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Autore: Shirubia chan    02/06/2016    1 recensioni
Ogni membro della Raimon, compresi tutti i componenti della Inazuma Japan, dovrà abbandonare per sempre il calcio o sempre più persone verrano coinvolte. In caso di rifiuto i giocatori verrano sfidati ogni settimana lo stesso giorno e alla stessa ora a partire dalla prossima domenica ad una partita di calcio. In caso di perdita i danni a carico di poveri innocenti verranno incrementati. In caso di vincita altre squadre verranno inviate a disputare degli incontri ripetendo il medesimo processo fino alla vostra resa.
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La Inazuma Japan ha da pochi mesi vinto il Football Frontier Internation. Una nuova cospirazione è però in atto, pronta ad annientare il calcio. Toccherà quindi di nuovo a loro risolvere la situazione, affiancati stavolta, dalla misteriosa Violaine.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio, Nuovo personaggio, Shawn/Shirou, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.Contrattacco


Il cuore di Mark batteva all’impazzata.

Le parole di Silvia rimbombavano nella sua testa. “E’ stata distrutta. La Raimon è stata distrutta”
Mentre correva il locale del signor Hillman entrò istantaneamente nel suo campo visivo e, con un ultimo scatto, si gettò in avanti spingendo la porta ed entrando all’interno del locale.
Dietro di lui le due ragazze erano affannate, il respiro corto per la corsa.
Il locale era pieno di persone accalcate le une fra le altre e, a giudicare dal frastuono, dovevano trovarsi in una discussione molto accesa.
Avevano una tuta gialla e blu come la sua e stavano parlando del recente accaduto.
Mark si schiarì la gola.
-Hey. Ragazzi?- cercò invano di richiamare l’attenzione su di se.
L’agitazione era tanta e impossibile da frenare.
Violaine notò l’espressione corrucciata del cugino e con un sorriso lo scostò delicatamente posizionandosi davanti a lui.
-STATE ZITTI!- urlò mettendo le mani a megafono.
Il suono che uscì dal suo esule corpo fu talmente forte e potente che Mark si chiese da dove fosse arrivato.
I suoi compagni di squadra cessarono istantaneamente ogni loro attività concentrandosi sulla provenienza di quel suono e sulla ragazza che lo aveva emesso.
Violaine fece un occhiolino a Mark e lo invitò con un gesto a parlare.
-Emm… Grazie- disse alla cugina imbarazzato.
-Mark, Silvia. Siete arrivati!
Una ragazza dai lunghi capelli rossi sbucò fuori dal gruppo dei ragazzi seguita da Celia, la sorella di Jude.
Arrivata davanti a Mark la ragazza si soffermò a guardare la cugina più del dovuto, assottigliando gli occhi e squadrandola dalla testa ai piedi.
-Chi è questa ragazza?- chiese con tono autoritario rivolgendosi a lui.
-Ah. Ecco lei… lei è Violaine- rispose diventando tutto rosso e sorridendo timidamente nella sua direzione.
-E’ la tua fidanzata?- chiese Celia con curiosità e un grande sorriso stampato sulle labbra.
-Che carina!- commentò Jack, un suo compagno molto robusto, da un angolo del locale.
Evidentemente occupava così tanto spazio che avevano pensato di metterlo da una parte come se fosse un armadio.
L’attenzione di tutti era ormai catalizzata sulla cugina che se ne stava in tutta tranquillità in un angolo cercando di confortare Silvia, ancora bianca in volto e scossa per l’accaduto.
Tutti i suoi compagni la fissavano incuriositi e, dopo un istante di silenzio, Violaine esplose in una sonora risata.
-Certo che no. Sono soltanto sua cugina.
La ragazza dai capelli rossi sembrò sollevata e le sorrise istantaneamente.
-Scusami non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Nelly
-Piacere- Violaine sorrise di rimando.
Nelly guardò Mark dritto negli occhi.
-Devi farti forza!- disse mentre lo portava più centralmente accanto al resto dei compagni.
-Si può sapere che cosa è successo?- chiese Mark esasperato.
-Perché non lo chiedi al mister?- disse Kevin, un suo compagno di squadra piuttosto irascibile. -A quanto pare sa molte cose di cui non siamo mai stati informati.
Appoggiato al muro a braccia conserte Seymour Hillman aveva negli occhi una luce diversa che nonostante gli occhiali spessi riusciva ad emergere.
Aveva un espressione distante, delusa e colpevole.
-Che cosa intende dire?- Negli occhi di Mark c’era la tristezza più infinita.
Mentre i tre ragazzi correvano per raggiungere il resto dei compagni le immagini di distruzione della sua scuola si erano già stagliate ovunque in ogni telegiornale giungendo ai suoi occhi.
Seymour lo guardò affranto.
-Mi dispiace tantissimo di non avervi avvisato ragazzi. Non volevo mettervi in agitazione- iniziò con voce piatta.
-Già e intanto come se non bastasse già la Royal è stata distrutta anche la Raimon. Complimenti campione.
La voce arrogante e accusatoria di Caleb risuonò per tutto il locale.
Il ragazzo, membro della Royal Academy, sembrava freddo e estremamente cinico ma durante il Football Frontier International si era rivelato un ottimo e prezioso compagno di squadra.
-Hanno ragione Caleb e Kevin. Non avrebbe dovuto nascondercelo- concordò Nathan guardando l’allenatore con astio.
-Vuoi essere tu a dirglielo o ci dobbiamo pensare noi?- continuò Kevin furioso.
Lo sguardo del signor Hillman si fece ancora più doloroso.
-Forse è meglio che lo veda con i tuoi stessi occhi- disse prendendo una lettera e porgendogliela.
Mark la aprì curioso e già alle prime righe la sua espressione cambiò.
Il respiro si fece pesante e la voglia di prendere a pugni il muro sempre più crescente.
-Lei lo sapeva…- sussurrò con un filo di voce. -Lei sapeva tutto.
-Mi dispiace Mark. Davvero- Seymour non sapeva come potersi giustificare, anche perché una giustificazione non c’era.
Sapeva però che l’agente Smith stava ancora indagando sull’identità di quei ragazzi.
Se ci fosse mai potuto essere un modo per essere perdonato, servire su un piatto d’argento ogni informazione possibile su quei ragazzi era il modo perfetto.
Mark abbassò di nuovo lo sguardo sulla lettera e si concentrò su una scritta. Domenica prossima.
Il ragazzo guardò il calendario affisso sulla parete del locale.
“Mercoledì!” realizzò sbarrando gli occhi.
-Abbiamo solo una settimana e mezzo di tempo prima di disputare la prima partita- esclamò in direzione dei suoi compagni. -Dobbiamo allenarci per salvare il calcio e le nostre scuole.
-Perchè non vi arrendete e basta?- Violaine aveva gli occhi lucidi e la lettera che gli aveva mostrato Seymour in mano. -E’ troppo pericoloso Mark!
Una morsa strinse il cuore di Mark.
-Hey tranquilla. Si da il caso che noi giocatori della Raimon siamo fortissimi- le disse cercando di confortarla. -Sono sicuro che ce la faremo.
-Ma non da soli- disse Jude che se ne era stato in disparte per tutto il tempo. -Dobbiamo essere esattamente gli stessi del FFI. Stessi schemi, stessi giocatori e stesso allenatore.
Mark guardò l’amico sapendo perfettamente ciò che voleva intendere.
Non sapevano il livello di forza degli avversari e per andare sul sicuro avevano bisogno della Inazuma Japan al completo.
-Ho già parlato con l’allenatore Travis e ha dato la sua completa disponibilità- continuò l’amico.
-Quando possono arrivare tutti?- chiesero Nathan e Axel.
-Tutti intorno alle 16:00 di domani più o meno.
Jude era uno stratega eccezionale e insieme a Caleb riusciva a fare cose sorprendenti e Mark si fidava delle sue capacità deduttive più di chiunque altro.
-Voglio aiutarvi anche io- disse Violaine. -Non so giocare a calcio ma posso dare lo stesso una mano.
Mark guardò la cugina e acconsentì.
-Sarà una manager della squadra insieme a me, Silvia, Celia e Willy- concordò Nelly mettendole una mano sulla spalla.
Violaine sorrise e represse un urlo di gioia. Doveva aiutare suo cugino e tutti quei ragazzi.
Non poteva permettersi di perdere anche la sua nuova famiglia.
-Farò di tutto per voi- esclamò decisa. -Lo prometto!

