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Autore: Cara93    05/06/2016    1 recensioni
Una sera, riguardando vecchi episodi di Merlin, ho deciso di buttare giù un'idea che mi frullava da un po' in testa. Un crossover con la serie tv La Spada della Verità. Uther è ancora vivo, Artù è combattuto fra le sue responsabilità e il suo amore per Gwen. Merlino è ancora costretto a nascondere la sua natura, mentre Morgana trama alle spalle del re. In questo conteso, una misteriosa donna giunge da un'altra dimensione: Kahlan Amnell. Che fin da subito, esercita una sorta di attrazione verso il principe di Camelot e il suo mago. Ha bisogno di aiuto. Lo riceverà?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Contesto generale/vago
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Artù camminava nervoso tutt'intorno il cortile del castello. Quella dannata donna! Dove diavolo è? Non potevano aspettarla tutta la mattina! Aveva detto di voler andare con loro e allora? Dov'era, maledizione?
-Merlino! Dove diavolo è quella donna?-ruggì alla volta del povero mago.
-Io non lo so, sire-era confuso. Non sapeva che dire. La Madre Depositaria aveva sorpreso anche lui.

Kahlan raggiunse il soldato nella radura. L'aveva aspettata. Sospirando, insieme si avviarono alla ricerca della Mord-Sith.

-Quella maledetta donna!- continuava a borbottare il principe, sempre irritato. Erano partiti in ritardo, dopo che Artù era giunto alla conclusione che quella pazza era partita da sola e questo avrebbe compromesso la spedizione. Infatti, più tardi si fossero avviati, più possibilità il mago o la creatura che cercava Lady Kahlan avrebbe avuto di ucciderla, considerato che con ogni probabilità, la ragazza gli stava andando incontro a braccia aperte. Non l'avrebbe mai ammesso, ma era preoccupato. Nonostante lo guardasse con disprezzo e non avesse la minima fiducia in lui, nonostante lo scontro che avevano avuto riguardo il suo rifiuto di portarla con loro, Artù non avrebbe potuto abbandonarla. Non era capace di abbandonare nessuno. Merlino, confuso e amareggiato, gli camminava al fianco. Accidenti, avrebbe almeno potuto avvisarlo! Erano amici, no?
-Merlino!-si sentì dire da un irritato Artù -guarda dove diavolo stai andando!-infatti, non fosse stato per il ferreo braccio del principe, che si era sporto dalla sua cavalcatura rischiando di cadere, il servitore sarebbe finito in una trappola, probabilmente lasciata da qualche cacciatore disattento.
-Io...grazie, sire-lo ringraziò, imbarazzato. Possibile che quella donna l'avesse destabilizzato a tal punto?
-Fermi!-ordinò, allora il biondo.
-Cosa c'è?-chiese, spazientito il mago. D'accordo, aveva rischiato grosso, ma non occorreva fermare tutti per questo.
-Lancillotto, voi avete mai visto una trappola del genere?-
In effetti, ora che guardava meglio, Merlino si accorse che i nodi che calibravano la trappola nascosta erano particolari. Non ne aveva mai visti di simili. Come non aveva mai visto il materiale che la componeva: il materiale delle funi era dello stesso colore delle foglie e resistente come quello del ferro, ma maneggievole.
-No, sire-rispose il Prode. Anche lui era sbalordito come Merlino e, come Merlino, malediva in silenzio la sorte che aveva fatto sì che la priora decidesse di partire senza di loro: sarebbe stato comodo sapere se quel materiale proveniva dalle Terre Centrali e cosa fosse.
-Galvano? Percifal?-chiese ancora il principe agli altri cavalieri che, come Lancillotto, avevano un'esperienza varia, dato il loro passato di soldati di ventura. Entrambi scossero il capo. Artù, allora, estrasse la spada. Con un colpo secco, questa si abbattè sulle funi, ma nulla: anzi, la lama rimbalzò, rischiando di far cadere il reale, che dopo il primo attimo di sbalordimento, si ribilanciò borbottando epiteti poco signorili. Merlino avrebbe riso, se la situazione fosse stata diversa. A cosa erano di fronte?

