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Autore: L1107    29/05/2016    5 recensioni
Questa storia sarà diversa da tutte quelle che avete letto, o almeno ha questo obiettivo. Non è la solita storiella dove due persone, anche se diverse come Hermione e Draco, s'innamorano e improvvisamente esistono solo loro due, che si salvano. È drammatica, ho deciso di mettermi alla prova, parlando di una Hermione che farà di tutto per conquistare quel Malfoy, che perderà tutto per lui, usando anche i suoi stessi amici inconsapevolmente e consapevolmente poi. Non è una di quelle favolette con il solito "e vissero felici e contenti", questa storia è reale, ed è una storia che parte da una mia esperienza personale e da una mia sofferenza. Spero vi piaccia.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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SOLA CONTRO TUTTI

Era da diversi giorni ormai che Harry non mi rivolgeva più la parola, dopo quella fatidica domanda a cui non avevo risposto ma che lui aveva visto nei miei occhi. La situazione continuava a degenerare continuamente, Ginny era ormai fuori controllo, totalmente persa per Malfoy. Quest’ultimo ovviamente non perdeva occasione per denigrare sia me che Harry, e soprattutto Ginny. Adesso che non c’era più quell’affinità tra me e Harry, era veramente difficile controllare Ginny per assicurarci che quella Serpe non le facesse del male. D’altro canto ormai io mi sentivo letteralmente a pezzi, quella consapevolezza di essere attratta da Malfoy era arrivata nel momento peggiore, subito dopo aver dato un filtro d’amore alla mia migliore amica che adesso, proprio in quel momento, si trovava tra le braccia in cui io sarei voluta stare, quelle stesse braccia che la stringevano con passione e quelle stesse labbra, -merlino, quella labbra- che avevo desiderato fin dal nostro primo contatto. Strinsi i pugni senza riuscire tuttavia a distogliere lo sguardo da quel bacio poco casto che si stavano scambiando una persona a cui avevo voluto bene ma che adesso avrei volentieri strozzato e una persona che avrei dovuto odiare ma che, dannazione, non odiavo affatto. Sentii una specie di basso ringhio e poi un rumore di passi dietro di me, perciò mi voltai rapidamente vedendo sparire un mantello scuro all’interno dell’entrata per il castello. Distolsi lo sguardo da quello spettacolo che aveva già suscitato abbastanza scalpore in tutte le Case e mi decisi a seguire quello che era una volta il mio migliore amico. Lo vidi salire velocemente le scale, cercando di sfuggirmi per poter entrare nel nostro dormitorio, dove sapeva che non avrei potuto parlargli a causa delle orecchie che sarebbero state pronte a cogliere un nuovo scandalo e a causa di Ron, troppo furioso con Ginny quando l’aveva vista stretta a Malfoy.
“Harry!” lo chiamai ma ottenni l’effetto opposto di quello desiderato, anziché che fermarsi il ragazzo aumentò il passo, riuscendo a salire in tempo in una scalinata che cambiò direzione non permettendomi di seguirlo.
“Harry! Ti prego!” lo implorai dal lato opposto su cui ora stava lui.
“Non ti voglio sentire Hermione, come hai potuto farmi questo?” si decise a chiedermi con gli occhi brucianti di rabbia e delusione.
“Diamine, Harry! Lo sai che non l’ho scelto io, dannazione! Credi che per me sia facile, eh? Preferirei mille volte non provare assolutamente nulla per quella schifosa Serpe, credi sia facile vederlo in continuazione con la tua migliore amica per un inganno che tu stessa sei stata costretta a creare?” gli risposi, lasciando libero sfogo alle mie lacrime.
Harry rimase in silenzio per un momento, non sapendo cosa rispondere e capendo che in fondo avevo ragione. Approfittai di quella sua momentanea distrazione dovuta alla riflessione e saltai agilmente in una scala che stava cambiando, in modo da giungere dove stava lui.
