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Autore: hapworth    11/04/2009    1 recensioni
La porta si aprì rivelando la figura snella di Ayako con un caffè in mano – Signor Anzai le ho portato il the – gli disse sorridente – Oh Oh Oh... grazie Ayako. Dimmi è già qui? – lei annuì ridacchiando – Sta di nuovo sproloquiando sul fatto che non dovrebbe venire qui perché è un Genio... – sospirò esasperata, Anzai annuì e le chiese di farlo accomodare.
IN HIATUS || ATTESA DI REVISIONE
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il capitolo 6! Non ci credo che sto ancora scrivendo sta cosa assurda… bah, se nessuno mi ha ancora internato lo farà molto presto xD vabbè vi lascio alla lettura va’.

 

La Soluzione di Anzai

06. Messa in atto

-… - era senza parole, letteralmente senza parole, cosa Diavolo si era fumato quello psicologo da strapazzo? Tutta la Jamaica?! Cioè... lui e quel Do’aho d’ora in avanti dovevano parlare dei loro problemi?! Cazzo ma quello era pazzo! Era fuori come un poggiolo! - Ma... non si può! – esclamò il Do’aho dando voce anche ai suoi pensieri, adesso sembrava abbastanza spaventato all’idea... chissà perché. Che c’entrasse quello che aveva detto Anzai poco prima?

– Sakuragi non farmi ripetere ciò che ho detto un attimo fa... sai bene anche tu che ho ragione... e poi prendetela come una sorta di esperienza di maturazione, magari dopo questo diventerete ottimi amici – concluse il vecchio mentre ora Rukawa era disperato. Ma se non riusciva nemmeno ad aprirsi con lui come accidenti poteva dire i suoi problemi a quell’idiota? Quell’uomo ragionava con la segatura!

- Signore... – cercò di parlare allora il moretto ma ancora il vecchio lo guardò comprensivo – Rukawa lo so che non ti piace come idea e che la reputi inutile... ma dato che non ho alternative, per adesso, perché non ci provi? – cercò di convincerlo. E c’era anche riuscito cavolo! Non aveva più avuto parole per replicare! Così non andava! Anzai li salutò e uscì dalla stanza mentre ancora Kaede riordinava i pensieri... il Do’aho sembrava nella sua stessa situazione, probabilmente non avrebbero nemmeno parlato in quel tempo rimasto.

La previsione di Kaede si avverò infatti erano rimasti per un tempo indefinito ad osservarsi e a leggere nell’altro la stessa preoccupazione di un eventuale dialogo: a cosa li avrebbe portati? A cosa avrebbe portato lo scoprirsi delle loro debolezze se non a umiliarsi? Era questo principalmente quello che pensava Kaede, non voleva essere aiutato, ma soprattutto non voleva essere aiutato da un altro ragazzo.

Principalmente il suo era un problema di rapporti sociali, dato che odiava parlare con il prossimo, aprirsi. Non l’aveva mai fatto e questo non gli era mai pesato. Poi c’era da aggiungere il fatto che odiava le altre persone perché giudicavano senza sapere. Quello a cui non aveva dato peso era che si contraddiceva da solo. Se non dava informazioni su di sé e il perché fosse così come poteva pretendere che gli altri potessero aiutarlo? Ma lui questo lo sapeva in fondo a se stesso. Anche se faceva di tutto per non pensarlo.

Altro suo problema era il fatto di essere irrimediabilmente gay, forse questo era il problema minore ma odiando le donne, tranne sua madre chiaro, aveva capito che era attratto dai maschi. Beh nessun problema tanto non aveva mai dato a vedere chi gli piaceva, era troppo bravo a fingersi indifferente e alla gente andava bene questa sua maschera. Non si chiedeva certo cosa avesse dentro. E poi in fondo manco importava.

Sbuffando decise di chiedere ad Ayako un the... sempre che Anzai non avesse esaurito le scorte. La donna tornò con il suo the e un'altra bevanda per il rossino che sembrava essersi quasi convinto a iniziare un discorso “Dimmi che mi sbaglio ti prego!” pregò Rukawa a qualche entità superiore che forse neppure esisteva.

- Senti Kitsune dobbiamo parlare di qualcosa sennò il nonnino verrà sicuramente a rompere – disse il Do’aho. Beh sotto un certo punto di vista aveva ragione, probabilmente se Anzai non stava sentendo tracce acustiche di un loro dialogo presto se lo sarebbero ritrovato lì a riprendere il discorso di poco prima.

- Nh... comincia pure – rispose lui sedendosi più composto pronto a fare da psicologo al ragazzo che aveva di fronte che però non sembrava molto d’accordo. – No Volpe... semmai è il Tensai a lasciarti l’immenso onore di cominciare a sfogarti – replicò Sakuragi – Neanche morto – concluse lui per poi stravaccarsi di nuovo sul divanetto di fronte al rossino. – Facciamo così... giochiamo a morra. Chi perde comincia ok? – propose il Do’aho... beh si poteva fare, avrebbero avuto tutti e due le stesse probabilità di vincere – Nh... e sta per si – gli disse vedendolo sorridere appena.

