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Autore: ethy    25/05/2016    2 recensioni
prima mia storia AU
Killian è un ricco ragazzo che incontra Emma in un particolare momento della sua vita a cui si legherà per sempre, i due si perderanno di vista e si ritroveranno con grandi sorprese nel loro presente, non sarà facile riconquistare la fiducia l'uno dell'altro, ma ci proveranno anche se un pericolo incombe sulla vita di uno dei due dovuto ad un passato non molto chiaro.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Allora, mio misterioso cavaliere, raccontami, come conosci mia madre? Che ci facevi con mia madre e soprattutto chi sei?-
-conosco tua madre perché a volte collaboro con lei, stavo collaborando con lei e sai già che mi chiamo August-
-si, ok, a queste risposte nemmeno Henry  le avrebbe considerate… riportami a casa e sparisci dalla mia vista e soprattutto dalla mia vita- disse Regina stizzita e voltandogli le spalle.
-Ehi, Reggi, su non fare cosi, vieni qui… il mio lavoro l’avrai capito, non serve che ti spieghi no? Se ti dico che sto dalla parte dei buoni è sufficiente?-
-no, pero’ continua- disse sempre voltata di spalle
-anche tua madre sta dalla parte dei buoni, solo che non lavoriamo per la stessa agenzia, ma collaboriamo, e lei, non… in realtà deve dirtelo lei se vuole. Di me, sappi che quando ci siamo incontrati la prima volta non sapevo assolutamente niente, nemmeno chi fossi-
-certo, devo crederci adesso, magari il nostro scontrarci per caso era ben architettato…-
-no, davvero, no Regina fermati – disse prendendole il braccio e tirandola a sé – davvero, non sapevo nulla, ero scarico quel periodo stavo girando per conto mio, dopo un paio di settimane ho scoperto che, beh che dovevo tenere d’occhio anche te… ma ti giuro Regina non lo sapevo quando ci siamo visti la prima volta-
Lei rimase a guardarlo senza battere ciglio, con le labbra serrate e pronta a tirare giù una marea di motivi per portarlo all’esasperazione, quando preso dall’impazienza decise di baciarla prima di essere completamente incenerito dal suo sguardo. “Cora aveva ragione, prima o poi brucerò vivo…”
Regina si lasciò andare all’effusione d’affetto e decise di sorvolare sui mille motivi pronti per litigare.
-c’è ancora pericolo?- chiese lei.
-penso di no, ma non posso abbassare la guardia ancora-
-quindi adesso non devi più sorvegliarmi?-
-veramente ancora si, posso approfittarne?-
-perché no…- disse stringendolo in un abbraccio malizioso, tanto da baciarlo sul collo e lasciarlo senza fiato.
 
Voleva chiedergli perché avessero rapito Henry, ma in quel momento, sulla spiaggia, con il lieve rumore delle onde calme infrangersi sulla sabbia,  passò in secondo piano, Henry era salvo, e August no.
 
 
 
 
***
 
 
 