__________

 

Un ragazzo dai capelli castano scuri era seduto sul tetto della Raimon compiaciuto del suo operato. Tra le rovine della scuola un gruppo di ragazzi festeggiava ,ognuno con un pallone da calcio stretto in mano.
Dalla tasca sinistra dei suoi pantaloni estrasse un piccolo microfono.
-Sono Henry, la Raimon è stata distrutta- esclamò vittorioso. -La terza fase è stata completata.
Il ragazzo osservò il pallone da calcio accanto a lui e lo prese in mano.
Il calcio… Quel maledetto sport che aveva distrutto la sua vita. La vita di ognuno di loro.
Quello sport che aveva fatto soffrire Chase e la sua Livia…
Le aveva promesso che avrebbe lottato per lei, per i suoi principi e per vendicare Loren.
Quei ragazzi non sarebbero mai riusciti a sconfiggerli perché il loro odio era superiore al loro amore per quello stupido sport.
Strinse un pugno e i suoi occhi neri si concentrarono sulle macchine della polizia in arrivo.
-Ragazzi!- urlò nella direzione dei suoi compagni di squadra. -Basta così. Ritirata!
Con un grande salto scese dal tetto atterrando perfettamente.
La vibrazione del telefono che aveva in tasca lo fece scattare sull’attenti.
Lo prese velocemente in mano e visualizzò il messaggio. Felicia aveva impartito un nuovo ordine. 
“Kate sarà la prima”

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