Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: OurladyofSorrow    29/05/2016    8 recensioni
[STORIA AD OC] Iscrizioni Aperte - gli OC verranno selezionati, l'ordine nelle recensioni non viene preso in considerazione.
L’oscurità è da sempre parte integrante dell’ uomo, c’è chi resiste ad essa e chi invece viene inevitabilmente consumato.
Tre ragazzi emergono da quella stessa oscurità ed insieme decidono di fondare una gilda per dare il loro contributo alla sua estinzione. Un segreto però si cela nel loro passato di fuoco e sangue, verità ancora tutte da svelare, avversità da combattere ed un grande male da annientare.
Ma in tutto questo non saranno soli: nasceranno legami, amicizie, dissapori e forse perfino amore, come solo in una grande famiglia, una Gilda, può succedere.
Seguite le gesta di ragazzi che lottano per il proprio destino nelle articolate strade di Fiore, seguite le vicende della neo-gilda: Dragon Wing!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4


Miku era ad aspettarli fuori dalla porta d’ingresso, più precisamente ad un albero dirimpetto ad essa; la proprietaria della locanda, la signora Saiga, la teneva d’occhio discretamente dall’interno, lucidando di malavoglia nel frattempo alcuni bicchieri del bancone bar.
La sua onee-chan aveva smesso di piangere e di urlare da un po’ e sicuramente si era già addormentata di nuovo; lei però non aveva più rimesso piede in quella stanza da quando era uscita con la scusa di prenderle da mangiare… si sentiva triste, delusa dall’idea di non essere stata utile per calmarla, addirittura colpevole per l’angoscia che aveva letto nel suo volto. Anche la signora Saiga le aveva chiesto se fosse normale quel comportamento dell’albina, ma lei non aveva saputo risponderle e l’altra aveva semplicemente sorriso con gentilezza, lasciandola stare per conto suo.



La piccola era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno di essere stata raggiunta da Xeno; il giovane le pose una mano sul capo con estrema dolcezza, notando dal suo sguardo perso la distanza che la bimba sembrava tenere nei confronti della realtà.
<< Hey… >> Le disse pacato il biondo, mascherando la preoccupazione dietro al suo paio d’occhiali.
La rosata voltò la testa in direzione dell’altro, alzando lo sguardo fino ad incontrare il suo, per poi chiedergli: << Zio Xeno… cosa ho fatto alla mia onee-chan? >>
L’amarezza che accompagnava la voce lievemente tremante della piccola lo colpì come un pugno in pieno stomaco, ma tentò di nasconderlo comportandosi come sempre: << Perché mi fai questa domanda, candy? >>  La voce del ragazzo appariva tranquilla tanto quanto il sorriso che sfoderò per lei.
<< Perché non è stato un bel risveglio, il suo. >> Sospirò Miku, abbassando nuovamente il capo con tristezza.
Xeno si guardò nuovamente attorno: scorse il fratello parlare con la proprietaria della locanda all’interno e, dalla sua faccia, non sembrava per niente contento di quello che stava venendo a sapere. Prese dunque la piccola in braccio, che subito si strinse a lui circondandogli il collo con le braccia e portando una mano a giochicchiare con una ciocca dei ribelli capelli biondi come era solita fare nei momenti di tristezza, la testa poggiata sulla sua spalla ed il volto nascosto nell’incavo del collo.
<< Ascoltami molto attentamente, Miku. >> Iniziò il giovane, incerto sul dirle o meno la verità; non poteva, non era lui che doveva raccontarle ogni cosa, non era nemmeno certo di sapere tutta la verità dato che non era presente al momento dell’accaduto.
Con un sospiro, Xeno portò un braccio a sostenere il peso della piccola mentre le accarezzava la schiena con l’altro.
<< Non devi neanche lontanamente pensare che sia colpa tua, intesi? Tu non hai fatto niente, tesoro, dico davvero. Un brutto scherzo del destino si è preso gioco di voi a questo modo e purtroppo tutti e tre ne state pagando le amare conseguenze. >> Le disse dolcemente, portando lo sguardo sul fratello che nel frattempo si era fermato sulla porta ad osservarli.
<< Se solo… se solo avessi visto la sua faccia, zio… la paura...la paura che trasmettevano i suoi occhi… la stessa con cui si è trascinata via dal letto fino al muro... >> La voce di Miku s’incrinò, segno che il pianto era imminente.
<< Oh tesoro, no...non pensarci...ok? >> Xeno si affrettò nel cercare di consolarla; vederla piangere era una cosa che lo addolorava molto, per cui si era ripromesso che non avrebbe più dovuto piangere finché lui le fosse rimasto vicino.
<< Senti cosa ti propongo… che ne dici se parlo con loro e ti porto a casa con me e Zio Byron qualche giorno? Così andiamo in gita tutti insieme, nel posto che più ti piace e facciamo tutto quello che vuoi...eh? Ti va? >> Le disse sorridendo, scostandola lievemente da sé perché potesse guardarlo negli occhi.
Con decisione Miku ricacciò indietro le lacrime; non aveva voglia di far nulla, ma sapeva che lo zio si stava sforzando per cercare di farla stare tranquilla, per cui accennò un lieve sorriso.
<< Davvero? >> Gli chiese, addolcendo lo sguardo con serenità.
<< Ma certo! Sai che io mantengo sempre la parola data >> Le sorrise caldamente il biondo, facendole l’occhiolino complice.
<< Tanto è zio Byron che paga >> Continuò Xeno, facendo la linguaccia al fratello che in risposta roteò gli occhi dicendo: << E ti pareva? >> Suscitando subito una risata spontanea alla piccola a cui si unirono subito anche i gemelli, liete di essere riusciti a dissipare la tensione e - forse- persino a risollevarle il morale.

