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Autore: Perla Bane    02/06/2016    1 recensioni
Ff ambientata dopo "La Signora di Mezzanotte". Spoiler 😉
EMMA
“Emma.” le labbra che pronunciano il mio nome mi fanno rabbrividire più dell'aria fredda che mi soffia addosso.
“Mi hai mentito Emma, tu mi ami.” una stilettata al cuore avrebbe fatto meno male.
Mi accarezzo le spalle e mi volto verso di lui.
Julian, il ragazzo che amo erge statuario davanti a me.
Faccio fatica, ma porto gli occhi nei suoi e il cuore mi si stringe. Non è arrabbiato o deluso, solo infinitamente triste.
Ha tolto la maschera che indossa, è nudo davanti a me. Quello che prova traspare in ogni sua espressione.
“Lo so.” dico solamente e prendo un grosso respiro mentre la tempesta si fa sempre più vicina.
“Dove andrai tu...” inizia, ma lo blocco esplodendo, abbattendo gli argini che tenevano insieme quei piccoli pezzi traballanti che contenevano l'amore infinito che provo per lui.
“Ti amo Julian!” grido sovrastando il rumore di un tuono che echeggia alle mie spalle “Il giuramento tra parabatai non ci appartiene più, io ti amo!” mi sposto i capelli dal viso, la tempesta ci sta raggiungendo e le raffiche di vento hanno alimentato il mare, ormai è prossimo ad una burrasca.
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn, Mark Blackthorn, Nuovo personaggio, Tiberius Blackthorn
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Qual'è il prezzo del nostro amore?
Emma

 

JONATHAN

Non ha dormito con me stanotte, si è chiusa in camera di James e non mi ha rivolto neanche la parola.

Ho dovuto ricordargli che sono il loro responsabile e avevo il dovere di constatare se le ferite di James necessitassero di un intervento dei Fratelli Silenti.

Mi ha fatto entrare con riluttanza e mi ha sbattuto la porta alle spalle quando sono andato via, dannato orgoglio femminile.

Era da tanto tempo che non mi sentivo così solo.

Merda. Merda. Merda.

James sta meglio, continua ad aprire e chiudere il pugno della mano sinistra.

Incrocio le braccia e mi pizzico il labbro inferiore con il pollice e l'indice.

Diana sta ricordando ai ragazzi quali sono i punti fondamentali della Pace Fredda e gli rammenta che sono qui per terminare il percorso di studio, non per iniziare una nuova guerra.

“Non voglio problemi.” dice severa rivolgendosi ai due ragazzi.

Perla indossa una semplice canottiera bianca e dei jeans corti, il viso è completamente guarito, è bellissima anche quando è arrabbiata.

Diana sospira e li guarda severa dalla sua poltrona. Ha uno studio molto bello, stranamente non vive in istituto “Avete attaccato una fata.” continua la predica in tono grave. Ha il dovere di rimproverare questi impulsivi cacciatori.

“Hanno mio nipote!” interviene Perla alzando la voce.

La responsabile dell'istituto annuisce ed incrocia le dita sulla scrivania “Il Conclave ha detto che essendo una mezza fata, il bambino appartiene alle fate. Questa è la Pace Fredda.”

“Cazzate.” mormora la mia ragazza scuotendo la testa “Il sangue degli shadowhunters prevale, sarebbe stato un cacciatore, non l'erede della corte Unseelie!”

“Perla, modera il linguaggio!” alzo la voce riprendendola, può essere furiosa e delusa, ma non irrispettosa.

James gli lancia una leggera gomitata. Sa che devono pentirsi per poter uscire di qua senza richiami.

“Chiedo scusa.” asserisce lei senza la minima emozione. Un ruggito misto ad un gemito di frustrazione le sale per la gola “Chiedo scusa per aver attaccato una fata appartenente alla Caccia Selvaggia, la stessa fata che ha ucciso mia madre, la madre di James, mia sorella e rubato dal suo ventre mio nipote!” alza ancora la voce.

