Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ele_stud    26/05/2016    0 recensioni
I personaggi di Shingeki in un AU che riprende in tutto e per tutto il cliché dei college americani, focalizzandosi su Armin e Jean e sull'evolversi del loro rapporto dal primissimo incontro
(tutti hanno qualche anno in più rispetto all'opera originale per motivi di trama, per l'aspetto esteriore mi sono ispirata ad alcune fanart Older Shingeki trovate in giro per tumblr)
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Jean Kirshtein, Mikasa Ackerman, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~~Cap. 4
Jean POV
Giovedì


TODAY’S THE DAY! Sono settimane che aspetto l’evento all’aperto per mostrare a tutti il mio cortometraggio, ho impiegato mesi per finirlo tra riprese e montaggi. Sarà diverso dai filmati che faccio sempre, questa volta nessuno sa cosa aspettarsi perché nessuno sa niente.
Non ho ingaggiato attori, non ho chiesto ad amici di comparsare, questa volta ci saranno solo i ricordi e la sabbia, tanta sabbia, glielo avevo promesso.
Reiner mi vede da lontano e si avvicina, sembra felice, forse perché per la prima volta siamo riusciti ad allestire tutto in tempo. Si siede su una delle sedie in prima fila, vicino a me «Jean, sei eccitato per stasera?»
gli sorrido «credo che terrorizzato mi descriva al meglio in questo momento»
«non temere, i tuoi mini film ci sono sempre piaciuti, visto che stavolta ti sei impegnato tanto sono sicuro che lo adorerò!» ci rifletto su ancora un po’, questa volta non sarà nulla di costoso, appariscente, eccentrico. Sarà personale, spero soltanto che riesca a piacere comunque, ho visto gli altri corti che verranno mostrati, non è una gara, non si vince nulla ma sono ansioso lo stesso
«questo è strano» lo guardo «che intendi Reiner?»
Mi sorride «di solito prima di una proiezione dai sempre quella faccia da spavaldo che fa ridere Connie, sei sempre stato orgoglioso dei tuoi lavori, perché hai tanta paura stavolta?»
Mi allontano per tornare in camera mia, sono stato anche troppo tempo all’aria aperta oggi «io vado Reiner, chiamami subito se succede qualcosa, ci vediamo stasera dopo cena»
«Jean aspetta!»
Mi volto preoccupato
«mi sono sbagliato!»
«che vuoi dire?»
«e pensare che Connie e Sasha lo ripetono di continuo... Non è faccia da spavaldo, è faccia da cavallo!» lo guardo, ero convinto che Reiner fosse il puù serio tra di noi, ora non ho più, ufficialmente, nessunissima speranza nel nostro gruppetto di disagiati «mi hai fermato solo per dirmi questa cretinata? Ti saluto»
«perché tanta fretta? Non hai detto che stavi semplicemente tornando in camera tua?»
Non mi piace quando persino Reiner comincia a fare l’impiccione «e allora? Non pensi che dovrei prepararmi per stasera?»
«è per Armin?»
Mi fermo «...che?»
«stai correndo per stare un po’ con lui prima delle proiezioni di stasera?»
Mi chiedo da quando i fatti miei siano diventati i fatti di tutti, io vorrei solo starmene per conto mio «primo, sto andando davvero a prepararmi, secondo, non credo che siano fatti tuoi dove vado e perché» mi allontano prima che possa dirmi altro, non voglio litigare con le uniche persone che mi sopportano qui al campus (o che almeno ci provano) mi fermo un attimo e gli urlo «se ti consola non so neanche dove sia Armin in questo momento, ti saluto» ora sento che posso davvero tornare in camera mia.
Apro la porta della stanza 104 che divido con Armin, lo vedo chiacchierare al telefono con qualcuno, mi saluta con un cenno della mano, sembra così felice.
Poi lo guardo davvero.
Deve aver deciso di prepararsi in anticipo per stasera, non lo avevo mai visto così elegante: pantaloni di jeans chiari e tanto attillati da poter vedere qualsiasi - Dio Jean non fissarlo come un idiota - una camicia bianca e una giacca nera. Semplice.
Un abito quasi banale nella sua semplicità e allora perché non riesco a staccargli gli occhi di dosso? Lo sento staccare il telefono «ti voglio bene anch’io, sì, ci vediamo stasera! Ciao!»
Si gira finalmente verso di me e mi corre incontro - se si può definire correre lo spostarsi velocemente per una stanza minuscola come la nostra - mi sorride, è così bello «Jean! Sei in anticipo! Immagino che usciremo tra poco» si gratta la testa, cerco di memorizzare ogni più piccolo gesto «non so bene che tipo di festival sia, spero di non sembrare fuori posto, vado bene vestito così? Posso sempre cambiarmi» “non sei tu, è il festival ad essere fuori posto per te” ma mi guardo bene dal dirglielo, sono nervoso no anzi, sono oltre il panico e l’ansia.
Sono uno stupido.
Sto per presentare a tutti il mio lavoro più importante e l’unica cosa a cui riesco a pensare è Armin che saluta con amore qualcuno al telefono, che diavolo sto facendo? È quel tizio chi diavolo è?
«Jean tutto bene?»
Mi concentro su di lui per qualche momento «bene, va tutto bene, anche tu vai bene, con chi stavi parlando al telefono?» Bravo Jean! Metti una domanda personale e indiscreta in mezzo a tutt’altro discorso, così non si accorgerà mai che stai morendo per lui in un misto di disperazione e gelosia basata su false speranze! Sono un idiota, lo sono davvero ma Armin mi sorride, continua a sorridermi, anche se faccio domande personali, anche se parlo troppo, anche se evidentemente parlo anche troppo.
«non ricordi? È Eren, ti avevo chiesto se poteva venire stasera assieme a Mikasa»
Lo guardo «i tuoi amici d’infanzia, giusto?»
«esatto, ci siamo messi d’accordo sull’orario, ho sempre paura che Eren arrivi in ritardo così ho anticipato di poco il nostro incontro»
So da poco dell’esistenza di questo Eren, so soltanto che è il migliore amico di Armin, che lo tiene occupato al telefono ogni volta che ha un momento libero e che Armin fa quel piccolo sorriso speciale ogni volta che arriva un suo messaggio. Non l’ho ancora mai visto e già non lo sopporto, non vedo l’ora di stringergli la mano stasera, la stringerò talmente forte da fargli passare ogni voglia di tornare qua al campus.
«Jean a cosa stai pensando?»
«che?» mi levo subito il mio sorriso maligno dalla faccia e torno ansioso come al solito
«non pensavo a nulla, tranquillo, solo non vedo l’ora di incontrare i tuoi migliori amici, vado a preparami anch’io, faccio in un attimo!»
«ti aspetto qui»