<< Hey! >> Vorakh, col resto del gruppo al seguito, si sbracciò nella loro direzione per farsi notare.
<< Eccoli di ritorno...dai, vai a salutare Vorakh, su… >> Le disse Byron tranquillamente. Xeno depose a terra la rosata che, subito si mise a correre per andare a salutare il suo onii-chan, ignara dell’occhiata di consapevolezza che i gemelli si scambiarono appena lei ebbe voltato loro le spalle.
Appena Miku l’ebbe raggiunto, Vorakh la prese in braccio con un largo sorriso: << Visto? Te lo dicevo che sarei tornato presto >> Le disse tranquillo, stringendola a sé con dolcezza per alcuni istanti prima di rimetterla a terra.
La piccola annuì contenta, poi lo prese per mano e con lui e gli altri tornò alla locanda dove li aspettavano i gemelli e, naturalmente, Homura.

<< Mi-chan, potresti cortesemente chiedere alla proprietaria della locanda qualcosa da bere per tutti noi? Dille che arriviamo subito e che segni tutto a nome Zack…. >> Il blu, notata l’espressione seria dei due gemelli biondi, cercò una scusa per allontanare la piccola in previsione del discorso che avrebbero presto affrontato.
La rosata annuì tranquilla e si avviò subito all’interno, lasciando loro la possibilità di parlare liberamente.
<< Che succede? >> Il blu si fece vicino ai gemelli, parlando a voce bassa perché l’argomento restasse fra loro; il resto del gruppo si dispose attorno a loro, protettivamente, in ascolto.
<< Succede che la piccola vuole delle risposte, Vorakh. Succede che Miku non ha affrontato un bel momento, sola con lei al risveglio in quella stanza, e ti dirò, non mi piace per niente l’idea che la psiche di quella ragazzina venga turbata più di quel che già è con una cosa del genere… >> Xeno incrociò le braccia sul petto, il tono di voce asciutto e lo sguardo furente fisso in quello oltremare dell’altro.
<< Sono entrambe provate… lascia che Miku venga da noi qualche giorno, in modo da permettere sia a lei che ad Homura di riposare un po’, sai anche tu com’è la situazione… >> Byron prese parola con tranquillità, attirando l’attenzione di tutti su di sé.
<< Lo so… il problema non sono io, è Homura… lei non vuole separarsi da Miku perché...beh...lo sai il perché… >> Commentò sommessamente il neo-Guild Master, scuotendo la testa con un sospiro.
<< Potremmo sapere anche noi che cosa sta succedendo? >> S’intromise Zaion, scocciato da quei discorsi forzatamente vaghi ed un po’ misteriosi.
<< È un po’ difficile da spiegare… >> Convenne uno dei gemelli Steinher, sospirando a sua volta.

Un urlo squarciò il silenzio che si era riformato in seguito all’esplosione, venendo subito seguito da un lieve tremore del terreno circostante la locanda.
Vorakh sentì la pelle del polso destro, nascosta dal polsino della camicia, bruciare come se vi avessero acceso sopra un fuoco; fu costretto a stringere i denti e massaggiare la parte dolente nella speranza di farlo passare.
<< Che cosa…? Chi è stato?! >> Alèk si guardò intorno, così come gli altri, per tentare di capire da dove provenisse l’urlo, senza però riuscirci, soprattutto per le vibrazioni avvertite poco prima nel terreno.
Un nuovo urlo corrispose ad una fitta più forte.
<< È Homura! >> Esclamò fra i denti, prima di iniziare a correre verso l’interno della locanda, facendosi largo nei corridoi per raggiungere facilmente la camera dove l’aveva lasciata.

