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Autore: Tessie_chan    02/06/2016    2 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Per un momento che sembrò durare una vita nel regno di Rusko cadde un silenzio assordante.
Nessuno parlava, nessuno si muoveva, nessuno respirava. Non i membri della Brigata, non gli Zaoldyeck, non i Kuruta, non i Duchannes, non i Lovelace, nessuno. Tutti erano immobili, tutti erano sconvolti, tutti erano increduli. 
Aithusa si guardò intorno, e sorrise beffarda << Una reazione davvero soddisfacente. >>
Desirée cominciò a barcollare verso la sua Maestra << Maestra.. vi prego, tornate in voi... voi non siete cattiva, non potete diventare come loro.. >>
<< Piantala, Desirée. Sei ridicola. Che ne è stato dei miei insegnamenti? >> chiese Aithusa severa << Non devi permettere alle emozioni di sopraffarti, qualsiasi cosa accada. E non pregare, te l'ho già detto un sacco di volte. E' umiliante. >>
Desirée annuì quasi di riflesso, guardando a terra << Lo so, però... >>
<< Basta. >> la interruppe Aithusa << Non hai il diritto di parlarmi in questo modo. Non hai diritto di dirmi cosa posso o non posso fare. Sei soltanto una mia allieva, non hai il diritto di contestarmi. E' chiaro? >>
Desirée tremava, umiliata e dispiaciuta << Sì, mia signora. >>
<< Bene, conclusa questa parentesi, torniamo alle cose serie. >> ricominciò Aithusa, rivolgendosi di nuovo a Kuroro << Dunque, accettate o no? >>
<< Tu. >> parlò Kurapika rivolto alla sorella, disgustato << Ma come puoi anche solo concepire un'idea simile? Vuoi davvero unirti agli assassini del nostro popolo, agli assassini dei nostri genitori? >>
<< Ha ragione lui, Aithusa! Come puoi volere una cosa simile? >> gli fece eco Killua, furioso.
<< Mi sembrate contrariati voi due, e sinceramente non ne capisco il motivo. >> rispose Aithusa canzonatoria, poi si rivolse direttamente al fratello << E' per ambizione, Kurapika. Tu dovresti poter capire, visto che hai tradito tutti i tuoi principi per ottenere ciò che volevi. >>
<< Non è vero! Io non ho... >> cominciò Kurapika, ma si interruppe, sconvolto.
<< Tu non hai cosa? Non hai ucciso perchè volevi vendetta, sebbene tu stesso un tempo predicavi l'onesta e la pace? Non hai gettato al vento tutti gli insegnamenti dei nostri genitori pur di avere una soddisfazione personale? Non lo hai fatto, fratello? >> chiese Aithusa ironica << Ma tu guarda! Devo essere caduta in un malinteso terribile, allora! E dimmi allora, perchè hai ucciso Uboghin cinque anni fa? Ti aveva forse attaccato per primo? Aveva cercato di far del male a qualcuno in tua presenza, e tu sei intervenuto per impedirlo? >> 
Kurapika balbettava, cercando disperatamente di controbattere, ma alla fine si arrese. Abbassò le spalle, e scosse la testa. 
<< Proprio così. Non hai nessun diritto di giudicare. >> dichiarò Aithusa, per poi rivolgersi a Killua << E tu, Killua. Ti sei forse dimenticato chi sei e da dove vieni? Hai forse dimenticato quello che sei stato? Non ci posso credere. Hai la memoria davvero corta, allora, Killua Zaoldyeck. Tu dovresti stare strisciando a quest'ora, altro che dare lezioni a me! >>
Killua indietreggiò, come se Aithusa lo avesse spinto << Ma tu... non me lo avevi mai rinfacciato prima.... hai sempre detto che capivi, che mi perdonavi... >>
<< Mentivo. >> rivelò Aithusa << La vita è fatta di bugie, mio caro. Mentivo a te e a me stessa, sperando così di riuscire ad odiarti un po' di meno. Errore mio, chiedo scusa. >>
<< Ma tu lo sai che io odiavo uccidere! Lo sai che sono stato costretto dalla mia famiglia per anni! >>
<< Davvero, Killua? Allora spiegami una cosa. Ti ricordi di quel pover'uomo che hai ucciso, Bodoro? Qualcuno ti ha costretto ad ucciderlo, quel giorno, e io non me ne sono accorta? Illumi ti stava puntando una pistola alla tempia e io non l'ho visto? Oh, ma che cosa incresciosa da parte mia! Illumi, lo hai costretto, forse? Sii sincero, rivela a tutti la verità, smentisci questa cattiveria che io stessa ho messo in giro! >>
L'espressione vuota  di Illumi non cambiò quando disse << Non c'è niente da smentire. Io non ho costretto nessuno. Killua ha ucciso quell'uomo di sua spontanea volontà. >>
<< Hai visto, amore? Chi nasce tondo non muore quadrato!  Quindi risparmiami le tue prediche, e io ti risparmierò le mie, così saremo contenti tutti e due. >> 
Killua indietreggiò ancora, guardandola come se non la riconoscesse. Non era il solo.
