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Autore: Jashin99    02/06/2016    0 recensioni
Cosa può combinare il team di supercattivi più impronunciabile di tutti i manga in un giorno di vacanze estive? Nient'altro che guai, ovviamente: tra rivelazioni sconcertanti, attentati malcostruiti e Aizen infradiciati, tutti gli arrancar dell'Hueco Mundo si troveranno loro malgrado immersi in un mare, sì, ma di problemi.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arrancar, Espada, Gin Ichimaru, Sosuke Aizen, Tousen Kaname
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È estate, e per tutti questo vuol dire mare.

Vabbeh, non per in Quincy che pianificano un attacco alla Soul Society immersi nell'afa calda, e con quei completi è un tormento, ma quest'anno il gruppo di Arrancar più sgangherato dell'Hueco Mundo ha ottenuto il permesso di andare in spiaggia dal loro capo logg beneamato re, beneamato ovviamente solo da quando ha detto di sì (eccetto che per Tia e per Ulquiorra che hanno il suo poster in camera ma sorvoliamo).

Il motivo del suo assenso?

-Questo posto d'estate fa schifo.-.

In effetti, un deserto a giugno non è esattamente un posto fresco e ventilato, e anche Aizen ha reputato conveniente un giorno di relax.

Ma domani tutti di nuovo al lavoro, sia ben chiaro!

Ai dieci Espada questo interessa poco o niente, tutti hanno i loro buoni motivi per andare in spiaggia anche solo per un giorno, molti dei quali ben lungi dal nuotare...

-Yeah!- Nnoitra, che sfoggia un costume bianco coi teschi, guarda soddisfatto la distesa d'acqua davanti a lui, braccia incrociate e ghigno spavaldo.

Le onde, la schiuma, i pesci, le ragazze in costume, gli fanno venire in mente una cosa sola.

“Uccidere Tia!”.

C'è solo un unico grande ostacolo tra lui e il mare dove ha deciso di appostarsi.

È alla fine della passerella, ma ci sono venti metri di sabbia cocente davanti a lui.

“Non ho scelta, devo correre! Questo e altro per dimostrare a quella tettona mitomane il posto che le spetta, ovvero sotto i miei piedi!”.

Così muove il primo passo sulla sabbia, ma il piede si ferma più in alto su qualcosa di grosso.

Nnoitra abbassa la testa e il suo sogghigno diventa una smorfia infastidita.

-Tesla, che cacchio stai facendo?-.

Tesla Lindocruz, la sua unica Fraccion nonché suo fanboy sfegatato, è disteso a pancia ingiù sulla sabbia, con il piede di Nnoitra che gli preme sulla schiena.

-Non posso permettere che lei si scotti, nobile Nnoitra!-.

-Gentile da parte tua, ma come pensi di arrivare fino in fondo? E poi non vorrei dire ma il tuo viso sta bruciando...-.

-Non è niente, lord Nnoitra, inoltre io...-.

-Kukuku...- Una viscida risata alle spalle della Quinta Espada lo fa trasalire.

-Tutte qui le tue risorse, Nnoitra?- Szayel Aporro si affianca a Nnoitra, rivolgendogli un sorriso malevolo.

-Aporro, testa di zucchero filato, che minchia stai dicendo?-.

Aporro continua a sogghignare e alza il piede; prima di metterlo sulla sabbia, però, schiocca le dita, e da sottoterra spuntano le sue Fraccion che si dispongono l'una davanti all'altra creando una passerella fino alla riva.

-Kukuku! Vedi, Nnoitra, un cucchiaio senza cervello come te è destinato a soffrire, mentre un brillante genio quale è il sottoscritto risolve qualsiasi tipo di problema con la scienza!-.

-E tu questa la chiami scienza??? E poi come ti permetti di insultarmi, uccello bucato???-.

Nnoitra, imbestialito, gli punta contro la falce, ma la voce di Aizen lo ferma.

-Davvero patetici, usare le vostre Fraccion per delle sciocchezze simili!-.

Nnoitra e Aporro, entrambi malvolentieri, si inchinano davanti allo Shinigami, che vestito elegantemente come al suo solito si mette in mezzo a loro.

-Un essere divino come me non ha paura di bruciarsi un po' i piedi: osservate e prendete esempio!-.

Aizen muove un piede ma anche lui se lo trova sopra a qualcosa.