“Perla.” la interrompo con un sospiro, non può continuare a vivere nel passato. Mi lancia un'occhiataccia carica di tristezza e prosegue “Chiedo scusa per aver difeso il nostro territorio, non pensavo che dopo la Pace Fredda ci fossero ancora accordi tra Nephilim e Fate.”

Dio Santo, Diana vuole percepire solo un po' di pentimento, non rabbia e frecciatine.

James fa un passo avanti “Chiedo scusa anch'io, mi sono lasciato trasportare dall'odio e dal rancore, non succederà più. Sono sicuro di parlare anche a nome di Perla quando dico che ci siamo resi conto d'aver fatto un errore, non dovevamo attaccare le fate. Ribadisco le mie scuse.” annuisce e mi guarda alzando le sopracciglia, mi sta chiedendo aiuto.

Faccio due passi per la stanza e mi metto davanti a loro, James mi posa gli occhi addosso, lo sguardo di Perla invece si perde dietro di me “Siete migliori di così. Lo so, vi ho addestrati, non lasciate che le emozioni vi dominino durante il combattimento, altrimenti fallirete.”

“Sì.” dicono all'unisono.

Diana si massaggia delicatamente le tempie e sospira “Andate, non farò nessun rapporto ad Alicante.”

Bene, una buona notizia, questa storia morirà qui.

Annuiscono e si muovono lesti, James mi saluta con un gesto, ma Perla non mi degna neanche di uno sguardo. Escono velocemente dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

No, non può finire così, devo assolutamente parlare con la mia fidanzata.

“Diana, io...” le indico la porta e mi annuisce.

Esco velocemente e corro dietro ai due ragazzi.

“Perla, aspetta!” alzo la voce e si bloccano voltandosi verso di me.

Guardo James “Puoi lasciarci un attimo?”

Lui scocca un'occhiata a Perla e lei annuisce. Dopodichè si allontana.

Perla si accarezza le spalle e sospira senza guardarmi. Sta trattenendo le lacrime, lo so, la conosco.

Mi avvicino di un passo e le sfioro un braccio, “Come stai?” le chiedo teneramente.

Lei fa spallucce “Così.” uggia a bassa voce.

Piccola, mi fa così tenerezza. Apro le braccia e subito mi si tuffa nel mezzo, la stringo a me inspirandone il suo inebriante profumo.

Mi sento già meglio.

“Volevo solo salvarti la vita.” le mormoro baciandole i capelli.

“Lo so.” mi risponde con un sospiro. Strofina il viso sul mio petto ed inizia a piangere “L'avevo trovato.” singhiozza sconsolata “Quando mi ha vista mi ha chiamata con il nome di mia sorella e ora è sparito per sempre! Il Conclave dice che essendo una mezza fata non ha intenzione di cercare il bambino, mio padre ha dimenticato tutta la nostra famiglia ed ha iniziato a fare un figlio dopo l'altro e tu, tu mi dici di lasciare perdere!”

Anche se riuscisse a sopravvivere nel trovarlo, dubito che il Conclave le permetterebbe di crescerlo. Suo padre dovrebbe prendersene cura... ma conoscendola smuoverebbe mari e monti pur di tenerlo con sé. E a quel punto? Mi troverei a crescere un bambino, non nostro, con lei?

No, ho altri progetti.

La stingo ancora di più a me, non la lascerò sola in questo momento.

“Gli ho aperto io la porta dell'Istituto quel giorno, mia madre aveva detto di non aprire a nessuno, ma ho visto Kirian e pensavo fosse venuto a vedere come stava mia sorella e il bambino.” le gambe le cedono e mi accuccio con lei sul pavimento, non la lascio ed inizio a cullarla “Sono morte a causa mia.” conclude sfinita.

Per l'Angelo, il senso di colpa finirà con ucciderla.

“E per colpa mia anche James è nei casini!” mormora tra i singhiozzi che continuano a percuoterla.

Le accarezzo i capelli, lei, così piccola e vulnerabile, la mia fidanzata innocente e piena di gioia, ha bisogno di me, solo di me “E' questo il bello d'avere un parabatai, zoppicare assieme è meglio che farlo da soli.” le bacio la testa stringendola più a me.

