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Autore: Dian87    01/06/2016    1 recensioni
È guerra.
Il re ha dichiarato guerra alla Strega degli Acquitrini Neri ed il suo bando si spande per tutto il regno. All'appello risponde Amelia, una giovane fornaia che ha un conto aperto da molto tempo con la Strega, ma le certezze su cui si reggeva sono destinate ad essere scardinate.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8. La tomba

Era da molti anni che Amelia non vedeva l'acquitrino, ma quando lo raggiunse ebbe una stretta al cuore e strinse le labbra.
L'erba si confondeva con l'acqua e la maggior parte del terreno era sommerso, impedendo di capire quale percorso fosse sicuro.
«Sapevo che saresti venuta.» la voce di Cosimo le fece fare un sobbalzo. «Ho una cosa da farti vedere.»
Amelia si guardò attorno senza vederlo, l'uomo fischiò e fu solo allora che lei sollevò lo sguardo, vedendolo appollaiato su un albero. Cosimo saltò dal suo posatoio e atterrò in ginocchio.
«C'è un'ultima cosa che devo mostrarti,» l'anticipò, rialzandosi e iniziando ad avviarsi. «nel caso t u avessi ancora dubbi.»
Amelia lo seguì, osservando silenziosamente il bosco. Gli alberi sembravano più vecchi rispetto a quelli che aveva attraversato da ragazzina ed il sottobosco era molto fitto. Le felci erano molto alte, ben più di lei, e vi erano piante ad ogni altezza, ma nonostante questo la sua guida non sembrava aver smarrito il senso dell'orientamento.
Cosimo si fermò improvvisamente e sentì un colpo sulla sua schiena.
«Non siamo mai riusciti a recuperare il suo corpo,» si fece da parte, mostrando ad Amelia una lapide. «le ninfe non lasciano mai tracce.»
Amelia avanzò di qualche passo, osservando la pietra. Indubbiamente era vecchia, vi erano ampi cerchi di licheni i cui colori variavano dal verde al giallo e qualcuno di questi si era infiltrato nelle scritte incise.
«Cangrande.» lesse Amelia, con un filo di voce. «Eravamo sicuri che le fate li avessero portati in un posto migliore.» spostò lo sguardo su Cosimo. «C'è una cosa che non mi hai detto ieri sera: cosa fanno le fate della gente che rapiscono?»
Cosimo spostò lo sguardo verso la lapide.
«Usano la loro energia vitale per aumentare i loro poteri e la loro vita.» spiegò Cosimo. «È la versione breve.»
«E come dovremmo risolvere il problema?» Amelia spostò lo sguardo su di lui.
«Le anziane sagge ci porteranno nelle Terre dei Felici.» rispose, osservandola negli occhi. «Ti ricordi la canzone che ti ha insegnato quella donna?» la vide annuire in risposta. «Non ha effetto qui, ma lì risveglierà le persone.»
«E poi?»
«Li sterminiamo.» il tono era noncurante.
Gli occhi di Amelia si spalancarono e la mascella crollò.
«Cosa? Dovremmo sterminare tutte le fate da soli? E come diamine dovremmo fare? Quanti sono?» le domande facevano fatica ad uscire tutte assieme mentre le mani gesticolavano nervosamente.
Cosimo alzò una mano e sorrise.
«Non saremo soli, le anziane sagge ci forniranno tutto l'aiuto possibile, ma portare in salvo le persone sarà compito nostro.» le spiegò. «Ora andiamo.»
Amelia si lasciò guidare verso l'acquitrino e lì si fermarono.
«Vedet väistyä ja tehdä meistä saavuttaa tavoite.» recitò Cosimo.
Le acque si ritirarono, rivelando un sentiero di pietre che correva diritto verso una piccola costruzione nel mezzo dell'acquitrino vicino ad una collinetta. Iniziarono ad avanzare mentre i ricordi si facevano più vivi e Amelia si fermò, guardandosi indietro. Rimase sorpresa nel vedere che la strada era stata ricoperta dall'acqua.
«Amelia, non fermarti.» la rimproverò Cosimo. «Se resti lì verrai inghiottita.»
Lei spostò lo sguardo nuovamente in avanti e vide che la strada tra di loro era stata riassorbita. Fece un respiro profondo e saltò, atterrando quasi su di lui che fu costretto ad abbracciarla e a spingersi in avanti per non cadere. Amelia sollevò lo sguardo verso Cosimo, arrossendo lievemente, ma lui sembrava essere paralizzato. Si separarono e continuarono il loro cammino.
Non ci volle molto prima che raggiungessero la costruzione e Cosimo andò a bussare alla porta. Amelia si avvicinò cauta, ma le sue già poche parole svanirono del tutto quando uscì una vecchia dai capelli canuti, con profonde rughe che le solcavano il viso e la mano nodosa stringeva un liscio bastone. Amelia si soffermò sul vestito candido su cui erano ricamati dei fiori azzurri.
«Ben arrivata, bambina mia.» il tono era amabile anche se lievemente gracchiante. «Sono felice di vedere che Cosimo ti ha convinta il tanto per farti venire.»
«Ardemia?» fu l'unica cosa che riuscì a mormorare.
«Cosimo, ragazzo mio, falla accomodare.» portò lo sguardo sull'uomo, che semplicemente annuì. «Ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare e partirete stasera.»
  
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