Chiusero entrambi una mano in pugno per poi agitarle e aprirle sull’oggetto che volevano rappresentare... unico punto debole era che entrambi fecero le forbici al primo tentativo. Riprovarono: di nuovo due sassi. Ancora una volta e di nuovo parità con la carta. Non era possibile! – Non è possibile! Come fai a leggere le mie mosse dannatissima Kitsune dei miei stivali?! – sbottò il rossino mentre Rukawa pensava la stessa cosa solo che imprecava contro un certo Do’aho.

- Direi di cambiare strategia Do’aho – disse mentre il Do’aho stava ancora imprecando – Non chiamarmi Do’aho! Comunque cosa proponi tu? – gli chiese il rossino sbuffando sonoramente – Che ne dici di una sfida a pari o dispari? Lì dovrà vincere per forza uno dei due – propose allora mentre l’altro annuiva soddisfatto dell’idea – Io pari e tu dispari ok? – propose ancora ma stavolta il rossino brontolò – No io pari e tu dispari! – concluse mentre Rukawa brontolava: avrebbe voluto replicare ma sospettava che se l’avesse fatto la cosa non sarebbe più finita. 

Di nuovo strinsero una mano a pugno e le agitarono pensando velocemente a che numero. Lui mise un dito solo mentre il Do’aho due. Aveva vinto! Bene per fortuna non sarebbe toccato a lui parlare.

Sospirò di sollievo sedendosi aspettando che l’altro facesse altrettanto, ma proprio mentre quello si stava sedendo la figura di Anzai apparve dalla porta. – Ragazzi tempo scaduto... continuerete la prossima volta ok? – disse il vecchio mentre i due annuivano per poi scambiarsi un’occhiata abbastanza tesa: Rukawa capì subito che il rossino doveva prepararsi psicologicamente a parlare, come lui d’altronde. Non era per niente facile parlare con qualcuno dei propri problemi, se poi si faceva così a bruciapelo e non di tua volontà poi...

Sbuffò per poi uscire dalla stanza ma rifugiarsi nel bagno: che ci faceva lì quella psicopatica della Akagi? Oddio adesso Sakuragi sarebbe entrato nel suo personaggio innamorato-pazzo-di-Harukina-cara e lui avrebbe visto i sorci verdi... brrr. Sentì la voce dell’idiota trapanargli i timpani – Harukina miaaaa che ci fai qui? – chiese quello con la sua soave vocina – Niente passavo di qui... – rispose vaga quella là. Oh ma lui sapeva che non era lì per caso, di sicuro era lì perché aveva scoperto da qualcuno che il suo turno di visita era il Lunedì! Che sfiga accidenti! Imprecò sottovoce per poi decidere di uscire velocemente dal suo nascondiglio e fare un accenno di saluto ad Anzai e Ayako... all’idiota manco ci provava dato che non sapeva nemmeno dove fosse presumeva.

Aprì come al solito la porta di casa sospirando, per fortuna adesso non andava più là il Lunedì e quindi quella cosa non sarebbe entrata più di soppiatto nell’ufficio del vecchio Anzai. Ma la cosa lo preoccupava marginalmente, quello che lo lasciava abbastanza agitato era che gli rimanevano ancora due settimane per cercare di inventarsi dei problemi da propinare all’idiota. Non gli avrebbe di certo detto la verità, figurarsi! Per cosa poi? Essere deriso e magari guardato con compassione e disprezzo? No grazie ne faceva tranquillamente a meno!

Si stravaccò sul divano accendendo la televisione: davano una partita dell’NBA bene! Si sarebbe rilassato e non avrebbe pensato al problema fino al giorno dopo... o almeno così sperava, magari ci avrebbe pensato il giorno dopo che il rossino si sarebbe messo a parlare dei suoi di problemi... avrebbe potuto prendere spunto no? Oppure magari romanzarci sopra. Come se la sua di vita non sembrasse un romanzo già di suo... bah sperava solo che il Do’aho avesse tanto da dire così da coprire tutto il tempo della seduta del Mercoledì, si perché si era votato per quel giorno dove nessuno faceva niente: persino lui non aveva allenamento.

Decise di smettere di pensare e, dopo essersi stiracchiato, si mise a guardare la partita per poi addormentarsi profondamente.

Continua...

 

Fine del 6^ capitolo... povero Kaede con la babbuina che adesso appare dal nulla, ma dato che non c’era Sendino caro non potevo non distruggere l’‘armonia’ del momento ahah. Ringrazio chi ha letto e cainhx per aver commentato... Basta sclerale vah, ci si sente al prossimo capitolo.

By athenachan

 

   
 
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