-Emma, ehi, ragazzina…-
Emma era stordita, e non aveva ben chiaro come fosse arrivata in quella stanza.. ricordava di essere tra le braccia di Killian, che l’aveva sostenuta e l’aveva presa in braccio, ma dov’era?
Poi la confusione svanì lasciando il posto all’ immagine nitida di Eithan che era lì seduto a fianco a lei.
-va meglio?-
-mmmh si, non… io Henry?- chiese allarmata
-sei svenuta davanti l’ingresso, ho appena fatto in tempo a prenderti, Henry è di sopra con Clarke, non ti ha vista svenire tranquilla piccola. Allora cosa non va?-
-niente, credo di essere stanca, ho ancora quel forte odore di disinfettante nel naso.. sto bene, davvero, non ho mangiato niente da quando sono partita, sarà quello- poi realizzò una cosa che si era ripromessa di dire appena lo avrebbe visto
-quasi dimenticavo, Killian ha aperto gli occhi, è cosciente!-
-si, ha provato a parlarmi qualche ora fa, è un buon segno sai?- disse lui sorridendo
-già, ma è intubato…-
-questo è il vero problema, se lasciano che respiri autonomamente c’è la forte probabilità che il cuore si fermi… lo hanno rianimato spesso in sala operatoria e… beh, dovrebbe operarsi ancora, ma so che lui non vuole… aiutami a non lasciarsi andare… ti prego.-
-beh io…-
-io ti devo ancora delle scuse per averti cacciata tanto tempo fa-
-no, io.. io capisco.. beh, mi rendo conto, Killian era fragile, e io non mi sono comportata bene con lui, ho avuto paura, io…-
-quella notte entrambi abbiamo avuto paura, una paura folle, ti chiedo scusa ancora, ti prego di perdonarmi, lui non lo sa ancora che è colpa mia se non ti ha più vista, vorrei dirglielo, una volta guarito-
-io non credo sia necessario, in fondo io mi sono fatta cacciare senza battere ciglio, direi che la responsabilità è a metà…-
Lui le diete un buffetto sulla guancia e fece un piccolo sorriso, con un solo lato della bocca, ed Emma il quel momento ebbe un brivido lungo la schiena, aveva le stesse movenze di Killian.
Se non fosse che Eithan portava la barba folta, e che avesse gli occhi scuri, avrebbe giurato di vedere Killian venti anni più vecchio, istintivamente alzò il braccio e con le dita sfiorò la guancia di Eithan.
Lui le prese la mano, le baciò il palmo e le disse:
-lo so, ci somigliamo molto..-
-no, cioè si, il modo di sorridere…- aveva anche la stessa capacità di Killian di leggerle nel pensiero, era quasi inquietante.
-dammi del tempo, prendiamoci del tempo e ti spiegherò, ok?-
-spiegarmi cosa?-
In quell’istante Eithan alzò lo sguardo, vide Clarke con Henry arrivare.
Il bambino saltò letteralmente in braccio alla madre
-mamma!! Ma dove eri finita, come sta papà? Posso vederlo adesso?-
Lei guardò Eithan – scusa, dovevo dirtelo prima-
-l’ho saputo non ti preoccupare, ma il piccolo lo sa vedo-
-tu chi sei? Somigli a Killian sai?-
-si lo so, io sono Eithan, il papà di Killian e tu..- disse senza guardare Emma nonostante sentisse il suo sguardo su di lui.
-davvero?? Tu sei mio nonno?? Mamma!! – poi rigirandosi verso Eithan – sai che ti pensavo più vecchio?-
In quel momento per pochi minuti risero senza pensare a tutto quel che sarebbe potuto succedere di lì a poche ore.
Ed Emma non disse nulla, “io sono il papà di Killian” infondo Eithan era il padre di Killian, lui lo aveva cresciuto, sapeva che il fratello era scomparso e che Killian considerava lo zio come suo padre, le sembrò normale sentirlo pronunciare quelle parole, ma mescolate alle sue espressioni ed ai suoi sguardi qualcosa le stava sfuggendo e non riusciva a focalizzarsi sul cosa, e cosa doveva spiegarle?
 
 
 
 
Killian doveva essere operato al più presto, Whale aveva prospettato un paio di soluzioni, cercare di riparare il danno alle valvole, o sostituirle con quelle meccaniche… Ormai le valvole meccaniche erano collaudate, ma Killian era troppo giovane per quella sostituzione, la durata delle nuove valvole non era infinita, è vero che essendo meccaniche non avevano rischio di rigetto ma avrebbe dovuto prendere gli anticoagulanti a vita, avrebbe dovuto stare “fermo” per non farsi male, per non incorrere ad emorragie, non avrebbe dovuto sforzarsi… se avessero dovuto mettergli quelle valvole, Killian avrebbe messo fine ai suoi giorni, doveva andare bene il primo tentativo, e per la prima volta dopo ventotto anni Eithan si ritrovò nuovamente a pregare e supplicare il cielo per la vita di un suo caro, e questa volta per suo figlio.
 