Abbassa lo sguardo insieme agli altri due, i quali per poco non scoppiano a ridere.

-Ulquiorra, che cosa fai?- Chiede Aizen dopo un silenzio imbarazzato.

La Cuarta Espada, che nemmeno per l'occasione si è tolta la divisa, fissa il cielo con il suo solito sguardo apatico, immobile come un cadavere, mentre il piede di Aizen gli preme sulla pancia.

-Non è necessario che si abbassi a calpestare la sabbia, Sua eccellenza Lord Aizen.- Dice calmo.

-...Capisco, ma non hai caldo?-.

Il viso di Ulquiorra è rosso come un pomodoro e fuma, ma lui non si scompone minimamente.

-Il calore non mi ferisce fintano che Lei mi copre con la Sua magnificenza.-.

Nnoitra e Aporro si sganasciano dalle risate, mentre Aizen è sempre più scuro in volto.

-Allora spiegami come vorresti fammi arrivare a riva...-.

-Mi fa piacere che me l'abbia chiesto.-.

Ulquiorra inizia a rotolare a grande velocità verso il mare, e Aizen non fa in tempo a ritrarre il piede che si trova sopra di lui a sgambare in avanti per non cadere.

Persino lui, in quella situazione, non può fare a meno di sgranare gli occhi e gridare.

-Fermo! Ulquiorra, fermati!-.

-Come desidera.- Ulquiorra si ferma di colpo, ma Aizen no: l'ex capitano vola via per diversi metri e finisce in acqua con un gran tonfo, galleggiando inerme in una chiazza di tessuto bianco.

-Ahahahah!!!- Nnoitra e Aporro sono troppo presi dal ridere per accorgersi di essersi messi sopra Tesla per vedere meglio la scena, e non lo sentono mugugnare: -Lord Ulquiorra ha avuto la mia stessa idea...-.

Solo quando parte anche lui, e i due si ritrovano abbracciati l'uno all'altro con il mare che viene pericolosamente incontro, si rendono conto della situazione.

-Tesla, idiota, fermati!!!- Urla Nnoitra.

-Sissignore.- Tesla si ferma esattamente di fianco a Ulquiorra, e anche i due Arrancar volano via.

-Ah!- Aizen riemerge dall'acqua bagnato fradicio e con i vestiti appiccicati al corpo, e fa appena in tempo a scostare i capelli che gli sono caduti in faccia per vederseli arrivare addosso.

-Oh, n...-.

TUNF SPLASH

Tesla e Ulquiorra, intanto, sono testa contro testa e guardano il sole imperturbabili, nonostante i loro vestiti inizino a prendere fuoco.

-I miei complimenti per il tuffo, Lord Nnoitra.- Dice Tesla.

Poi le Fracciones di Aporro li calpestano e si tuffano in acqua per recuperare il padrone, ovviamente travolgendolo, lasciando i due arrancar immobili sulla sabbia pieni di segni di piedi e di ustioni, ma ancora silenziosi.




Gin intanto si era sdraiato su una brandina e, munito di binocolo, si era dedicato a quello che è il vero senso delle giornate in spiaggia: sbirciare le ragazze in bikini.

Le vide correre tra le increspature del mare, lanciandosi schizzi e gridolini, buttandosi le une sulle altre in un meraviglioso spettacolo di tette su tette su tette su altre tette ancora; per qualche secondo la sua attenzione fu distratta da un esplosione di reishi vicino alla riva che sollevò una colonna gialla fino al cielo, poi però individuò un gruppo di shinigami della Soul Society, e tra queste scorse l'unica ragazza che gli interessava davvero, quella dai lunghi capelli color miele e dalla caratteristica nona di seno, che se ne stava un po' in disparte a guardare le altre divertirsi; a un certo punto si voltò verso di Gin, non lo vide ovviamente, ma questo bastò a farlo eccitare.

-Ah, Matsumoto...-.

Improvvisamente però la sua visuale fu oscurata da qualcosa; abbassò il binocolo e vide che si trattava di un inzuppato e (chissà come) bruciato Aporro che si trascinava dalla riva verso di lui.

Che simpatico quell'Espada, e anche molto propositivo se si era fatto il bagno in divisa!

-Ohi, Aporro, come va?-.

Aporro mugugnò qualcosa che era meglio non tradurre.

