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Autore: KleineJAlien    29/05/2016    0 recensioni
Questa storia tratta le vicende di principalmente nove ragazzi, nove studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Alcuni vedono le loro vite intrecciarsi molto tempo prima rispetto altri, che dovranno ancora conoscersi e superare vicende difficili.
MiniFF | 11 Chapters | AU!Hogwarts
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1




A colazione quel giorno era stato particolarmente difficile staccare lo sguardo da Isaac.
Sembrava che quella mattina il ragazzo brillasse in maniera particolarmente più evidente di luce propria. Forse, semplicemente perché la prima cosa che Alexis aveva visto appena entrata nella mensa, era stato proprio il suo sorriso, un sorriso a trentadue denti che doveva essere la risposta ad una battuta stupida di Louis Tomlinson. Non le importava molto la causa.
Era convinta di poter dire di conoscere ogni particolare di lui - passava molto tempo ad osservarlo d’altronde -, al contrario il Serpeverde probabilmente che non sapeva nemmeno della sua esistenza, nonostante ci fossero degli episodi che la rincuoravano un minimo.
Il loro primo incontro risaliva al primo anno della ragazza, quando sull’Hogwarts Express, il ragazzo si era avvicinato al carrello dei dolci nell’esatto momento in cui c’era anche lei.
Con i suoi undici anni, quel giorno per Alexis era stato immediatamente colpo di fulmine, infatuazione alimentata dal fatto che il biondo aveva aggiunto i soldi che le mancavano per potersi permettere le gelatine tutti gusti +1. Quello era stato un gesto di poco conto per il ragazzo più grande di un anno, il quale l’aveva guardata appena, eppure per la matricola questo bastò a darle da pensare per tutto il viaggio fino all’arrivo alla scuola, e da lì per i successivi sei anni.
Non era stato difficile scoprire il suo nome. All’epoca faceva già parte della squadra di Quidditch e non c’erano dubbi che la fascia di capitano sarebbe passata a lui una volta che il capitano in carica si fosse diplomato. E così era stato.
D’altra parte lei non aveva dubbi che se fosse stato per Isaac, se fosse già stata smistata nei Corvonero al momento di quel gesto, il ragazzo sarebbe passato dritto senza degnarla di uno sguardo. In fondo era quello che gli vedeva fare da sei anni, mentre lei lo osservava nell’ombra.
Un altro contatto tra  loro era avvenuto appena un mese prima, quando impegnata a leggere un libro,  Alexis era andata a sbattere contro di lui in corridoio. Il tempo della ragazza di accorgersi di quello che era successo e di pronunciare delle scuse a voce talmente tanto bassa che persino lei faticò a sentirsi, che il Serpeverde era già scivolato via di fretta.
Per lui l’irlandese si stava riscoprendo essere sempre più folle. Più volte aveva pensato di prendere una pozione che la aiutasse a dimenticare, a perdere l’infatuazione quasi ossessionante che sentiva di provare. Se non fosse stata sicura che anche l’Amortentia perdesse effetto dopo un certo periodo di tempo, avrebbe persino preso in considerazione di essere sotto l’effetto della pozione dell’amore. Dall’anno precedente inoltre, dal suo nascondiglio migliore che potesse avere, ovvero quello di ragazza studiosa, timida e con la testa sulle spalle, aveva iniziato a mandare biglietti anonimi al ragazzo. Inizialmente si trattava di citazioni prese da libri che leggeva, considerazioni, ed infine consigli. Era come parlare ad un muro perché non riceveva mai una risposta, ma sapere che li leggeva, e che l’intera scuola non fosse venuta a conoscenza di una stupida idiota che pensava di fare la corte ad Isaac Lahey, era già tanto.
Le civette sono animali estremamente leali al proprio padrone – lei lo sapeva bene grazie alla sua Flo – ma la fortuna era stata dalla sua con Slot, quella di Isaac, quindi da lì ad un anno, non era mai stato difficile mandare qualcosa al Serpeverde senza che questo, o qualcun altro, arrivasse a lei. Era arrivata a scendere a compromessi con una civetta, quella del ragazzo, assurdo.