 
 
***
 
 
-no, si, l’ho visto… è intubato – disse con la voce leggermente tremolante –si, è sveglio, non sempre però… ok, ma non serve, ok si.. certo-
Emma chiuse la conversazione con Cora, che aveva chiamato dal cellulare che le aveva dato prima di partire, poi si girò a guardare Eithan ed Henry seduti sulle poltroncine della sala d’attesa al piano della terapia intensiva.
Clarke le diede un bicchiere – è cioccolato della macchinetta, niente di speciale, ma so che le piace, dovrebbe aiutarla a sostenersi un po’-
-grazie Clarke, dammi del tu, non farmi sentire un’estranea, o una componente della famiglia reale ti prego-
A queste parole l’uomo sorrise, e poì tornò in fondo al corridoio quasi a lasciare loro un po’ di quella intimità famigliare che tanto era mancata.
-Allora Henry raccontami tutto da capo-
Henry ricominciò a spiegare ad Eithan quel che era successo nelle ore precedenti, gli uomini che lo avevano preso a casa, la corsa in macchina e poi August, un tizio enorme su di una moto fighissima che ha fatto esplodere la macchina dei suoi rapitori  -…come nei film! - Disse eccitato.
Lei sorrise a quella scena, sembrava proprio una scenetta di famiglia, se non fosse stato per l’argomento.
-Cora ha detto che… che verrà qui-
-si, le ho chiesto io di farlo-
-voi vi conoscete…- un altro interrogativo da aggiungere alla lista pensò.
-si, è una lunga storia e.. te la racconterò più avanti ragazzina, abbi solo pazienza.-
-mamma, io pero’ mi annoio cosi-
-tesoro, ancora un pochino poi andiamo in albergo a cambiarci, ok?-
-che stiamo aspettando-
-vorrei vedere il tuo papà ancora una volta prima di andare via, stiamo aspettando che ci facciano entrare-
-entro anche io?-
In quel momento intervenne Eithan –non credo piccolo, di solito i bambini li non possono entrare, forse domani riesco a convincere l’infermiera, ma oggi c’è quella antipatica e… non basta che le faccia un sorriso per farti entrare-
Henry rise a quell’affermazione, ed Emma sospirò notando che l’uomo in veste famigliare somigliava molto al nipote, o forse Killian somigliava a lui, era sorprendente e fece sorridere anche lei, le sembrava di sentirlo li a scherzare con loro.
 
 
***
 
 
Lasciò entrare lei, disse che sarebbe entrato più tardi, quando loro sarebbero andati in albergo a cambiarsi, che avrebbe aspettato il medico e che l’avrebbe chiamata. Le chiese se volevano cenare insieme e lei accettò volentieri, ad Henry piaceva chiacchierare con lui e per lei era un sollievo non dover rispondere a tutte le domande del figlio da sola.
 
Eccolo lì,  pallido come prima, diafano, ed ecco quell’odore assalirla di nuovo, voleva fuggire, quasi aveva la nausea, ma rimase, si sedette sulla sedia vicina al suo letto e gli prese la mano con entrambe le sue e Killian sussultò.
Aprì gli occhi subito questa volta e lentamente cercò di girarsi, lei si alzò e lui cercò di sorriderle nonostante tutto.
Era bellissimo anche cosi, quasi trasparente, gli poteva vedere tutti i piccoli vasi capillari del viso, piccole stradine blu che contornavano le guance sino ad arrivare agli occhi dello stesso colore, sempre brillanti come due stelle nel cielo, erano di un azzurro vivido, non sembrava volesse andarsene, almeno era l’impressione che aveva guardandolo. Per incoraggiarlo gli sorrise e gli  passò una mano sulla guancia, la tenne lì, ferma.
 