“Perché ti è così difficile perdonarmi, Harry? Ne abbiamo passate tante insieme, ti sono sempre stata accanto e non ti ho mai abbandonato, nemmeno per un istante! Sono stata con te al primo anno fin quando ho potuto, sono stata accanto a te quando tutti ti evitavano pensando che fossi l’erede di Salazar, ho svelato il mistero di quella dannata Camera permettendoti di salvare Ginny, rischiando la mia vita per te… cos’altro dovrei fare per essere degna di essere tua amica?” gli chiesi alzando la voce, mentre le lacrime scavavano solchi profondi lungo i miei occhi.
“Io…. Mi dispiace Hermione, non posso accettare che tu nutra qualcosa per lui, non posso…” rispose Harry, pallido e titubante allontanandosi di qualche passo.
Una rabbia feroce e acuta s’impossessò di me, era questa la nostra amicizia? Erano questa le basi su cui era fondata? Appena un amico sbagliava, appena io avevo bisogno di qualcuno, Harry se ne andava? Mi abbandonava come se non valessi nulla?
“Sai Potter, ho sempre pensato che fossi una persona meravigliosa e altruista, sensibile e dolce, pronta ad aiutare gli altri in qualunque situazione… solo ora mi rendo conto di quanto mi sia sempre sbagliata, ti sono stata utile, probabilmente sei stato mio amico solo perché ti facevo pena, probabilmente anche tu mi odiavi come tutti, non sopportando quella che sono, forse ti faccio schifo anche a te, come lo faccio a lui, alla fine…voi due non siete diversi, entrambi Purosangue ed entrambi stronzi!” urlai quest’ultima parola con rabbia e delusione, lasciandolo sbigottito sul suo posto mentre correvo via da lui, dopo avergli detto quello che pensavo e che avevo sempre pensato, sempre.
Sono figlia di Babbani, non di maghi, una schifosa Mezzosangue che probabilmente non meriterebbe di stare ad Hogwarts. Forse dovrei abbandonare la magia e tornarmene a casa, per vivere una normalissima vita. Harry non ha replicato nulla dopo le mie parole e il pensiero che abbia davvero pensato certe cose mi distrugge. Sono consapevole di non essere mai stata molto simpatica a diverse persone, sono consapevole del mio comportamento al primo anno, della mia fastidiosa vocina che ripeteva a memoria tutto ciò che avevo letto su quel libro. Ero elettrizzata, ero entusiasta, come lo può essere una bambina di undici anni al pensiero di possedere la magia. Volevo sempre dare il massimo, per dimostrare che potevo farcela, che potevo essere la strega più brillante di tutti. Ero una ragazzina spaventata, me ne rendo conto solo ora, probabilmente mi ero letto tutto quel libro intitolato “Storia di Hogwarts” perché nessuno pensasse che, in quanto figlia di Babbani, non meritavo di stare lì.
Era stata davvero dura per me, vedere gruppi di amici formarsi immediatamente. Avevo cercato di parlare con alcune ragazze, di crearmi delle amiche, ma era stato tutto inutile. Quando poi avevo sentito Ron parlare di me in quel modo non ero riuscita a trattenere le lacrime, perché le sue parole mi avevano realmente ferita. Da quel dolore però, in seguito all’attacco di quella creatura disgustosa, era nato qualcosa di positivo, per la prima volta mi ero sentita accettata e avevo realmente pensato che con loro sarebbe andata diversamente.
Mi ero sbagliata, anche loro probabilmente pensavano che ero utile solo per le cose che sapevo, anche loro probabilmente mi avevano usata.
Non mi ricordo come riuscii ad arrivare in camera mia, fui solo contenta che non ci fosse nessuno, probabilmente erano a lezione, come d’altronde ci sarei dovuta essere io ma a cosa serviva? Come al solito avrei alzato la mano rispondendo correttamente alle domande dei professori, mi sarei rivelata utile solo perché avrei fatto guadagnare un po’ di punti alla mia Casa, ma sarei stata solo utile, nulla di più. Impugnai la bacchetta e la sentii tremare nella mia mano, come se avvertisse il mio dolore e la disperazione.