-Che ti è successo?-.

-Nnoitra.-.

-E le tue fraccion?-.

-Le ho mangiate.-.

Mentre Gin sghignazzava l'Octava gli si avvicinò e gli rubò il binocolo.

-Ma dai? Non sapevo che in fondo eri un pervertito!-.

Il rosato abbassò il binocolo, tossicchiando.

-Si sbaglia, se posso permettermi l'unico pervertito è lei; insomma, basta guardare come sono ridotti i suoi occhi.-.

-Ehi!- Protestò Gin: -Guarda che io sono così fin dalla nascita, da quando ho visto per la prima volta le bocce di mia m... ehm... semmai è Tosen quello che ha esagerato! Ma comunque che stai facendo?-.

Aporro trasse un profondo respiro, si mise una mano al cuore e rispose entusiasta: -Sto studiando una rara forma di vita presente solo in determinati periodi dell'anno, durante i quali la temperatura media si innalza di una decina di gradi, in determinati luoghi del mondo, nei quali le terre emerse confinano con quella distesa conosciuta come Talassa, una specie che sovrabbonda solo a queste condizioni, caratterizzata dall'innalzamento nel di lei corpo di ormoni, di melanina e del tasso di sudore rispetto alla media annua, oltre che un'apparente maggiore sensualità corporale, comprovando alla sua corrispondente maschile una proporzionale tendenza all'eccitazione!-.

-...in pratica sbirci le ragazze in costume.-.

Aporro guardò Gin stralunato.

-Cielo, no! Le sto studiando! Ha idea di come il corpo di una donna pubere sia soggetto a variazioni nel corso dell'estate? Le curve si gonfiano, le vitamine scarseggiano, il metabolismo si accelera... oh, che esemplari magnifici! Quanto vorrei imbottigliarle tutte in una provetta!!!-.

-Tu sei malato... Diglielo anche tu, Zommari... uh? Ehi, ma che fine hai fatto?- Zommari, infatti, all'inizio si era sdraiato vicino a Gin, solo che ora era sparito.

Gin si guardò intorno alla ricerca della Séptima Espada, quando lo sentì.

-Coccobellococcoooo! Gnamgnamgnam coccobellooooo!!!-.

-Zommari! Ma che stai facendo?-.

Eccolo lì, in camicia hawaiana, con in testa un panama e in mano un secchiello; l'Espada lo guardò stupito, poi guardò sé stesso e sussultò.

-Oh, mi zcuzi, deformazione profezzionale!-.

Gin sospirò, fissò lui, poi Aporro che aveva ripreso a guardare col cannocchiale facendo innalzare qualcos'altro oltre al tasso di sudorazione medio, e pensò che solo a lui potevano capitare tipi così senza speranze.

Fortunatamente aveva un binocolo di riserva.




Qualche fila di ombrelloni più indietro, Yammi, in un paio di boxer a misura di Hulk, stava camminando tenendo al guinzaglio il suo cucciolo.

Anzi, i suoi due cuccioli.

-Cane di merda, ti avevo detto di startene a casa! Non vedi che ho già quest'altro qui a cui badare?- E diede uno strattone al guinzaglio dell'altro, che gemette.

-Arf!-.

-Ti ho detto di no! Su, sparisci, fatti un giro!- E, incredibilmente, quello lo ascoltò e se ne andò.

Yammi ansimò, si guardò intorno, vide quattro ombrelloni ammassati l'uno sull'altro e capì che sotto doveva esserci Aaroniero; e infatti lo trovò subito, seduto sulla sdraio, ricoperto di strati di crema solare che gli appannavano la boccia mente si faceva le parole crociate.

-Ohi, Aaroniero, me la tieni d'occhio per un po'? Io me ne vado a mangiare!-.

La Novena Espada lo guardò con le due teste, facendolo rabbrividire, ed entrambe annuirono.

-Va bene, ma prendi qualche Hollow da portar via, anch'io ho un languorino.- Disse la testa sopra.

-Prendine due, prendine due!- Gridò l'altra, quella con la voce maledettamente stridula.

Yammi si sturò le orecchie: -Sì, sì, certo, ci vediamo...-.

Legò la cagna ad uno degli ombrelloni e se ne andò.