Il corridoio è deserto e siamo in penombra, abbiamo fatto l'amore dietro quell'angolo l'altra notte, è stato fantastico, cercava in tutti i modi di soffocare i gemiti per non svegliare nessuno, ma in questo momento sento di condividere con lei qualcosa di più profondo, qualcosa che ci unirà ancora di più.

Inspiro il dolce profumo di latte e mandorla che la circonda e la stringo a me “Non sono morte a causa tua, Claudia stessa avrebbe aperto al suo compagno se non fosse stata troppo grossa per alzarsi dal divano.” ridacchio per drammatizzare la situazione “Non è stata colpa tua, te lo ripeterò ogni momento della giornata, se servirà a fartelo capire.”

“Sì, invece.” mormora sul mio petto.

Le alzo il viso e la guardo negli occhi, diventano così chiari quando piange “Non è stata colpa tua.” le dico serio.

Socchiude le palpebre e le guance le si rigano ancora di lacrime.

“Perla, non è stata colpa tua. Nessuno ti accusa per quello che è successo, solo te stessa. James è diventato il tuo parabatai, pensi davvero che se ti ritenesse responsabile della morte di sua madre, si sarebbe legato così a te? Non è colpa tua.” le sussurro e poso le labbra sulle sue, sono soffici e calde.

“Mi mancano.” mormora aprendo gli occhi.

Le sorrido e le sfioro il nasetto con il mio “Lo so.”

Per l'Angelo, non l'ho mai sentita così vicina a me come in questo momento, mai si era affidata a me, mai aveva aperto così il suo cuore.

Mi crogiolo in questa sensazione di pura alchimia.

Noi siamo per sempre.

“Non è colpa mia.” mormora con gli occhi puntati nei miei.

Scuoto la testa, assolutamente no, le cose brutte succedono.

Ogni volta che aveva un problema si rifugiava tra le braccia di James, ma in questo momento ha bisogno di me, non di lui.

Lei vuole me. Mi sento infinitamente importante per lei.

Annuisce e mi accarezza il costato “Jhon.” sussurra fissandomi.

“Mmm.” le rispondo accarezzandola ancora.

“Ti voglio sposare.”

Per l'Angelo!


 

JULIAN

Mark è migliore di te.

Le parole di Emma mi risuonano ancora nelle orecchie. Mark... il fratello tanto atteso, è diventato il mio peggior incubo.

Sono così stanco.

Come se non bastassero i problemi, Kieran si è rivelato un assassino a sangue freddo.

Poco cambia, siamo tutti degli assassini. Fate, licantropi, vampiri, mondani... cacciatori.

Tutti.

Devo parlare con James e Perla, posso facilmente trovare le informazioni che cercano torchiando alcune fate.

Basta fare il fratellino perfetto, basta. L'unica cosa che desidero mi è negata, la mia vita è fatta solo di obblighi.

Non è giusto.

È arrivato il momento di pretendere qualcosa indietro dall'universo.

Dov'è il karma? Uccidere mio padre per salvare i miei fratelli mi obbliga ad una croce del genere?

A vedere la ragazza che amo tra le braccia di un altro? Di mio fratello!

No! Non ho più intenzione di sottostare alle decisioni degli altri, farò la cosa giusta, indipendentemente dalle conseguenze.

Ty mi ha detto che i due parabatai sono stati convocati da Diana per quello che è successo ieri, spero non li rispediscano ad Alicante.

Scendo velocemente le scale e sento delle voci. Rallento il passo e punto l'orecchio.

“Ti va di uscire con me uno di questi giorni?” la voce del nuovo cacciatore, James, mi arriva perfettamente alle orecchie, ma con chi sta parlando?!

“Certo, posso mostrarti la città.” risponde lesta Livvy.

Per l'Angelo! Non sono pronto anche a questo. Mi appiattisco contro il muro e ascolto la loro conversazione.

Sento una risata “Sei molto gentile, ma vorrei conoscerti meglio.”

No! Non ora!

Salto fuori dall'angolo e cammino verso di loro. Sono seduti sulla rampa di scale che portano all'ingresso dell'istituto e appena mi vedono smettono di parlare.

