Cap.16 Mi piaci
Cato
ansimò, guardando dalla finestra la voragine sottostante e
si deterse la fronte sudata con la fronte.
<
Ancora non so come siamo sopravvissuti all'esplosione >
pensò.
"Ok,
se volete capire da che parte dobbiamo muoverci, dovete dirci
dov'è il Distretto 13" disse chinando il capo, teneva le
gambe leggermente piegate e la schiena curva.
"Siamo
riusciti a capire in che zona superficiale siamo, ma il Distretto non
è su nessuna mappa. Perché è da
lì che venite, no?" domandò al gruppetto di
rivoluzionari alle sue spalle. Si allontanò dalla finestra e
ne osservò un paio tremanti, altri due alle loro spalle
tenevano le mani sui calci delle pistole automantiche.
Katniss
ansimò, il fiato le mancava ancora e il fumo le pungeva le
narici, cenere aleggiava intorno all'edificio, entrando dalle fessure
dei muri, mischiandosi con la polvere. La giovane si
affacciò alla finestra del palazzo, osservando la voragine.
"Quasi
tutti i nostri sono morti per via delle bombe, ormai raggiungere quel
distretto è praticamente impossibile" disse uno dei
rivoluzionari.
"Dobbiamo
tornare sotto terra, se vogliamo avere una chance di arrivarci.
L'intera città è un dedalo di trappole, ormai
saranno scattate" disse un'altra.
"La
città si sta trasformando nei nuovi Hunger Games"
sussurrò con voce roca Katniss.
"E
sotto non è meglio, hanno appena tentato di farci esplodere"
ricordò Cato sarcastico.
"Qual
è il male minore?" domandò, voltandosi verso di
lei.
"Scegli
tu Katniss, io ti seguo". Aggiunse e si alzò un brusio di
voci dai rivoluzionari.
Katniss
raddrizzò la schiena, socchiuse gli occhi e strinse il pugno.
"Affronteremo
la città. Lì sotto si riempirà di
minacce ben peggiori. Dovranno far scappare la popolazione, faranno
girare delle mappe delle strade sicure. Dobbiamo procurarci quelle"
disse. Alzò il mentò, gonfiando il petto. Si
voltò guardando il gruppo di rivoluzionari che
rabbrividirono, guardandola illuminata dalla luce del sole che entrava
dalle finestre.
Cato
la osservò e sentì la bocca asciutta.
<
Emana vero ardore. E' la leader che può guidarci ed io la
seguirò ovunque, a qualsiasi costo.
Questa
è la guerra che ci serve e solo noi, i migliori combattenti
dell'Arena, possiamo affrontarla. Soltanto uniti trionferemo >
pensò, deglutendo.
"A
quelle possono pensarci quelli armati di pc, sarà meglio che
noi sorvegliamo questo posto con gli altri" formulò infine.
"Possono
triangolarci...". "Non abbiamo dei computer...". Iniziarono le
lamentele.
"Utilizzate
gli schermi che troverete in questa casa, come tutte le altre deve
poter ricevere le comunicazioni di Snow. E sbrigatevi. Certo che ci
troveranno, dobbiamo muoverci. Appena avremo qualcosa, abbandoneremo
questo posto... Chi resterà indietro, non potremo portarlo
con noi". La voce di Katniss si era abbassata all'ultima frase,
divenendo roca.
Cato
passò in mezzo ai mercenari, intenti a correre in direzioni
diverse. Raggiunse Katniss e le mise una mano sulla spalla.
"Ehy...
non è detto che lasceremo indietro qualcuno. Combattiamo per
loro in fondo, no?" chiese.
Katniss
lo guardò in viso ed annuì.
"Dobbiamo
controllare l'edificio" rispose.
<
Non so mai esattamente cosa dire, non sono fatta per i discorsi
> pensò.
"Andiamo"
le rispose Cato, annuendo. Iniziarono a esplorare il piano su cui si
trovavano.
C'erano
due stanze, una pareva un bagno. Raggiunse uno scaffale, la luce del
sole che entrava dalle finestre illuminava boccette di profumo e alcuni
contenitori di cosmetici.
"Qui
direi che non c'è nulla da temere" valutò il
biondo. Si girò verso la finestra e guardò
all'esterno.
"Nessuna
minaccia". Aggiunse.
Katniss
si raddrizzò la faretra e raggiunse un lavadino, guardandolo.
"Snow
sta facendo sgomberare i suoi stessi cittadini illustri. Non ha
rispetto per nessuno" ringhiò. Cato aprì uno
stipetto dei medicinali e guardò all'interno.
"Se
ne avesse avuto, ci saremmo incontrati in un tea party in centro, non
certo nell'Arena" rispose. Si mise in tasca alcune garze e una
fiaschetta con liquido rigenerante.
"Sta
usando i cittadini come deterrente, per sperare che i ribelli mitighino
la loro azione o, in caso, per farne dei martiri. Mi ci gioco tutto"
disse.
Katniss
aprì la finestra e si affacciò, appoggiandosi
contro lo stipite con il corpo, controllando la strada sottostante.
"Non
ci saremmo mai incontrati" ribatté con tono serio.
"Mi
sarebbe dispiaciuto" rispose Cato. Richiuse lo stipetto e si diresse
verso di lei.
"Vedi
qualcosa di interessante lì sotto?" domandò.
Katniss negò con il capo, si raddrizzò e si
voltò, trovandoselo davanti al viso.
"Mi
piaci" le disse Cato.
Katniss
si allontanò di scatto e si voltò, la sua lunga
treccia nera le ondeggiò dietro le spalle.
"Ci
conviene scendere" disse. < Ho sentito bene? > si chiese
mentalmente, mentre le aumentava il battito cardiaco.
Cato
prese un respiro, un profondo e guardò dalla finestra.
"Si,
ci conviene muoverci prima che lo faccia Snow" decretò. La
seguì fino alla porta della stanza.
"Non
lo ripeterò, ma nemmeno me lo rimangerò,
è quello che provo" disse Cato, proseguendo lungo il
corridoio. Raggiunse le scale ed iniziò a percorrerle.
Le
iridi grigie di Katniss ebbero un guizzo. La ragazza lo
guardò allontanarsi, sospirò e lo
seguì.
<
Al momento non posso permettermi nessun'emozione di questo tipo... devo
trovare mia sorella e sarebbe una distrazione >. Uscirono
dall'edificio, guardandosi intorno e si posizionarono vicino
all'entrata.
<
E poi non può piacermi, semplicemente non po'... l'amicizia
già era una concessione >. Si appoggiò
alla parete dell'edificio e strisciò, guardandosi intorno
con gli occhi socchiusi.
"Vedi
minacce?" chiese, il battito cardiaco accelerato.
Cato
le fece segno di premersi contro il muro, dei droni volanti solcavano
le strade.
"Sssh"
disse ed indicò un drone che stava passando nella strada
adiacente.
"Esci
solo sei sicura di centrarli al primo colpo, ok? Farsi vedere anche in
un solo fotogramma è troppo rischioso".