-Ehm... scusi signor Yammi! Signor Yammi!- Orihime lo chiamò inutilmente, quindi si sedette sulla sabbia e incrociò le braccia davanti alle ginocchia.

Aaroniero non la guardava, sembrava non essersi nemmeno accorto di lei, così, dopo un po', provò a parlargli: -Ecco... salve, signor Espada...-.

L'arrancar la sentì e si voltò, sorridendole come solo due teschi raggrinziti come lui sapevano fare.

Orihime sobbalzò, abbassò il viso imbarazzata e tirò un lungo sospiro.

-Tsch!- Sentì qualcuno dire di fianco a lei; alzò la testa e vide che si trattava di Barragan che, tutto tremolante sul bastone, sfoggiava un costume monopezzo che grazie al cielo gli copriva il fisico.

-Che razza di svergognata! Ai miei tempi le ragazze non andavano in giro conciate così!-.

Non sapeva se si riferiva al costume a due pezzi color arancio, che in effetti le andava un po' stretto, o al collare, ma Orihime non voleva che si facesse un'idea sbagliata di lei.

-Signor Barragan, guardi che io...-.

-Ai miei tempi- Riprese lui: -l'unico abito vistoso che avevano l'ardire di indossare erano i pantaloni con la zappa! E invece adesso... sembrano delle cortigiane, sembrano... e sempre attaccate ai loro aggeggi telefonici senza filo... ma dove andremo a finire? Bah!- E, zoppicando e massaggiandosi la schiena, si allontanò, brontolando com'era arrivato.

La povera Inoue, rannicchiata su sé stessa, ripensò a quando quella mattina Ulquiorra era entrato nella sua cella e le aveva chiesto di andare in spiaggia con loro, e lei al solo pensarlo era scoppiata dalla gioia: certo non se l'era immaginata così la vacanza...




CIACK CIACK CIACK

Apacci, Mila Rose e Sun-Sun, vestite con tre costumi che avrebbero fatto arrossire persino Ulquiorra (comunque in quel momento non si sarebbe notata la differenza, in quel poco che gli rimaneva della faccia), le prime due in bikini uno bianco e l'altro tigrato, e la terza in un monopezzo rosa, sguazzavano in una secca distante una decina di metri dalla riva, schizzandosi e tirandosi addosso sabbia, conchiglie, granchi e meduse, nonché qualche squalo passeggero.

-Ahah! Smettila di bagnarmi!- Dicevano.

Crepa! Crepa crepa crepa!!!” Pensavano.

Ad un certo punto, con la scusa di “divertirsi di più”, Apacci saltò addosso a Sun-Sun spingendola sott'acqua, e sempre ridendo cercava di annegarla; contemporaneamente, dietro di lei, Mila Rose si avvicinava minacciosa con in mano un'aragosta grande quanto la sua testa, che si preparava a lanciare contro la Fraccion.

All'ultima, però, si fermarono.

-Certo che è strano.- Commentò Mila: -A questo punto Harribel-sama di solito ci ferma.-.

-È vero.- Convenne Apacci: -E poi, dov'è finita?-.

Sun riemerse e, senza nemmeno riprendere fiato, commentò: -Mi pare fosse laggiù...-.

E infatti la videro mente, chinata in avanti, dava loro le spalle e sembrava essere concentrata su qualcosa.

Le si avvicinarono incuriosite e la scossero per una spalla.

-Harribel-sama, cosa sta facendo?-.

L'Espada trasalì e si rialzò di scatto.

-Nulla, nulla...-.

Non le guardava, ma tutte e tre notarono una punta di imbarazzo nella sua voce; molto strano, dato che di solito Tia era fredda e silenziosa.

Apacci comunque era troppo impegnata a fissare il costume blu scuro della padrona per riprendere: incredibile come le sue poppe sembravano scalciare via il pezzo sopra, e anche quello sotto aveva qualche difficoltà a rimanere fermo...

-Che cosa stava guardando?- Sun-Sun si abbassò, ma Tia si piazzò davanti a lei.

-Proprio niente!- Urlò, spalancando le braccia; metà viso era nascosto da una cuffia bucata che le copriva la bocca, ma le sue guance erano visibilmente scarlatte.

Le Tres Bestias sgranarono gli occhi incredule.

Poi in mezzo alle gambe della Tercera sgusciò fuori un pesce che nuotò via sotto gli sguardi basiti delle quattro.