Aithusa sospirò esasperata << Bene! Se Dio vuole, abbiamo chiuso con questa faccenda! >>
<< No, non ancora. >> intervenne Kuroro, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare << Voglio sapere perchè vuoi unirti alla Brigata, e dovrai essere sincera. Se dovessi capire che mi stai mentendo, non vivrai un istante di più. >>
Aithusa si incupì, rimanendo in silenzio, come se stesse riordinando le idee.
Tutti trattenevano il fiato, aspettando che Aithusa parlasse, che spiegasse.
Alla fine la Maga parlò, serissima << La verità è che sono stanca. Non ce la faccio più. L'esistenza che conduco, dover proteggere le persone, convivere costantemente con questo senso del dovere che non mi lascia scampo.... io non ho mai voluto questa vita. Non ho mai desiderato essere una Guardiana. Doversi sacrificare in continuazione per gli altri, dover rinunciare sempre alla propria felicità per il bene di qualcun altro... non l'ho mai voluto.  E non ho mai voluto vivere tra i Mortali. Ho sopportato per anni le peggiori umiliazioni, le peggiori sofferenze, la costante necessità di diventare più forte, solo per il bene di altre persone. >> Aithusa inspirò profondamente, e i suoi occhi scintillarono di furia << Ma adesso basta. Dura da troppi anni. Da oggi vivrò solo per me stessa, e per nessun altro! E userò i miei poteri e le mie capacità per me, solo per me! Al diavolo la mia Missione, al diavolo i Mortali, al diavolo il mio dovere di Maga! Ho già fatto abbastanza per queste persone, alle quali non dovevo niente! Ora basta, basta! >> gridò la ragazza, fuori di sè.
Il silenzio, se possibile, diventò ancora più pesante, e più doloroso.
I Mortali erano increduli e shockati, mentre Nex, Selina, Desirée e Lysandro sembravano profondamente dispiaciuti. Kuroro invece guardava comprensivo la Maga, come se capisse il suo desiderio di abbandonare tutto e vivere per sè stessa, e dimenticare il motivo per cui aveva sempre vissuto, dimenticare il motivo della sua esistenza.
<< Capisco il tuo disappunto, Aithusa. Davvero. >> rispose Kuroro << Ma non capisco ancora perchè vuoi unirti alla Brigata. Prima hai detto che era per ambizione. Potresti spiegarti meglio? >>
<< E' semplice, Kuroro. >> rispose Aithusa, riacquistando il controllo di sè << Ho passato tanti anni ad allenarmi per diventare più forte, e ho raggiunto livelli che solo pochissimi Maghi nella storia della magia hanno potuto solo sfiorare. >> Aithusa sorrise sardonica << Credi davvero che mi accontenterei della compagnia di qualche misero Mago qualsiasi, che scomparirebbe paragonato a me? No. Io voglio stare al fianco dei più grandi, dei più forti. E quelli siete voi. La Brigata dell'Illusione, il gruppo di Maghi più potenti che siano mai esistiti. Unendo le nostre forze potremmo cambiare il mondo intero, e tutti si ritrarranno spaventati al nostro cospetto! Nessuno oserà nemmeno pronunciare il nostro nome! Tutta Avalon si inginocchierà ai nostri piedi! >> concluse la ragazza, con un'espressione così folle dipinta sul viso che perfino i membri della Brigata sembrarono spaventati da lei.
