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La musica era perfetta e la sala da ballo era magnifica. Il
vociare confuso degli ospiti, non impedì a Emma di restare ammaliata da quel
luogo.
Individuò subito i suoi genitori, le loro mani erano intrecciate e
l'amore che provano l'uno per l'altra era evidente anche a un osservatore poco
attento. In quel mondo alternativo, in
quella casa con i loro sudditi erano una stupenda coppia di reali ma lei li
aveva conosciuti in altre vesti. Erano due persone buone, determinate a
ottenere la giustizia e tanto altruisti. Avevano un grande cuore e se aveva ancora
qualche dubbio su di loro, fu spazzato via mentre li guardava. Aveva i genitori
migliori del mondo e non poteva chiedere di meglio.
Con il sorriso sulle labbra, spostò l'attenzione verso Kilian.
Aveva preso un bicchiere da un vassoio che una graziosa cameriera stava
servendo, sperò per lui che fosse il primo.
Si avvicinò in fretta da lui e mise la mano sul suo braccio.
«Swan» - la guardò Kilian - «sei bellissima».
«Merito del vestito»
«Ricordo bene un altro vestito rosso che ti stava d'incanto a un
ballo come questo, ma anche questo bianco ti sta benissimo».
Il suo sorriso insolente la fece sorridere. Pensava di trovarlo
arrabbiato per quello che aveva sentito in camera, invece sembrava il solito
impertinente che aveva imparato a conoscere.
Stava per dire che anche lui stava benissimo, ma fu interrotta
dall'altra Emma.
«Mia. Eddy. Voglio presentarvi mio marito».
Emma si girò verso di lei e guardò con sgomento chi aveva davanti.
«Lui è …»
«Bealfire» terminò al suo posto Killian
«Siete sposati?» chiese Emma ancora sotto shock.
«So cosa state pensando» - intervenne con un sorriso Bealfire - «il
nome di mio padre precede la sua fama. Ma io non ho niente a che fare con lui»
«Beal ha rotto i rapporti con il Signore Oscuro da tanto tempo» -
confermò l'altra Emma - «e adesso ha dedicato la sua vita al servizio del Regno».
«Ma no, tu e tuo padre …» iniziò Emma
«Siamo molto felice per voi» lo interruppe in fretta Kilian e poi
portandola via poco dopo.
Emma stava per protestare, ma Kilian la precedette.
«Qui le cose funzionano diversamente, se dici che conosci il
signore Oscuro potresti subito essere messa nelle segrete. In quest'altra vita,
a quanto pare Bealfire ha rotto i punti con lui».
«Nonostante i suoi difetti, Neal amava suo padre. Come può
essersene dimenticato?»
«Evidentemente ha scelto di chiudere ogni rapporto con lui per
sposare la donna che ama» - suggerì Kilian - «il tuo grande amore».
Emma sollevò gli occhi a quelle parole. E notò che mentre Kilian
lo diceva aveva una strana espressione.
«Quello che ha detto l'altra Emma …»
«Buonasera a tutti miei cari ospiti» - la interrompe la voce di
suo padre attirando l'attenzione di tutti - «adesso che anche il nostro amato
genero è con noi, voglio dichiarare l'inizio alle danze e fare un brindisi per
mia figlia e suo marito».
Tutti gli ospiti sollevarono i calici e ci fu uno scroscio di
applausi quando Emma baciò suo marito mentre i sovrani sorridevano loro.
Poi furono proprio Emma e suo marito a iniziare le danze e ben
presto anche i sovrani insieme con altri ospiti si unirono a quei balli.
Emma si spostò per permettere agli altri di passare e andare in
pista, e si accorse che Kilian non era più al suo fianco.
Si guardò intorno, ma in quella folla era difficile trovarlo. Notò
la porta del balcone aperta, e seguì quella direzione.
Camminare svelta con quel vestito era complicato, lo sollevò con
una mano e cominciò a correre quando si rese conto che Kilian era uscito nel
giardino.
«Kilian!» lo chiamò a voce alta. Avrebbe dovuto chiamarlo Eddy, lo
sapeva e così rischiava di rovinare la loro copertura ma in quel momento non le
importava. Voleva solo raggiungerlo.
L'aria fresca all'esterno le fece venire la pelle d'oca, ma non si
fermò. I rumori dietro di loro erano attutiti, ma non nascosti. Fuori c'era
silenzio e oscurità mentre all'interno c'erano luci e allegria.
«Non dovresti essere qui» - le disse Kilian - «manca poco allo
scadere delle due ore e tu dovresti essere dentro per salutarli prima di andare
via».
«Credo di aver visto quello che volevo vedere. Sono pronta a tornare»
Kilian annuì come se si aspettasse la sua risposta.
«Va bene, allora andiamo»
«Kilian …»
«Sarà meglio spostarci da qui» - la interruppe lui - «non vorrei
che qualche occhio curioso, ci vedesse».
«Dovremmo tornare nel punto, dove siamo arrivati?» chiese Emma
passandosi una mano sulle braccia infreddolite.
«Non serve. Dobbiamo solo aspettare» rispose Kilian togliendosi la
giacca e posandola sulle sue spalle.
Emma sospirò. Non le piaceva quell'atteggiamento che stava avendo
e aprì la bocca pronta a parlare, quando una luce li avvolse completamente. Improvvisamente
il giardino sparì e si ritrovarono di nuovo nel porto di Storybrooke accanto
alla panchina.
«Forse dovremmo parlare, non credi?» domandò Emma. Il suo vestito
era sparito, aveva di nuovo gli stessi vestiti che aveva quando era partita e
con i quali si sentiva decisamente più a suo agio.
«Non credo»
«Quello che pensi di aver sentito …»
«Scusa Swan, cosa non ti è chiaro della parola no?».
«Scusa Swan, cosa non ti è chiaro della parola no?».
«Voglio solo …».
«Devo sbrigare delle faccende» la interruppe Kilian e prima che
Emma avesse il tempo di dire qualcosa, stava già andando via.
«Stupido pirata!» brontolò Emma.
Non voleva ascoltarla? Bene. Avrebbe fatto in modo che lo
piacesse, che la cosa gli piacesse oppure no.