-Tia-sama...-.

-N-Non è niente... è solo che... solo che...- Distolse un poco gli occhi, arrossendo sempre di più: -Mi piacciono molto i pesci...-.

Le tre spalancarono le mascelle fin sott'acqua.

Harribel è una dandere! Con i pesci! È una dandere con i pesci!!!”.

Poco lontano, un redivivo e malconcio Nnoitra le spiava sogghignando, preparandosi a colpire; dietro la schiena malcelava il falcione, che gli spuntava da sopra la testa.

-Ehi, Tia, hai visto che bel pesciolino che c'è qui?-.

Tia alzò il capo e lo guardò con due occhioni speranzosi che Nnoitra non avrebbe mai pensato di vederle in volto nemmeno nelle sue più fervide fantasie (ed erano parecchie).

-Dove?-.

-Proprio qui!-.

Ora, Tia era una donna intelligente, ma i pesci erano evidentemente il suo punto debole; così superò le Fracciones, ancora sotto shock, e corse verso Nnoitra, che allargò il finto sorriso; quando le fu a portata di tiro, brandì la falce e mirò alla testa, senonché...

SPLASH
-Pff!- Nnoitra sputò l'acqua che gli era finita in bocca, cercando di capire com'era caduto.

La risposta gli apparve lampante.

-Tesla! Perché mi sei balzato addosso???-.

-Mi scusi, Lord Nnoitra.- Disse quello rialzandosi: -Ma vede cosa c'è lì?-.

Nnoitra seguì il suo dito e vide un coso marrone galleggiare a pelo dell'acqua.

-Quello è un Pesce Spirito-Roccia, un raro animale della Soul Beach; le sue spine sono molto velenose, e lei stava per calpestarlo inavvertitamente quando stava per colpire Lady Tia.-.

Nnoitra digrignò i denti: -Il fatto che io abbia lo Hierro più potente tra gli Espada ti dice niente???-.

Tesla ebbe un soprassalto.

-Mi perdoni, ho agito d'istinto e...-.

-Fatti ammazzare!!!- Gli balzò addosso e cominciò a stritolarlo, senza che quello reagisse; smise solo quando vide Tia che, accucciata, aveva preso in mano il pesce e lo guardava con due occhioni e un rossore alle guance che sembrava Nel davanti a un dolce.

Sì, ma di quelli erotici.

-Oh, che carino, devi sentirti solo, povero piccino...- E si allargò la parte sopra del costume per poi metterselo lì dentro.

Nnoitra mollò Tesla, che cadde in acqua a peso morto, fissando a bocca aperta la donna.

Tia abbassò il volto impacciata, stringendosi le spalle e, per qualche legge della fisica estiva, facendo sballonzare le tette.

-B-Beh, che c'è? N-Non capisco perché fai quella faccia, ecco...-.

Al ragazzo caddero le braccia.

Dandere...”.




WROOOOOOOOO

Grimmjow premette l'acceleratore, ridendo sguaiatamente; seduta dietro di lui, Lilynette gli urlò: -Non starai andando troppo veloce???-.

-Nah!- Rispose quello: -Notizie di Coyote???-.

Lilynette si voltò verso la schiuma del motore.

-Mmm... no, deve ancora svegliarsi!-.

Incredibile come il sonno di Stark riuscisse a sorprenderla ogni volta: gli avevano legato i piedi agli sci e le mani a una corda e se lo stavano trascinando dietro col motoscafo, eppure ancora russava.

Lily si sbilanciò in avanti, certo che stava bene cogli slip, gli vedeva tutti gli attributi...

Il rumore del motore era forte, e non udì Grimmjow sghignazzare malefico alle sue spalle; invece sentì benissimo il calcio che gli diede al sedere e che la fece cadere in avanti.

Le alternative erano due: finire maciullata dall'elica oppure aggrapparsi alla corda.

Optò per la seconda, tuttavia invece di appendersi e basta finì col correrci sopra, senza riuscire a fermarsi.

-ACCIIIIIDEEEEENTIIIII!!!!-.

Si scontrò contro Stark, che per poco non perse l'equilibrio e non cadde in acqua; ma poi, come faceva a stare dritto mentre dormiva? Mah!

Fatto sta che la Fraccion si sedette sulle sue spalle, cercando di non cadere e iniziando a tirare bestemmie contro Grimmjow.

