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Autore: iaia_86    13/04/2009    3 recensioni
Il cuore detta le sue regole. Si può riuscire a reprimere le proprie emozioni per un fine superiore? Perché quando si sa che un amore è 'malato' si cerca di metterlo a tacere, oppure no? Quanta forza di volontà ci vuole per riuscire a resistere alla separazione? DeidaraAsumaKurenai che avrebbe dovuto partecipare al "Primo Contest sulla Matematica".
Genere: Drammatico, Azione, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Asuma Sarutobi, Deidara, Kurenai Yuhi
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Contest Matematica - 2 Etero Allora...ecco il secondo capitolo, quello che dovrebbe spiegare meglio la situazione, o magari semplicemente ingarbugliarla ancora di piùXD Ringrazio Kronos333 per il commento. Vi lascio al capitolo sperando che possa piacervi. Un bacione, iaia.


         Capitolo Secondo : She's a hard one (Lei è una dura).



Cercava Asuma, l'avevano informata che era andato a fare visita a Kakashi insieme al suo Team. Aveva visto uscire dalla stanza, sorridenti, gli allievi dei due uomini che parlavano di un pranzo gratis. Sorrise e si avvicinò alla porta. Venne attirata dalla voce proveniente dall'altra parte ed aspettò prima di bussare.
- Ho provato ad usare il nuovo Mangekyou Sharingan che ho sviluppato. Trasferisce quello che cattura in un'altra dimensione. Purtroppo l'ho mancato, sono riuscito a strappargli solo un braccio. Ma torniamo a noi, di cosa mi volevi parlare? -
- Beh, ecco... -
Aveva atteso la fine della frase per farsi avanti, e mentre apriva leggermente l'uscio si chiese cosa l'uomo volesse raccontare all'amico ferito.
- Eccoti, finalmente -
La frase sospirata, a trasmettere tutta la spossatezza che la caratterizzava da quando era rimasta incinta.
- Oh, è solo Kurenai. Hai bisogno di qualcosa? -
La voce affabile di Kakashi la raggiunse e la fece voltare verso di lui.
- Beh, ho sentito che Asuma era qui e allora... -
Sentì lo sguardo dei due uomini studiarla, si girò verso il suo compagno e gli vide una strana espressione sul volto. Internamente si chiese quando aveva iniziato a non capire più i segnali che il corpo dell'uomo che amava le mandava, perché si riscoprì a non riuscire a catalogare quel velo che aveva appannato i suoi occhi.
Di nuovo, fu l'altro a spezzare il silenzio creatosi.
- Ok. Comunque Asuma, che stavamo dicendo? -
L'uomo aspettò un attimo di troppo prima di rispondere serio.
- Oh, niente. Ne riparleremo quando avremo un po' di tempo, scusa -
Si alzò e la guardò intensamente, prima di farle cenno di avviarsi.
Era sempre più convinta che stessero per parlare di qualcosa che, direttamente o indirettamente, la riguardava. Che avesse deciso di rivelargli il suo stato? Era da poco che aveva scoperto di essere in attesa, ed insieme avevano deciso di tenere per loro quella notizia. Questo, però, prima dell'inizio della battaglia contro l'Akatsuki. Le cose erano cambiate nel frattempo o forse erano sempre state diverse, solo che lei non era riuscita a rendersene conto.
- Ti va di andare da te, Kurenai? -
Lo osservò qualche istante sovrappensiero, prima di tirare la bocca in un lieve sorriso ed annuire tranquilla. Dopotutto era da un bel po' che non passavano del tempo insieme.
Si avviarono uno accanto all'altro per le larghe strade di Konoha; si sentiva strana, perché loro di solito non passeggiavano tranquillamente sotto gli sguardi degli abitanti della foglia che ancora vedevano in Asuma solo il figlio del loro amato Sandaime Hokage. Spesso era una maledizione girare per quei luoghi.
Ancora sovrappensiero, l'uomo la bloccò improvvisamente. Lo fissò insicura, prima di capire cosa volesse. Erano arrivati sotto il suo appartamento e non se ne era accorta.
Sorrise imbarazzata prima di guidarlo all'interno della casa.
Ormai aveva capito che qualcosa non andava, aveva capito che il suo compagno le nascondeva alcune cose e questo la faceva stare male. Era sempre stata onesta con lui, e leale. Ma avvicinandoglisi, si rese conto di quanto fosse stupido il pensiero che aveva fatto. Sicuramente, stava passando un periodo difficile e questa era la reazione alle pressioni che sopportava ogni giorno. Sapeva anche che avrebbe fatto di tutto per non turbarla, almeno non adesso che aspettava un figlio da lui; forse era solo il suo modo di proteggerla.