***

Armin POV

Sono passati 45 minuti e di Jean ancora nessuna notizia dal fronte del bagno, comincio a perdere le speranze.
Mi guardo allo specchio - Jean prima o poi mi spiegherà perché è in cucina - e sospiro: mi sento davvero fuori posto.
Eren mi ha obbligato a vestirmi elegante, Mikasa aveva persino cominciato a insistere perché mi truccassi, siamo impazziti? “piantala di lagnarti, il trucco non è prerogativa delle ragazze e un po’ di lucida labbra non ha mai ucciso nessuno” come se non avessi capito che voleva soltanto prendermi in giro.
Non riesco a smettere di sbuffare mentre mi specchio, somiglio a tutto quello che ho sempre odiato, un ragazzino viziato con la faccia pulita, i vestiti firmati e lo sguardo innocente.
Questo non sono io, è soltanto per stasera continuo a ripetermi mentre i piedi si abituano alle scarpe nuove e le mani giocano con i gemelli d’argento sulle maniche. Perchè non posso essere così anch’io? Perchè non posso essere un felice figlio di papà per una sera senza che i miei sensi di colpa idealisti prendano il sopravvento?
Sarebbe tutto così facile se per una volta mi lasciassi andare, invece no, io sono quello che dice agli altri di stare attenti, quello prudente, quello puntuale, quello che pensa sempre a tutto, quello su cui tutti fanno affidamento quando si tratta di questioni spinose o che richiedono un minimo di organizzazione.
Mi sono stufato.
In realtà mi sono stufato tanto tempo fa ma devo accettare di convivere con questa parte di me, quella che in fondo mi ha permesso di fare amicizia con Eren e Mikasa. Non so dove sarei ora se non ci fossero stati loro con me, non vedo l’ora che conoscano Jean!
Jean... Prima o poi mi prenderò una pausa dagli studi per fermarmi e riflettere sul perché ogni mio ragionamento ormai mi porta a Jean.
D’accordo, è una persona fantastica, dentro e fuori e vedo come mi guarda a volte, quando pensa che nessuno stia badando a noi due, che ci sediamo vicini e parliamo di cinema e scuola, di progetti per il futuro e buona cucina.
Potrei semplicemente chiedergli di uscire, sarebbe così semplice se prendessi la decisione di lasciarmi un po’ andare, studiare di meno ma vedermi con qualcuno, abbassare la mia media dei voti ma stringere a me qualcuno la notte.
Lo so, non sono venuto qui per farmi degli amici come sperava Eren, sono venuto per studiare e mettere un po’ a posto qualche pezzo della mia vita, non potevo sapere che sarei finito in stanza con Jean, che avrei conosciuto una persona come lui, anche se “conosciuto” è una parola grossa.
«Armin che ne pensi? Sono dieci minuti che fissi lo specchio in silenzio»
Non mi sono neppure accorto che era finalmente uscito dal bagno, vestito di tutto punto ovviamente «non pensavo saresti mai tornato Jean, stavo perdendo le speranze» quella giacca rosso scura, quasi nera, dove l’ho già vista? Che m’importa, gli sta divinamente
Piantala, sarò stato dentro sì e no una ventina di minuti» quasi un’ora in realtà ma rinuncio presto alla lotta, gli altri due arriveranno a scuola a momenti «muoversi Jean, avevi detto che volevi conoscere i miei amici» lo vedo fare una strana espressione «oh sì, assolutamente, soprattutto... Eren, giusto?» non riesco a fare a meno di preoccuparmi.