Un pianto riempiva il vuoto che separava un grido dall’altro, spronandolo a fare più in fretta, ma infine il blu spalancò la porta con un calcio, ritrovandosi davanti una scena che per lui stava diventando abitudinaria ma che sapeva non avrebbe mai abbandonato i suoi ricordi.
Homura era rannicchiata sul letto, le tremanti mani sul viso a tentare di nascondere gli occhi dai quali sgorgavano copiose lacrime; sgomenta, si rannicchiò se possibile ancora di più tra le chiare lenzuola per cercare di nascondersi alla vista dell’amico.
Vorakh gli si portò di fronte, silenziosamente, sedendosi sul bordo del letto per poter raggiungere la sua altezza.
<< Avevi giurato… >> Mormorò sommessamente lei fra le lacrime, senza guardarlo in faccia.
Il blu abbassò lo sguardo a terra, colpevole: aveva ragione, ma non poteva tener fede a quella promessa.
<< Avevi giurato! >> Disse ancora l’albina, alzando lo sguardo furente verso di lui; le iridi della giovane erano divenute di uno strano color giallo-arancio, divisi al centro da una sottile pupilla a fessura verticale dal tratto rettiliano, mentre la sclera era divenuta nero pece.
Quella mutazione, con il suo significato, prese Vorakh alla sprovvista; il ragazzo sospirò, ignorando il turbinio di preoccupazioni che lo aveva investito nel tentativo di dare alla ragazza lo stesso supporto di sempre.
<< Sai già che non sono in grado di mantener fede a quella promessa... >> Aggiunse, portando una mano a scostarle i capelli dietro un orecchio; utilizzò il pollice della stessa per scacciarle alcune lacrime dalla guancia con delicatezza.
Gli sguardi dei due si incrociarono per un breve momento, proprio un attimo prima che la ragazza sollevasse una mano per poi farla schioccare con forza sul viso del blu, ferita dalle sue parole. A causa del colpo, Vorakh voltò la testa di lato, abbassando poi lo sguardo a terra e rimanendo immobile mentre sulla guancia sentiva pulsare la forma delle cinque dita dell’albina: quel gesto gridava delusione e rispetto al dolore del colpo ricevuto era decisamente  peggiore.
Homura fece per tirargli un secondo schiaffo, ma il ragazzo le bloccò il braccio afferrandole il polso in una presa salda ma non dolorosa; provò a schiaffeggiarlo ancora con il braccio libero, ma anche quello venne bloccato.
<< Avevi giurato… >> Mormorò ancora lei, abbassando lo sguardo  mentre nuove calde e silenziose lacrime avevano preso a solcarle le guance.
<< Mi dispiace… >> La voce del blu era poco più di un mesto e consapevole bisbiglio.
Homura venne scossa da alcuni singhiozzi e Vorakh la strinse a sé come era solito fare soprattutto quando la notte doveva calmarla dai suoi incubi, iniziando ad accarezzarle i capelli con dolcezza. << Shhh… è tutto a posto ora… va tutto bene… va tutto bene… >> Le ripeté come un mantra, sperando che la sua vicinanza e il suo sostegno potessero davvero aiutarla in quella situazione.


Le fitte di una tremenda emicrania unite al boato che il tremore della terra aveva causato la ridestarono da quello stato di incoscienza.
Cosa...è successo? Dove mi trovo...?”  Gala lentamente riaprì gli occhi, iniziando a focalizzare il paesaggio intorno a sé, seppure con difficoltà, a causa del mal di testa; quello che non capiva, principalmente, era il fatto che si trovasse appollaiata su qualcosa che le oscurava la visuale, qualcosa di stranamente chiaro e insolitamente sparato verso l’alto.

