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Autore: Placebogirl_Black Stones    01/06/2016    4 recensioni
Dopo la sconfitta dell'Organizzazione, tutte le persone che sono state coinvolte nella battaglia dovranno finalmente fare i conti con i loro conflitti personali e con tutto ciò che hanno lasciato irrisolto fino ad ora. Questa sarà probabilmente la battaglia più difficile: un lungo viaggio dentro se stessi per liberarsi dai propri fantasmi e dalle proprie paure e riuscire così ad andare avanti con le loro vite. Ne usciranno vincitori o perderanno se stessi lungo la strada?
"There's a day when you realize that you're not just a survivor, you're a warrior. You're tougher than anything life throws your way."(Brooke Davis - One Tree Hill)
Pairing principale: Shuichi/Jodie
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Tomorrow (I'm with you)'
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Capitolo 5: Sorprese inaspettate
 
 
Abbottonò la giacca di quella divisa che per certi versi gli era mancata, insieme alla quotidianità della vita scolastica, con le sue verifiche, le battute con gli amici e le passeggiate insieme a Ran e Sonoko per andare e tornare. Si era sempre lamentato di quanto fosse noioso, mentre adesso era entusiasta di potersi godere il suo ultimo anno (o quello che restava) da liceale. Poteva tornare alla sua vita, smettere di mentire ed essere semplicemente Shinichi Kudo.
Si guardò soddisfatto allo specchio, sistemandosi la cravatta verde: voleva farsi trovare al meglio, specialmente da una certa ragazza, una brunetta che ormai era diventata la sua fidanzata a tutti gli effetti.
Gettò un’occhiata all’orologio, controllando l’ora: era in ritardo come al solito. Si sentiva un nuovo Shinichi, ma certe cose si sa, non cambiano mai. Afferrò la valigetta con dentro i libri di testo e si affrettò ad uscire, chiudendo a chiave la porta.
Stava per varcare il cancello quando, spinto da una forza incontrollabile, alzò la testa in direzione della finestra della camera di Shiho, sperando di vedere la sua immagine dietro i vetri. Non aveva più messo piede a casa del Dottor Agasa, insistere era inutile. La conosceva bene, sapeva che gli avrebbe rivolto la parola solo se e quando lo avrebbe ritenuto opportuno. Era bastato un attimo per trasformare quella mattinata iniziata bene in una giornataccia come la precedente, per mutare il suo entusiasmo in senso di colpa e depressione. Si rese conto che la sua vanità di voler apparire bello e in forma non era altro che una maschera che stava indossando per nascondere il disagio interiore. Non lo faceva per Ran o per i suoi compagni, lo faceva perché fingere di stare bene era più facile che accettare la realtà.
Sospirò, distogliendo lo sguardo e uscendo finalmente dalla sua abitazione, diretto verso il liceo Teitan. Doveva affrettare il passo, sicuramente Ran e Sonoko erano già partite da un pezzo e se non si sbrigava non sarebbe mai riuscito a raggiungerle, senza contare che sarebbe arrivato tardi in classe; eppure non riusciva a muoversi più veloce di così, passi lenti e pesanti, come se le gambe pesassero tonnellate.
La suoneria del cellulare lo distrasse dai suoi pensieri. Come non detto, quando parli del diavolo…dovevano essere sicuramente Ran e Sonoko che volevano fargli la ramanzina. Senza nemmeno controllare il nome sul display, accettò la chiamata e si portò il telefono all’orecchio:
 
- Pronto?- rispose svogliatamente, sicuro di sentire la voce stridula di Sonoko dall’altro lato.
- Ti disturbo? Sei già a scuola?-
 
Spalancò gli occhi, sussultando e nel contempo fermandosi immobile sul posto. La voce non era quella di Sonoko, e di certo era l’ultima che si aspettava di sentire. Per qualche istante non seppe né cosa fare né cosa dire, gli sembrava di essere dentro uno di quei film di fantascienza dove il tempo era in grado di fermarsi e immobilizzare tutto.
 