Durante il primo periodo non era nemmeno sicura che il ragazzo leggesse i suoi messaggi.
Era sempre dannatamente pacato. Non l’aveva mai visto guardarsi intorno o con un cipiglio di curiosità ad illuminargli lo sguardo durante i pasti o a lezione, in quelle in cui ormai doveva essere sicuro anche la sua ammiratrice si trovasse. Come ad esempio Cura delle creature magiche, che il sesto e il settimo anno si trovavano a fare insieme.
Poi uno specchio incantato le aveva mostrato come Isaac leggesse i bigliettini, e questo le era bastato. Lo specchio era andato distrutto subito dopo. Non aveva più voluto usarlo per spiarlo. Stupido, avrebbe detto qualcuno, leale e giusto sosteneva invece lei.
«Alexis? Hai sentito quello che ti ho detto?» la riscosse Niall in piedi alle sue spalle.
La ragazza sbatté un paio di volte le palpebre e rivolse l’attenzione all’amico «Scusa dicevi?»
«Ad Astronomia stiamo insieme? Joshua mi distrae continuamente e non fa che parlare..»
«Si si va bene.» annuì immediatamente la ragazza  «Alla lezione di Astronomia stiamo insieme.»


Non erano passati nemmeno tre mesi dall’inizio del suo primo anno a Hogwarts quando un ragazzino del secondo anno, si era avvicinato a lei un giorno nella sala comune dei Grifondoro.
Immediatamente Sylvia aveva notato un gruppo di ragazze guardarla con sufficienza e poi ridere.
Davanti a lui Harry Styles era già un tipetto conosciuto e conteso da molte persone, oggettivamente gli occhi verdi erano in grado di entrarti dentro, ancora di più se ad incorniciare il tutto vi era un taglio corto tutto ricci e il viso di un bambino sorridente.
Se ripensava al giorno in cui questo si era avvicinato a lei con apparente comportamento cordiale, chiedendole se le andasse di stare vicino a lui a pranzo, quale fosse esattamente la motivazione per cui l’avesse respinto, soprattutto in maniera scontrosa, non la ricordava.
Con il passare degli anni aveva trovato sempre più scuse, con molte di queste non concordava davvero, ma erano un’ottima copertura. In primis si era detta che non voleva avere una relazione con nessuno, al primo anno si sentiva troppo inesperta e di sicuro l’essere appena entrata in quel mondo nuovo - per quando la vicinanza di Harry l’avrebbe potuta aiutare - la faceva sentire confusa. Aveva molto da imparare prima di mettersi in gioco.
Poi vi era stata la scusa che aveva troppo timore di esser bersagliata dalle sue ammiratrici, perché sapeva che nessuno sarebbe stato felice di vedere un tipo come lui stare con lei. Qualcuno aveva giocato anche la carta della Mezzosangue. Nella realtà a Sylvia non toccava minimamente se la soprannominavano così. Era una Mezzosangue, non se ne vergognava.
Poi c’era stato lo studio, cosa per la quale non era mai stata tanto fissata. Andava bene, aveva una media buona facendo l’indispensabile. Insomma più passava il tempo e più sentiva di starsi arrampicando sugli specchi. Le sue scuse non avevano fondamenta solide.
Sarebbero potuti rimanere amici, invece il loro rapporto era stato stroncato ancora prima di nascere. Harry non aveva mai mostrato astio nei suoi confronti, si comportava allo stesso modo con tutti - si anche con Tomlinson anche se non lo meritava -, di fatto però non avevano più avuto modo di entrare in contatto ancora, se non per sbaglio. Non si erano mai più confrontati.
A distanza di cinque anni molte cose erano  cambiate.