Ma che… ?” La glicine tentò di muovere un braccio per toccarlo, sentendo improvvisamente la fatica che incideva anche su quel piccolo movimento dettato dalla curiosità.
<< Ah...sei sveglia? >> La voce di Sean le giunse alle orecchie ad una tonalità troppo elevata per il suo udito, ancora delicato a causa del mal di testa.
<< Ngh.. parla piano...ti supplico… >> Mormorò lei, stringendo gli occhi nel tentativo di contrastare il dolore.
<< Oh… scusami, non era mia intenzione. Come ti senti? >> Sean sorrise appena ed iniziò a bisbigliare per non darle fastidio, ruotando di poco la testa di lato per lanciarle un’occhiata.
<< Come se mi avesse calpestato una mandria di buoi inferociti. Dove siamo? >> Chiese Gala, sospirando a causa della stanchezza.
<< Dunque, tu ti trovi sulla mia schiena, noi siamo davanti ad una locanda e Vorakh è scappato all’interno per accertarsi della salute di Homura; ti stavo per portare dentro quando una sottospecie di terremoto mi ha fatto cambiare idea. >> Spiegò il grigio, una venatura ironica nella voce.
<< C-cosa? >> Gala spalancò gli occhi, realizzando solo allora che la cosa chiara e spinosa era in realtà la testa di Sean; un forte imbarazzo s’impossessò subito di lei, regalandole una sfumatura di rosso sulle guance talmente forte da far invidia ad un pomodoro.
<< Scu-scusami i-io… >> Balbettò lei, agitandosi un poco mentre si affrettava a cercare di scendere.
<< He-hey stai calma o cadiamo entrambi… ti ho portato in spalla dato che eri svenuta e non potevi camminare, credi di riuscire a stare in piedi ora? >> Domandò il ragazzo, sinceramente preoccupato.
<< Oh… ehm… credo di si… >>  Gala tentò di mantenere un contegno mentre, aiutata da lui, poggiava i piedi per terra.
<< Tieniti a me finché non ti senti sicura >> Aggiunse il Dragon Slayer, tornando in posizione eretta.
La glicine si staccò da lui e mosse un paio di passi, lottando con il senso di ondeggiamento che vedeva negli elementi intorno a sé; anche Sean le sembrò muoversi in una sorta di bolla d’acqua, per cui non si accorse nemmeno di star perdendo l’equilibrio, puntando inesorabilmente verso terra. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio l’afferrò al volo, facendo sì che lei finisse involontariamente con il capo sul suo petto mentre tentava di aggrapparsi con le mani alla canottiera di lui per ritrovare l’equilibrio. Quando si accorse dell’accaduto, Gala alzò lo sguardo ritrovandosi involontariamente a pochi centimetri dalle labbra del ragazzo; subito i due si resero conto della situazione e nell’imbarazzo più totale le loro guance si tinsero di rosso.
Ad una velocità disumana i due si voltarono repentinamente, posizionandosi poi in ginocchio schiena contro schiena al fine di evitare ulteriore contatto visivo.
<< M-m-mi d-di-dispiace! >> Esclamarono all’unisono i due giovani, non sapendo bene come affrontare la situazione.
All’improvviso, nel clima venutosi a creare irruppe una fragorosa risata; Sean e Gala si volsero verso la fonte del suono per ritrovarsi davanti un Byron piegato in due dalle risate e che batteva il pugno sul ginocchio, impossibilitato a trattenersi.
<< Ahahahahahahah! Oh-Oddio, dovreste vedere le vostre facce in questo momento! Ahahahah! >> Esclamò il biondo, ridendo incontrollato, attirando così l’attenzione di Zaion, Alèk e Alexis che si trovavano seduti lì vicino in attesa di notizie da parte di Vorakh e di Homura.
<< Ohohoh...oh...mi fate morire…. ahah… >> Aggiunse ancora il biondo, asciugando una lacrima sfuggitagli per il troppo divertimento.
<< C-che vuoi, eh? >> Gala s’indispettì e mise il broncio, alzandosi poi in piedi, portando nel contempo le braccia sui fianchi per assumere un’aria minacciosa minata solamente dall’ancora prepotente rossore del viso.
<< Lascia perdere, Gala, non dar peso a lui. >> Xeno intervenne dall’ingresso della locanda, facendo nel mentre un occhiolino alla ragazza.
<< Senti da che pulpito… credi che non si noti il tremolio che il tuo labbro cerca ancora di celare per le risate trattenute? Ehhh? >> Ribatté Byron, incrociando le braccia sul petto con un velo di piccata ironia.
<< Zio Byron! >> Miku richiamò l’attenzione su di sé punzecchiando nel mentre il braccio del biondo.
<< Sì, principessa? >> Chiese l’ interpellato con una vena di curiosità.
<< Ehm… so che sembra strano, ma mi sembra di vedere uscire qualcosa dalla bocca di Sean-nii. >> Rispose la ragazzina, indicando con un dito il punto in questione: il grigio era ancora in ginocchio, con la testa rivolta verso l’alto, lo sguardo vacuo e una sorta di spiritello sembrava in procinto di lasciare il suo corpo.
<< Si chiama “morire d’imbarazzo”, cara, non preoccuparti. Non ci vorrà molto prima che torni normale… >> Disse l’altro con divertita dolcezza, ammiccando ancora una volta a Gala che improvvisamente perse tutta la sua minacciosa presenza, tornando ad essere indifesa e imbarazzata come qualche minuto prima.
<< Nee-chan… >> S’intromise Miku con voce sorpresa, guardando oltre le loro spalle, verso l’ingresso.
Stupiti, i ragazzi mossero a loro volta lo sguardo verso la soglia della locanda, accorgendosi solo in quel momento della figura di  Vorakh con lo sguardo basso ed una guancia arrossata di fianco ad un’Homura impassibile.

Seguì un attimo di silenzio totale ed imbarazzato da parte di tutti quanti, divisi fra la curiosità di sapere cosa fosse successo e la preoccupazione per le condizioni dell’amica, poi Zaion decise di spezzare la tensione intervenendo con una delle sue battute: << Cos’è, non sei riuscito a tenere le mani a pos-- >>
Vorakh fulminò con lo sguardo l’amico, facendogli capire molto chiaramente che il momento non fosse dei migliori per il suo umorismo punzecchiante nei suoi confronti.
<< Ci siamo tutti? >> Chiese quindi il blu, tentando di celare il turbamento di prima dietro ad un sorriso un po’ forzato.
<< Sì, non manca nessuno >> Rispose Alèk, incrociando le braccia sul petto.
Proprio mentre Vorakh stava per prendere la parola, Xeno volle intromettersi per porre la domanda che un po’ tutti si stavano silenziosamente chiedendo: << Come ti senti? Spero tu stia meglio… >>
Con una gentilezza non del tutto sincera, la ragazza lo guardò appena prima di curvare gli angoli della bocca in un accenno di sorriso e rispondere: << Sì, meglio grazie. >>
Trascorsi pochi istanti, il blu prese infine parola, cercando di riportare l’attenzione al discorso che avrebbe voluto fare sin dall’inizio:
<< Bene, allora questa è la situazione: Io, Homura e Miku siamo i tre fondatori della gilda chiamata Dragon Wing di cui io sono il Master. Siamo alla ricerca di membri e dato che voi avete accettato l’invito o vi siete proposti per entrarvi, direi che potremmo anche dirigerci alla nostra sede; dato che questa è finalmente pronta, dovrò tornare al Concilio per le ultime cosa da sistemare, intanto vi consiglio di avviarvi verso il confine nord-est di Era in direzione di Hargeon, una volta che sarete arrivati non avrete difficoltà a riconoscerla. >> Spiegò con tranquillità, estraendo un foglio ripiegato dalla tasca interna della giacca.
Il gruppo annuì e il blu si congedò per raggiungere il carro magico e tornare al Concilio.