Da qualche settimana, era chiuso in se stesso ed aveva smesso di fumare, cosa molto strana. L'ultima volta in cui era successo, era stato per la morte di suo padre e questo era di per sé un motivo per essere preoccupati.
Andò a sedersi su una sedia e Asuma le si sistemò dietro la schiena. Iniziò a massaggiarle lentamente le spalle, sciogliendo la tensione che si era accumulata in quel periodo.
Sospirò soddisfatta per quelle attenzioni. Gli mancavano le mani forti dell'uomo che la facevano sentire serena, l'odore della pelle mischiato a quello del tabacco che gli pizzicava nelle narici.
Adorava tutto di lui, e se qualcuno glielo avesse chiesto avrebbe risposto che sì, lo amava e lo avrebbe sempre fatto. Avrebbe sacrificato qualsiasi cosa pur di vederlo felice.
Si sorprese a pensare che era cambiata molto da quando avevano iniziato quella relazione. Lei, sempre così restia a lasciarsi andare, così decisa a non dover mai chiedere a nessuno per ottenere ciò che le premeva, si era riscoperta completamente dipendente da quei sentimenti che la tenevano legata quasi a soffocarla. Chissà quando il loro rapporto era mutato fino a diventare qualcosa di così importante. Forse proprio l'arrivo di un figlio li stava mettendo a dura prova. Che fosse quello il motivo per cui era così strano? Che avesse smesso di fumare per non nuocere alla salute del nascituro?
Fissò per un momento le mani che le cingevano le spalle, rendendosi conto che il movimento era terminato. Si voltò lentamente, fino a far incrociare i loro sguardi.
- Cosa c'è che non va, Asuma? -
Lo sentì trasalire e poi sospirare pesantemente. Immaginò stesse riordinando le idee per esporgliele.
- Una persona cara è rimasta ferita in uno scontro -
Rimase in silenzio, se colui di cui parlava fosse stato Kakashi, l'avrebbe chiamato per nome. Ed era l'unico che era stato colpito in missione, almeno per il momento.
Uno strano presentimento si fece strada nella sua mente, ma decise di ignorarlo.
- Appartiene al mio passato, a quello che ero prima di conoscere te -
Un lieve sorriso increspò le sue labbra, si era tranquillizzata. Era normale dispiacersi per la morte di un vecchio amico. Perché allora percepiva che non era ancora finita? Che c'era ancora qualcosa che mancava per completare il puzzle?
- In effetti... -
Un sussurrò che captò benissimo e che la mise in allerta. Cosa poteva nascondergli di così importante da portarlo ad avere quell'aria afflitta?
- Vai avanti, per piacere -
- Questa persona era molto importante per me, e lo è ancora -
Un enorme macigno sembrò crollarle sulla testa, solo una sicurezza vorticava nella sua mente in trambusto. Asuma aveva una persona importante, di cui lei non aveva mai saputo nulla. Che questa fosse un'amante? Non poteva non sapere, così raccolse tutto il suo coraggio e glielo chiese.
- Che tipo di relazione c'è tra voi? -
Asuma sobbalzò a quella domanda così diretta, e questo per lei fu più che sufficiente.
- Siete amanti, non è così? -
La sua voce flebile, quasi un bisbiglio. Era troppo debole per arrabbiarsi e troppo innamorata per lasciarlo. Così semplicemente attese la sua risposta.
- Si...ma Kurenai, lui non... -
Si morse la lingua così forte da sentire il sapore ferroso del sangue. Lui. Non aveva capito male, vero? L'uomo da cui aspettava un figlio, lo stesso che amava incondizionatamente, la tradiva con un uomo. Questa era una notizia sconvolgente. Rimase interdetta per un lungo momento, finché non si alzò repentinamente dalla sedia e colpì il suo compagno con tutta la potenza che aveva in corpo.
Lo vide barcollare prima di riprendere l'equilibrio, allora gli si lanciò nuovamente contro ma venne bloccata da due braccia forti che la strinsero determinate.
Non riuscì a ribellarsi, non cercò neanche di lottare per liberarsi. Tutta la frustrazione di quella situazione assurda le fece venire un'irrefrenabile voglia di piangere.
Bastò poco perché i singhiozzi le scuotessero le spalle deboli, lacrime libere rigavano le guance partendo dalle iridi rosse.
Sentì la stretta rafforzarsi, e le mani grandi allontanarla leggermente dal corpo contro cui era premuta. Lo fissò nuovamente e rimase basita vedendo calde gocce salate rigare il volto dell'uomo, per perdersi nella barba folta.
- Ti prego, Kurenai. Ti spiegherò tutto, ma smettila di piangere, ok? -
La disperazione di cui erano colme quelle parole fece vacillare le sue convinzioni. Si impose di rimanere calma, mentre annuiva leggermente e rispondeva.
- Vai avanti allora. Aspetto una spiegazione ragionevole -
   
 
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