.
“Lei com'è?”
Non risposi subito.
“Completamente fuori di testa...”
“Mmh, buon inizio...”
Risi, appoggiandomi all'indietro sui gomiti.
“Qualche altro indizio sulla persona che ha rubato il cuore al mio leader preferito?”, mi tirò un affettuosa pacca sul braccio.
“E' fidanzata...”
“Ahia” mi lanciò un'occhiata indagatrice “Non mi sembri molto dispiaciuto di ciò...”
“No, infatti...sono sereno”
“E posso chiederti come mai?”
Lo guardai, come se le parole che avrei detto pochi istanti dopo fossero la cosa più ovvia di questo mondo.
“L'amore è troppo bello per essere rovinato dal non essere corrisposto...insomma...la sensazione di essere innamorati è troppo...genuina, per essere rovinata da qualsiasi cosa...per questo sono sereno...”
Mi fissò a lungo, tirando fuori la sigaretta di prima. Questa volta l'accese, dandoci un iniziale profondo tiro. Socchiuse gli occhi, beandosi di quel lieve bruciore del palato, poi me la passò con un sorriso.
“Sei troppo buono per questo mondo, Yutaka...ma forse è per questo che siamo tutti un po' innamorati di te...”.

{terminata alle ore 17:38 del 10 aprile 2009, ritocchi e correzioni esclusi,ascoltando Oh my Juliet degli LM. C}



  
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