Poi però si accorse di uno zaino che Stark aveva sulla schiena; doveva avercelo messo l'Espada quando l'aveva legato, chissà perché...

Vide che una cordicella penzolava da una tasca e, incuriosita, la tirò.

Ora, se avesse conosciuto meglio Grimmjow, non sarebbe stata tanto stupida da sfidare la sua insanità imprevedibilità nel fare scherzi. Ma non lo conosceva poi così bene, e prima di rendersene conto si ritrovò a penzolare appesa a una gamba del Primera, sospesa a qualche decina di metri da terra, a urlare a squarciagola controvento.

-UN PARACADUTE??? SUL SERIO???-.

Ma non era finita lì: vide che Grimmjow si era girato e teneva in mano un paio di forbici.

Se prima il ragazzo aveva avuto un paio di scrupoli sul continuare, vedere la faccia terrorizzata e supplicante di Lilynette non solo glieli spazzò via, ma si maledì per non essersi inventato di meglio!

Lilynette sbiancò.

No Grimmjow no!!!”.

Sì Grimmjow sì.

ZAK

Lilynette chiuse gli occhi e si strinse all'Arrancar, preparandosi a cadere; invece si rese conto di stare ancora volando.

Ma certo! Che stupida! Anche se non era più trainato, un paracadute non cadeva mica come una pera!
Così, un poco rincuorata, riaprì gli occhi.

Non l'avesse mai fatto.

Grimmjow la puntava con un lanciarazzi, ridendo malefico.

In effetti, si era inventato qualcosa di meglio.

Lilynette spalancò la bocca e per poco non mollò la presa, ormai troppo rassegnata per spaventarsi.

Solo non ci poteva credere.

BOOM

-AAAAAAAAAAAAAH!!!-.

SPLASH

La ragazzina riemerse sputando acqua salata, per qualche miracolo era relativamente incolume.

Di fianco a lei, Stark galleggiava a pelo dell'acqua ronfando ancor più di prima, anzi, si mise addirittura il pollice in bocca.

Lilynette guardò il motoscafo allontanarsi rapidamente di lei, udendo chiaramente le risa che la Sexta si stava facendo.

L'acqua intorno a lei iniziò a bollire.

-Grimmjow...-.

Grimmjow, intanto, sghignazzava senza accennare a smettere, pensando a cos'altro poteva escogitare. Ad un certo punto, però, un rumore alle sue spalle lo fece voltare.

-Eheheh! Eheh... eh?-.

Lilynette stava solcando le onde usando Coyote come tavola da surf e usando un Certo all'indietro come propulsore; l'occhio sembrava stare per schizzare via dall'orbita e sbraitava come avesse un bankai nel culo.

Che era quello che si sentiva Grimmjow in quel momento, mentre smetteva di sorridere.

-Oh.-.

BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM




Tosen alzò la testa.

-Cos'è stato?-.

Il suo superudito alla Daredevil aveva sentito un boato in lontananza, e così si volse verso il mare.

Non capì quale fosse la causa del rumore, ma intuì che era diventato l'ultimo dei suoi problemi.

-Aizen...sama?-.

Aizen, che dire bagnato era come dire che Yammy aveva problemi di autocontrollo, procedeva verso di lui con un'aura nera che lo circondava e la stessa aria di quando una volta aveva cercato di convertire Nnoitra al femminismo.

-Non dire niente.- Soffiò quello a denti stretti, con i capelli che gli coprivano gli occhi.

-Non guardarmi neanche. Anzi, come fai a guardarmi tu?-.

-La giustizia è la mia luce.-.

-Se è una luce che asciuga, la voglio anch'io. A proposito di fuoco, dov'è Wonderweiss?-.

-Sta giocando a Bleach [lol] Volley con le Fracciones di Grimmjow contro quelle di Barragan, anche se mi sembra che Edrad abbia dato fuoco al pallone e l'abbiano sostituito con Rudborn...-.

-Requisisci quel pallone e portamelo qui. Anzi, requisisci direttamente Edrad.-.

-Sa- Continuò l'altro, senza dar segno di averlo sentito (cosa impossibile): -Wonderweiss sta crescendo rapidamente, sono molto fiero di lui. Pensa che ieri ha detto la sua prima parola di senso compiuto.- disse asciugandosi una lacrima dagli occhi.

