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Autore: Lafilledesfleurs96    06/06/2016    1 recensioni
Chanel Hemmings è la classica brava ragazza: bella, dolce ed ingenua, non fuma, non beve e non esce dai suoi canoni di figlia modello.
Harry Styles, suo fidanzato, è il suo perfetto opposto: il don giovanni di tutta la scuola, affascinante e carismatico, ma non abbastanza innamorato... o forse si?
Justin giocherebbe sporco pur di portarsi a letto Chanel, ma perchè tanto interesse attorno a una ragazza che non vuole saperne di lui?
Un mix di risate, gioie, dolori, delusioni, per una fanfiction un pò alternativa....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10 

CHANEL 

 

"Chanel per caso ricordi l'equazione chimica che rappresenta la reazione tra idrossido di sodio ed acido cloridrico per produrre cloruro di sodio?" mi domandò Marine con ancora il quaderno di chimica in mano

"Marine dopo l'ultima ora a stento ricordo il mio nome" risposi in maniera svogliata.

Non avevo capito granché della lezione di Mr. Cruise quel pomeriggio, niente di nuovo quindi visto e considerato che odiavo chimica e ogni materia avesse a che fare con calcoli e reazioni, infatti non capivo ancora come mi fossi fatta convincere da Marine a frequentare il suo stesso corso per il secondo anno di seguito. Marine invece era il mio opposto: lei odorava tutte le materie scientifiche e il suo grande sogno era quello di seguire le stesse orme di sua madre e di diventare dottoressa.

Stavamo raggiungendo Karen e Micheal per tornarcene a casa insieme visto che Luke come al solito aveva gli allenamenti quel pomeriggio. Quel giorno avevo visto mio fratello solo a pranzo insieme a Calum, ed era strano visto che non faceva altro che girarmi intorno, ma forse era ancora reduce della festa della sera prima, come me d'altronde. Dopo quel "quasi stupro" , non avrei mai più rimesso piede ad una festa in vita mia, a meno che non ci fosse stato Harry con me, l'unica persona con la quale sapevo che non mi sarebbe successo niente.

"Ehi Chanel!" la voce di Zayn mi distolse dai miei pensieri e quando mi voltai nella sua direzione, lo vidi venire verso di noi insieme a Louis

"Ciao" disse poi a Marine quando ci fu più vicino.

"Ehii" lo salutò lei con voce flebile stringendosi il quaderno che aveva tra le mani, al petto.

"Marine" disse Louis salutandola con un cenno del capo "Noi ci siamo già incontrati stamattina dolcezza" disse poi rivolto a me.

"Già e ti sei anche preso una bella ramanzina dalla Dixon" gli ricordai

"Intendi la scoppiata della tavola periodica?" mi domandò aggrottando la fronte

"Proprio lei" annuì ridendo

"Chanel io raggiungo Karen e Micheal all'entrata secondaria, ci vediamo lì d'accordo?" mi chiese Marine ad un certo punto, chiaramente a disagio per la presenza di Zayn.

"Si, tanto arrivo subito" affermai sorridendole

"Allora ciao ragazzi eh" li salutò educata.

Zayn rimase a fissarla finché la bionda non scomparii completamente dalla sua visuale "Lei è l'unica ragazza in tutta la scuola che non fa altro che evitarmi" ammise portandosi una sigaretta alla bocca e accendendola.

"Forse devi solo tagliarti questo ciuffo alla grease" lo prese in giro Louis come suo solito.

"Idiota ti aspetto al parcheggio, datti una mossa o ti lascio qui"

"Devo dire una cosa a Chanel e arrivo subito" gli spiegò

"Ciao bionda, fa la brava" mi salutò il moro facendomi l'occhiolino per poi dileguarsi anche lui.

"E' successo qualcosa ad Harry?" domandai preoccupata a Louis. Ovviamente il mio primo pensiero chi poteva essere?