“Reducto!”
Un lampo di luce viola uscì da essa per andare a colpire lo specchio che, quasi ridendo di me, mi rimandava l’immagine di una ragazza stravolta dal dolore, una ragazza sola. Perché ero veramente sola adesso, avevo perso Harry, avevo perso Ginny che non faceva altro che parlare di Malfoy, avevo perso Ron che era sicurissimo che c’entrassi in quella storia, offeso perché non gli avessi detto nulla sulla sorella, si era sentito tradito da me…. E poi, poi avevo perso lui, prima ancora di averlo, prima ancora di capire i miei sentimenti per lui. Ma sapevo che non poteva andare avanti, sapevo che non mi avrebbe mai voluta, nessuno mi aveva mai veramente voluta, ero sola contro tutti. Lo specchio esplose in mille pezzi davanti a me, schegge di vetro balzarono da tutte la parti, una mi ferì la guancia e fui lieta di quel dolore fisico, che alleviò, solo per un momento, la mia sofferenza. Ero una ragazza debole probabilmente, non avevo mai posseduto la forza di rialzarmi, non avevo neanche avuto un motivo per farlo, soprattutto al primo anno… solo dopo avevo trovato la mia forza e la mia forza era in quelli che un tempo consideravo amici.
Cercavo solo sollievo, un po’ di sollievo, quando m’inginocchiai accanto a quello specchio distrutto. Cercavo solo sollievo quando afferrai un frammento di vetro più grosso, saggiandone l’affilatura.  Cercavo solo un po’ di sollievo quando lo passai lunga la vena del mio polso, facendo sgorgare immediatamente il mio sangue impuro.  Accolsi il dolore con gratitudine, concentrandomi sul bruciore della ferita e sul sangue che gocciolò sulla gonna della mia divisa, macchiandola, sporcando il pavimento e il frammento. Al sangue si mischiarono le mie lacrime, mentre mi odiavo profondamente per essere così dannatamente debole, per non essere riuscita a fermarmi. Ma Dio, era così difficile.
Era così difficile quando si perdeva tutto,
era così difficile quando non si aveva nulla per cui lottare,
era così difficile quando ci si considerava sbagliati,
era così difficile quando si era soli,
soli a combattere una battaglia interna.
E si, mi consideravo una stupida per averlo fatto, una vera stupida e probabilmente lo ero. In quel momento mi sentivo solo estremamente sola, mentre rivedevo davanti a me l’immagine di quel bacio, l’immagine dello sguardo schifato di Draco quando mi aveva baciata la prima volta, lo stesso sguardo che avevo ricevuto da Harry e da Ron a distanza di pochi giorni. Era così che ci si sentiva allora, a non avere un’identità o un posto dove stare, a non capire se fosse il caso di continuare a studiare magia o se era meglio tornare alla vita vuota ma meno dolorosa che avevo condotto fino a dieci anni. Il mio telefono squillò improvvisamente, strappandomi da quei pensieri, mi rialzai a fatica cercando di tamponare il sangue che continuava a uscire copioso da quella piccola ferita, probabilmente avevo colpito una vena. Sul display vidi il nome di mia madre, era solita chiamare un giorno si e un giorno no, non volendo distrarmi troppo dallo studio. Feci un respiro profondo, cercando di stabilizzare il respiro e di mantenere la voce più ferma possibile, poi cliccai sul tasto per accettare la chiamata.
“Pronto?”
Il mio sguardo si posò sul disastro che avevo combinato, non solo la mia gonna era sporca di sangue, ma anche il pavimento presentava qualche goccia, oltre al disastro dello specchio rotto.
“Tesoro mio, stavi studiando?”
La voce dolce di mia madre fu’ come un balsamo per le mie ferite, probabilmente era l’unica che mi aveva sempre capito.