Aizen girò le pupille.

Oddio, ora ricomincia...”.

-E che ha detto, “papà”?-.

-No, “stronzo”.-.

Aizen sussultò.

-A Gin, che gli aveva fatto lo sgambetto.-.

-Ah, mi pareva...-.

-Gli ha pure addentato i giornali porno e fatto la pipì sulla piantina di “canapa”, come si ostinava a chiamarla. Bravo il mio ragazzo...-.

-Aha.- Annuì l'altro: -Scommetto che è la luce dei tuoi occhi, eh?-.

-Assolutamente sì, mi accompagna sempre al guinzaglio quando vado per strada!-.

Incredibile come il suo senso di giustizia si rifiutasse di accettare l'ironia in quanto forma di menzogna, e Aizen ancora non capiva se Tosen vedesse l'Arrancar come un figlio, un cane, o una bambola pedopornografica; ma no, il suo senso di giustizia gli avrebbe impedito di fare certe cose con un ragazzo di... uhm... qualche centinaio di anni sopra la maggiore età...

-Che c'è, perché mi guarda così?-.

-No, niente, lascia perdere... invece passami un asciugamano...-.

-Mi spiace, le Privation Espada se li sono presi tutti per farci una sua statua.-.

-Una mia statua? E non potevano usare la sabbia?-.

-Hanno detto che era troppo banale per una persona come lei.-.

-E chi ha avuto la brillante idea?-.

-Dordoni.-.

-Ma non mi dire...- Una volta tornati all'Hueco Mundo l'avrebbe fatto frustare da tutti gli Espada, con quegli asciugamani.

Aizen tirò un lungo respiro, poi ardì: -Senti, compramene uno da un vucumprà...-.

Se a un nero è concesso di impallidire, così fece Tosen in quel momento; fece il segno della croce, girò su sé stesso tre volte e sputò a terra.

Aizen guardò lo sputo alzando un sopracciglio.

-Sul serio?-.

-Capitano, ma cosa sta dicendo??? Questi... questi... questi aborri della natura importunano gli spiaggianti paganti per vendere loro merci difettose senza nemmeno una licenza regolare!!!-.

-Capisco il tuo punto di vista, ma sto tremando, Kaname.-.

-Una malattia nel nome della giustizia è più sana di un benessere nel male!-.

-Ma una bronchite nel nome della stupidità è peggio di tutte e due! E ancora peggio è un ricovero in nome di Aizen incazzato, quindi comprami questo maledetto asciugamano!!!-.

Tosen incrociò le braccia.

-Spiacente, capitano, non vedo nessun venditore in questa spiaggia.-.

Aizen fumava dalla rabbia, tanto che da lì a poco forse non avrebbe avuto più bisogno di un asciugamano.

-Allora leccalo, annusalo o marcarlo con l'urina, ma portamelo qui!!!-.

Tosen usò l'Enma Kōrogi su sé stesso.

-Argh!!!-.

Aizen si girò alla ricerca di un vucumprà, e ne individuò subito uno, di asciugamani tra l'altro.

Solo che...

-Zommari, avresti la cortesia di cosa diamine stai facendo?-.

-Uh? Azzidenti!- Zommari gettò a terra gli asciugamani.

-Perché ogni volda ghe mi didraggo finidde codì?-.

-Fosse solo quello...-.

-Vucumprà...- -Vucumprà...- -Vucumprà...-.

Altri cinque Zommari stavano girando per gli ombrelloni vendendo ognuno qualcosa di diverso.

-I miei Gemelos Sonido!-.

-Oh! Che bello questo!- Qualche fila più indietro Luppi ne fermò uno e iniziò a svaligiarlo di braccialetti e fermagli.

Tosen intanto ghignò soddisfatto, nonostante fosse ancora sotto la cupola, probabilmente il suo senso di giustizia se la godeva.

PAF

Aizen si mise una mano in faccia.

Perché gli idioti tutti a me? È tanto chiedere un aiuto decente io che voglio solo conquistare il mondo?”.

Poi la gente si chiedeva perché considerasse uno schifo quello attuale.




-Ghihihihih!-.

Silenziosa come un gatto, Loly alzò l'ascia sull'ignara Orihime, che le dava le spalle.

Questa volta la uccido questa stronza!!!”.