"No, nulla di che dolcezza. Solo che quella grandissima testa di cazzo ha saltato tutti i test di questo semestre con la professoressa di matematica e quindi ora non ha voto nella sua materia. Visto che è stato sospeso, Mrs Adriens ha deciso di concedergli un altra possibilità e..." poi mise la mano nel suo zaino e cacciò un foglio con sopra degli esercizi "... se risolve queste equazioni esponenziali, passerà nella sua materia. Io però oggi non posso proprio andarci, ho un impegno con mio padre e Harry deve consegnarle entro domani, non è che potresti dargliele tu visto che più o meno abitate vicini?"

"Beh...ecco...." balbettai non sapendo proprio cosa rispondere.

Così su due piedi, quella richiesta mi aveva un po' spiazzata. L'idea di andare da Harry mi metteva un po' in soggezione, certo sarebbe stata anche una buona scusa per rivederlo, ma il dilemma era un altro: a lui avrebbe fatto piacere rivedere me?

"Allora?" mi spronò Louis

Dopo un primo momento di esitazione alla fine gli presi il foglio che aveva tra le mani e gli sorrisi "Se hai degli impegni.... posso anche andarci io, non c'è problema" affermai sicura.

"Grazie Chanel, sei un tesoro. Ci vediamo domani, okay?"

"D'accordo, a domani"dissi sventolando la mano per salutarlo poi voltò le spalle e fece per andarsene.

"Ah" disse girandosi di nuovo nella mia direzione e cominciando a camminare all'indietro "e se quell'idiota si comporta male, dimmelo che ci penso io" face ammiccando

A quelle parole non potei fare a meno di abbozzare un sorriso "Non preoccuparti" lo tranquillizzai prima che girasse l'angolo definitivamente.

Puntai lo sguardo sul foglio e sospirai: infondo dovevo solo darglielo e andarmene, cosa poteva succedere di male?

Senza altri indugi, misi il foglio nella borsa e mi diressi verso l'uscita secondaria dove mi stavano aspettando Marine e gli altri, e non appena li raggiunsi ci avviammo verso casa.

"Allora, cosa ti ha detto Louis?" mi domandò Marine.

"Mi... ha chiesto di portare i compiti a Harry"

"Perché lui era troppo impegnato e scoparsi qualche tipa?" domandò Karen sprezzante.

"Ha detto di avere un impegno col padre" spiegai facendo spallucce.

"E non poteva andarci Elvis Presley, o anche lui aveva un impegno con il 'padre' ?" domandò riferendosi a Zayn. Lei non si limitava solo ad odiare Harry, odiava anche il suo gruppo di amici.

"Per chiederlo a me significa che evidentemente anche lui aveva da fare"

"Certo come no" disse roteando gli occhi.

"Karen ti ricordo che se non fosse stato per loro due, non so che fine avrei fatto ieri sera"

"Perché, cos'è successo ieri sera?" domandò Micheal che era all'oscuro di tutto.

"Nulla Micheal, e che.... " Karen balbettò guardando me e Marine come per dirci di aiutarla con una scusa.

"Al ritorno non avevamo un passaggio e se non si fossero offerti loro, non sappiamo che fine avremmo fatto" si affrettò a dire Marine puntando gli occhi prima sulla mora e poi su di me, sperando che funzionasse.

"Potevate anche chiamare me" affermò il rosso. Ci aveva creduto per fortuna.

Di quello che era successo, oltre a Karen, non doveva sapere più niente nessuno, perché io stessa volevo solo dimenticare quanto accaduto.

"Oggi esco con Ashton" disse Marine cercando di cambiare argomento.

"Davvero?!" le domandai con gli angoli della bocca che arrivavano alle punte delle orecchie.

"Finalmente ti sei decisa!" affermò Karen anche lei entusiasta

"Non sapevo ti piacesse Ashton" disse Micheal che come al solito non sapeva di cosa stavamo parlando, si rincoglioniva per stare dietro ai nostri discorsi.

"Se, domani cugino. Comunque quando te l'ha chiesto?"

"Dove vi incontrate?" chiesi curiosa

"E cosa ti metti soprattutto?" domandò ancora Karen. Eravamo partite a raffica con le domande e volevamo sapere tutto nei minimi dettagli.

"Ehi calma, calma!" disse Marine ridendo

"Dai non tenerci sulle spine, spara" fece Karen impaziente.

