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Autore: Cara93    26/05/2016    1 recensioni
Una sera, riguardando vecchi episodi di Merlin, ho deciso di buttare giù un'idea che mi frullava da un po' in testa. Un crossover con la serie tv La Spada della Verità. Uther è ancora vivo, Artù è combattuto fra le sue responsabilità e il suo amore per Gwen. Merlino è ancora costretto a nascondere la sua natura, mentre Morgana trama alle spalle del re. In questo conteso, una misteriosa donna giunge da un'altra dimensione: Kahlan Amnell. Che fin da subito, esercita una sorta di attrazione verso il principe di Camelot e il suo mago. Ha bisogno di aiuto. Lo riceverà?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Contesto generale/vago
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Poche ore all'alba. Kahlan si stava preparando, da sola, come aveva sempre fatto, per quella spedizione. Aveva l'aria decisa, le labbra stirate, severe, la fronte leggermente aggrottata. Non sarebbe rimasta in quel castello un'ora in più, cascasse il mondo. Un re reso folle dalle sue ossessioni, una giovane altera e strana al tempo stesso, un principe idiota quanto pieno di boria e muscoli. No, i Pendragon non meritavano alcuna considerazione o un suo solo pensiero. Dopo aver contrastato la Mord-Sith, se ne sarebbe andata e tanti auguri a tutti. Come si permettevano quei due di pretendere di tenerla segregata? Non era colpa sua se quell'essere che si faceva chiamare re aveva sviluppato un'ossessione per lei, avvenimento che era già di per sè un sinistro presagio. Le occhiate che quella ragazza le rivolgeva, la freddavano al punto tale che avrebbe preferito essere imprigionata in una lastra di ghiaccio, piuttosto che incrociare il suo sguardo. Freddo che quell'insopportabile principe riusciva subito a scaldare, con quel suo sorrisetto di scherno e quell'aria di pretesa assoluta che lei disprezzava, si pentiva di averlo paragonato a Richard, la prima volta che lo aveva visto, anzi, il suo modo di fare la irritava proprio perchè somigliava in modo inquietante a quella di qualcun altro: Darken Rahl. Le sarebbe dispiaciuto solo per Gaius, il gentile medico di corte, Gwen, la solare serva di Lady Morgana e per quel pasticcione di Merlino, che, in poco tempo, aveva imparato a conoscere e ad apprezzare, oltre che a provare dell'affetto e stima profondi nei loro riguardi. Vestita con una variazione sul tema della tenuta della Depositaria, cioè la stessa tunica ma di color verde bosco, prese con sè la sua sacca e si avviò. Un improvviso pensiero la bloccò: accidenti! Il maledetto soldato che ho Confessato appena arrivata conosciuto Merlino!, pensò. Si lanciò per le scale che ospitavano la sua stanza, diretta a quella del soldato: sarebbe venuto con lei, la sua mente era piuttosto debole, il suo potere era penetrato troppo in profondità e temeva che la sua lontananza lo avrebbe fatto impazzire. Arrivata all'atrio principale, si dovette nascondere dietro una colonna, stavano facendo il cambio della guardia e Gwen era comparsa proprio in quel momento, nervosa. Non voleva che nessuno la vedesse, perchè aveva automaticamente deciso che non si sarebbe unita alla carovana di cavalieri: avrebbe fatto di testa sua. Quell'imprevisto poteva costarle caro.

Gwen aveva saputo, indirettamente, ascoltando le conversazioni dei cavalieri, tra loro e con Merlino e le discussioni tra il giovane e Gaius, che ci sarebbe stata l'ennesima spedizione a cui Artù avrebbe fatto parte. Sapeva che il suo principe era giovane, forte e valoroso, ma la preoccupazione del medico e l'ombra che compariva sul volto di Merlino, più cupo del suo solito umore quando doveva prender parte a simili eventi, avevano acuizzato il suo, già di per sè sviluppato, senso del pericolo. Voleva salutare Artù prima che partisse: aveva bisogno di farlo. Si era appostata nell'atrio principale, in attesa del suo cavaliere. Mentre lo aspettava, si mordeva le labbra, sfregava le mani e le braccia, camminava in circolo: non era mai stata più nervosa. Sentì dei rumori, il cambio della guardia era appena finito; sperava fosse Artù, invece, verso di lei, veniva un'altro cavaliere: Ser Lancillotto, un altro, seppur diverso, amore. Ammirava il suo essere, la sua persona e la sua intelligenza; si sarebbe affidata a lui, ma quel calore che avvertiva, quella gioia spontanea che aveva conosciuto con il principe di Camelot, erano su un piano completamente diverso. Il Prode venne verso di lei, avendola scorta: non era difficile, era talmente agitata che spiccava nella calma della stanza, dopo il cambio della ronda.
-Gwen!-disse-cosa ci fate qui?-
-Io...-cominciò la ragazza -io so cosa state per fare-rispose fiera.
-Un semplice soppralluogo nel bosco, Ginevra. Non siate così nervosa-
-No- rispose lei, decisa -c'è qualcosa. La preoccupazione di Gaius e Melino, la vostra e l'uomore del principe smentiscono la vostra affermazione: non c'è nulla di semplice- dichiarò, mentre lacrime involontarie, dovute alla tensione, le brillavano negli occhi.
-Ginevra..- Ser Lancillotto sapeva a cosa era dovuta l'emozione della donna: Artù. Le prese le mani tra le sue.