- Pronto? Shinichi?- chiese conferma della sua presenza la voce dall’altra parte.
- S-sì…sì, ci sono- riuscì infine a dire, prendendo un lungo respiro.
- Allora perché non rispondi?- si alterò lievemente.
- Scusa, è che sono rimasto sorpreso. Non mi aspettavo di sentirti…- ammise.
- Vorrei parlarti. Anzi, a dire il vero vorrei parlare anche con Akai-san se è possibile. Posso venire a casa tua questo pomeriggio?- arrivò dritta al punto, senza giri di parole.
 
Che lo avesse chiamato era già una sorpresa, ma che volesse addirittura parlare con Akai…Cos’era successo in quei giorni in cui non si erano rivolti la parola? Che cosa era cambiato? Possibile che il Dottor Agasa fosse riuscito a convincerla? Tante domande gli assillavano la mente, ma nessuna trovava una risposta. Shiho era così misteriosa che tutto quello che la riguardava assumeva lo stesso alone di mistero.
 
- Ecco…Akai-san sarà al lavoro fino a stasera. Che ne dici di venire a cena?- le propose, non senza il timore di un secco rifiuto.
- Preferisco di no. Posso venire dopo cena?-
- Certo, come preferisci-
 
Doveva aspettarselo, cenare tutti insieme come se fossero amici inseparabili non corrispondeva alla realtà dei fatti, e per lei sarebbe stato troppo difficile da gestire. Gli bastava sapere che voleva per lo meno rivolgere la parola ad entrambi, non importava quando, come e dove.
 
- D’accordo, allora ci vediamo da te per le dieci-
- Ti aspetto-
 
Non fece in tempo ad aggiungere altro perché Shiho interruppe la chiamata così come l’aveva cominciata. Non poteva pretendere di avere una conversazione più lunga di quella con lei, aveva già fatto un grosso passo mettendo da parte la rabbia e l’orgoglio e chiedendogli di vedersi.
Si accorse che la sorpresa era stata tale da non avergli lasciato il tempo di essere felice. Sì, poteva dirlo: adesso era felice. Quella pesantezza di poco prima sembrava essersi dissolta al suono della voce dell’amica, se così poteva chiamarla, dal momento che ancora non si erano chiariti.
Un sorriso sincero e radioso comparve sulle sue labbra, cancellando l’espressione triste e incupita che aveva avuto fino a poco prima. Voleva condividere con il mondo la sua felicità. Ma prima ancora che con il mondo, era meglio se la condivideva con l’altra persona che forse era ancora più coinvolta di lui in quella faccenda.
Frugò nella tasca dei pantaloni, estraendone il cellulare. Cercò fra i numeri utili che aveva salvato in una lista a parte quello dell’agente Akai e lo chiamò.
 
- Ci sono problemi?- rispose la voce dall’altro capo dopo alcuni secondi.
- No, anzi, ho buone notizie- non si preoccupò di mascherare il suo entusiasmo, sperando che anche l’amico ne venisse contagiato.
- Ah sì? Riguardo a cosa?-
- Mi ha appena telefonato Shiho, vorrebbe parlarci questa sera dopo cena-
 
Ci furono alcuni istanti di silenzio, dove attese pazientemente che l’agente dell’ FBI assimilasse la notizia e riprendesse come lui a sperare in un lieto fine. Doveva essere sorpreso molto più di quanto non lo fosse lui, dal momento che era stato il primo a smettere di credere nella possibilità di una riappacificazione.
 
- Le hai detto di venire?- chiese infine.
- Certo! Sarà da noi per le dieci-
- Come sei riuscito a farle cambiare idea?-
 
Percepì dal suo tono di voce che si era finalmente rilassato, e immaginò che in quel momento stesse sorridendo mentre gli faceva quella domanda.
 