Kuroro invece sorrise entusiasta << Era ora, mia cara. Finalmente hai capito chi sei davvero. Finalmente prenderai il posto che ti spetta in questo mondo. Finalmente starai al mio fianco, come nel profondo ho sempre sperato che facessi! >> Kuroro tese le braccia verso la ragazza << Vieni, vieni da me, e rimani al mio fianco. Sarai la mia prediletta, e ti darò tutto ciò che desideri, anche il mondo intero, se vorrai. Non ha più bisogno di tutti quei miserabili, noi ti accoglieremo e ti ameremo incondizionatamente. Vieni, coraggio! >>
Aithusa sorrise e andò verso Kuroro, che la aspettava a braccia aperte. Desirée tentò di fare un passo avanti nel tentativo di fermare la maestra, ma Lysandro la trattenne.
<< Lys! Ma cosa... >> 
<< Aspetta, Daisy. >> mormorò a voce bassissima Lysandro, poi si rivolse anche agli altri, che lo fissarono confusi e allibiti  << Aspettate tutti. Non muovetevi. >>
<< Lysandro, ma che diavolo... >> bisbigliò Masahiro, fissando sconcertato l'amico.
<< Non parlare più, e guarda. >> 
Tutti si voltarono perplessi verso Aithusa, che nel frattempo aveva messo le mani sul petto di Kuroro, e aveva appoggiato esitante il viso sul suo petto. Il Rinnegato la circondò con le braccia, stringendola delicatamente, e le accarezzò i lunghi capelli neri.
<< Stai facendo la scelta giusta, mia cara. Non te ne pentirai. >> 
<< Oh, lo so bene, Kuroro. Questo giorno rimarrà nella storia. >> rispose Aithusa, sorridendo sardonica contro il petto del Rinnegato << Perchè è da oggi che comincia davvero la tua fine. >>
Kuroro la allontanò di qualche centimetro da sè, confuso. Aithusa gli posò una mano sulla guancia, e gli rivolse un sorriso trionfante << Hai sentito bene. So tutto di te e mia madre. So tutto quello che hai fatto dieci anni fa, quello che ha fatto davvero. Dovresti sceglierti dei sottoposti più accorti, sai? >>
<< Ma cosa... >> cominciò Kuroro, ma non ebbe il tempo di finire. Aithusa, muovendosi fulminea come non aveva mai fatto prima, modificò la mano, affondò gli artigli nella carne del viso di Kuroro, e tirò verso il basso. 
Kuroro lanciò un grido di dolore spaventoso, e si allontanò da lei con le mani sul volto. Aithusa approfittò del momento per fare ciò che era suo obbiettivo sin dall'inizio, poi gli urlò << SPORCO VIGLIACCO! CREATURA DISGUSTOSA, TRADITORE DELLA TUA FAMIGLIA! TI SEI RIVOLTATO CONTRO LA STESSA DONNA CHE TI AVEVA CRESCIUTO, CONTRO LA TUA STESSA MAESTRA! HAI TRADITO LA PERSONA CHE TI AMAVA DI PIU' AL MONDO, E L'HAI USATA PER I TUOI SPORCHI SCOPI! NON TI PERDONERO' MAI PER QUESTO! MAI! ORA SAI CHE SAPORE HA IL TRADIMENTO! >>
Gli altri membri della Brigata si lanciarono contro di lei, pronti ad ucciderla. Aithusa sollevò le mani verso il cielo e gridò << Drago di fuoco! >>.
Dalle mani della ragazza si sprigionò all'istante una grande quantità di fuoco, che assunse la forma di un gigantesco drago di pura fiamma. La Brigata indietreggiò spaventata mentre il drago volava minaccioso in picchiata verso di loro, e Aithusa ne approfittò per voltarsi e cominciare a correre verso il castello.
Lysandro corse incontro all'amica, e la afferrò a volo, stringendola in un abbraccio potentissimo << Lo sapevo che era tutta una sceneggiata! Lo sapevo, ne ero sicuro! >>
<< Ne parliamo dopo, adesso corri! >>
I due Maghi ricominciarono a correre, e Aithusa gridò << PRESTO, ENTRATE NEL CASTELLO! SBRIGATEVI! >>
Tutti si voltarono e corsero dentro, esortati da Lysandro, mentre Aithusa restava leggermente indietro per dirigere con gesti fluidi ed esperti i movimenti del drago. L'animale si abbattè con forza sulla Brigata, sputando un'ondata di fuoco che colpì in pieno il Rinnegato di nome Kortopi, il responsabile diretto dell'inganno sulla sorte dei Kuruta, uccidendolo all'istante.