Sentire la sua mano sul suo viso lo rendeva felice, in quel momento gli sembrò di sentire tutto il calore che gli era scivolato via stando sdraiato su quel letto. Amava quel gesto, per un attimo si sentì un bambino cullato dalla sua mamma, felice di sentirsi amato. Non era da uomini,pensò, ma in quelle condizioni non riusciva a fermare nulla, le lacrime le bagnarono la mano, non voleva andarsene, ma poteva vivere cosi? Poteva finire ancora sotto i ferri ed uscirne quasi sicuramente sconfitto?
Whale gli aveva spiegato bene, l’ultima volta cosa sarebbe successo se… e desiderava tanto nascondersi invece di affrontare quel tormento, ma poteva scappare, lui che nulla lo aveva mai spaventato?
Se fosse andato tutto bene avrebbe sposato Emma, avrebbe avuto una sua famiglia, ed ora avrebbe avuto una figura paterna da poter chiamare col suo vero nome.
Tutti questi pensieri pesavano sul suo corpo, la guancia ancora calda, e lei ancora li.
Non poteva parlarle
Voleva dirle che l’amava più di se stesso
Voleva dirle che stava trovando il coraggio di non cedere all’oscurità, e di non andarsene, ma non poteva, ed il sonno lo reclamava ancora.
Vedendolo richiudere gli occhi, gli si avvicinò, e gli sfiorò l’altra guancia con le labbra
-non ci lasciare capitano, supera la tempesta, so che sai farlo, siamo qui per te, resisti-
 
Quando vide gli occhi completamente chiusi, e fermi, pensò si fosse riaddormentato, levò lentamente la mano dalla guancia ed uscì dalla stanza.
Era pomeriggio inoltrato ormai, Clarke la scortò in albergo, sembrava molto elegante, era proprio di fronte l’ospedale.
La stanza era enorme, c’era il suo letto ed una cameretta attigua con il letto per Herny.
Sul letto del bambino c’era un pacco gigante, Henry corse ad aprirlo senza badare alla carta od al biglietto, che lei prese e lesse “spero di non aver sbagliato, Eithan”
-ehi ragazzino, fammi vedere che c’era dentro-
-mamma non puoi capire! Un nintendo 3ds nuovo, e guarda quanti giochi da metterci, mamma anche i lego guarda… è stato il nonno vero?-
-si, è stato lui-
-ma io adesso andrò a una scuola privata qui in Inghilterra?-
-cosa? Come… perché mi chiedi questo?-
-beh la famiglia di papà ha in irlanda la sua residenza no? Pensavo.. papà ha studiato qui..-
-non lo so piccolo, vediamo come vanno le cose ti va? Poi ne parleremo, adesso mi sembra presto-
-ok, posso giocare?-
-si ma tra un’oretta andiamo a cena-
-posso portarmi il nintendo? Ti prego mamma… posso???-
-si, va bene-
Non fece in tempo a finire la frase che sfrecciò sul suo letto a giocare, lei si guardò un pochino intorno e sul suo letto vide delle scatole che paradossalmente non aveva notato prima.
Dentro c’erano dei vestiti, comodi, eleganti, la biancheria, tutto coordinato, sembrava li avesse scelti Killian, doveva essere una tara di famiglia quella di farla sentire sempre inadeguata, ma erano belli, c’era veramente di tutto, ma lei non aveva detto la taglia a Clarke, come avevano… poi prese il bigliettino sul fondo.
“Swan, spero ti piacciano, sono per il nostro viaggio, se ho sbagliato qualcosa non indossarlo, ma solo con me… Killian”
 
In quel momento le crollò il mondo addosso, e si lasciò cadere sul letto abbracciando quel mucchio di indumenti, scelti da lui, per il loro viaggio, quando sarebbe tornato.
 
Si addormentò, forse per una quarantina di minuti, si trovò Henry di fronte
-mamma, ho fame-
-ehi piccolo, andiamo, vado un attimo in bagno e scendiamo-
 