Kahlan camminava spedita, il soldato a fianco. Improvvisamente, sentì dei rumori: i cavalieri di Camelot, pensò. Dando istruzioni all'uomo, si nascose dietro un cespuglio. Ma non erano i cavalieri. Era Kara. Trattenne il respiro. Kara era lì, in tenuta da Mord-Sith completa, i capelli lunghi intrecciati come si confaceva alla sua gilda e come non portava mai, da quando la conosceva; la divisa rosso-sangue, aderente e chiusa al collo. Le due Agiel al fianco, lo sguardo freddo, morto. Capì in un lampo cosa doveva essere successo: Richard l'aveva rieducata, come aveva fatto Darken Rahl. Chissà come l'aveva fatto. Rabbrividì al solo pensiero. No, non doveva pensare a Richard come al suo Richard, ma ad un pazzo sanguinario. Sì, doveva prendere le distanze, solo così quell'incubo sarebbe finito. Ma come fare? Forse Merlino avrebbe potuto aiutarla. Ma ormai aveva deciso, non sarebbe tornata a Camelot. Ma forse, un modo c'era..

All'ordine del re, Uther Pendragon, le guardie si mossero. Avevano una missione: ritrovare Lady Kahlan e riportarla al castello, immediatamente.

Kara aveva capito che c'era qualcosa di strano in quel bosco. Sì, c'era qualcuno. Ma doveva far finta di nulla, se non voleva che l'osservatore scappasse. Si trovava lì su ordine del suo signore, Richard Rahl. Aveva giurato di obbedire a scapito della vita e quello avrebbe fatto, perchè, come ben sapeva, cercare una Depositaria, significava la morte. O con la possibilità di non rivedere le sue sorelle. A dire la verità, non le importava molto delle sue sorelle. Erano separate da tempo, da quando loro non erano molto convinte di Lord Rahl: aspettavano solo il ritorno del precedente, Darken. Peccato che ora si trovasse senza poteri, in una cella e lei e le altre Mord-Sith fossero state piegate. Le più intransigenti rieducate e utilizzate come esempio per le altre. Una cosa Kara non capiva: perchè Lord Rahl voleva uccidere a tutti i costi la Madre Depositaria? Era l'ultima della sua specie ed era finita in quel luogo fuori dalla loro dimensione, forse fuori dal loro tempo. Non era più una minaccia immediata. E allora? Un dolore alla testa la fece distogliere da questi pensieri: ciò che faceva Lord Rahl era giusto.

Elyan era stato costretto da Uther a guidare le guardie alla ricerca della sacerdotessa, non che ne avesse questa gran voglia. Tra i suoi compagni, lui e ser Leon erano gli unici che non sarebbero partiti per la spedizione: alla fine, Artù aveva deciso, su insistenza di Merlino, di lasciarlo a casa. Non voleva che Gwen perdesse in un sol colpo fratello e innamorato. Poteva capirlo, da una parte e dall'altra no: se il principe ragionava in quel modo, perchè diavolo nominarlo cavaliere? Certo, gli aveva salvato la vita ed era bravo con le armi, conosceva il rituale meglio di tutti gli altri, visto che aveva servito come scudiero tutta la vita, come si confaceva alla sua posizione sociale. Non chiedeva di più, eppure era stato orgoglioso della carica. Un pensiero orribile gli attraversò la mente: e se Artù l'avesse fatto per amore di Ginevra? Certo, se sua sorella avesse avuto una posizione sociale leggermente più elevata sarebbe stata meno scandalosa una loro unione... No, non poteva continuare a tormentarsi con certi pensieri: quando tutto sarebbe finito, avrebbe chiesto al diretto interessato.

Senza preavviso, la Mord-Sith si alzò e si diresse dove il soldato era nascosto. Rapida, un Agiel alla mano, lo infilò in direzione del petto dell'uomo che, al contatto della bacchetta, ululò di dolore. La donna premette più forte, finchè, con un gemito, morì.
- Madre Depositaria, so che sei qui. Affrontami, se sei così coraggiosa come si dice...-
Kahlan rimase impietrita. La sua amica non si ricordava di lei.