“No, mi stavo esercitando con gli incantesimi… Reparo!” dissi poi puntando la bacchetta contro lo specchio che tornò intatto facilmente, incredibile come le magie mi riuscissero sempre così bene, forse erano l’unica cosa a riuscirmi bene, peccato che erano anche la mia fonte di sofferenza.
“Ah capito, com’è andata la giornata cara?”
“Bene, nulla di nuovo” risposi liquidando la questione.
“Tesoro sei certa di stare bene? Dalla voce sembri strana…” la voce di mia madre suonava preoccupata e sorrisi inconsapevolmente, incredibile come mi capisse anche attraverso il cellulare quando coloro che mi avevano sempre accanto non riuscivano a capirmi.
“Sono solo stanca mamma, non è nulla d’importante”
Il silenzio che seguì mi fece capire di aver commesso un terribile sbaglio. Mia madre mi conosceva bene e sapeva che utilizzavo sempre la scusa dell’essere stanca quanto c’era qualcosa che non andava. La sentii sospirare leggermente, ma per fortuna comprese che non ne volevo parlare, ancora una volta dimostrava di capirmi alla lettera.
“Se hai bisogno di me, sai che ci sarò sempre per te amore mio… sappi che, qualunque cosa sia successa, passerà e ti rialzerai come la solita leonessa che sei, fiera e testarda… l’orgoglio di tuo padre e mio”
Deglutii cercando di scacciare il nodo alla gola che quelle parole, quelle parole a cui avrei voluto davvero credere, mi provocarono.
“Mi mancate entrambi”
“Anche tu manchi tanto a noi, ma ci rivedremo presto”
-Forse prima di quanto pensi- pensai.
“Si, scenderò per le vacanze di Natale” le dissi invece, ormai mancava poco a quelle tanto aspirate vacanze, un periodo lontano da questo posto mi avrebbe permesso di decidere.
“Ok allora, ti lascio al tuo allenamento…. Ci sentiamo dopodomani”
Detto questo riattaccò, lasciando dietro di sé un silenzio che mi opprimeva. Con la bacchetta, non avendo le forze necessarie, pulii con un semplice Gratta e Netta le macchie di sangue presenti sul pavimento e sulla gonna, poi posai lo sguardo sul mio polso sul quale spiccava ancora quel rosso sangue, leggermente più secco di prima. Sospirai prima di afferrare una benda con il quale avvolsi stretto il polso, avrei potuto guarirla facilmente ma la volevo lì, volevo che rimanesse la cicatrice, per non dimenticare.

Ciao a tutti, scusate la lunghezza di questo capitolo, mi sono lasciata un po' andare! Sono molto indecisa su questo capitolo, spero di non avervi deluso, so che Hermione è sempre stata vista come una ragazza forte, autonoma e indipendente ma ho voluto analizzare questo suo carattere. Posso dire, per esperienza personale, che le persone così forti spesso sono quelle che tendono a soffrire di più di tutte. Non è un caso che in questo capitolo abbia parlato di autolesionismo, un fenomeno frequente nei giovani e credetemi se dico che so come ci si sente, sebbene non mi sia mai ferita fisicamente ma spesso avrei voluto farlo. Bene, era questa la tematica che volevo trattare, Hermione è sola, Ron e Harry l'hanno abbandonato e per quanto riguarda Draco... be' lui è totalmente occupato con Ginny. Non so se vi è mai capitato che il ragazzo che vi piaceva amasse una vostra amica, a me è capitato ed è da questa esperienza che è nata questa FF, ma sto valutando l'idea, come ho già detto nello scorso capitolo, di creare comunque una Dramione, mantenendomi però fedele al carattere drammatico della FF.
Ringrazio ancora Francy_remus e elenaricci13 e anche coloro che continuano a seguire questo storia, spero di non avervi deluso, fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa' sempre piacere leggere le vostre recensioni.
Un bacione a tutte voi!
Alla prossima...
L1107
   
 
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