"Me l'ha chiesto ieri. Non ve ne ho parlato prima perché non ero convinta di volerci uscire, ma alla fine mi sono decisa e ho accettato" disse facendo spallucce.

A quelle parole l'abbracciai fino a quasi stritolarla "Sono così felice per te Marine"

Da quando si era lasciata con Zayn, non era più voluta uscire con nessuno e il fatto che avesse accettato l'appuntamento con Ashton, significava che per lei doveva essere speciale.

"E poi Ashton è molto carino" disse Karen ammiccando

"Quando troverai anche tu un ragazzo così la smetterai di rompermi le scatole?!" gli domandò Micheal che aveva seguito tutto quello che avevamo detto.

"Io non la smetterò mai di romperti le scatole, anche quando avrò un ragazzo"

"E a proposito di ragazzo, quando ti deciderai di dare una chance a Calum non sarà mai troppo tardi" dissi lanciando una frecciatina alla mora

"Per favore risparmiami la predica su quel donnaiolo. Andiamo, lo hai visto oggi a pranzo, non ha fatto altro che parlare di quella Britney e del suo 'mappamondo' come lo chiama lui"

"Non è che sei solo gelosa?" domandò Micheal guardandola di sottecchi.

"Figurati, io gelosa di lui!?"

"Intanto io però non ricordavo nemmeno che la ragazza di cui stava parlando si chiamasse Britney " feci mettendo le braccia conserte

"Nemmeno io" affermò Marine

"Avete la memoria corta allora"

"Oppure tu sei gelosa" disse Micheal provocandola

"Micheal la pianti" fece diventando rossa per l'imbarazzo. A Calum, Karen piaceva non poco, e sapevo che sotto neanche lei gli era del tutto indifferente, anche se era abbastanza brava a non darlo a vedere.

Quando superammo anche il semaforo alla 21th Avenue mi fermai "Ragazze io per andare da Harry scendo qui, o altrimenti allungo troppo. Ci vediamo domani a scuola"

"Sei sicura di non volere compagnia?" mi domandò Marine

"Certo tranquilla" la rassicurai

"A domani dolcezza" mi salutò Micheal

"E se fa lo stronzo chiamami che vengo a riempirlo di calci" disse Karen in tono scherzoso, ma sapevo che ne sarebbe stata capace.

Dopo aver salutato i miei amici, scesi per Jefferson Street e da lì ci volevano giusto 5 minuti. Sentivo già l'ansia crescere man mano che mi avvicinavo alla casa, ma l'ultima volta che ci avevo messo piede risaliva a prima dell'estate. Inizialmente passavamo molto tempo a casa sua, mi aveva perfino fatto conoscere i suoi genitori, poi però lui non mi aveva più invitata e alla fine neanche io avevo insistito più di tanto, anche perché poi non volevo sembrare invadente. Anne oltre ad essere una donna bellissima, era anche una persona molto dolce, mi aveva sempre trattato come una di famiglia, mentre il padre l'avevo visto poche volte e non ci aveva scambiato più di un saluto, ma Harry mi aveva sempre detto che era un uomo severo.

Quando arrivai fuori casa di Harry, il cuore aumentò i battiti al solo pensiero che da lì a poco lo avrei rivisto. Certo non lo vedevo solo dalla sera prima, ma io non mi stancavo mai di lui, avevo sempre bisogno di rivederlo, di rivedere il suo sorriso che faceva sorridere anche me e di immergermi nei suoi occhi verdi, più profondi del mare blu. Mi feci coraggio e attraversai l'enorme spazio di giardino che c'era davanti alla casa dopodiché con il cuore che stava per esplodermi dal petto, bussai al campanello.

Certo chiamarla casa era riduttivo, perché quella era una vera e propria villa. Dentro aveva una moltitudine di stanze, e oltre al giardino esterno, ne aveva un altro alle spalle dove c'erano anche la piscina e l'idromassaggio, per non parlare del garage sotterraneo dove Harry aveva tutte le sue "bambine" come la chiamava lui. Il padre aveva una concessionaria di auto sportive mentre la madre lavorava come procuratore distrettuale, perciò tanto sfarzo non mi meravigliava, potevamo permettersi quello che volevano. Era già da alcuni minuti che avevo bussato ma nessuno mi aveva ancora aperto e dentro non si sentivano rumori né di passi, né di altro.