Harry era cresciuto, il suo viso aveva visto passare l’adolescenza e sotto il naso iniziavano a notarsi i primi accenni di baffi, i tratti da bambino erano diventati più virili, ma non duri, e i capelli avevano perso un po’ il riccio perfetto per lasciare posto ad una chioma mossa ma lunga, la quale spesso era raccolta in un codino alto.  La sua bellezza rimaneva oggettiva, anzi arrivato al settimo anno, erano molte di più le persone che cadevano ai suoi piedi.
Sylvia avrebbe voluto dire che lei fosse una delle poche a non subire il suo fascino, ma non era così. Il punto era che Harry era  il prefetto della casa Grifondoro, il capitano della squadra di Quidditch, primo in classifica - insieme a Tomlinson - nel Club dei duellanti, e aveva una media invidiabile. Tutto senza privarsi di una vita sociale molto attiva.
Tutte quelle cose facevano infuriare Sylvia, le facevano provare così tanta rabbia nei confronti di quel ragazzo perfetto, perché era impossibile che lo fosse davvero. Geniale e bello.
Proprio quest'odio smisurato, lo sapeva bene anche lei, si trattava solamente di pentimento nei suoi stessi confronti, per esserselo lasciato scappare anni prima. Si perché Harry Styles era anche una persona dal cuore d'oro ma lei era l'unica che ci aveva messo troppo a capirlo.
Ad interrompere i suoi ricordi confusi di matricola fu Jennifer, la quale arrivò di soppiatto buttandosi al suo fianco nel divano nella sala comune Grifondoro.
«Allora?» esordì l’amica con un’enorme sorriso sul viso «Non mi chiedi come è andata?»
Sylvia sorrise appena posizionandosi di fianco «Come è andata? Sei riuscita ad iscriverti?»
«Certo! Non ho permesso a nessuno di farlo prima di me. Ero così agitata.» annuì energicamente  l’altra strisciando ancora più vicina alla castana «Siamo trentacinque iscritti.»
«Trentacinque? Beh è un bel numero, devi sfidarli tutti?»
«Si, allora ti spiego. Inizialmente dovremmo sfidare tutti e cercare di ottenere il punteggio più alto. Il punto massimo che una persona può ottenere è settanta. Ogni vittoria sarà due punti, ogni pareggio invece uno, ed infine zero se si perde. Alla fine, i dieci con il punteggio più alto, verranno divisi in due gruppi e con partite ad eliminazione diretta, si troveranno i due finalisti. Sei i miei calcoli non sono sbagliati ho tutte le probabilità di vincere. Ho visto chi si è iscritto e a parte qualche Serpeverde sono già stata in grado di battere tutti. Dovresti vedere quanti Tassorosso si sono iscritti quest’anno.» una leggera risata lasciò le labbra della ragazza «Sarà facile batterli.»
Nemmeno un’ora prima la mora aveva avuto l’incontro nella Sala Grande con il preside e i professori organizzatori del torneo di scacchi. Da quando era stato annunciato Jennifer non aveva fatto altro che parlarne, decisa più che mai a parteciparvi.
Jennifer era sicura di far fuori in ordine i Tassorosso, i Serpeverde, i Grifondoro ed infine i Corvonero - perché sapeva riconoscere che questi sapevano essere furbi e studiavano nei minimi particolari le strategie di gioco, quello che forse però a parer suo mancava in loro era la fortuna, l’istinto, e il piacere di giocare. Cosa che li fregava non poco.
«E quando inizierà ufficialmente il torneo?» s’informò Sylvia. Se le sfide non coincidevano con le lezioni a scelta che aveva iniziato quell’anno, aveva intenzione di andare a sostenere l’amica.
«Dalla prossima settimana. Lunedì alle diciotto nella sala grande, e non vedo l’ora!»


Louis e Jess capirono sin dal loro ingresso nell’aula di pozioni che qualcosa di strano ci fosse.
Si guardarono arricciando il naso all’insù e annusando il buon profumo che tappezzava l’intera stanza in quel momento. Uno sguardo bastò. Non ci fu bisogno di parlare, capirono entrambi cosa l’altro stesse pensando. Successivamente si diressero verso il loro solito tavolo e presero posto aspettando l’inizio  della lezione.