<< Come dovremmo fare per raggiungere il confine? >> Chiese Zaion, scocciato all’idea di camminare per tanto tempo.
<< Oh avanti, non è poi così lontano… >> Commentò Gala, stiracchiando un po’ il corpo ancora in parte indolenzito dall’effetto della magia nemica.
<< Ehm...scusate… >> Miku si pose davanti al gruppo, alzando la mano con aria giocosa e attirando così l’attenzione di tutti.
<< Che ne dite di fare una gara? >> Chiese la piccola, ridacchiando.
<< Una gara? >> Domandò Alexis, non capendo subito cosa intendesse.
<< Sii Ale-nee, una gara. Chi arriva ultimo paga da bere a tutti, ci state? >> Continuò la rosata, notando luccichii interessati negli occhi dei presenti.
<< Mmh...e perché no? Dicci le regole, bambolina. >> Zaion si piegò sulle gambe, un ghigno divertito sul volto e tutta la sua attenzione rivolta verso la piccola.
<< Beh...tutto è lecito, a patto che non si corrano seri rischi e che nessuno si faccia male sul serio. Si possono usare sia i mezzi di trasporto propri, sia i pubblici, sia la magia… >> Spiegò la ragazzina, mantenendo un sorrisone luminoso.
<< E sia. Tutti in posizione, allora! >> Byron si portò al fianco della piccola, mentre tutti gli altri si misero in fila l’uno di fianco all’altro, leggermente piegati in avanti e pronti a scattare.
<< Jū*1 >> Byron evocò una pistola nella sua mano che sollevò verso l’alto.
<< Pronti? >> Miku saltellò, emozionata all’idea del gioco.

Byron esplose un colpo dall’arma e tutti iniziarono a correre per vincere quella gara indetta fra loro.
Tutti tranne Homura.
<< Perché non partecipi anche tu? >> Le chiese Byron, rimasto anche lui alla partenza.
<< Non ho voglia di giocare. >> Rispose lei, stringendosi le braccia intorno al corpo per arginare ancora una volta quel senso di dolore e di diversità dentro di sé.
<< D’accordo… nonostante fosse l’ideale per te non ti forzerò, ma almeno vieni con me, utilizzeremo la macchina a combustione magica di Xeno e faremo prima visto che lui non può usarla perché ho io la chiave >> Ribatté l’altro, accennando un sorriso di comprensione.
L’albina annuì semplicemente, portandosi al suo fianco ed iniziando a dirigersi con lui verso il mezzo.

Gala, trasformata in alone di fumo, si divertiva a svolazzare sopra i tetti della città quasi niente fosse, ma improvvisamente delle strane pareti di vetro si chiusero attorno a lei, impedendole di muoversi.
<< Che diavolo..?! >> Esclamò, costretta dalla sua forma a rimanere nella scatola sospesa a mezz’aria e senza apparente via d’uscita.
<< Scusa dolcezza, non ho intenzione di pagarti da bere in un’occasione del genere! >> Esclamò Xeno, superandola in corsa mentre passava sotto di lei lungo la strada.
<< Magari in un tête à tête! >> Gridò ancora il biondo, prima di essere troppo lontano per essere udito.
<< Maledetto damerino! >> Borbottò irritata la glicine, mettendosi a studiare la maniera di uscire da lì.

Sean pattinava sulla strada che lui stesso manteneva ghiacciata.
“Se continuo di questo passo dovrei arrivare al confine in un attimo, non dovrebbe mancare molto…” Rifletté tranquillo il grigio, senza rallentare.
Uno strano rombo in lontananza però lo distraeva per cui, mosso dalla curiosità, si voltò indietro: con sorpresa si ritrovò ad osservare uno Zaion che sembrava spinto a propulsione in avanti, sollevato da terra come se stesse volando.
<< Ma che?! >> << Ciao Seaaaan!! >> Esclamò il ragazzo di fuoco, sfrecciandogli di fianco a tutta velocità e lasciandolo indietro.
Quello che sorprese maggiormente il Dragon Slayer del ghiaccio fu vedere le fiamme uscire dai piedi di Zaion come se fosse stato un razzo in corsa.