Forse Harry non era in casa.

Provai a bussare il campanello una seconda volta, ma proprio in quell'istante, una bellissima Mercedes bianca parcheggiò davanti al garage box. Quella macchina doveva appartenere al padre di Harry, anche perché lui odiava le macchine bianche, infatti quando vidi l'uomo sulla quarantina scendere dall'auto e avvicinarsi, andai in fottuto panico.

Aspettai che mi vedesse prima di parlare "S...salve signor Styles"lo salutai educatamente

Lui mi squadrò da capo a piedi "E tu chi saresti?"

"S..sono Chanel, non so se si ricorda, ma ci siamo già visti qualche tempo fà" provai a ricordargli

"Ah si, certo, sei l'amica di mio figlio. Harry non ti ha detto che è in punizione e che adesso non può vedere nessuno?" mi domandò in tono rigido.

In quel momento volevo morire "S..si, si, certo che me l'ha detto" sembravo una rincoglionita "Sono... sono solo venuta a portargli i compiti, poi vado via. Ho provato a bussare prima che arrivasse lei, ma non mi ha aperto nessuno" gli spiegai un po' impacciata, ma era difficile parlare con addosso il suo sguardo inquisitorio.

Lui a quel punto prese una chiave dal mazzo che aveva in mano e la infilò nel buco della serratura, aprendo la porta ed entrando. Io lo seguii imbarazzata, sembravo una completa tonta, e mi trovavo in difficoltà perché quelle poche volte che l'avevo visto con me c'erano Anne o Harry, invece adesso c'eravamo solo noi due e non sapevo come comportarmi.

Non appena entrai, mi guardai intorno e feci mente locale di quel posto. Non era cambiato molto dall'ultima volta che ci ero stata, a parte il tappeto persiano con cui si apriva l'ingresso. La casa si divideva con a destra la cucina e a sinistra il soggiorno, mentre al centro c'erano le scale di marmo che portavano al piano superiore ed è proprio lì davanti che mi fermai.

Rimasi li impalata, a fissare il padre di Harry che stava cercando non so che cosa nella scrivania in soggiorno, probabilmente cose di lavoro, poi dal taschino lo vidi cacciare una penna, scrisse qualcosa su un foglio e mise tutto in una cartellina nera. Sussultai quando alzò nuovamente lo sguardo verso di me e si avvicinò "Harry è al piano di sopra" mi informò col suo tono fermo prima di superarmi e uscire di nuovo dalla porta d'ingresso.

"Arriverd..." ma non finì di dirlo perché fui interrotta dal rumore della porta che sbatteva.

Che uomo dispotico, non mi meravigliava che Harry non andasse d'accordo con lui e ci litigasse continuamente. Non era una persona molto loquace e quei pochi minuti che ci aveva parlato mi era sembrato perfino infastidito. Anne era il suo opposto e non capivo proprio come avesse fato a sposare un uomo così insopportabile.

Scossi dalla testa quei pensieri e salii al piano di sopra, diretta verso la camera di Harry. Per fortuna mi ricordavo ancora quale fosse, così mi avvicinai e picchiettai la mano sulla porta un paio di volte.

"Harry" lo chiamai "Sei qui? Posso entrare?" domandai ma non ricevendo alcun risposta abbassai piano il manico della porta ed entrai. Il mio cuore perse un battito quando vidi Harry disteso per terra privo di sensi.

"Oh mio Dio, Harry!!"

 

 

 

SPAZIETTO AUTRICE 

Ehilà girls, come vi va la vita? Spero bene, mi fa parecchio piacere che più persone si sono prestate a darmi la loro opinione e spero col tempo possano aumentare perchè vi ripeto per noi autori e sempre bello leggere le vostre opinioni sulla storia, positive o negative che siano. Spero tanto che anche quest'altro capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo chappy, un bacio bellissime <3 <3   

 

 

   
 
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