L'urlo del soldato raggiunse sia le guardie capitanate da Elyan, sia i cavalieri in missione. Con uno scatto, tutti si avviarono verso il suono della voce del disperato. Artù, senza curarsi di aggirare la trappola, ci cascò direttamente nel mezzo, attivando il meccanismo che, poco prima, aveva fatto evitare a Merlino. La prima fune gli colpì violentemente il mento, disorientandolo. La seconda attivò un meccanismo ancora più complesso: un ramo, sottile come una frusta, lo colpì da dietro, tra capo e collo, tramortendolo, mentre l'ultima corda, quella sospesa e che aveva cercato di tagliare, si mosse scoprendo un cappio largo che si andò ad annodare sulla caviglia del reale. L'albero non era alto e la corda non era lunghissima, perciò il principe si ritrovò semi-disteso in una posizione piuttosto scomoda, senza appigli per appoggiarsi. In più, Galvano e Merlino si erano già lanciati verso la voce. Solo Lancillotto e Percifal avevano assistito al suo "incidente". Non sapeva se imprecare contro la sua sorte o sospirare di sollievo: almeno nessuno l'avrebbe preso in giro.

Kahlan emerse dal suo nascondiglio. Ora che aveva modo di vederla bene, si accorse che Kara era diversa, più nodosa e magra, meno atletica. Di sicuro, solo la forza di volontà feroce della Mord-Sith la sosteneva. Le occhiaie scure che le solcavano il bellissimo volto e gli sciupati capelli biondi fecero capire alla Depositaria che la tortura doveva essere stata continuativa, lunga e finita da poco. Una gelida ondata di rabbia fredda nei confronti di Richard la investì. Perchè? Perchè aveva trattato Kara in modo così orribile? Kara, che aveva già sofferto abbastanza. Kara, che lui aveva promesso di non far soffrire più. Più ci pensava e più la rabbia fredda che covava si accumulava. In un lampo di consapevolezza, si chiese come sarebbe sfociata.

-Allora, Depositaria...vediamo cosa sai fare...- le disse Kara, sorridendo. Per lei, la Madre Depositaria era un'estranea. La scrutò a lungo, non un segno di riconoscimento negli occhi. Facendo roteare le Agiel, usando la corda di metallo che era attaccata ad un'estremità della bacchetta, unico espediente usato per dare un po' di sollievo alle Mord-Sith, cominciò a girare attorno alla bruna.
-Sai già cosa so fare, Kara- rispose la confessora.
-Come sai il mio nome?- era sospettosa e confusa. Cos'era quella donna? Una veggente, forse, oltre ad appartenere a quella disgustosa specie? Ecco, allora, spiegato l'interesse che nutriva Lord Rahl per quella donna e perchè la voleva morta. Sì, la voleva morta anche lei, ora.
-Kara, so il tuo nome perchè eri, sei mia amica-disse, sguainando i pugnali. Certo, Kahlan voleva convincere la Mord-Sith della sua buona fede, ma non era così idiota da non difendersi.
-Ahahahah, buona questa- rise sardonica, la biondissima Mord-Sith.
-Kara, ti sei ribellata a Darken Rahl e ti sei unita a Richard, a Zedd e a me per sconfiggere il Guardiano- continuò, seguendo i movimenti dell'altra, che continuava a girarle attorno, sempre roteando le Agiel.
-Stai mentendo. Lord Rahl ha sconfitto il Guardiano con l'aiuto di Lady Ravenna e di nessun altro. Io non ero neppure presente, ero con le mie sorelle, con il falso Rahl-
-Cosa...-stava per rispondere, ma l'attacco feroce della Mord-Sith non le diede modo di continuare. Era forte, molto forte, lo sapeva. Ed era determinata. Sapeva che Kara era la migliore e quindi la favorita di Darken Rahl, insieme a Denna. Riuscì a bloccare il colpo di una delle due Agiel con entrambi i pugnali, dando modo a Kara di colpirla con l'altra al fianco. Un'ingenuità, lo sapeva, ma non voleva rischiare di ferire Kara. Piuttosto, avrebbe sofferto lei. Un dolore acuto le attraversò il fianco, con una fitta infuocata tra le costole. Lanciò un urlo acuto, ma rimase in piedi. Chissà quante fitte del genere aveva dovuto sopportare la donna che aveva di fronte, durante la rieducazione di Richard. Il freddo della rabbia contrastò il fuoco dell'Agiel. Bastava poco, lo sapeva.