<< RITIRIAMOCI, PER ADESSO! >> ordinò Kuroro furibondo, evitando un altro attacco del drago  << MA NON FINISCE QUI, AITHUSA DUCHANNES KURUTA! RIMPIANGERAI QUESTO GIORNO, RIMPIANGERAI DI AVERMI SFIDATO IN QUESTO MODO, TE LO GIURO! >> minacciò il Rinnegato con il volto sanguinante e gli occhi accessi di cieca rabbia e follia. 
Poi i membri della Brigata scomparvero tutti nel nulla, così come erano arrivati.
Il drago di fuoco si dissolse, e Aithusa crollò in ginocchio, esausta.
Lysandro corse fuori e si mise un suo braccio intorno alle spalle per sostenerla << Andiamo Tess, entriamo... >> e la condusse dentro, chiudendosi il pesante portone alle spalle.
I due amici si chinarono esausti con le mani poggiate sulle ginocchia, ansimando pesantemente << Basta! Dopo tutto questo casino voglio almeno un mese di ferie! >> dichiarò Aithusa, senza fiato.
<< Facciamo due, vuoi? >> ribattè Lysandro sarcastico, e Aithusa alzò lo sguardo verso di lui << Quando hai capito che la mia era tutta una farsa? >> chiese, ignorando deliberatamente gli sguardi increduli e confusi degli altri, e il fatto che li stavano ascoltando.
<< Tesoro, ma quando imparerai che io sono l'unico uomo che non potrai mai ingannare? Ti conosco troppo bene! >> affermò compiaciuto Lysandro, poi spiegò << Ho cominciato a sospettarlo quando mi hai rinfacciato il fatto che vivo qui, e il sospetto si è rafforzato quando ti visto gridare contro i tuoi fratelli tutto quel mare di sciocchezze, che ero sicuro non pensavi davvero. >> Lysandro continuava ad ansimare << La conferma però l'ho avuta quando ti ho sentito cantare quell'aria di Verdi, quella che canta Violetta quando mente ad Alfredo per allontanarlo da sè. Ho capito che, cantando quell'aria, stavi cercando di avvertirmi riguardo alle tue intenzioni. >> 
<< E' proprio così. Be', sono contenta che tu abbia colto il segnale. Mi sarebbe dispiaciuto morire per mano tua! >> e si rivolse ad Hisoka << Allora, che mi dici? Niente male, eh? >> rise compiaciuta la ragazza.
<< Davvero molto, molto brava! Se non avessi saputo che fingevi ci sarei cascato anch'io! E l'incantesimo di illusione dell'aura era semplicemente perfetto! >> Hisoka sorrise divertito << Ho praticamente creato un mostro! >>
<< Grazie grazie, troppo buono! >> rise ancora Aithusa inchinandosi come una star del cinema << Ah be', dopo questa performance posso anche andare a fare qualche provino per diventare attrice! Voi che dite, potrei sfondare in televisione? >>
<< Sì, fai pure la spiritosa! >> rise Lysandro.
<< Perciò state dicendo che era tutto calcolato? Che era tutta una recita? E che Lysandro sapeva? >> gridò Masahiro, mentre la rabbia stava rapidamente prendendo il posto dell'incredulità.
<< Proprio così, nii-sama. >> annuì la Maga, raddrizzandosi << Mi dispiace molto per tutte le brutte cose che ho detto a te e agli altri. Ma non credevo a nulla di quello ho detto, davvero. L'unico modo per ingannare Kuroro era ingannare anche voi, solo così mi avrebbe creduto. >> Aithusa si interruppe, chinando la testa con aria contrita << Mi dispiace davvero tanto, per tutto, sul serio. >>
Il silenzio cadde nella sala, e per un momento nessuno si mosse. Poi Masahiro, Alluka, Gon, Nex, Desirée e Selina lanciarono un grido di gioia e corsero ad abbracciare la ragazza, scoppiando a piangere come bambini.
<< Non farlo mai più, peste che non sei altro! Ci hai fatto quasi morire di paura! >> gridarono tutti, stringendo la Maga in un mega abbraccio di famiglia in cui attirarono anche Lysandro.