***
Jean POV

Il parco stasera è fantastico! Sono state appese piccole lanterne ai rami degli alberi, molte delle sedie sono già state occupate e manca ancora del tempo all’inizio delle proiezioni, così tante persone vedranno il mio corto, comincio a innervosirmi.
«Jean tutto bene?»
No, assolutamente no «certo! Che domande!» guardo Armin, faccio di tutto per sembrare sicuro di me - e spocchioso - come al solito ma in questo momento cercare di guardarlo negli occhi - e non nella camicia un po’ aperta o in quei jeans attillati, Gesù - e sembrare al tempo stesso calmo e tranquillo sta diventando un’impresa titanica. Più del solito.
«Jean, non è mai difficile leggerti in faccia quello che pensi, specialmente stasera, mi dispiace un po’ vederti così nervoso per un tuo lavoro»
Mi fermo di colpo.
Mi fermo? Stavamo camminando? Non lo so, non so più niente, non riesco a pensare in maniera lucida, questo progetto non è nulla, non è neppure un compito e lui non è neppure qui per vederlo e perché i jeans di Armin tatuati addosso? Non dovrei mischiare pensieri nostalgici e fantasie sul mio coinquilino... Dove stiamo andando?
«Armin, i nostri posti sono in prima fila, dove mi stai portando?» non mi ero accorto che ormai mi stava trascinando tenendomi per una manica della giacca, sarebbe tutto adorabile se Armin non mi stesse guardando come se fossi ritardato
«stiamo andando a prendere Eren e Mikasa» mi schiocca le dita davanti alla faccia «concentrati! Sembra di portare a spasso un comatoso, è questa la prima impressione che vuoi dare?» lo guardo, è ora di svegliarsi e smettere di pensare troppo una volta tanto «beh, è la prima impressione che ho dato a te e mi sembra che funzioni!» mi avvicino a lui e ammicco dandogli una spallata, Armin non sembra scomporsi minimamente «”comatoso non è la prima impressione che ho avuto guardandoti, sai?»
«ah no?» mi rivolge uno sguardo che non riesco subito a decifrare, vorrei farmi più vicino ma dura tutto una frazione di secondo «eccoli! Finalmente!» mi volto verso i due nuovi arrivati:
La prima è una ragazza piuttosto alta e dalla forma invidiabile, i capelli sono lisci, setosi, corvini, il viso... Non ho mai visto tratti tanto delicati, dev’essere sicuramente asiatica, che splendore.
Il secondo, beh... Che diavolo è? Basso, abbronzato, capelli corti e ispidi, sguardo teso e volto imbronciato. D’accordo, d’accordo ha un bel paio di occhi verdi ma non vedo come un tipo del genere possa piacere a qualcuno.
Mentre finisco di formulare la frase nella mia testa vedo Armin correre verso di lui e letteralmente gettarsi fra le sue braccia. Evidentemente qualcuno a cui piace c’è.

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Yo! Prima di tutto voglio chiedervi scusa almeno un’infinità di volte per il ritardo °^°
Questo capitolo doveva uscire IL 5 APRILE ma tra corso barman, esame del corso barman - finito con un bel 110/150 di lieto fine - ricerca del lavoro - che ho poi trovato, anche se è solo per una quindicina di giorni ma è ben pagato °^° - e la scoperta della mia nuova droga - LOVE LIVE SIF - non ho avuto proprio tempo Q.Q basta con queste lamentele insomma, spero tanto che anche questo capitolo sia piaciuto a chi ha deciso di leggere questa fanfic a tratti assurda, il prossimo capitolo verrà postato poco dopo la fine del lavoro - intorno al 15 giugno -
Ancora grazie e statemi bene u.u

   
 
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