Kahlan aveva assistito a quello scambio, trattenendo il respiro. Aveva capito che Gwen aveva un segreto, un romantico segreto. Non immaginava che fosse Ser Lancillotto. Ovviamente, era preoccupata per lui, come si sarebbe sempre preoccupata, com'è nel destino delle donne. Quello che si aspettava ancora meno, fu la fitta che la colse quando l'uomo le prese le mani tra le sue. Turbata, smise di ascoltare il dialogo tra i due. Cosa mi sta succedendo?, si chiese, confusa. Io amo Richard, si disse. Sì, amava Richard era quella la verità. Ma allora, cosa causava quel disagio, quella delusione che aveva avvertito quando le mani del cavaliere e quelle della serva si erano unite? Confusa dalle sue reazioni e temendo un bacio fra i due, senza farsi sentire, si eclissò verso le camerate dei soldati.

-Ginevra...non gli succederà nulla-disse, serio.
-Lancillotto, io non posso...-
-Ginevra, io e gli altri cavalieri, persino Merlino lo proteggeremo a costo della vita-dichiarò. -Io, lo proteggerò a costo della vita-
Silenzio. Poi, con le lacrime che ormai scendevano impunite: -Lancillotto, non sai quanto mi dispiace-
-Lo so-
Un lieve fruscio, richiamò l'attenzione del cavaliere, che sciolse le mani da quelle di lei, guardandosi attorno. Nulla. Eppure avrebbe giurato...

Finalmente, il pricipe varcò l'atrio del suo palazzo. Anche lui aveva scorto Gwen, ma a differenza di Ser Lancillotto, non voleva avvicinarla. Ne aveva paura. Era spaventato da quello che sentiva per la giovane serva, era spaventato dalle differenze tra loro: lei era così radiosa, umile e senza preoccupazioni, non perchè non ne avesse, ma perchè sperava che una soluzione esistesse. Era così...speranzosa. Anche verso di lui. Con lei, anche lui poteva sperare. Sperare di diventare un uomo migliore, più simile a lei. Ora Gwen l'aveva scorto. Non poteva più nascondersi.
-Gwen..- un nome, che conteneva tutto.
-Shh..tornate da me, vi prego-rispose, sfiorandogli una mano.

-Bowell, con me-
-Ai vostri ordini, Madre Depositaria- rispose il soldato, scattando in piedi.
-Ti ricordi la radura dove ci siamo scontrati, quando ti ho Confessato?-
-Certo, Madre Depositaria-
-Incontriamoci lì fra due ore. Prendi tutte le tue cose, qui non torneremo-

Kahlan doveva ancora fare una cosa. Non aveva il coraggio di affrontare mago e cerusico assieme, come non aveva il coraggio di andare da Gwen, non dopo averla vista con Ser Lancillotto. Voleva chiederle di recapitare una missiva a Gaius e a Merlino, in cui spiegava le sue ragioni. Arrivata davanti alla porta, esitò. Non poteva entrare nella stanza, di sicuro uno dei due uomini era sveglio. Piegò il foglio e lo infilò sotto la porta.

Morgana, silenziosa, si aggirava per il castello. Doveva trovare il modo di effettuare il suo piano. Le informazioni che l'uomo dello specchio le aveva dato, oltre a delle direttive e la promessa di un'enorme potere sconosciuto ad Albion, le avevano fatto scattare, come alla sorella, dopo che le aveva raccontato tutto, una molla. Aveva solo bisogno di...qualcosa. La scorse. Era davanti alla stanza del medico. Aveva piegato un foglio e infilato sotto alla porta. Aspettò che se ne andasse, poi lo prese. Si nascose dietro un altro portone, leggendo. Ecco il suo qualcosa.

Uther si rigirava nel letto, insonne. Mancava poco all'alba, suo figlio sarebbe partito con una guarnigione di soldati al seguito e lui sarebbe rimasto solo. Solo con la priora, senza nessuno che lo giudicasse, come gli occhi del figlio facevano ogni volta che guardava una donna anche solo per un secondo di troppo. Doveva averla, ormai lo sapeva. Il piccolo corteo lasciò la corte un po' in ritardo, ma alla fine se ne andò. Decise di aspettare ancora, non poteva presentarsi alla sua porta così e poi doveva presentarsi nel modo migliore, perciò si preparò. Dopo un paio d'ore, uscì dalle sue stanze diretto a quelle di Lady Kahlan. Senza bussare, era il re ed era casa sua, poteva fare ciò che voleva, pensò. La stanza era vuota, anzi spoglia. Come stordito, l'uomo uscì, prese fiato.
Poi: -Guardie!-
   
 
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