<< Piuttosto, ci sei riuscita? Lo hai preso? >> chiese ad un certo punto Lysandro, quando l'abbraccio si sciolse.
Aithusa sorrise trionfante, ed estrasse dalla tasca il motivo per cui avevano messo in piedi tutta quella sceneggiata << Il ciondolo di Kuroro. Gliel'ho preso, è fatta! Abbiamo vinto! >>
Lysandro gridò entusiasta, e i due amici si gettarono le braccia al collo << Non ci credo, ci sei riuscita davvero! E' incredibile! Ora sì che la Brigata ha le ore contate! >>
<< Che vadano al diavolo, quegli schifosi! Ormai sono rimasti solo in cinque, non mi preoccupo più di loro! Ma adesso potremo... >> Aithusa si interruppe, voltandosi verso gli altri << Oh, accidenti. Mi ero dimenticata che loro non sanno niente. >>
L'entusiasmo dei due Maghi si smorzò di colpo, e si guardarono intorno. A parte la famiglia, tutti gli altri erano ancora confusi e sotto shock, ancora incapaci di realizzare ciò che era successo: Killua, Kurapika, Silva e Zeno, perfino Leorio, erano tutti a bocca aperta da più di dieci minuti, e non accennavano a riprendersi.
<< Oh per l'amor del cielo! >> esclamò impaziente Aithusa, e schiaffeggiò delicatamente il volto di ciascuno di loro << Sveglia, forza! Cos'è, vi siete incantati? >>
I cinque Mortali chiusero la bocca e sbatterono le ciglia, fissandola come... non come avevano fatto prima, quando l'avevano guardata come se la ragazza che conoscevano si fosse trasformata in un mostro, ma come si guarda qualcuno che non si vedeva da un secolo, e trovarlo così diverso da come era un tempo da non riuscire a riconoscerlo più. 
<< Lo so, lo so. >> sospirò Aithusa, a disagio sotto quegli sguardi << Sono cambiata molto, fisicamente e interiormente. Ma sono pur sempre passati cinque anni, che vi aspettavate?Dopo ne parliamo, promesso. Però adesso... io e Lysandro dobbiamo raccontarvi una cosa. Andiamo in salotto. >> ordinò e li precedette, seguita a ruota da Lysandro.
Gli altri rimasero pietrificati per lo stupore, e fu Leorio a rompere il silenzio << No dico, ma l'avete vista?! Quella donna sarebbe la nostra Aithusa?! Quella leader intelligente e carismatica, che architetta con grande naturalezza piani e congiure, quella sarebbe la ragazzina che ha fatto con l'esame per diventare Hunter cinque anni fa? >>
<< E che racconta una valanga di bugie! >> aggiunse Kurapika << A quanto pare sì. A meno che mia sorella non abbia una sosia.... >> sospirò Kurapika, e tutti si avviarono dietro ai due Maghi.
***
Si accomodarono in salotto, con Aithusa e Lysandro che dominavano la scena come attori protagonisti. Gli occhi di tutti erano puntati su i due ragazzi, che però sembravano decisamente scontenti di questa cosa: si agitavano sui cuscini, a disagio, ed evitavano di incrociare gli sguardi confusi dei loro fratelli.
<< Hiro, Kurapika... >> cominciò Aithusa esitante << non è una cosa semplice da dire... però non posso più aspettare. Dovete sapere la verità, tutti voi. >>
<< Allora parla, per l'amor del cielo! Non tenerci sulle spine in questo modo! >> esclamò teso Masahiro.
Aithusa si morse un labbro, e Lysandro le afferrò la mano; i due ragazzi si scambiarono un'occhiata, e Lysandro annuì in silenzio. Aithusa annuì a sua volta e cominciò a parlare << Mentre io e Lys eravamo in giro per il mondo a caccia della Brigata abbiamo incontrato Shalnark, uno dei Ragni. Lo abbiamo rapito e lo abbiamo costretto a raccontarci cosa è davvero accaduto dieci anni fa. >>
<< Cosa è accaduto davvero dieci anni fa?! Ma cosa significa? >> chiese perplessa Selina.