<< Whooo!!! >> Gridò Miku divertita, seduta fra le gambe di Alèk a bordo di una grossa roccia piatta e liscia che era tenuta sospesa a mezz’aria grazie alle onde magnetiche sul terreno prodotte dal ragazzo e lanciata in avanti a gran velocità.
<< Ti diverti, piccola? >> Le chiese il moro, ridacchiando e cercando di mantenere allo stesso tempo il grado di concentrazione raggiunto.
<< È un vero spasso! >> Rispose ridendo a sua volta  la rosata, sbracciandosi come si farebbe sulle montagne russe.
<< Tieniti forte, ora acceleriamo! >> Esclamò il giovane, aumentando l’utilizzo di potere magico sulla roccia e spingendola ad una velocità ancora maggiore.
<< Fate attenzione a non farvi male, voi due! >> Alexis volò loro di fianco avvolta da un alone di vento, adattando la propria velocità a quella della roccia del fratello.
<< Non fare la guastafeste Alexis, sto solo facendo divertire la piccola Miku! >>  Ribatté l’altro, lanciandole un’occhiata d’intesa colma di significato.
<< Ehh… >> Sospirò l’altra, comprendendo le motivazioni; riportaò l’attenzione davanti a sé mantenendo la velocità dei due facendo appena un minimo sforzo.
 

Vorakh parcheggiò il carro magico davanti all’entrata del palazzo del Concilio per la seconda volta in quella giornata già satura di eventi nelle sole prime dodici ore.
Un uomo-rana lo accolse all’ingresso, trafelato come se avesse corso per raggiungerlo:
<< Buongiorno ancora, signor Yagyu.  Cosa la porta di nuovo qui? >> Gli domandò curioso, prendendo fiato.
<< Sono tornato per comunicare la sede ufficiale della Gilda, visto che poco fa ho avuto la conferma della sua agibilità. >> Rispose il blu, sorridendo appena.
<< Capisco. Prego, mi segua. >> L’uomo-rana gli fece cenno di seguirlo all’interno e, in breve tempo, Vorakh si ritrovò nella sala dove quella stessa mattina aveva compilato i documenti per la legalizzazione della Gilda.
<< Salve di nuovo, Vorakh. Come mai qui? >> Non appena li sentì entrare, Org sollevò lo sguardo dalle scartoffie sparse distrattamente sul tavolo
<< Org-dono, il signor Yagyu è tornato per comunicare la locazione della sede… >> Spiegò quella sorta di segretario, in tono educato ma frettoloso.
<< Capisco. Vieni, accomodati pure… >> Commentò l’anziano, invitando il blu a sedersi al tavolo mentre l’uomo-rana tornava al suo lavoro.
<< Deve scusare la premura, ma abbiamo già avuto richiesta di adesione da parte di alcuni ragazzi e vorremmo già renderli parte integrante della Gilda a tutti gli effetti. >> Spiegò Vorakh sedendosi, un velo d’imbarazzo sul viso a causa dell’ammissione.
<< Oh bene, l’idea che ci siano giovani volenterosi là fuori mi fa sempre piacere. Dunque, dove si trova la vostra sede? >> Gli domandò l’anziano, riuscendo a trovare al primo colpo il foglio necessario in mezzo a quella confusione.
<< In un casale fuori città, avevo assunto un gruppo di operai perchè lo ristrutturassero. Si trova al confine nord-est, vicino alla diramazione per Hargeon. >> Rispose il blu, tentando di essere il più dettagliato possibile.
<< Quella vecchia rimessa? Devo assolutamente passare a trovarvi allora, sono curioso di vedere come è diventata. >> Ridacchiò l’anziano, annotando il tutto in bella calligrafia e apponendo a fine pagina il timbro d’approvazione.
<< Ecco fatto, adesso abbiamo davvero finito. All’ingresso ti verrà consegnato il timbro, ho...messo fretta ai nostri funzionari per ricompensarvi dell’aiuto che avete dato nel caos creatosi in città in seguito all’esplosione… >> Concluse il vecchietto, sussurrando l’ultima frase per non farsi sentire da altri all’infuori del blu, cosa che lo fece sorridere.
<< La ringrazio infinitamente, signore. È stato un piacere dare una mano. >> Disse Vorakh, alzandosi in piedi e inchinandosi lievemente per congedarsi. Quando fu di nuovo all’ingresso, uno degli incaricati gli porse una scatola nera sulla quale troneggiava il simbolo del Concilio; rimase fermo a contemplare quella scatola lucida che conteneva il simbolo della realizzazione dei suoi sogni, poi il blu si riscosse e risalì sul carro, partendo alla volta della gilda.

 

