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Autore: alida    11/04/2009    3 recensioni
Poi arrivò il giorno in cui Voldemort chiese ai suoi Mangiamort di portare al suo cospetto tutte le femmine delle loro famiglie, con più di quattordici anni. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la storia non ha scopo di lucro.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Voldemort
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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IL RATING GIALLO E GLI AVVERTIMENTI sono  per il modo in cui il personaggio di VOLDEMORT considera e tratta le donne, non ci sono scene descrittive ma resta sottointeso che VOLDEMORT considera i suoi servi, uomini e donne, come oggetti da usare a suo piacimento. Il linguaggio non è volgare ma i pensieri di Voldemort non rispettano la dignità umana e questo potrebbe non essere adatto a tutti,  soprattutto ai giovanissimi e alle anime più sensibili. (Voglio dire, siamo tutti sensibili ma se si ritiene di esser molto sensibili, FATTE ATTENZIONE!)

Voldemort raccoglieva attorno a sé numerosi seguaci. Maghi e streghe più o meno potenti, desiderosi di primeggiare, di veder riconosciuto il loro valore di Purosangue davanti all’intero mondo magico. Il numero degli adepti aumentava di giorno in giorno e la loro età era eterogenea: c’erano adulti,  giovani e qualche anziano che lavorava all’ombra compiendo opera di attento proselitismo.

La differenza più evidente tra i Mangiamorte era il sesso: i maschi erano molto più numerosi delle femmine. Per Voldemort non aveva senso chiamarli uomini e donne perché una volta che veniva imposto loro il Marchio Nero, essi perdevano la loro individualità e umanità e diventavano semplicemente degli oggetti da usare, in un modo o nell’altro, a suo piacimento.

Mentre le donne, già dal principio, immaginavano che diventare Schiave di Voldemort implicasse anche essere a completa disposizione delle voglie e dei desideri del loro Padrone, gli uomini una volta marchiati pensavano semplicemente di dover compiere efferati delitti.

Le prime, proprio per questo motivo, appoggiavano le idee dell’Oscuro Signore evitando il Marchio ufficiale. Non tutte però. C’era chi volontariamente, per amore incondizionato, assecondava il diabolico mago, tra queste: Bellatrix Lestrange.

Tra i secondi, invece, la delusione serpeggiava come il male nelle loro vene. Non solo Voldemort li puniva severamente con Cruciatus e dolorosi incantesimi, non solo si compiaceva e si sfogava in modo animalesco dei loro corpi, ma arrivò a pretendere ciò che pochi Mangiamorte gli avrebbero concesso.

Quel giorno tutti i Mangiamorte maschi avrebbero portato al cospetto del loro Padrone le femmine della loro famiglia con età superiore ai quattordici anni, di modo che lui potesse scegliere una nuova compagna da “amare e tormentare” fino allo sfinimento di lei e l’appagamento totale di lui.

 Il risentimento verso una tale richiesta era strisciante, lo si poteva sentire scorrere sui visi di quei uomini che pur essendo disposti ad uccidere e torturare e violare qualsiasi femmina Babbana e Mezzosangue, mai avrebbero fatto soffrire le loro donne, figlie e madri.

Bellatrix, che fino ad allora era stata la favorita e che aveva allietato le giornate e le nottate dell’Oscuro, a testa alta guardava le femmine del gruppo disporsi in linea davanti al trono di Voldemort. I Mangiamorte: Malfoy accanto al trono, Dolohov, Tiger, Goyle…. disposti di lato osservavano attenti. Dopo breve tempo Voldemort fece il suo ingresso e sedutosi iniziò a squadrare la merce. Non ci volle molto tempo perché scegliesse.

Il re fa rullare i tamburi

Il re fa rullare i tamburi

Vuol sceglier tra le dame

Un nuovo e fresco amore

Ed è la prima che ha veduto

Che gli ha rapito il cuore.

Con un cenno della mano, Voldemort ordinò a Lucius Malfoy di chinarsi verso lui. Lucius eseguì.

-Mio caro Lucius, non credevo che la scelta sarebbe stata tanto facile-.

-Felice di sentire queste parole, mio Signore- rispose lui.

-Mi sai dire chi è quella femmina,  la prima in prima fila? Appena l’ho vista, ho sentito il desiderio crescere in me e già immagino come potrà rendere le mie giornate divertenti ed appaganti in attesa del mio successo! Allora mio servo, sai dirmi chi è?”.

Lucius sbiancò in voltò. Il respiro gli si spezzò in gola. Non poteva essere, tra tante donne proprio lei! Avevano scelto la sua sistemazione in modo accurato, al primo posto perché l’Oscuro avrebbe proseguito con lo sguardo e non le avrebbe donato grandi attenzioni. Non poteva essere! La sua rosa bianca, delicata, dai petali profumati. La rosa che lui coglieva, ancora, con mille attenzioni e tanta delicatezza.

-Mio Signore, è mia moglie Narcissa Malfoy” disse Lucius cercando di non far trasparire dalla sua voce alcuna preoccupazione che sicuramente avrebbe reso ancora più eccitato Voldemort.

-Marchese la conosci tu?-

-Marchese la conosci tu?

Chi è quella graziosa?-

Ed il Marchese disse al Re:

-Maestà è la mia sposa-.