 
***
 
 
Questa volta sentiva più di una presenza al suo fianco, sentiva un vociare leggero, riconobbe la voce di suo padre, il suo vero padre, dove era Brennan? Si chiese in un attimo, era vivo? E poi sentì le risposte di Whale, era sicuro che fosse la sua voce.
Aprì gli occhi e vide il padre sorridergli e spostargli un ciuffo di capelli dalla fronte
-ciao ragazzo, sta andando meglio sai? Dobbiamo decidere adesso, le tue condizioni si sono stabilizzate un pochino e possiamo procedere, dimmi che possiamo Killian…-
Il momento del dunque era arrivato, doveva decidere, provare a vivere o arrendersi?
Voleva addormentarsi e non dover pensare a questo.
-ehi, Killian, guardami ti prego- disse leggermente affranto Eithan – sei sempre stato coraggioso figliolo, non ti arrendere adesso, so che qualche tempo fa hai firmato delle carte per non procedere ad altri interventi al cuore , ma io… posso… vedi io….non costringermi a fare qualcosa contro la tua volontà, non vorrei iniziare cosi il nostro nuovo rapporto,  che ne dici? Mi dai l’ok per procedere? Sai che Henry ti somiglia tanto? E vuole vederti?  -
Killian riaprì gli occhi e lo guardò senza battere ciglio
-ti ha appena trovato, gli puoi dare quel che tu non hai avuto, se non vuoi vivere per te stesso, pensa a lui..ad Emma.. –
 
Anche Emma gli aveva chiesto di non lasciarla, alzò lo sguardo e cercò di fare di si con la testa.
Il messaggio nonostante quasi impercettibile era chiaro, Eithan poteva decidere anche senza il suo consenso,  ma gli sarebbe sembrato di tradirlo, non voleva iniziare male un rapporto già sul filo del rasoio, sapeva da dieci anni che era suo padre e non gli aveva detto nulla, gli aveva cacciato via l’amore della sua vita per paura, ed a causa sua era di nuovo in pericolo di vita, sarebbe stata dura raccontargli tutto, quindi voleva la sua fiducia, voleva renderlo partecipe, non voleva perderlo prima del dovuto.
-Bene, domani mattina allora- intervenne Whale.
-ti lascio riposare ora ragazzo- disse dandogli un bacio sulla fronte, ma Killian alzò la mano, da quando aveva ripreso l’uso della mano? E trattenne il braccio del padre, lo guardò fissandolo come se dovesse oltrepassarlo e cercò di parlargli.
-He….n…..y.-
-Henry? Lo vuoi vedere?- Killian scosse leggermente la testa
Indicò  l’anulare con il pollice, Eithan capì subito, riusciva sempre ad interpretare un suo sguardo ed anche in quest’occasione l’uomo dimostrò di leggerlo nel più profondo, come lui riusciva a fare con Emma.
-ho capito, tu pensa a guarire, ed io penserò alla tua famiglia, ok?-
Annuì leggermente, chiuse gli occhi e si riaddormentò.
 
 
 
***
 
 
A cena la conversazione era fondamentalmente tra Henry ed Eithan, parlavano di giochi di film da andare a vedere al cinema e di cose per cui Emma non riusciva minimamente a pensare.
Poi una domanda dello zio di Killian la fece tornare alla realtà
-Emma, non mangi?-
-mmm?-
-tesoro, domani mattina devi essere informa, lo passiamo a salutare e poi aspettiamo, se non mangi qualcosa starai male-
Lei stava già male cosi…
-poi volevo chiederti, ecco, è una questione burocratica, ma devo metterla in regola legalmente-
-di cosa si tratta?-
-di Henry, mi autorizzi ad eseguire un test del dna sul bambino? –
-cosa? Non capisco.. no, perché?-
-non voglio toglierti nulla, Emma, voglio darti qualcosa, dammi la possibilità di darti quel che avresti avuto tanti anni fa se non mi fossi messo in mezzo, e che… beh…-
-non dirlo nemmeno- disse Emma irrigidita
-purtroppo devo pensarci Emma, sono abituato a pensarci, non ho nulla di scritto che mi consenta di lasciarti qualcosa se non qualcosa a mio piacimento, ma il tuo bambino un domani potrebbe…-
Emma rimase senza parole, voleva portarglielo via o cosa?
-non te lo porterà via, mai, e farò tutto quel che vorrai tu, ma lui ne ha diritto, non acquisito ma di nascita, Killian stasera si è preoccupato di questo, è  più facile se agiamo adesso invece di…-
-come si è preoccupato di questo…-
-vuole che entrambi abbiate tutto quel che dovreste avere se tu fossi spostata con lui e Henry fosse legalmente suo figlio, se mi consenti di fare quel prelievo il prima possibile.. possiamo dirgli domani mattina che quella questione è sistemata…-
Killian voleva riconoscere Henry legalmente lo sapeva, si erano accordati per questo, prima di tutto questo pero’ -va bene- disse in tono spento continuando a giocare con il cibo nel piatto.
Henry era cosi preso dal nuovo gioco che nemmeno aveva fatto caso ai discorsi, per lui era tutto nuovo e bellissimo, era fiducioso verso il destino ed aspettava solo che il padre guarisse, perché era sicuro che sarebbe guarito.
 
