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Autore: Caskett_94    25/05/2016    3 recensioni
Seguito alla 8x22... Sette anni dopo. Questa fanfiction è arrivata un po' per volta nei giorni di vuoto misto a tristezza successivi al Series Finale. Per me ci sarebbe stato ancora molto da raccontare. Bastava volerlo davvero. Ho una mezza trama in testa ma sto costruendo di volta in volta le Slice of life e i momenti Caskett che caratterizzeranno concretamente la fanfiction. Buona lettura! E.V.
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Dopo aver messo a letto i bambini, Kate recuperò pigiama e biancheria intima dall’armadio ed andò a farsi una doccia. Aveva bisogno di rilassarsi ma doveva ammettere che il solo fatto di essere tornata a casa, accolta da una sorpresa che Rick ed i loro piccoli avevano preparato per lei con le proprie mani, le aveva fatto dimenticare completamente le domande che la tormentavano dal pomeriggio. La famiglia alla quale lei e Rick avevano dato vita era la cosa più preziosa che avevsse. Stava riflettendo proprio su questo mentre il getto dell’acqua calda sul suo corpo contribuiva a far scivolare via la tensione che aveva accumulato durante la giornata.
Si perse nei suoi pensieri, costellati dai più indimenticabili ricordi degli ultimi sette anni. Volò con la mente alla prima gravidanza, venendo proiettata in quel meraviglioso percorso che aveva preceduto la nascita di Lily. Di quel periodo ricordava con dolcezza l’escursione a Bear Mountain nel settembre del 2016. Era incinta di due mesi ed era la fase più acuta dei piccoli attacchi di panico che la coglievano all’improvviso per la paura di non essere all’altezza di ciò che la aspettava. Castle aveva imparato a reagire in modo sereno in quelle frequenti situazioni. Sapeva che aveva solo  bisogno di essere rassicurata, ma aveva bisogno di essere rassicurata solo da lui. A settembre in quella zona della Hudson Valley inizia la stagione del Foliage, cioè quando gli alberi cominciano a vestirsi dei colori autunnali ed offrono spettacoli di luce nella foresta. Stavano passeggiando da circa venti minuti lungo un sentiero circondati da folti alberi dal manto che appariva quasi dorato, quando all’improvviso Kate disse che era stanca ed iniziò a piangere. Castle la abbracciò dicendole che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che se si sentiva stanca potevano fermarsi ogni volta che avrebbe voluto. Lei gli spiegò che non era stata la stanchezza a farla piangere, ma piuttosto il fatto che anche Castle si sarebbe dovuto adeguare a ciò che sentiva lei. In quel banale episodio aveva rivisto sé stessa nel periodo in cui aveva capito di amarlo ma non essendo ancora pronta per confessarglielo, l’aveva condizionato e condannato ad un’inutile sofferenza. Era uno di quegli stati d’animo del passato, quelli che risalivano a prima che il famoso muro crollasse, che tornavano a farsi sentire, mascherati in banali situazioni della vita di tutti i giorni. E Kate aveva paura di esserne risucchiata come in un vortice, ma soprattutto di trascinare insieme a lei il sostegno al quale era aggrappata, strappandolo a sua volta dal terreno al quale era sempre rimasto piantato. Stabile, solido, integro, riparatore. Richard, Castle. Anche quella mattina lui era lì, pronto a raccoglierla,proprio come le foglie che cadevano fluttuanti e leggere dagli alberi. E glielo disse proprio così, con la più semplice metafora che uno scrittore poteva cogliere da uno scenario del genere. Con un braccio cingeva la vita di Kate che se ne stava accoccolata sulla sua spalla. Stese il braccio libero, attendendo la leggera caduta di una foglia. Fu pronto ad acciuffarne una gialla, sotto lo sguardo di Kate che incuriosita sembrava si stesse calmando. Ne acciuffò poi un’altra rossa e dopo ancora un’altra marrone. Riuscì a recuperarne anche una per metà ancora verde. Attese che il pianto di Kate si fosse ridotto a silenziosi,impercettibili singhiozzi. Poi iniziò a parlarle. Con quella voce che lei considerava il miglior anestetico del mondo quando il dolore del panico la coglieva di sorpresa. «Sai cosa sono queste, Kate? ».
« Foglie?» sussurrò lei.                                         
« All’apparenza sono foglie di diversi colori, sì. Io però ci ho visto molto di più in queste fragili foglie che sono stato pronto ad acciuffare prima che cadessero a terra. Ci ho visto te, Kate. Tu sei ognuna di queste foglie e tante altre foglie ancora di mille sfumature diverse di colori che dovranno ancora iniziare a cadere. Sei tu, di un colore diverso per ogni paura che ti assalirà e ti farà cadere all’improvviso. Io però sarò pronto a prenderti prima che tu possa toccare terra. Acciufferò ogni volta una foglia di un colore diverso e la conserverò tra le pagine di un libro, per andare poi a riaprirlo tra qualche anno e ritrovare ognuna di esse fragile e polverizzabile con un tocco. Non ti lascerò cadere, Kate. Di qualsiasi colore sarà la tua paura io ti porterò al sicuro tra le pagine del libro che stiamo scrivendo insieme. Il libro della nostra vita, dentro il quale le tue paure resteranno inevitabilmente conservate, ma saranno fragili come quelle foglie rimastevi dentro per anni ».
 
La porta del bagno che si aprì la ridestò da quel dolce e profondo ricordo. Era Rick, che come poteva dedurre era entrato per controllare se fosse ancora viva, tradotto: come mai ci stesse impiegando tanto. Kate spense l’acqua e si avvolse un telo di spugna attorno al corpo. Uscì dalla doccia, già con una battuta pronta per il marito invadente ma lo vide sgattaiolare fuori di corsa. Sorrise, pensando a quanto fosse bambinone quando si metteva in testa di farle qualche scherzo. Finì di asciugarsi e quando fu il momento di vestirsi si rese conto che il pigiama e la biancheria intima che aveva preparato precedentemente non c’erano più. Iniziò ad intuire cosa avesse in mente il bambinone che era sgattaiolato in camera da letto.


   
 
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