- A dire il vero penso che sia stato merito del Dottor Agasa, io non ho più parlato con lei da ieri mattina. A meno che non abbia cambiato idea da sola, ma conoscendola mi sembra troppo strano…- scosse la testa.
- Allora dovremmo ringraziare il Professore- suggerì.
- Lo penso anch’io-
- Adesso devo tornare al lavoro, ci vediamo stasera allora- lo salutò.
- D’accordo. Spero che stavolta vada tutto bene- sospirò.
- Peggio dell’altra volta non può di certo andare-
- In effetti…-
- A più tardi allora- interruppe la chiamata, tornando al suo lavoro.
 
Sollevato di aver dato la notizia anche all’amico, ripose il cellulare in tasca, non prima di averlo messo in modalità silenzioso. Senza nemmeno accorgersene, infatti, aveva ormai raggiunto l’ingresso del Liceo Teitan, stranamente con un ritardo di solo qualche minuto.
 
- Finalmente!- udì la voce di Sonoko in mezzo alla folla di studenti che si apprestavano ad entrare nell’istituto - Si può sapere perché sei così in ritardo?!-
- Mi spiace, ho avuto un contrattempo!- si giustificò.
- Eri forse con un’altra?! Ma non ci pensi alla povera Ran che ti aspettava impaziente per fare la strada insieme?!- lo accusò, com’era solita fare, puntando il dito dietro di sé dove poco più avanti c’era la sua ragazza che stava guardando attonita la scena insieme a Masumi.
- Ma che sciocchezze stai dicendo?! Ho solo ricevuto una telefonata e ho fatto tardi!-
- Una telefonata della tua amante?- lo fissò con fare sospettoso.
- No, di mia madre!-
 
In quei giorni le bugie che aveva detto gli si erano ritorte contro e per questo aveva deciso di non dirne più; tuttavia non poteva certo dire a Sonoko che la telefonata che aveva ricevuto fosse da parte di Shiho, poiché sapeva che l’ereditiera della famiglia Suzuki aveva avuto dei sospetti sulla natura del loro rapporto sin da quando era emersa la verità. Anche quando erano semplicemente Conan e Ai, due bambini delle elementari, aveva sempre detto che fra di loro c’era del feeling. Dopo la sconfitta dell’Organizzazione e il loro ritorno all’età adulta, non era stato facile ottenere il perdono di Ran e dover spiegare tutto. Forse Ran non aveva ancora inghiottito completamente il boccone amaro, ma fra di loro le cose sembravano andare per il meglio. Non poteva dire altrettanto di Sonoko, che invece non perdeva occasione di rinfacciargli ogni minima cosa. Sapeva che non lo faceva per odio nei suoi confronti, ma per proteggere la sua migliore amica. Una delle cose su cui ancora insisteva e che purtroppo condizionavano anche i pensieri di Ran era proprio questa: il suo rapporto con Shiho. Aveva spiegato più volte che era solo un’amica, la sua migliore amica, una persona con cui aveva condiviso un’esperienza orribile e che per lungo tempo era stata la sola a comprendere cosa stesse passando.
Considerando tutto ciò, si convinse che mentire era la cosa migliore.
 
- Dai Sonoko, adesso basta- intervenne Ran, che nel frattempo si era avvicinata a loro - Se è in ritardo avrà le sue buone ragioni-
- Non prendere le difese di questo mascalzone!- la rimbeccò - Dovresti dirgliene quattro!-
- Secondo me stai esagerando- intervenne Masumi, come sempre sorridente - Il nostro super detective è ancora impegnato con la polizia e l’FBI nelle ultime questioni riguardanti quel brutto caso!-
- E tu come fai a saperlo?- le chiese scettica Sonoko.
 
In realtà anche lui si stava facendo la stessa domanda. A volte Masumi sembrava sapere davvero tutto di tutti, tanto da suscitare il sospetto che pedinasse la gente e la spiasse.
 
- Perché me lo ha detto mio fratello!-
 
Certo, come aveva fatto a non pensarci prima? Masumi era la sorella di Akai, era normale che si parlassero e che quindi fosse a conoscenza di certi particolari.
 