 
 
Il mattino dopo Henry fece il prelievo, Cora sarebbe arrivata poco dopo.
Emma si preparò per salutare Killian che trovò stranamente sveglio al suo arrivo nella stanza.
-ehi, oggi non ti posso svegliare- disse con dolcezza e lui ricambiò lo sguardo, ora che si sentiva meglio, doveva rioperarsi, ma aveva promesso, lo avrebbe fatto.
Prese la mano di Emma, lei rimase stupita del movimento, ma la strinse a sua volta e la coprì con l’altra.
Lui indicò la catenina di Emma, dove c’era l’anello di Liam, lei se la tolse per dargliela, forse la voleva con sé in quel momento, ma lui indicò l’anulare, quello di lei, capì, e lui le infilò l’anello al dito e poi portò quella stessa mano al suo cuore.
Gli  sorrise, ci provò, ma le si stava annebbiando  la vista, e lui, con i suoi occhi chiari, le stavano dicendo tutto quel che sentiva nel suo cuore.
Lentamente si lasciò andare ai farmaci che gli stavano somministrando per prepararlo all’intervento.
Emma gli baciò la mano ed uscì, Eithan era li ad aspettarla, aveva già salutato Killian e lo lasciarono nelle mani dei medici che lo portarono in sala operatoria.
 
 
Il tempo sembrava non trascorrere
 
 
Quella saletta d’attesa era opprimente
 
 
Cora era arrivata, ed era andata via con Henry, per lasciare Emma tranquilla
 
 
Emma abbracciò Eithan quando si accorse delle ore trascorse, e che nessuna notizia era arrivata.
 
 
Sembrava che il mondo avesse smesso di girare, in quelle ore Emma avvertiva solo il ronzio delle lampade della saletta d’attesa e il ticchettio degli orologi.
 
 
Erano passate sette od otto ore circa quando videro uscire Whale dal corridoio riservato ai medici, trascinarsi fin da loro, togliersi il sopracamice sterile macchiato di sangue e buttarlo a terra, sprofondare su una poltroncina vicino a loro, allungare le gambe e buttare la testa indietro.
Sospirò ed allungò le braccia sulla testa.
Si girò verso di loro, Emma era bianca come un lenzuolo ed eterea come l’aria, Eithan ribolliva dentro, ma non disse una parola.
Con un altro sospiro Whale disse:
-è andato tutto bene, ha provato ad andarsene, cavolo se c’ha provato.. abbiamo aspettato che si stabilizzasse un pochino prima di avvisarvi-
-possiamo vederlo?- chiese lei
-che tipo di…- chiese Eithan per sapere cosa avessero effettivamente fatto
-abbiamo rincollato i pezzi, è stata dura per questo, niente sostituzione- mettendo una mano sul ginocchio dell’uomo – vedrai che adesso non servirà davvero più intervenire- poi si rivolse ad Emma
-ancora non è possibile vederlo, è dispettoso sai? Infatti mi chiedo come fai a sopportarlo-
Lei sorrise.
 
 
 
Dovettero aspettare la sera prima di poter entrare in stanza in punta dei piedi e guardarlo completamente inerme, con gli occhi cerchiati di nero ed il petto completamente fasciato di garze, troppi fili uscire da sotto le coperte e finire nei macchinari li a fianco, il bip costante del monitor e lui che respirava piano ma da solo.
 