Sean e Zaion erano testa a testa, ogni tanto uno riusciva a portarsi avanti ma l’altro riusciva sempre a tornargli al fianco; presi com’erano da quella rivalità, senza che nemmeno si accorgessero, furono affiancati anche da Alèk e Miku a bordo della roccia, mentre Alexis li sorvolava senza sforzo.
Xeno li raggiunse a sua volta, seguito da Gala che era finalmente riuscita a liberarsi dalla trappola del biondo.
Dopo venti minuti di quella folle corsa, il gruppo stava per giungere a meta, iniziando nel frattempo ad accusare un po’ di stanchezza per il consumo continuativo di potere magico; arrivati alla strada principale del confine, tutti si fermarono per qualche istante, guardandosi intorno per cercare di riconoscere la sede della Gilda.
Quello che il gruppo si era dimenticato, però, era la presenza di altri due giocatori che erano partiti dopo di loro.
Byron e Homura sbucarono sulla strada a bordo della macchina di Xeno: nonostante non avesse voglia di giocare, alla fine l’albina si era lasciata convincere a fare un tentativo, per cui aveva allacciato il dispositivo di controllo della guida al proprio polso e aveva sprigionato parte del suo potere per far scattare il veicolo a tutta velocità, quasi azzerando il terreno di vantaggio che gli altri avevano su di loro. Certo, avevano preso la strada più lunga, ma a quel punto non sembrò incidere molto sull’esito della competizione.
<< Ma quella è la mia macchina! >> Xeno sbarrò gli occhi alla vista della sua vettura lanciata a quel modo nella sua direzione. Tutti si spostarono di lato, lasciando passare il veicolo che rischiava di travolgerli a gran velocità.
<< Hanno preso la mia auto! >> Si lamentò ancora il biondo, portando una mano a coprire il volto teatralmente.
<< Ma che t’importa dell’auto! Stanno vincendo! >> Esclamò Zaion, ridando vita alle fiamme sotto ai suoi piedi per ripartire a razzo al loro seguito.
Anche Sean si lanciò al loro inseguimento insieme a tutti gli altri che, in uno sforzo maggiore, spinsero quasi al massimo le loro capacità per riuscire a raggiungerli e magari a superarli.
Inutilmente.
 

Homura frenò bruscamente davanti a due pilastri bianchi su cui si avvolgevano due draghi dalle fauci spalancate in avanti ed una delle ali aperte, quella sinistra per il pilastro sinistro e quella destra per il pilastro destro.
Byron scese dall’auto pallido come un lenzuolo e tremante come una foglia: << La prossima volta guido io… >> Mormorò sommessamente, aggrappandosi al veicolo per non cadere.
<< Visto cosa succede a coinvolgere me in una sciocchezza del genere? >> Ribatté l’albina, lasciandosi sfuggire un sorrisetto divertito.
<< Beh, almeno il mio scopo l’ho raggiunto, quindi sono contento lo stesso… >> Rispose l’altro, l’accenno di un sorriso e un pollice alzato a simboleggiare il suo trionfo, cosa per cui la ragazza scosse il capo, mantenendo comunque quella velata aria divertita; sapeva che il fine del biondo era farla rilassare.
Un boato dietro di loro li fece voltare: i loro compagni erano tutti lì, intenti a correre quasi non ci fosse un domani verso di loro, sollevando un polverone che nemmeno una mandria di gnu in corsa avrebbe potuto eguagliare.
<< Santo cielo, ci siamo appena formati e guardali, sembrano amici di merende da una vita… >> Rise Byron, scuotendo il capo divertito e puntando il dito in direzione degli altri.
Quando furono a tre metri dai due, la comitiva freno di scatto: Alék  fermò di colpo la roccia, facendo da trampolino a Sean che saltò oltre lui e finì per spiaccicarsi al suolo, Zaion non riuscì a frenare e, urlando, tirò dritto fino ad un paio di alberi poco più in là, Alexis e Gala scesero a terra a mo’ di ginnaste e Xeno si fermò a guardarle, interessato, creando poi dei cartelli illusori con scritto sopra un 10.
<< Hey Zaion! Tutto ok?! >> Gridò Byron, dirigendosi nel posto in cui era finito il ragazzo-razzo,
<< Sto bene! >> Esclamò l’altro, alzando un braccio da dietro un cespuglio con il pollice alzato, facendo ridere Miku di gusto quasi fosse la cosa più divertente del mondo.
<< Bene. Direi che siamo arrivati tutti nel posto giusto… >> Homura prese parola, portandosi al centro fra i due pilastri.
<< Non ho le chiavi del posto, quindi al momento dovremo accontentarci del visitare l’esterno della sede, mi spiace… >> L’albina accennò un nuovo sorriso, inchinandosi leggermente per scusarsi con loro di quel disagio.
L’edificio era un casale di due piani sfalsati ridipinto da poco di un tenue rosso, il tetto di tegole scure delimitato da grondaie terminanti in doccioni a forma di piccoli draghi dalle fauci aperte posti sugli angoli di ogni tetto. Il grande portone in legno presentava due battenti in ottone, due teste di drago che mantenevano fra le fauci un anello del medesimo materiale. Era introdotto da un vialetto di ghiaia bianca, a metà del quale si trovava un laghetto contornato da una recinzione in legno scuro al cui centro si stagliava una statua, una testa di drago che fungeva da fontana; un prato circondava lo stabile tutt’intorno, costellato di pianticelle e fiori dalle tonalità neutre.
Il tutto era circondato da una siepe che terminava con i due pilastri di marmo bianco di fronte alla quale si trovava ora il gruppo di ragazzi.
<< Ma è incantevole! >> Esclamò Gala, spostandosi meravigliata nel giardino.
<< Guarda zio Xeno! È proprio un drago quello! >> Esclamò Miku, indicando entusiasta la statua al centro del lago.
<< Eh sì, candy. Bello vero? >> Rispose il biondo, affiancando la piccola e sorridendo, beandosi soprattutto dell’aria sognante con cui la rosata guardava la statua.
<< Quel farabutto non ha badato a spese eh…? >> Domandò Zaion, passeggiando insieme agli altri in quell’angolo di paradiso tutto per loro.
La loro attenzione venne catturata dal rumore di un veicolo a motore in avvicinamento, che si fermò subito fuori dal cancello; pochi istanti dopo, Vorakh apparve sulla soglia.
<< Ce l’avete fatta allora… >> Sorrise il blu, la scatola del Concilio sotto braccio.
<< Tu ci hai messo troppo, piuttosto… un attimo. >> Zaion si bloccò, un istante prima di allargare un ghigno malefico sul volto.
<< Dato che sei arrivato ultimo, paghi da bere a tutti! >> Esclamò il ragazzo dalle braccia bendate, indicandolo con scherno.
<< Cosa?! Di che diavolo parli?! >> Chiese il neo-Master, sconcertato.
<< Di una gara a cui hai inconsapevolomente partecipato e perso! >> Ribatté l’altro con ironia.
<< Cooosa?!? >> Urlò il blu, suono che riecheggiò nell’aria fino boschetto vicino.