- Giusto, tuo fratello è quell’agente dell’FBI che vive a casa di Shinichi- intervenne Ran.
- E che ha fatto finta di essere Subaru!- sottolineò Sonoko, che a quanto pare aveva da ridire anche su quello.
- Ma era per lavoro!- prese le sue difese Masumi, scuotendo le mani.
 
Continuarono a discutere animatamente fino a quando non raggiunsero la loro classe e presero posto ai rispettivi banchi. Doveva ammettere che anche quell’aspetto del liceo e dell’essere un adolescente gli era mancato, nonostante tutto.
Si risvegliò dai suoi pensieri quando si accorse che Ran lo stava guardando sorridendogli dolcemente. Arrossì, il cuore che gli batteva a mille. Dopo tutti quegli anni Ran gli faceva ancora lo stesso effetto di quel giorno, quando si erano conosciuti all’asilo ed erano solo due bambini.
 
- Va tutto bene? Sembri pensieroso…- gli fece notare.
- È tutto a posto, stavo solo pensando che oggi è una bella giornata- ricambiò il sorriso.
 
Non sapeva spiegarsi perché, ma nonostante la tensione per quel secondo confronto che avrebbe avuto con Shiho quella sera, sentiva che tutto sarebbe andato per il verso giusto. L’intuito di un detective non sbaglia mai.
 
 
 
…………………………………
 
 
 
Era sicura che gli spiacesse aver interrotto così la chiamata dell’amico, ma come lei sapeva esattamente che sul posto di lavoro e in servizio le uniche telefonate sulle quali era permesso dilungarsi erano quelle riguardanti il lavoro stesso. Tuttavia non era un problema, avrebbe avuto modo di parargli faccia a faccia quella stessa sera. Non era una che origliava o si faceva gli affari degli altri, semplicemente stavano lavorando insieme e quando lo aveva sentito parlare al telefono aveva capito subito chi fosse dall’altro lato e quale argomento stessero trattando.
Non poté fare a meno di sorridere, felice che quella chiamata fosse merito suo. Anche se sarebbe rimasto un segreto fra lei e Shiho e Shuichi non sarebbe mai venuto a conoscenza del gesto che aveva fatto per lui, le bastava sapere di averlo reso felice, perché per lei quella era la cosa più importante. Gli dimostrava il suo amore così, con gesti disinteressati, senza pretendere riconoscimenti. In cuor suo si augurò che quella sera andasse tutto per il verso giusto.
 
- Tutto ok?- gli chiese quando tornò a sedersi al tavolo con lei, fingendo di non sapere.
- Sì, era solo il tuo detective preferito che mi avvisava di un omaggio che ci ha fatto il Dottor Agasa-
 
Cercò di trattenere un sorrisetto, onde evitare di smascherarsi e dovergli dire che sapeva perfettamente che non gli aveva detto quello. Non le stava mentendo perché non si fidasse di lei, ma semplicemente perché riteneva quella questione una cosa molto personale e lui non amava far sapere gli affari suoi agli altri, nemmeno agli amici più cari.
 
- Un omaggio? Di che tipo?- stette al gioco.
- Una torta che fanno solo in una pasticceria specifica. L’ha ordinata apposta per noi-
- Che pensiero gentile! Adesso che ci penso è tanto che non mangio una bella fetta di torta…- arricciò le labbra, guardando in alto.
- Devi stare attenta alla linea?- ironizzò.
- No, solo non ne ho avuta l’occasione!- finse di imbronciarsi.
- Se ti va puoi passare ad assaggiarla domani-
- Domani? Ma non ve l’ha regalata oggi?- continuò a punzecchiarlo, divertita dal fatto che fosse ignaro di tutto.
- No, l’ha solo prenotata. Domani il corriere la consegnerà-
- Oh, capisco…Beh, se non è un problema passo volentieri!- accettò felice l’invito, anche se si chiedeva come avrebbe risolto la faccenda della torta.
- Credo che al ragazzino non dispiacerà visto che lo aduli sempre- fece un sorrisetto.
- Se non ti conoscessi penserei che sei geloso…- lo fissò furbetta.
- Magari lo sono-
 