I cavalieri inviati da Uther arrivarono per primi alla radura e videro le due donne fronteggiarsi: una scena per loro surreale. Uno di loro sguainò la spada e si lanciò contro quella vestita di cremisi, la divisa che somigliava in modo inquietante ad un'armatura leggera. La bionda, con un movimento rapido, senza staccarsi dalla Depositaria, diede un colpo violento al collo dell'uomo con la sua arma fatale, uccidendolo all'istante. Gli altri uomini ammutolirono, poi, tutti assieme, attaccarono la Mord-Sith.

Kahlan non poteva sopportare che succedesse. Doveva salvare Kara, era tutta colpa di Richard, sono troppi, pensò contemporaneamente. Disperazione e rabbia si mescolarono, come aveva provato solo una volta, per salvare Richard proprio da Denna. Un fiotto diverso di calore la colpì tutta e lanciando un altro urlo, molto diverso stavolta, si gettò su uno dei soldati. Lo sfiorò solamente, ma era abbastanza.
-Muori- ordinò, senza emozione. E quello si accasciò su se stesso. Stessa sorte toccò al successivo. Era svuotata di tutto. Tutte le emozioni che provava e aveva provato erano state convogliate nel suo potere. Kahlan aveva risvegliato il Con-Dar, la Furia del Sangue. Ancora. E questa volta non ci sarebbe stato Richard a salvarla. Ma non le importava.

Galvano e Merlino sentirono prima un urlo di dolore, femminile, che li portò ad accelerare, poi un altro, agghiacciante. Nessuno dei due avrebbe voluto proseguire, ma era il loro dovere. E così fecero. Quando arrivarono alla radura, si trovarono davanti una scena che li fece impallidire: una decina di soldati si trovavano ai piedi di Lady Kahlan e della bionda statuaria che le stava vicino, morti. Solo Elyan era in piedi e, livido, attaccò, non la bionda, come si aspettavano, ma la confessora che, tranquillamente, lo prese per la gola. Contemporaneamente, la bionda, calò una delle bacchette che aveva tra le mani sul collo della Depositaria, che, distratta, le aveva dato la schiena. Contemporaneamente, Merlino pronunciò l'incantesimo più potente che conosceva, incurante di Galvano, che si allontanò da lui, quasi cadendo. Sia la Mord-Sith che la Depositaria vennero sbalzate lontano, Elyan crollò a terra come una bambola inerte, mentre Merlino si accasciava urlando dalle fitte dolorose che gli trafiggevano la testa. Aveva capito che il suo intervento aveva provocato qualcosa, ma non sapeva cosa. Più tardi, pensò, prima di crollare svenuto come le donne ed Elyan, non avere fretta, ragazzo: quello che avrebbe detto Gaius.