-non si sveglierà fino a domani credo, cercate di essere qui presto, gli terremo gli antidolorifici il più possibile, ma non possiamo drogarlo… preparatevi- disse Whale ad Emma, che li aveva seguiti nella stanza.
Eithan annuì e lei rimase in silenzio a guardarlo.
Si avvicinò gli sfiorò la mano e gli baciò la guancia, si strinse l’anello al dito e si tirò indietro.
Eithan gli carezzò la fronte  gli sussurrò qualcosa all’orecchio e poi la prese per mano ed uscirono entrambi.
-vai a dormire Emma, stai con Cora ed Henry, resto qui io-
-ma io…-
-tu domani sarai riposata e lui ti vedrà, adesso vai-
Lei non fiatò.
 
Eithan rimase la notte a fianco del suo letto.
Killian non si mosse, a volte lo sentì mugugnare qualcosa, e per un attimo dopo avergli toccato i capelli per spostarli dalla fonte sorrise nel sonno.
Tutto questo lo rendeva preda di emozioni contrastanti, gioia per vederlo sorridere, chissà quale sogno felice stava facendo, pensò.
Tristezza, perché quella stessa espressione gli ricordò lei, che andò via per sempre sorridendo al suo bambino.
Rabbia verso il fratello, e rabbia verso se stesso, e gioia di nuovo per averlo accanto a lui.
 
 
 
 
Come previsto da Whale, Killian si svegliò il giorno dopo, e lei era li con la sua mano tra le sue.
Sorrideva e teneva a bada il dolore.
Cercava di non parlare se non strettamente necessario per non respirare troppo a fondo e non sentire dolore.
Dopo pranzo, si risvegliò con Henry vicino, gli teneva la mano, gli disse di essere coraggioso come i pirati delle sue storie e che non vedeva l’ora di tornare  casa con lui e Killian per poco non riuscì a fermare le lacrime.
La sera, tornò Eithan, e mandò via Emma.
La notte iniziarono i dolori forti, i pianti silenziosi e gli incubi,l’agitazione e tutto lo stress presentò il conto.
 
Alla terza notte Whale propose il coma farmacologico, per fargli superare le prime due settimane, lui rifiutò.
Emma rimase la notte con lui, gli lesse uno dei libri che leggevano insieme da ragazzini, quando lo sentiva agitarsi gli prendeva la mano, lo carezzava sulla guancia se sentiva un incubo avvicinarsi, e gli sussurrava come avrebbe voluto la cerimonia di nozze, e lui si tranquillizzava e dormiva.
 
 
I giorni passavano ormai, ma Killian non sarebbe uscito presto, Cora propose di riportare Henry a casa o di impiegargli la giornata magari iscrivendolo ad una scuola qui a Londra, il bambino sembrava entusiasta dell’idea ed Emma non avendo la forza di  opporsi lasciò fare ad Eithan.
 
Regina per lavoro era a Parigi, promise ad Emma di arrivare da lei appena possibile, doveva raccontarle del bel fusto, ed Emma sorrise.
 
 
 