<< Noi... avevamo il sospetto che le cose non fossero andate come sapevamo. Ritenevo che Concorda e Taranis nascondessero dei segreti, e che questi segreti avessero a che fare con ciò che è accaduto dieci anni fa. >> Aithusa si interruppe per un attimo, poi riprese << Avevo visto giusto. Mamma e papà nascondevano un segreto terribile, ma non è il momento di parlarne adesso. Quello che importa è che... >> Aithusa scosse la testa e si rivolse a Lysandro << Ma come faccio a dir loro una cosa del genere?! Ai miei fratelli, a tutti loro! Io non... >>
<< Aithusa, ora basta. Devono sapere. Se non glielo vuoi dire tu lo faccio io. >> replicò Lysandro, poi si rivolse agli altri << Dieci anni fa Aithusa, Masahiro e Kurapika sono stati ingannati! Concorda, Taranis e tutti gli altri Kuruta non sono morti! Sono ancora vivi! Kuroro ha organizzato una messa in scena per farvi credere che fossero morti! >>
<< Lys! Potevi andarci un po' più piano! >> mormorò Aithusa contrariata. 
Nessuno si mosse, nessuno respirò più. A parte Aithusa, Lysandro e Hisoka, tutti erano paralizzati dall'orrore, e un silenzio assordante era caduto nella stanza.
<< Loro.. i Kuruta e i nostri genitori sono stati assorbiti da Kuroro per mezzo di un incantesimo oscuro, per poter sfruttare i loro poteri e la  loro energia vitale.... >> balbettò Aithusa con voce rotta, fissando i fratelli << Poi i Ragni hanno creato delle copie dei loro cadaveri per ingannarci, per farci credere che erano morti, così non li avremmo cercati... Ragazzi, vi prego calmatevi... >> supplicò la ragazza, vedendo che i fratelli erano balzati in piedi.
Kurapika era completamente fuori di sé, e Masahiro non era da meno. Gli occhi dei due uomini erano diventati scarlatti, e stringevano i pugni e la mandibola con tale forze che Aithusa sentì le loro giunture scricchiolare. 
<< Tradimento! Menzogne! MALEDETTI! >> gridò infuriato Masahiro, mentre Kurapika ansimava in preda alla rabbia.
Aithusa si alzò a propria volta e, con il volto rigato di lacrime, corse ad abbracciarli << Ragazzi mi dispiace.... se avessi saputo, se solo avessi immaginato... >>
Masahiro e Kurapika strinsero forte la sorella in un abbraccio, bagnandole i capelli con le loro lacrime. Aithusa si allontanò appena dall'abbraccio, giusto quanto bastava per tendere la mano verso Silva, che osservava i tre fratelli con gli occhi lucidi di lacrime. Silva prese la mano della ragazza, e abbracciò contemporaneamente i tre ragazzi, sovrastandoli con la sua mole spaventosa, mentre tutti gli altri presenti distoglievano lo sguardo, come forma di rispetto del loro dolore.
<< Non preoccupatevi....noi... ..sistemeremo tutto..... li troveremo, li riporteremo a casa... >> cominciò Silva con voce rotta.
<< Non è necessario >> lo interruppe Aithusa, tirando di nuovo fuori il ciondolo di Kuroro << L'ho già fatto io. Le loro anime sono qui dentro. E' per questo che ho messo in piedi quella farsa. Per salvare mamma e papà, e tutti gli altri! Adesso capite? >>
Tutti fissarono increduli la collana << Allora è proprio vero? >> chiese Silva << Concorda e tutti gli altri.... >>
<< Sì, zio Silva. E io posso liberarli con il mio Nen! >> disse Aithusa, poi chiuse gli occhi, stringendosi il ciondolo al petto.
Una serie di ricordi le riaffiorarono nella mente: ricordi di quando frugava nei meandri della propria anima, cercando di comprendere sé stessa e la propria natura, per poter così capire la natura del proprio Nen. Ricordò gli insegnamenti del maestro Aki, che le ripeteva sempre: il Nen è profondamente intrinseco dentro di noi, e rispecchia il nostro vero io: il tuo Nen parla di te, e se vuoi padroneggiarlo devi prima accedere al tuo vero essere. Devi capire chi sei, e cosa vuoi più di ogni altra cosa. Sono i nostri desideri a renderci quelli che siamo.