 

Ma l’Oscuro non era interessato al tono di voce del suo servo, il suo obiettivo era la prima femmina in prima fila. Guardava Narcissa con occhi bramosi, faceva scivolare la sua lingua lungo le fini labbra che respirava profondamente e oscenamente.

 Facendo perno sul suo potere, ben sapendo quale sarebbe stata la risposta,  quasi a deridere Lucius, disse: -Sei molto fortunato, è una bella femmina. Ma cosa puoi offrirle tu che io non possa! Niente! Se me la darai, io la tratterò meglio di tutte le altre!”.

Orrore! Che cosa avrebbe potuto fare, lui, Lucius Malfoy, giovane mangiamorte? Se avesse rifiutato, Voldemort l’avrebbe uccisa dopo infinite torture alle quali lui sarebbe stato costretto ad assistere. Non voleva perdere sua moglie, non voleva che soffrisse troppo ma soprattutto non voleva tradirla. Era un tradimento lasciarla al suo padrone? O era peggio lasciare che la uccidesse con le Cruciatus? Il tradimento maggiore, forse era non rispettare la sua volontà!

A casa, Lucius e Narcissa, ne avevano parlato e dopo estenuanti e dolorose riflessioni, Narcissa aveva presso una sofferta decisione: avrebbe acconsentito ad andare con Voldemort nella speranza che un giorno, stancandosi di lei, le avrebbe permesso di tornare dal suo sposo.

Lucius aveva pianto tutte le sue lacrime ed ora non potè far altro che dire: -E’ sua, mio padrone!”.

-Tu sei più felice di me!

Tu sei più felice di me!

D’aver Dama sì bella,

Signora sì compita.

Se tu vorrai cederla a me,

sarà la favorita-.

-Signore se non foste il Re.

Signore se non foste il Re.

V’intimerei prudenza,

ma siete il Sire, siete il Re

vi devo l’obbedienza!-

E la luce sparì dagli occhi di Lucius, la tristezza si leggeva nel suo volto come le lettere su una pergamena. Niente avrebbe potuto far sparire dalla sua mente l’immagine del suo mostro-padrone che avvolgeva con le sue viscide mani il corpo del suo unico vero amore.

Voldemort non poté non notare il cambiamento d’umore del suo servo prediletto ma, incapace di mostrare interesse verso qualcun altro, rincaro la dose e offrì a Lucius il controllo dei Mangiamorte in Francia, facendogli notare che lì avrebbe potuto divertirsi come meglio credeva, poiché di femmine bianche e bionde ce n’erano ovunque. La nausea assalì il Mangiamorte che si dovette trattenere, ingoiando il veleno di quelle parole.

-Marchese vedrai passerà.

Marchese vedrai passerà,

d’amor la sofferenza.

Io ti farò nelle mie armate,

maresciallo di Francia.

Lo spettacolo era concluso. Lucius salutò Narcissa, abbracciandola a sé più forte e delicatamente che poté. Il suo cuore sanguinante, tremò quando lei gli spostò per l’ultima volta una ciocca di capelli dagli occhi e baciandolo gli asciugò le lacrime.

-Addio per sempre mia bella,

addio per sempre mia sposa,

addio dolce amore.

Devi lasciarmi per il Re,

ed io ti lascio il cuore-.

Narcissa Malfoy! Tra tutte Narcissa! Perché? Cosa aveva sua sorella che lei non possedeva? Perché l’Oscuro Signore l’aveva scartata per sua sorella. Forse che si era scocciato dei suoi lunghi capelli neri? Forse non lo divertiva più sentire le sue macabre risate mentre gli toglieva il fiato dal dolore?

Non lo aveva forse accontentato! Tutte! Tutte sarebbero andate bene, ma non lei! Gli occhi di Bellatrix si riempirono di sangue dall’invidia! E poi, come se nulla fosse successo, tornò la quiete. La scelta del  Padrone non andava discussa. Sul suo viso si impose la maschera dell’accondiscendenza.

Subito preparò la stanza per la Preferita, i fiori, dei gigli bianchi segno di purezza addobbarono la camera.

Voldemort portò Narcissa nella stanza, era piccola e i fiori erano ovunque. Il profumo forte dei gigli riempì i polmoni della donna che ad occhi chiusi, senza che Voldemort la toccasse, col ricordo delle carezze di Lucius, spirò.

La regina ha raccolto dei fiori.

La regina ha raccolto dei fiori,

celando la sua offesa.

Ed il profumo di quei fiori,

ha ucciso la Marchesa.

Ciao a tutti, questa è la mia prima song-fic, è circa un mese che mi ronza in testa! Sono abbastanza soddisfatta di come mi è venuta, ma non del tutto. Avrei voluto approfondire il testo nella parte dei sentiementi di Lucius, Bellatrix e Narcissa ma mi sarebbe venuto troppo lungo e avrei dovuto scriverlo a capitoli. Però una song-fic a capitoli non ha senso perchè poi una volta che si conosce la canzone la trama è prevedibile... perciò sono un po' così tra il soddisfatto e l'insoddisfatto.

La canzone è IL RE FA RULLARE I TAMBURI di FABRIZIO DE ANDRE'.

Fatemi sapere che ne pensate.... Baci, Alida
  
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