Mia sorella si volta e mi sorride come se nulla fosse, il ragazzo si alza in piedi infilandosi le mani nei jeans.

“Lyv, puoi andare a controllare Tavvy? Non so dove sia.” le dico indicando le scale.

Lei si alza sorridendo al nuovo cacciatore e si aggiusta i capelli dietro alla schiena “Continuiamo dopo?” gli chiede timidamente.

Lui sorride, sfoggia uno di quei sorrisi magnetici come se volesse dirle -Ti porterò su una stella- ed annuisce.

Per l'Angelo, mancava solo questo. Non ho intenzione di fare il fratello geloso, è grande, imparerà dai suoi errori.

Mi saluta e scende le scale velocemente in cerca del nostro fratellino, alla fine della rampa si volta a salutare con la mano James.

Lui gli risponde sorridendo ancora.

Appena sparisce dalla nostra vista il cacciatore si volta verso di me “Vuoi farmi il discorso da fratello maggiore? O vuoi semplicemente picchiarmi per come Perla ha conciato tuo fratello?”

Stringo gli occhi a fessura “Potete farci quello che volete con Mark, purchè vi accolliate le conseguenze delle vostre azioni e per quanto riguarda Livvy, è grande pure lei. Se le fai del male sono sicuro che con una sciabolata ti farà saltare la testa.” dico serio.

James ridacchia e si appoggia alla ringhiera incrociando le caviglie “Correrò il rischio.”

Annuisco “Ora che ci siamo chiariti, voglio sapere se sei consapevole di quello che accadrà se e quando Perla troverà il bambino ed inizierà a crescerlo.”

Le sopracciglia gli si inarcano senza volerlo e lo sguardo gli si incupisce “Perla...” inizia, ma lo interrompo subito avvicinandomi di un passo a lui.

“La vostra vita sarà solo un perpetuo problema, una negazione dopo l'altra e sarete costantemente in pericolo perchè il Conclave non ha la minima intenzione di proteggerlo e la Corte Unseelie pretenderà indietro l'erede al trono.” gli sibilo in faccia “E' triste mettere la propria vita da una parte e dedicarsi agli altri senza avere nulla di quello che desideri in cambio. E non pensare che Jonathan porterà pazienza quando il bambino piangerà la notte e Perla dovrà alzarsi, quando tutto il tempo libero sarà occupato da qualcun altro che non sia lui. E la tua parabatai non avrà più tempo per te...”

James mi punta le mani sul torace e mi spinge lontano da sé, mi guarda dall'alto al basso stringendo le labbra “Affronteremo le cose insieme, come fanno le vere coppie di parabatai. Non sono affari tuoi di come faremo, Perla avrà sempre me. Io darei la mia vita per lei, figuriamoci un po' di tempo! Noi non siamo voi.” risponde velenoso.

Spalanco gli occhi, cosa sa di noi? Non può aver capito l'amore che provo nei confronti di Emma, nessuno l'ha capito.

Annuisco, non hanno idea di cosa significhi mettersi in croce per le persone che si amano. Arriva un momento in cui l'io non esiste più.

Al diavolo, se è questo che vogliono io posso aiutarli.

Incrocio le braccia e alzo il mento “So dove trovare informazioni valide, fatevi accompagnare da Emma al -Club Haus 80'S- stasera, ci vediamo lì.” mi incammino verso l'uscita dell'istituto e arrivato a metà rampa mi rivolto verso di lui.

Il cacciatore mi sta ancora osservando.

Sorrido malignamente “Non hai idea del problema in cui vi state cacciando.”

James stringe le labbra, ma non replica.

Sa che ho ragione.


 

JAMES

Il locale è carino, musica d'altri tempi mi rimbomba nelle orecchie e l'arredamento è in stile anni ottanta. La pista da ballo è illuminata da fasci di luce colorati, licantropi e vampiri si mescolano a ritmo di musica.

Non è male. I divanetti dove siamo seduti occupano una parte di rilievo nel locale, il Capo Clan dei Licantropi ci ha trattato bene, noi faremo la stessa cosa in futuro.

Una mano lava l'altra, no?!

