XIV
Balor
sedeva beato sul suo trono d’oro, senza nemmeno un briciolo di sensi di colpa
per la sorte di sua figlia e del mortale che aveva
osato sfidare la sua potenza. Stava serenamente mangiando qualche acino di un
grappolo d’uva poggiato in una coppa dorata, quando entrò dalla grande porta la sua figlia prediletta.
-mia
cara! Già di ritorno? Deve essere stato più facile del previsto…
sul volto del dio si
leggeva il trionfo, ma su quello della figlia erano presenti ben altri
sentimenti. Incredulità, forse, poiché ancora non riusciva a
credere che sua madre le aveva parlato in quel modo e aveva osato contraddire
gli ordini del marito. Paura, per la possibile
reazione del padre una volta saputo dell’affronto subito. Fastidio, per aver trovato per la prima volta in sua madre un
ostacolo noioso e piuttosto fastidioso.
-no
padre, non è stato facile! Anzi, mi è stato impossibile…
a quelle parole
l’espressione di trionfo di Balor svanì senza lasciare traccia sul volto
rugoso. La sua voce ritornò ad essere quella fredda e impersonale che egli
usava con le altre persone e non più la voce calda e orgogliosa riservata a
Badb.
-cosa
vuol dire? Hai forse fallito il compito che ti avevo assegnato?
-sì,
padre
La voce di Badb era un
sussurro spaventato e lei non osava alzare la testa ed osservare l’espressione
del padre, consapevole che non vi avrebbe trovato nulla di confortante.
Balor cercò di
controllarsi.
-e dimmi, cara, cosa c’era di tanto difficile nell’uccidere
quell’umano da impedirti di riuscirci?
-è
intervenuta Branwen
-che cosa?!
-sì,
vostra moglie è intervenuta per salvarlo, ma non era sola
Balor serrò ancora di
più le mascelle e una vena di rabbia iniziò a
pulsargli sulla fronte. Cercò nuovamente di calmarsi, ma quando parlò di nuovo,
la sua voce tremava ancora di rabbia.
-chi
c’era con lei?
-il…
il dio del fuoco…
-Flaren!?
-esatto…
-MALEDIZIONE!
Perché mai si è messo in mezzo quel dio impiccione!?
Non poteva restarsene nella sua fucina e lasciarmi lavorare in pace?!
-ma… padre… lui è…
la voce le si spense in
gola, ma sarebbe stato ugualmente inutile continuare a parlare, poiché Balor
nella sua furia non stava più ascoltando la figlia.
Badb corse fuori dalla sala in pieno panico. Appena
giunta in giardino si fermò un attimo a guardarsi intorno, senza riuscire a
ragionare su cosa fare. L’unica cosa che al momento riusciva a fare era
guardare spaventata il giardino che circondava la grande
casa. Cercava di immaginare cosa avrebbe fatto suo padre, accecato com’era
dalla furia e si rese conto che avrebbe fatto del male a sua madre o a sua
sorella. In un altro momento forse la conclusione a cui era giunta non
l’avrebbe scossa più di tanto, ma in quell’istante, presa dalla paura del
padre, aveva il solo desiderio di fermarlo.
All’improvviso capì cosa doveva fare e corse d’istinto verso la torre dove si
trovava rinchiusa la sorella. In pochi istanti arrivò davanti all’altissima
torre, tenuta strettamente d’occhio da due scagnozzi del padre.
Badb usò tutta la
calma e la freddezza che possedeva e parlò con autorità alle due guardie
vestite di nero.
-lasciatemi
passare! Mi manda mio padre per vedere la prigioniera
-passate
pure giovane dea
le due guardie ci erano
cascate in pieno e la dea salì di corsa fino all’ultimo piano, dove trovò altre
due guardie che ingannò con la stessa tattica di prima.
Macha stava dormendo
appoggiata alla parete opposta alla porta e aveva il viso rigato di lacrime.
Badb le si avvicinò senza fare rumore e la svegliò,
con un’insolita delicatezza che non sapeva nemmeno lei di avere.
-co… cosa?
-sh… sono Badb, Macha ci sei?
Mi senti?
La dea era ancora
frastornata per il sonno agitato e parecchio indolenzita per il contatto con la
parete fredda.
-sì…
ci sono… cosa… ma cosa ci fai qui? Cos’altro mi volete
fare?! Mi avete già rinchiusa qui dentro e avete
ucciso il mio Natan! Non potete farmi niente peggio di tutto questo!
-calmati!
Non voglio farti più niente! Sono qui per… per darti una mano… lo so che non ci
crederai facilmente, ma non sopporto più la cattiveria di nostro padre!
Dobbiamo andarcene da qui. Balor farà del male a nostra madre e a Natan!
-cosa?!
Natan è vivo?
-sì!
Avevo l’ordine di ucciderlo, ma nostra madre l’ha salvato con l’aiuto di suo padre
-il
dio Flaren è venuto in suo aiuto?
-certo,
è suo figlio Natan!
-si
si lo so! Aiutami ad uscire! Dobbiamo fermare nostro
padre!
-esatto,
ma ci serve anche l’aiuto di Nemain, non possiamo
farcela da sole
le due sorelle uscirono
dalla torre, sempre con lo stesso trucco per ingannare le guardie, dopotutto
gli scagnozzi di Balor ancora non sapevano che Badb si era messa contro il
padre. Trovarono la sorella nella sua camera, intenta come sempre a comporre
una nuova e struggente melodia, e le spiegarono cosa stava succedendo. Nemain sorrise con la sua solita espressione assente e il suo sguardo
folle, tanto che le sorelle non riuscirono a capire se avesse ben chiara la
situazione; ma non c’era il tempo per accertarsene.