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Autore: SVDW    06/06/2016    5 recensioni
Siamo alla fine del terzo libro , immersi nel pancione di Mrs Grey e nel controllo di Mr Grey, ora alle prese con gravidanze, ormoni e biberon.
Riuscirá il loro passato, soprattutto quello di Christian, a non contagiare il suo futuro da papá?
L'amore platonico che lega Christian ed Ana diventa ogni giorno più saldo, indivisibile, forte, un amore che permette di tralasciare anche un passato difficile e un futuro pieno di punti interrogativi.
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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POV Anastasia La voragine in cui sto sprofondando mi trascina ogni giorno di più. Sono sei giorni che non vedo né sento Christian , e questa cosa mi sta distruggendo. Teddy lo percepisce perché ogni volta che piango in silenzio scalcia, come a dire "mamma io ci sono". Tutti i Grey cercano di tenermi impegnata con i vestitini per il bambino, con domande sulla gravidanza e dicendomi quanto siano orgogliosi di me e della mia forza. Ma io non sento niente. Ieri Grace ha raccontato tutto a Carrick ed ai figli, che alla fine hanno deciso di chiamare la polizia, così il detective Clark é venuto ad interrogarci. Ma io non sento niente. Sono un guscio vuoto, vivo solo in funzione della vita che porto dentro di me. Mangio solo il minimo indispensabile per il bambino, non faccio altro che piangere ed ormai di notte neanche dormo più. Mi metto nelle mani della polizia e non riesco neanche a chiedergli se hanno notizie o se stanno già seguendo qualche pista. Provo a chiamare Christian ogni dieci minuti. Nessuna risposta. Sawyer e Mrs Jones mi hanno portato una valigia con le mie cose a Bellevue, visto che i Grey non vogliono che io stia nella Big House da sola, ed io gliene sono grata. Grace ha insistito affinché chiamassi mia madre o Ray ma l'ho dissuasa con la scusa che tanti km di distanza li avrebbero solo fatti preoccupare troppo per me, ed almeno loro possono continuare con la loro vita di sempre. Non voglio sentire niente né ascoltare nessuno. Voglio stare sola, con mio figlio. Sola. Una paura costante mi attanaglia il cuore e mi fa chiudere in me stessa, a discapito di tutti gli altri che mi chiedono continuamente come sto o se preferisco una tisana o un caffè... Le mie giornate trascorrono tra un libro che faccio finta di leggere in giardino e una televisione che faccio finta di guardare in salotto. Me ne sto rannicchiata su una poltroncina della vecchia camera di Christian, che mi manca così tanto da farmi male ogni singolo muscolo, osso e nervo del corpo, e di notte incubi in cui me lo portano via mi bombardano l'inconscio, facendomi svegliare continuamente , sudata e urlando. < Ana, bambina mia , io non sopporto di vederti così e non so cosa posso fare al riguardo. Ho parlato con Elliot e Kate, ed entrambi pensano sia un'ottima idea che tu vada da loro stanotte, così potrai parlare un po' con la tua migliore amica e farle compagnia mentre Elliot sarà al lavoro. Che ne dici?> la voce di Grace é dolce e compassionevole anche se una nota triste la tradisce. Alzo lo sguardo e vedo le lacrime minacciare di scendere dagli angoli dei suoi compassionevoli occhi. Grace é perfetta, riesce sempre a calmarmi e consolarmi, ma nei suoi occhi vedo la paura così come la vedo nei miei. Annuisco e mi alzo, mentre la sento parlare al telefono con la polizia. Ancora. Tutti insistono perché veda la Dottoressa Greene, ma non ho bisogno di vedere nessuno, io lo so che il mio bambino sta bene. Me lo sento. Apro il cassettone in camera di Christian e prendo alcune T-Shirt ed alcune paia di pantaloncini, poi infilo le ciabatte che Taylor ha recuperato nella Big House e scendo di sotto; non ho voglia di indossare nessuno dei miei vestiti, mi sembrano troppo colorati o allegri, e poi questi hanno il suo odore, ed essendo molto più alto e muscoloso di me, i suoi vestiti mi stanno bene nonostante il pancione. Grace mi passa un braccio sulle spalle e mi accarezza il ventre, poi mi lascia tra le braccia di Carrick che mi stringe a sè. Mi dà un senso di protezione, conforto ed affetto, ed ora ne ho proprio bisogno. < Stai attenta e prenditi cura di te e del nostro bambino, e se abbiamo novità ti chiamiamo.> Mia mi abbraccia forte e mi lascia in mano ad Elliot, che mi prende a braccetto e mi accompagna in macchina, lasciando la mia valigia dietro e mettendosi alla guida. Mi guarda per un interminabile istante e poi mi attira verso di lui, tenendomi stretta al suo petto, accarezzandomi i capelli. Le mie lacrime impregnano la sua inamidata camicia, i miei singiozzi riecheggiano nell'abitacolo, la sua mano che serpeggia sul mio pancione, il mio Teddy che si muove incomodo, non so se per salutare lo zio o per calmare me. Poi si alza e mette in moto verso casa sua e di Kate, ed io scivolo di nuovo nel sonno. POV Christian Dove sono? Cos'è questo odore? Perché non posso muovermi? Ho sentito qualcuno rivolgersi a me chiamandomi Christian. E' questo il mio nome? Sento qualcosa stringermi sull'anulare. Una fede. Sono sposato? Dove sono? Mi fa male la testa. Buio. Tre giorni dopo: POV Anastasia Io e Teddy siamo tornati alla Big House, dove Mrs Jones, Taylor e Sawyer si occupano