Ormai era passato quasi un mese dall’intervento, Killian si stava riprendendo in fretta e non vedeva l’ora di uscire da quel posto.
Eithan lo guardava estasiato, sembrava un’altra persona, era felice, sembrava il ragazzino spensierato e scapestrato che aveva perso quando era morto Liam.
A volte si sentiva ancora mancare quando si affacciava alla stanza e lo trovava con un libro in mano, e  lo sorprendeva con un sorridente – ciao papà, buongiorno- Brennan non lo aveva mai nominato, ma era giunto il momento di parlarne..
-ciao ragazzo, senti,  tuo… Brennan vuole, vorrebbe vederti…-
-non ho niente da dirgli- disse fissando il libro senza alzare lo sguardo
-beh lo capisco, ma credo sia giusto dargli una possibilità, ho sempre pensato… non è sempre stato cosi lui… è impazzito il giorno in cui ha perso tua madre… e… lo capisco bene, ma non lo giustifico certo…-
-tu amavi mia madre?-
-si, molto-
-perché non… cioè…-
-io, Brennan e tua madre siamo cresciuti insieme, le nostre famiglie si frequentavano, ed entrambi ci siamo col tempo innamorati di lei- fece una pausa e si guardarono negli occhi – io amavo l’avventura e lei era affascinata da questo aspetto, che volessi viaggiare molto e che in un certo senso amassi la giustizia assoluta.. sai molto eroe romantico- Killian sorrise a queste parole – ma lei amava la tranquillità… io poi trovai un’impiego fuori dagli affari di famiglia, infondo ero l’ultimo di tre fratelli, potevano fare a meno di me nelle imprese, cosi non ci pensai due volte-
-ma tu, pa.., Brennan disse che tu…-
-beh diciamo che il mio impiego non era un lavoro qualsiasi e per due anni non tornai a casa, mi credettero morto, e il resto lo sai.-
Non disse nulla, sembrava una storia veramente triste in fondo, trovarsi la donna amata spostata ad un altro, e per giunta tuo fratello.
-ma poi… voi..-
-Killian, non pensare male adesso, tua madre aveva avuto Liam, era delicata e le dissero che era meglio per lei non avere più figli, ma lei… beh, mio fratello fece qualcosa per cui lei si risentì molto e una sera mi disse che era incinta, che aveva litigato con Brennan per questo, io ero ubriaco di mio, perché da quando ero tornato, le volte che stavo con loro non potevo sopportare di vederli insieme, e finivo per bere, finchè non ripartivo per un’altra missione, quella sera non so bene cosa successe tra noi, lo capii tempo dopo, ma non me ne preoccupai molto finchè non compresi che, beh, si stava vendicando di lui, e mi stava chiedendo quel che aveva desiderato da molto tempo… -
Guardò Killian giocare con le pagine del libro, gli mise una mano sulla spalla e lo guardò dritto negli occhi.
-sei pentito papà?-
-di cosa? Di poter vedere lei in te? Di guardare i tuoi occhi e vedere i suoi sorridermi? Di sapere che tu sei parte di lei e parte di me? No, assolutamente, sono dispiaciuto di come siano andate le cose, solo questo-
-Perché non me lo hai detto quando lo hai scoperto?-
-ho avuto paura ragazzo, di perderti, di trovarti… poi sei andato via, e vigliaccamente ho nascosto le carte-
-io le ho trovate sulla piattaforma, perché le tenevi li?-
Eithan si mise una mano nei capelli e si grattò la nuca con fare scocciato, guardò il soffitto e sospirò rumorosamente, mentre Killian lo guardava in attesa di risposta.
-perché io adesso vado ad uccidere mio fratello- disse con un’espressione glaciale suo padre, e Killian lo trattenne per il braccio mentre stava alzandosi dalla sedia.
-spiegami-
-deve essere riuscito ad entrare nello studio a casa, a casa in irlanda, sono li le carte in cassaforte-
-oh, ecco perché sembravano un fax-
 
Si sentì bussare alla porta ed apparve Emma, titubante se poter entrare sentendoli parlare cosi affiatatamente.
-disturbo? Come sta oggi il mio malato preferito?-
-Ehi Swan, ti stavo aspettando a quest’ora si arriva?-
-è stata con te ieri fino a notte fonda, dovrà riposare anche lei, no?- disse Eithan indicando ad Emma di sedersi al posto suo.
-posso, o stavate parlando di cose serie..-
-no, piccola, resta io devo giusto…-
-papà?- Eithan si fermò sulla porta, si girò verso il figlio – va bene, se vedo Brennan, va bene- l’uomo annuì e svanì nel corridoio.
Chiamò Clarke, chiamò Cora, prese la macchina e si diresse in ufficio, e poi a trovare Brennan.






note dell'autrice: eccoci qui, insomma c'è ancora un po' di malinconia, ma credo che il momento stesso lo abbia richiesto, visto la situazione delicata.
Emma è stanca, ma si fa forza, e Killian decide di non mollare... 
Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere, perchè veramente, non pensavo di scrivere una long, e non pensavo che potesse piacere :)
non so quanto andrà avanti ancora, ma non credo per molti capitoli, giusto il necessario per far tornare le cose al loro posto, e magari... vederli felici... eccetto imprevisti
a presto
E.
   
 
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