Le parole di Julian sono state dure, terribilmente fredde. Ho capito che ha rinunciato a tanto per crescere i suoi fratelli e che la cosa gli pesa molto.

A cosa avrà rinunciato? Credo d'averlo capito.

Volgo lo sguardo verso Emma, ha indossato un abito bianco aderente, lungo fino al ginocchio, avrà tante di quelle lame infilate lì sotto da spaventare qualsiasi maschio interessato a varcarne la soglia.

“Vi ha detto a che ora sarebbe arrivato?” mi chiede la cacciatrice bionda seduta accanto a me. È infastidita, Julian non le ha detto dove sarebbe andato e ora si guarda attorno nervosa.

È indubbiamente una bella ragazza, ha i capelli colore dell'oro e un viso davvero dolce, ma non è il mio tipo. Sbuffo e le rispondo per la decima volta “M ha solo detto di aspettarlo in questo locale.” le sorrido inclinando la testa “Strano che non ti abbia detto nulla, non è un comportamento da parabatai.” le dico stuzzicandola.

Mi lancia un'occhiataccia e subito cambia discorso indicando con il dito qualcosa alle mie spalle “Che diavolo le fa?! Dobbiamo intervenire!”

Mi volto e vedo, dall'altra parte del locale, Jonathan tenere stretti nelle proprie mani i polsi di Perla.

Lei gli sorride maliziosamente, i loro sguardi fiammeggianti si incontrano e le loro bocche entrano in collisione.

Questi cacciatori non lo sanno che è sempre così, non sanno quanto potere eserciti su di lei.

La volta di scatto sbattendola sul pilastro di marmo. Si appiattisce contro di lei ed inizia a baciarle il collo. Perla allunga le mani e le intreccia con le sue.

Lei gli appartiene e lui non può vivere senza di lei.

É un rapporto perfetto.

Sorseggio la mia birra e volto il viso dall'altra parte sorridendo maliziosamente “Non ha bisogno d'aiuto, anzi, tiene la situazione completamente sotto controllo.”

Emma spalanca gli occhi, non è del tutto convinta.

È il momento ideale per cambiare discorso “Da quanto Julian è innamorato di te?!” le chiedo calmo.

Lo sguardo che mi arriva potrebbe incenerire Alicante “Non so di cosa stai parlando.” risponde secca.

Annuisco orgoglioso di me “Hai presente gli sguardi che Jonathan lancia a Perla durante gli allenamenti? Quando vorrebbe con tutto sé stesso prenderla tra le braccia e baciarla, ma non può perchè è il suo istruttore e non sarebbe professionale?!”

I suoi occhi sfuggono ai miei e stringe impercettibilmente le labbra “Non so di cosa stai parlando.” ribadisce con estrema calma.

Sorrido “Perla è impulsiva, le emozioni la dominano, lei agisce e basta. Io sono un osservatore, calcolo ogni mossa in anticipo, devo avere tutto sotto controllo e questo mi permette di conoscere le cose più profonde delle persone.”

“Smettila.” sibila.

“Non ti piace baciare Mark e non perchè ti disgusta il sangue di fata che gli scorre nelle vene, ma perchè sai che ogni volta che le tue labbra toccano le sue, una parte di Julian si spezza e muore. Quindi suppongo che anche tu sia innamorata del tuo parabatai.” concludo alzando la bottiglia verso di lei.

Porta una delle mani al polpaccio ed estrae dagli stivaletti un pugnale “Potrei ucciderti.” sibila disgustata.

Rido voltando lo sguardo verso la mia parabatai, non lo permetterebbe mai.

Faccio spallucce “Non lo dirò a nessuno Emma, non mi interessa distruggere una famiglia, sono solo curioso. Cosa accade ai parabatai innamorati?”

Emma sospira e apre la bocca, ma un boato la interrompe.

Le pareti ed il pavimento del locale tremano facendoci sobbalzare, neanche il tempo di alzarmi in piedi che Perla è già accanto a me seguita da Jonathan.

Sfoderiamo le armi in un attimo, ho dovuto optare per una spada leggera, l'ascia pesa troppo e la ferita non è ancora completamente guarita.