<< E con questo ho finito! >> Risuonò dall’interno di una casa la voce di un giovane.
Nella città di Era un ragazzo alto e snello dai capelli e dagli occhi violai, sebbene i primi fossero di una sfumatura leggermente più scura, stava riponendo sugli scaffali alcuni oggetti di uno scatolone, gli ultimi a suo dire. Batté le mani per scuotere via la polvere, poi prese la bottiglia d’acqua che aveva lì vicino e bevve un paio di sorsi per dissetarsi dopo la faticaccia fatta, visto che l’unica altra persona che avrebbe dovuto aiutarlo aveva preferito uscire in città per assistere ad un torneo cittadino e, secondo suo dire, “ispezionare la zona”.
In quel preciso momento, il  tonfo sordo di una porta riecheggiò nella stanza preannunciando il ritorno della sua “amata” coinquilina, nonché sua sorella-gemella; in pochi secondi di fronte al viola si parò la prosperosa figura di quest’ultima: una giovane dai lunghi capelli rosati terminanti al fondoschiena, dagli sgargianti occhi violacei, identici a quelli del gemello, adornati dal disegno di un cuoricino sottostante l’occhio sinistro.
<< Ehi Arcobaleno, hai sentito la notizia? >> Domandò la rosa, con un tono di voce fortemente irrisorio.
<< Come potrei, cara sorellina? Sono rimasto tutta la mattinata a disfare scatoloni, per rendere presentabile la nostra nuova dimora...da solo! >> Rispose il ragazzo, soffiando ed enfatizzando l’ultima parola.
<< Dai Ciel non fare così… lo sai? Mentre tornavo sono riuscita a trovare una pasticceria locale molto famosa nei dintorni e di cui tutti parlano... >> Dichiarò la gemella, senza staccare gli occhi dal fratello.
<< E con questo? >> Chiese Ciel, con ora una vena di interesse nella voce.
<< E… mio caro fratellino, si dia il caso che per fortuna, la mia persona sia riuscita ad ottenere l’edizione limitata di un dolce che qui chiamano Choco-Kiss. È qualcosa di veramente molto raro e se mi perdonerai per averti lasciato qui solo, potrebbe e dico potrebbe entrare in tuo possesso. >> La ragazza gli sventolò un pacchettino ben incartato davanti agli occhi, guardandolo con malizia.
<< Affare fatto! >> Ciel strappò il pacchetto di mano alla sorella, abbracciandolo come se fosse un tesoro prima di sedersi sul divano per gustarselo con ingordigia.
<< Ah, un’altra cosa: ho notato maghi molto forti combattere al torneo, anche se non ho avuto la possibilità di vedere la finale, ma magari chissà, se li ritroviamo in giro potremmo chiedere loro se fanno parte di una gilda, che ne pensi? >> Domandò la giovane, sedendosi di fianco al fratello con tranquillità.
<< Mmh...si Dunlaith, come vuoi tu. >> Rispose l’altro, troppo preso da quella prelibatezza per prestarle la minima attenzione.



*1Jū = Pistola

 

Note degli autori:


Ben ritrovati al capitolo numero 4 ^^
Cosa vene pare?
Abbiamo visto alcune parti divertenti, altri velate di fluff e….una nuova apparizione nei nostri ranghi ^^
Ebbene sì, diamo il benvenuto a Ciel e Dunlaith L’Amour di zumi_chin! *parte l’applauso*
Ma a parte questo, torniamo a noi:
I ragazzi sono arrivati alla sede in una rocambolesca gara organizzata all’ultimo secondo, Vorakh si è preso prima uno schiaffo e poi si è ritrovato a dover pagare da bere a tutti, povero ragazzo xD
Sean e Gala...beh xD Caro Redpowa. io ti avevo decisamente avvertito xD
Nel prossimo capitolo, vedremo i nostri maghi alle prese con l’ organizzazione della gilda, i primi incarichi e chissà, magari la presentazione di nuovi membri… :)
Detto questo, non ci resta che salutarvi e attendere con ansia le vostre recensioni, recensioni che ci aiutino a migliorarci, rendendo sempre migliore la qualità del nostro lavoro.
Un bacione e alla prossima! \o/
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: OurladyofSorrow