Piton cominciò introducendo una pozione tanto difficile da preparare, quanto illegale secondo il Ministero della Magia: l’Amortentia. Una pozione in grado di creare un’ossessione o una travolgente infatuazione, non reale. Caratteristica di questa, oltre alla sua luminosità madreperlacea, la capacità di assumere un odore differente a seconda dei gusti e le preferenze della persona con cui entrava in contatto. Durante la lezione infatti vennero percepiti diversi profumi: succo di zucca, profumi di fiori e piante varie, e qualcuno, sia volontariamente che involontariamente, aveva dichiarato il proprio amore nei confronti di qualcun’altro, riconoscendo nelle spirali vaporose che fuoriuscivano dal calderone sulla scrivania del professore, il profumo di altre persone.
Nessuno chiese a Louis e Jess cosa sentissero, e loro allo stesso tempo non vollero renderlo noto.
In ogni caso non fu difficile per alcuni intuirlo. Mentre Piton zittiva le varie chiacchiere venutesi a creare, prevenendo così che la lezione si trasformasse in quella di Divinazione, o Babbanologia, Louis sorrise e guardò Jess afferrando da sotto il tavolo la sua mano. Questa ricambiò lievemente a sua volta il sorriso senza spostare lo sguardo da davanti a sé, e intrecciò le dita con le sue.
Il moro era un tipo che non era mai passato inosservato all'interno di Hogwarts.
Inizialmente molte persone avevano trovato strano che il Cappello Parlante lo avesse smistato nei Serpeverde, doveva esserci un errore, nella sua discendenza non mancavano però eredi di Salazar Serpeverde e presto non ci volle molto a capire anche che in lui scorresse lo stesso istinto.
I suoi scherzi d’altra parte erano qualcosa che lo avevano sempre contraddistinto da qualsiasi altro suo coetaneo della stessa casa. Questi avevano trovato sfogo inizialmente in un bambino riccioluto della casa dei Grifondoro con cui Louis aveva avuto modo di sfidarsi a duello poche settimane dopo aver fatto ingresso ad Hogwarts, non lasciandolo mai in pace per periodi di tempo troppo lunghi, e poi avevano toccato anche una Serpeverde un po’ sulle sue, Jess.
Nonostante l'avesse sempre vista in giro, Louis e la ragazza avevano avuto modo di parlare davvero quando una serie di piccoli fatti avevano fatto si che si avvicinassero.
La prima volta che si parlarono fu a lezione di pozioni quando i due finirono vicini. Da quel giorno passarono buona parte delle lezioni insieme. Il vero e proprio approccio però era avvenuto durante un duello. Louis stava sfidando ancora una volta Harry per una motivazione stupida - come al solito - e Jess si era proposta come suo secondo.
Si era proposta di portare a termine il duello qualora al moro fosse successo qualcosa.
Dopo quel giorno la ragazza non si sbilanciò comunque in maniera particolare nei suoi confronti, i tentativi del Serpeverde di farla sciogliere con lui furono inutili fino a quando non passò alle maniere forti. Gli scherzi che solitamente rivolgeva solamente a Styles, iniziarono ad essere indirizzati anche alla ragazza.
Dapprima  fu un continuo litigare e minacce, con il passare del tempo, l'insistenza di Louis ammorbidì e sfiancò Jess al punto che neanche più si lamentava dei suoi scherzi, anzi rideva. Come i due finirono insieme, è quasi una leggenda. Successe da un giorno all'altro. Gli studenti di Hogwarts ricordano solo che un giorno gli avevano visti camminare mano nella mano, scambiarsi un bacio prima di separarsi ogni qualvolta avessero impegni differenti, e scambiarsi sorrisi complici che sul viso di Jess erano difficili da trovare in altre situazioni. Un'altra persona.
Inoltre con il passare del tempo la mora era cresciuta e aveva acquisito l'incarico di Caposcuola, questo non le aveva impedito di rimanere il secondo per Louis ogni qualvolta questo sfidasse Styles a duello.
   
 
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