E Aithusa lo aveva fatto, e aveva compreso che ciò che più voleva al mondo era proteggere l'umanità e combattere le tenebre; non aveva alcuna importanza se quella guerra eterna contro il male non sarebbe stata mai vinta. Doveva essere combattuta comunque, sempre. Il giorno in cui aveva imparato questa lezione Aithusa aveva imparato a controllare il suo Nen, e aveva scoperto che poteva essere usato per contrastare le tenebre. Però c'era un prezzo da pagare.
La Maga concentrò tutto il Nen che possedeva nelle mani che stringevano il ciondolo, cercando di abbattere la barriera di oscurità che lo circondava. Non era facile. Il buio era così fitto e denso che Aithusa dovette ricorrere a tutto il suo potere per scalfirlo. Ad un certo punto sentì le gambe che cominciavano a cedere.
Ci siamo pensò la ragazza la restrizione si sta attivando. 
Tuttavia non si fermò, e continuò a infondere il Nen nel ciondolo. 
Annulla il sortilegio. Non ha più alcun valore.
All'improvviso tutto sembrò esplodere. La stanza venne inondata di luce, e si sentì un rumore spaventoso, che ricordava un po' quello che fa la banchisa polare quando si spacca. 
Tutti si buttarono a terra coprendosi gli occhi, e si sentì Silva gridare << Tess! >>
Rimasero tutti a terra per circa un minuto, fino a quando la luce non si fu affievolita abbastanza. Masahiro e Kurapika furono i primi ad alzarsi, cercando freneticamente la sorella con lo sguardo. Ma quello che videro li lasciò senza fiato.
La gigantesca stanza si era riempita di una gran folla di persone, così tante che molte si trovavano anche nel corridoio, sulle scale e probabilmente anche più lontano. 
Non erano persone qualsiasi. Erano tutti Kuruta, tutti i Kuruta che fino a quel giorno i due principi avevano creduti morti.
Kurapika boccheggiò e vacillò. Tutti quegli anni, tutto il dolore che avevano provato... e adesso erano tutti lì. Come se non fosse mai accaduto niente.
<< Mio Dio, Aithusa! >>  gridò in preda all'orrore una voce femminile che ormai da dieci anni Kurapika non sentiva più << Che cosa hai fatto? CHE COSA HAI FATTO? >>
Kurapika, Masahiro e Silva corsero nella direzione da cui era partito l'urlo, facendosi largo tra la folla, e si bloccarono all'istante.
Taranis Kuruta e Concorda Duchannes, il re e la regina di Rusko, piangevano su un corpo così martoriato da sembrare quasi irriconoscibile. La pelle era ricoperta di crepe e segni rossi, e in alcuni punti si era addirittura strappata, lasciando uscire copioso il sangue, che si allargava sotto di lei in una pozza. Aithusa.
Taranis si sistemò in grembo la testa della figlia << Tess... >>
Aithusa aprì lentamente gli occhi. Erano accessi dal dolore, e scarlatti come il sangue << Padre? >>
<< Cosa è successo? Chi ti ha-? >>
<< Nessuno. Io, da me. E' la restrizione che ho imposto al mio potere Nen. Se la ferita che scelgo di guarire è troppo grave, o l'incantesimo che scelgo di spezzare è troppo potente, il mio Nen si rifà su di me, infliggendomi... >> Aithusa non finì di parlare, si limitò a fissare le ferite che le deturpavano il corpo.
<< Mio Dio... >> mormorò Concorda coprendosi la bocca, con gli occhi pieni di lacrime.
<< No-non preoccupa-patevi -i >> rantolò Aithusa, mentre un rivolo di sangue le scorreva dalla bocca << No-non morirò-ò. Po-posso resiste-stere- re... >>
<< Non parlare, non parlare! >> gridò Concorda in preda al panico << Dobbiamo fermare l'emorragia! Taranis, dobbiamo portarla in camera sua! >>
Il re fece per prendere il braccio la figlia, ma Kurapika lo fermò << No padre.. la prendo io. >>
Padre e figlio si fissarono per un lunghissimo istante; poi Taranis si fece da parte, e Kurapika prese in braccio la sorella. I cinque membri della famiglia reale si avviarono correndo al piano di sopra, e, dopo aver esitato qualche secondo, anche Killua andò con loro, mentre il loro popolo e i loro amici li seguivano con lo sguardo.
   
 
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