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Autore: Petricor75    02/06/2016    1 recensioni
[Political Animals]
[Political Animals]La mia storia ha inizio con l'ultimo incontro tra Elaine Barrish e Susan Berg, tutto il racconto contiene, come la miniserie, moltissimi flashback, quindi è fruibile anche da chi non ha visto lo show.
Political Animals ed i suoi personaggi non mi appartengono e questa storia è stata scritta senza nessuno scopo di lucro.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Political Animals'
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Capitolo 15 When Bitches Feel


"Vedo che ti sei cambiata!", le sussurra Susan con fare scherzoso subito dopo la conferenza stampa. Gli occhi di Elaine si socchiudono in due fessure giocosamente minacciose, "Per quanto pensi di prendermi in giro?", le risponde pronta, obbligandola a serrare le mascelle per non scoppiare a ridere. "Bene, ed io che volevo offrirti quel famoso gelato per pranzo, credo di aver cambiato idea...", la informa la Barrish incrociando le braccia divertita.

"Ok!", risponde la giornalista, "Tra un'ora! Dai tuoi elefanti.", annuncia sicura alzando gli occhi verso il cielo terso ed allontanandosi. Elaine non riesce a fare a meno di sbuffare una risata, allarga le braccia, "Guarda che ho detto che ho cambiato idea!", le ricorda, Susan si volta annuendo, "Si, ho sentito! A dopo!", le conferma strizzandole l'occhio, prima di voltarsi ed affrettare il passo.

La Berg continua a sorridere, mentre si allontana. Quello scambio di battute è stato strano, inusuale, ma piacevole. Molto piacevole. È contenta che nonostante gli impegni di entrambe, riescano a trovare il tempo di vedersi spesso. La maggior parte delle volte preferiscono rimanere a casa di Susan, dove possono parlare con tranquillità, magari davanti a qualcosa che hanno cucinato insieme, o condividere la visione di un film. E l'idea che Elaine possa prendere l'abitudine di fermarsi da lei, ogni tanto, non le dispiace affatto. Magari dovrebbe davvero procurarle un pigiama, nell'eventualità.

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Il nuovo piccolo si è accasciato scomposto proprio davanti al laghetto e tuffa il muso immergendolo quasi completamente nell'acqua, la madre vigila protettiva su di lui, agitando la sua proboscide e schizzando acqua nella sua direzione. Elaine si volta verso Susan, che guarda affascinata e divertita la scena, si rende conto che una delle cose che più le piace di lei è la curiosità e la meraviglia con cui vive le esperienze nuove.

Sa che sta per porle la domanda e decide di anticiparla, "Sapevi che i cuccioli bevono in questo modo?", lei si volta sorpresa, con gli occhi ancora illuminati dalla tenera scena. "Non sa ancora usare la proboscide, gli ci vorranno mesi, prima di imparare.", le spiega sorridente. "Non lo sapevo.", confessa la giornalista seguitando a guardarla sorridente, colta da un improvviso e leggero imbarazzo.

"Allora...", si riscuote poco dopo, allontanando la strana sensazione, "Come procedono i preparativi al bistrot?", domanda riferendosi al piccolo locale che TJ e Doug hanno deciso di rilevare e rilanciare insieme. Elaine sorride, augurandosi che i figli trovino finalmente il loro posto nel mondo. "A rilento, ma Doug è un perfezionista, e comunque credo che sia giusto così. TJ ha bisogno di tempo per rimettersi completamente, grazie al cielo si sta davvero impegnando, credo sia merito della psicoterapia, sai, deve imparare a gestire le sconfitte e le perdite. I preparativi sono stimolanti per entrambi.", le racconta, indecisa se scherzare con la prossima domanda.

"Lo scriverai nel tuo libro?", "Certo!", conferma con entusiasmo la giovane, "Sarà una cronaca dettagliata riguardante la vita lavorativa e privata del Segretario di Stato Elaine Barrish!", le spiega eccitata, il suo sguardo si fa ad un tratto più serio, mentre prende fiato, "Dal momento in cui usai la storia del suicidio di TJ per strapparti quell'intervista, a ciò che mi dicesti quando la notizia sfuggì al mio controllo, la quasi candidatura in Corte Suprema, il tuo ruolo nelle emergenze dei giornalisti in Iran e del sottomarino al largo di San Diego, la tua decisione di candidarti, l'alleanza con Garcetti, Biarritz, tutto quello che si può dire.", le spiega, "Se a te sta bene.", aggiunge.

"Quindi scriverai che razza di persona eri?", scherza leggermente imbarazzata il politico, "Si, serve a spiegare che razza di persona sono diventata, conoscendoti meglio, spiega che razza di persona sei tu veramente, a dispetto di quante te ne ho dette dietro.", si giustifica guardandola annuire pensierosa. La vede accomodarsi meglio sulla panchina sulla quale entrambe siedono. "Quale sarà il titolo?", domanda la Barrish con curiosità. Susan sorride e storce la bocca, insicura sé svelarle quello a cui pensa sempre più spesso.

"Uhm... 'Quando le stronze si scontrano'?", le dice allargando un finto sorriso a suo beneficio. Sorprendentemente Elaine non sembra scioccata dal titolo, anzi, un sorriso tenero le si allarga sulle labbra, mentre annuisce lentamente, "Credo che sia il titolo perfetto per raccontare la storia di come siamo finite da quel primissimo giorno a... questo.", concede allargando le braccia verso la panchina.

Nel ricomporsi, una mano, quasi in un gesto istintivo, si stringe affettuosamente a quella dell'amica. "Mi sento molto fortunata ad averti nella mia vita, Sue.", le dice in tono dolce, mentre le sembra che il suo cuore salti un battito. "Anche io mi sento molto fortunata ad averti nella mia.", le risponde sorridendo, mentre la mano si gira dentro la sua, finché i loro palmi combaciano e le dita stringono la presa, come a voler dare ancora più significato a quelle ultime parole.

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Mentre si siede accanto a Clark, che la riaccompagna alla residenza del Presidente, Elaine sente ancora il calore della mano di Susan nella sua, è un calore che le si espande dentro e le dà una sensazione di benessere e tranquillità. Si sente davvero fortunata, sente che la sua compagnia le migliora la vita. Stringe il pugno, come per trattenere il più possibile la sensazione della sua pelle, ed esala un sospiro profondo, mentre le risuona nella mente l'adorabile risata dell'amica.

Ripensa alla sera prima, alla naturalezza con cui ha lasciato che si prendesse cura di lei, come se fosse una loro abitudine, ripensa a quando si è svegliata con le narici inondate dal profumo del caffè appena fatto, ed aprendo gli occhi ha trovato il suo sguardo premuroso e il suo splendido sorriso. Ripensa a quando distrattamente ha riposto lo spazzolino nuovo, appena usato, nel bicchiere, assieme al dentifricio e a quello di lei. Forse, dopotutto, non cascherebbe il mondo, se ogni tanto, magari quando fanno più tardi, si fermasse a dormire.
   
 
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