di me e della casa 24 ore al giorno, e gli uomini di Christian si occupano delle ricerche. Se prima chiedevo se ci fossero novità, seppur sporadicamente , ora ho smesso di farlo. Ma il mio Christian tornerà da me. Io lo so. Come sapevo che sarebbe arrivato quel giorno quando Jack mi aggredì. Il pensiero mi fa passare un brivido lungo la spina dorsale e mi fa portare le mani al pancione, come a controllare che il mio bambino ci sia ancora. Teddy ora é la mia unica costante, l'unica cosa certa nella mia vita. E poi c'é Jack, fottuto bastardo. Giorni fa passai davanti allo studio di Christian mentre era al telefono, ed ascoltai qualcosa che c'entrava col fatto che Jack potesse essere fuori, o in libertà vigilata, in realtà non ci ho capito molto, ma ora i tasselli prendono posto in un puzzle che mi sembra sempre più difficile da completare. Mi sento inutile mentre l'amore della mia vita potrebbe stare chissà dove o passare chissà cosa.. Mi sento vulnerabile ed esposta, nel mio letto, senza quel paio di braccia decise che fino a qualche giorno fa mi avvolgevano ogni notte, così prendo un cuscino ed una coperta e mi stendo sul divano in camera di Teddy, che sembra apprezzare perché all'improvviso si calma, smettendo di fare le capriole nella mia pancia. Forse è il suo modo per dirmi che sta bene malgrado tutto. Mi giro e rigiro per quanto mi sia concesso dal limitato spazio cercando di addormentarmi, ma gli incubi mi straziano ogni qualvolta io cerchi di chiudere gli occhi, ed immagini strane mi formicolano nel cervello, costringendomi a rimanere sveglia a fissare il soffitto, ma la voragine nel mio stomaco rimane in subbuglio. C'è un pensiero fisso che mi uccide, ossia che tra non molto é prevista la data del parto e l'unica cosa che veramente mi preoccupa é che Christian non riesca ad essere li con me, o che peggio, non conoscerà mai suo figlio. No. Mai. Non posso permettere che questo accada, non dopo tutto quello che questa gravidanza ha portato con sè. Mi alzo, torno in camera e mi infilo le scarpe ed una felpa, e scendo le scale più lentamente possibile, per non fare rumore, temendo che qualcuno possa svegliarsi ed accorgersi che non sono nel mio letto. Una volta scesa in salotto mi accorgo che Sawyer é addormentato sul divano, ancora in giacca e cravatta, così afferro le chiavi della macchina e scendo le scale che portano in garage, entro nella mia R8 ed esco dal vialetto con un rombo. Imbocco la superstrada senza una destinazione precisa, in cerca di un qualcosa di incognito, ma subito sento una fitta alle costole , palese conseguenza della mia agitazione, così mi fermo alla prima stazione di servizio che incontro. Faccio un respiro profondo per calmare i nervi e sussurro al mio pancione < non preoccuparti piccolo, la mamma é qui, e presto lo sarà anche papá, te lo prometto!>. In questi giorni non ho mai tentato di uscire a cercare Christian, ma non perché non lo volessi, ma perché ero costantemente controllata da qualche Grey, e questa é la prima vera occasione che ho di Temtare di portare a casa mio marito. Chiamatela coincidenza ma nel momento in cui ho pensato di fare quello che sto per fare, il mio bambino mi ha tirato un calcio, come se approvasse e come se anche lui come me abbia avuto un buon presentimento, come credesse che le ricerche di stanotte saranno prolifere. E poi é un lampo. Il mio occhio cade sul sedile del passeggero e noto un pezzetto di carta strappata da un foglio, con su scritto "1530 Seattle." La calligrafia sembra quella di un uomo, spezzata ma leggibile, e forse è proprio ciò di cui avevo bisogno . Un indizio. Un segnale. E se fosse l'indirizzo in cui si trova il mio Christian? Ma se davvero lo perché nè nessun altro ha controllato? Il bigliettino si trova nella mia macchina evidentemente perché l'altra R8 l'ha presa Christian qualche giorno fa.. Al diavolo! Mi fermo al 1530, in fondo ad una stradina buia e disabitata davanti all'unica casa che vedo. Si tratta più che mai di un rudere, con la massimo 3 o 4 stanze, una casetta di mattoni rovinati dagli anni e dalla pioggia, illuminata da un solo lampione che emana una luce fioca. Recupero le forze di cui ho bisogno e chiamo Taylor, che risponde al primo squillo < Taylor, ho fatto una cazzata, puoi venire per favore?> piagnucolo comunicandogli dove sono. Non so se una volta uscita avrò la forza per tornare a casa sulle mie gambe; sento Taylor che impreca e parte con un rombo. Mi avvicino piano alla porta, attraverso un sentiero di ciottoli ed erba folta, con passo felpato, quasi avessi paura che qualcuno possa sentirmi o peggio, allontanarmi da qui. Ho paura, una paura di quelle che ti terrorizza dentro, ma non importa. La mia vita senza Christian é decisamente peggio di questo. Sembra che tra tutti quanti io sia l'unica a rendersi conto di quello che veramente sta accadendo e nella testa mi rimbalzano un milione di domande: Jack non era in prigione? Come ha fatto a scambiare il suo regalo con quello di Grace? Grace sapeva già? Mi é sembrata quasi non sorpresa, come se pensasse che quello che stava succedendo fosse roba da niente.. O forse era solo sotto choc. Basta. Spingo la maniglia e la porta si apre scricchiolando tremendamente.
   
 
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