Il principe gemette, irritato dalla propria sfortuna. Aveva tratto in salvo quello stupido di Merlino per restare ingabbiato lui, il colmo! In più, i suoi due cavalieri sembravano completamente impotenti, infatti, non l'avevano ancora liberato. Mentre trafficavano con i nodi, che sembravano impossibili da sciogliere, Percifal avvertì qualcosa tra le foglie. Troppo lieve per essere una presenza, ma sapeva, sentiva che era qualcosa. Con un segnale, comunicò il tutto a Lancillotto, che si irrigidì, in ascolto, senza, però, distogliersi dal suo compito. Lo sentì anche lui e, anche lui, segnalò il fatto a Percifal. Quando il suono si fece più vicino al nerboruto cavaliere, Percifal sguainò la spada e lanciò una stoccata nella direzione del suono. Con sua sorpresa, la stoccata venne parata da qualcuno. Un omone con un'ascia si palesò davanti a loro: entrambi i cavalieri lo fronteggiarono, ma l'uomo, con voce profonda disse:-Se volete che liberi il vostro amico, visto che non siete in grado di farlo da soli, come vedo, abbasserei le lame-
-Chi siete?-domandò Lancillotto.
-Chase, un guardiacaccia-rispose, scrollando le spalle.
-Ehi, voi!- interloquì il biondo, interrompendo l'interrogatorio del Prode -io vorrei essere liberato!-
L'omone, vestito di cuoio, con un'ascia al fianco e una spada in un fodero sulla schiena, rise sguaiato, spianando le rughe che erano comparse sul suo viso eburneo.
-Cosa avete da ridere, bifolco! Io sono il principe di Camelot!- continuò Artù, tra l'arrabbiato e l'imbarazzato.
L'uomo rise ancora di più, mentre gli altri cavalieri cercavano di contenersi. Era una situazione assurda e paradossale, ma avevano un compito da portare a termine.
-Signore, Chase..-chiese Pecifal, la voce roca -potreste liberare il principe Artù dalla vostra trappola, per favore?- dopo pochi minuti, un indispettito Artù si ritrovò disteso a terra, senza troppe cerimonie, libero.
I due cavalieri, rassicurati dall'atteggiamento dell'omone, riposero le armi nel loro fodero.
-Cosa ci fate nel mio bosco?-chiese, brusco, Artù.
-Il vostro bosco?-domandò ironico, Chase.
-Sono il principe di Camelot, certo che è il mio bosco!- gli uomini lo scrutarono, poi cavalieri e guardiacaccia assieme scoppiarono a ridere di gusto, irritando il reale ancora di più che non aveva sentore di assomigliare ad un gallo arruffato e sdegnato. Appena si calmarono, l'omone chiese ai cavalieri perchè fossero lì, dopo aver spiegato loro di vivere di soppiatto nel bosco da settimane, ormai e di non aver mai visto alcun soldato aggirarsi da quelle parti. Percifal, che si sentiva stranamente a suo agio e loquace con l'enorme moro, spiegò in poche frasi la situazione. Chase impallidì; aveva capito. Stava per chiedere ai tre il permesso di unirsi a loro, quando uno strillo acuto squarciò l'aria. I quattro uomini si precipitarono verso il suono, quando, neppure a metà strada, sentirono un altro urlo. Chase rabbrividì. Sapeva cosa significava quell'urlo, l'aveva già sentito: la Furia del Sangue. Sperò che Kahlan stesse bene, ma, memore delle spiegazioni del vecchio mago del Primo Ordine, si avviò dietro i cavalieri con la morte nel cuore, senza speranza.


Nota:
Ho segnalato come contesto la 3a stagione, anche se Percifal ed Elyan non erano ancora comparsi tra i cavalieri di Artù in Merlin. Per ragioni di trama, ho reso Morgana più dipendente da Morgause di quanto fosse e più...influenzabile, a partire da questa contestualizzazione, la fedeltà alle stagioni successive di Merlin sarà quasi nulla.
Per quanto riguarda La Spada della Verità, ho reso Richard il cattivo, nonostante chi abbia seguito la serie, saprà che è l'eroe buono e puro e bla, bla, bla...non che Richard non mi piaccia...però volevo sperimentare qualcosa di diverso. In generale, la contestualizzazione di questa serie è un'ipotetica 3a stagione. Il racconto della Depositaria nel cap.3 "Le Terre Centrali", può più o meno, aiutare chi non ha seguito la serie tv, anche se è un riassunto veloce e all'osso il più possibile, non volendo dilungarmi troppo. Per eventuali domande o chiarimenti o anche solo commenti o suggerimenti potete contattarmi, risponderò più velocemente possibile.
P.S. La lunghezza dei capitoli è voluta: fissare a lungo uno schermo può essere stancante e anche capitoli troppo lunghi possono annoiare... detto questo cercherò di non rendere la storia infinita ;) 
   
 
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