Tutti nel locale iniziano a spintonarsi, è un vero caos. Le luci intermittenti vengono spente e un fascio di luce illumina a giorno tutto l'ambiente.

Quattro soldati vestiti con un'armatura argentata ci guardano disgustati. Sono Fate della Corte Seelie. All'improvviso altri due si avvicinano alle loro spalle trascinando un corpo inerme.

Julian!

Senza lasciarci il tempo di raggiungerlo, lanciano il ragazzo nella nostra direzione. Il ragazzo cade sul pavimento con un tonfo.

Emma lo raggiunge in un secondo.

“L'unico cacciatore buono, è un cacciatore morto.” dicono seri guardandoci male.

Merda, è la stessa frase che ha detto Perla rivolta alle fate.

È l'inizio di un'altra guerra?

“Bastardi.” sibila la mia parabatai e fa un passo in avanti, ma subito Jonathan la blocca scuotendo la testa.

Sono troppi, ci hanno accerchiati.

Abbasso lo sguardo e vedo Emma accarezzare il viso del ragazzo che ama. È privo di sensi e completamente insanguinato. Sul viso ci sono diversi tagli e ha gli occhi gonfi. Non indossa la maglietta e il torace porta i segni di frustate.

Cosa gli hanno fatto?!

Per l'Angelo.

Emma, afferra lo stilo ma temporeggia, le mani le tremano.

Alzo gli occhi e il locale si è svuotato, le fate se ne sono andate in un battito di ciglia.

Ci avviciniamo lesti, è messo malissimo, l'hanno picchiato selvaggiamente.

“Emma, fagli la runa per la trasfusione di sangue e due per la guarigione.” Jonathan si inginocchia accanto alla ragazza bionda e gli accarezza un braccio per rassicurarla “Emma, devi aiutare il tuo parabatai.” gli dice con calma. Lui più di chiunque altro capisce il legame che unisce noi coppie fortunate, vede che è spaventata e la sta incoraggiando.

Sono felice che sia mio amico e il fidanzato della mia parabatai, non potevo chiedere di meglio.

Lei annuisce ed inizia ad incidergli le rune sul torace accanto a quella che li lega.

Faccio una smorfia meravigliata, cosa sta accadendo all'iratze? Sta luccicando.

Perla, accanto a Jonathan, spalanca gli occhi inorridita “Dobbiamo chiamare i Fratelli Silenti, le rune che gli hai appena tracciato hanno i bordi luminosi, devono averlo avvelenato!”

Emma stringe con forza lo stilo “No, non abbiamo bisogno di loro. Inizieranno subito a fare effetto.”

E' forse questa la maledizione dell'amore proibito? Delle rune luminescenti? Che assurdità.

La mia parabatai si porta le mani nei capelli “Sì, invece!” dice prima di voltarsi verso l'uscita del locale.

Le braccia di Emma iniziano a tremare “Aspetta!” urla alzando la mano nella sua direzione.

Un lampo nero le si sprigiona dal palmo colpendo in pieno Perla. La cacciatrice viene catapultata dall'altra parte della stanza e sbatte violentemente contro il pilastro dove, poco tempo prima, amoreggiava con il suo innamorato.

Involontariamente porto entrambe le mani sulla testa, sembra un incubo.

Sono paralizzato, non è possibile, cos'è successo?!

Perla cade atterra e un rumore sordo mi sfonda le orecchie, il suono di ossa spezzate mi fa tremare.

Le persone che la amano di più al mondo si pietrificano davanti ad una devastazione del genere.

Un gemito di dolore mi esce dalle labbra e mi porto la mano sul petto, guardo terrorizzato Jonathan negli occhi e scuoto la testa.

La runa più importante della mia vita inizia a pizzicarmi sul petto.

Non è possibile! Non può morire!

Io e Jonathan ci precipitiamo verso di lei, appena la raggiungo il sangue mi si gela nelle vene.

Ha un braccio girato al contrario dietro alla schiena e del sangue le esce da orecchie e naso.

Non può essere morta.

 

 

 

Spazio Autrice.

Grazie a tutte per le letture e le recensioni. Fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto, kisss

Pi

 
   
 
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