Non riuscì a replicare a quella battuta, colta alla sprovvista. Tutto si sarebbe immaginata, meno che le rivolgesse anche solo per scherzo quelle parole. Shuichi non era uno che si sbilanciava in confessioni tra le righe e non aveva motivi validi per essere geloso dei complimenti che faceva a Cool Guy. Sicuramente la sua era l’ennesima battuta di quel dialogo che stavano avendo, eppure per un attimo le era sembrato che il suo tono di voce non fosse poi tanto ironico. Doveva esserselo immaginato, a volte quando si desidera tanto qualcosa ci sembra di vederlo anche quando non c’è.
Restò per un attimo con gli occhi sbarrati, mentre le guance le si tingevano di un rosa acceso. Quando si rese conto che probabilmente sembrava una delle ragazzine a cui aveva fatto da insegnante al liceo, cercò di ricomporsi, scuotendo la testa e tornando a concentrarsi sulle carte che aveva davanti.
 
- Meglio finire adesso, altrimenti James ci farà la paternale- spostò il discorso sul piano lavorativo.
- Eh già- si limitò a rispondere lui, già tornato al lavoro prima di lei.
 
Nonostante la montagna di lavoro da terminare, quella mattinata si ritrovò più volte a pensare alle ultime parole che Shuichi le aveva rivolto, chiedendosi se davvero fosse stato tutto frutto della sua fantasia o se dietro le apparenze si nascondesse ancora una piccola fiammella di quell’amore che un tempo li aveva riscaldati. Qualunque fosse stata la risposta, però, in quel momento sarebbe dovuta passare in secondo piano: adesso Shuichi doveva concentrarsi sul risolvere la situazione con Shiho e mettere fine a quel capitolo, non poteva preoccuparsi anche di fare chiarezza sui sentimenti che provava per lei. Lei era l’ultimo vagone di quel treno dove lui faceva da locomotiva. Una posizione scomoda, ma l’unica che in quel momento poteva avere. Si disse che non era un problema, per una come lei che aveva trascorso la vita ad aspettare pazientemente per ogni  cosa, quella non era che l’ennesima attesa. Sperò che almeno stavolta, però, le portasse qualcosa di buono. Anche lei si meritava di essere felice, in fondo.
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE
 
Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo! Tra il computer rotto e in riparazione all’inizio del mese, e la Detective Conan Week 2016 su Tumblr finita domenica scorsa, non sono riuscita ad aggiornare prima! Però il fatto che ho scritto questo capitolo in tre/quattro giorni non è male per un bradipo come me! XD
So che avevo detto che in questo capitolo ci sarebbe stato il secondo confronto Shiho/Shuichi/Shinichi, ma alla fine per non togliere spazio a nessuno dei personaggi (voglio trattarli allo stesso modo senza fare differenze) e non velocizzare le scene rendendole noiose e incomprensibili, mi sono dilungata sia sui sentimenti di Shinichi nella prima parte, sia su quelli di Jodie nell’altra (Shuichi l’ho tralasciato perché nel prossimo capitolo, dove davvero ci sarà il confronto, avrà il suo spazio personale molto più ampio). Avevo già raggiunto le cinque pagine di Word, e non volevo aggiungerne altre sette o otto includendo la parte del confronto, perché oltre a risultare un mega capitolo incasinato alla fine il confronto stesso non avrebbe avuto lo spazio che merita, quindi ho pensato di dividere la due parti. Inoltre, visto che la fanfiction ha come pairing principale la ShuJodie, mi sembra giusto aggiungere qualche scena su di loro, visto che dall’inizio ne abbiamo avuta solo una! ;)
Spero che comunque questo capitolo “di passaggio” vi sia piaciuto, e nel prossimo ci sarà davvero il confronto!
Grazie a tutti quelli che mi stanno incoraggiando con le loro recensioni a continuare questa storia, e anche a tutti i lettori silenziosi!
Bacioni
Place
   
 
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