Dietro di lei, Menoly sbuffò.

Loly brandì l'accetta, sorrise, poi ghignò, poi ridacchiò, facendo sobbalzare Inoue.

Troppo tardi! Nemmeno un miracolo potrebbe salvarti!!!”.

Ma Grimmjow che si schiantava proprio sulla giovane hollow sì.

-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA PUM

Menoly sgranò l'occhio, notando la mano dell'amica contorcersi sotto il peso dell'Espada.

Poi scoppiò a ridere: -Ahahah! Sai cosa, ben ti sta! Così impari a non goderti la vacanza!!!-.

Orihime, intanto, si era rialzata e guardava perplessa i tre Arrancar, poi ebbe un sobbalzo.

-Menoly-san, attenta!-.

-Eh?- Menoly alzò la testa.

-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA PUM

Lilynette e Stark la colpirono in pieno.

Loly si levò lo svenuto e bruciacchiato Grimmjow di dosso e si rialzò in piedi, ridendo sguaiatamente.

-AHAHAH!!! CHI È CHE SI MERITA COSA???-.

In tutto questo Aaroniero era rimasto sdraiato e si limitava a fissarli, scocciato dal loro baccano.

Se almeno uno di loro fosse morto avrebbe potuto sgranocchiare qualcosa, ma niente, tutti ostinati a rimanere in vita!

Cambiò espressione solo quando vide un punto avvicinarsi minacciosamente dall'altro.

-Oh cazz...- Urlò qualcosa, poi si tuffò all'indietro ma si trovò sotto il sole e crollò essicato.

Loly smise di ridere, guardandolo confusa.

-Eh? Sbaglio o ha detto “motoscafo”?-.

Poi sentì un'ombra coprirla.

Quando Yammi tornò indietro con un paio di sandwich all'anima infernale che gli erano avanzati, si sorprese un poco a trovare un cratere fumante al posto dell'ombrellone; dopodiché raccolse un'esanime Orihime, fece dietrofront e addentò un altro panino.





Il bilancio di fine giornata fu il seguente: tredici arrancar in rianimazione per aver giocato a lanciare Cero al posto di palloni da pallavolo (tutto iniziato da una certa Fraccion che non aveva apprezzato l'essere sostituita con un “teschio di montone ambulante cagazombie”), altri cinque più un umana con gravi contusioni e scottature causate da precipitazioni meteoriche di motoscafi in fiamme, uno quasi morto per disidratazione, un altro per ustioni solari che l'avevano reso una pizza margherita al contrario, un terzo per indigestione di panini e anime, un altro ancora perché pestato da Nnoitra, Nnoitra stesso perché pestato da Tia quando l'aveva attaccata in bagno, uno shinigami pestato in circostanze analoghe ma con cause scatenanti leggermente differenti, un Espada arrestato dagli shinigami per vendita illecita e poi pestato perché nero (gli shinigami sono razzisti, d'altronde l'ultimo capitano di colore che hanno avuto si era rivelato un bastardo doppiogiochista), quattro arrancar donne vittime di punture di pesci velenosi nelle zone mammarie e riproduttive (e non si indagò oltre), uno shinigami che recuperati i sensi si era trovato con i polmoni strappati dal petto, un terzo shinigami che doveva sostituire i polmoni ormai compromessi dalla pneumonite usandone un paio “di riserva”, tre Privation sculacciati fino a rimanere scorticati, un altro che aveva avuto un diverbio con un certo cane-Fraccion sul legale possesso di un cerchiello per capelli di non lecita provenienza, diverbio era finito con un calcio in faccia al cane che aveva risposto morsicandogli i testicoli i quali, in antitesi con il suo aspetto, aveva ben sviluppati, e il solito Barragan che gli era presa l'artrite.

Insomma, l'unico a rientrare felice e ben ristorato dalla vacanza fu Szayel Aporro Grantz, il quale non solo ne uscì sano e salvo, ma si trovò con ben 38 nuovi soggetti su cui testare quelle che si ostinò a chiamare, anche nei mesi seguenti che furono per sempre ricordati come “La notte della Resurrecciónes viventi”, “normalissimi antibiotici già provati sulle mie Fracciones.”. Le quali, tra parentesi, rimasero nello scarico sotto forma di feci per tutta la settimana successiva.

   
 
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