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Autore: hodie    07/06/2016    3 recensioni
I Winchester sono una delle famiglie più apprezzate di tutta Lawrence. John è a capo di un'imponente agenzia automobilistica che gestisce insieme a suo fratello maggiore, Bobby, mentre insieme a sua moglie Mary - professoressa di filosofia del Liceo locale- è a capo di una famiglia composta da loro e da due meravigliosi figli: Sam e Dean. Sam, il più piccolo, è un semplice ragazzo che si distingue dal resto per la sua innata intelligenza, frequenta il secondo anno del college. Ha un debole per l'arte e per suo fratello, ma sono due passioni che nasconde da sempre. Dean, invece, è scappato di casa per girare il mondo da quando aveva sedici anni e non si è mai pentito della sua scelta. Vive con le stesse persone che conobbe al Liceo tredici anni fa, Castiel, Ruby e Samandriel ed ogni giorno lo vivono come se fosse l'ultimo, ed ogni due settimane viaggiano per una nuova destinazione, sempre diversa. Ma se un giorno decidessero di andare proprio a Lawrence, in Kansas? E se Dean volesse convincere Sam a far parte della sua insolita vita?
[ WINCEST ]
Genere: Avventura, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Ruby, Sam Winchester, Samandriel
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione
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Quella notte Sam non riuscì a chiudere occhio. Era troppo impegnato a riflettere a tutte le cose che erano successe, dal ritorno di Dean a tutte le parole che quest'ultimo disse, confondendo le sue idee. Ancora non realizzava che suo fratello era riuscito a fargli abbassare le difese, non avrebbe mai immaginato quanto le sue parole potessero spingerlo fino a questo punto. A dire il vero non gli aveva ancora dato una risposta concreta, ma di Dean sapeva poche cose, ed una di queste era che non accettava mai un no come risposta.

Erano passate le tre di notte da parecchi minuti e il più piccolo della famiglia si ritrovava con due ampie valigie - stracolme di roba - aperte ai piedi del letto, un armadio quasi vuoto e delle idee confuse.
Una parte di lui continuava a ripetersi che non poteva seguire la strada di suo fratello-- perchè diamine, quella strada non era fatta per lui. Sam doveva concludere al più presto gli studi, laurearsi con il massimo ed iniziare una brillante carriera da avvocato. Il divertimento, i viaggi, le nuove esperienze e il pericolo non erano fatte per lui.
Eppure, un'altra parte stava seriamente prendendo in considerazione l'idea di chiudere quelle dannate valigie e scappare via dalla sua opprimente vita. Come biasimarlo, dopo anni trascorsi a sentirsi già predestinato al proprio futuro? Era stanco di essere quello che gli altri volevano, solo che non riusciva a capire quello che lui voleva veramente.


In tutto questo, Sam si dimenticò di abbassare le persiane e la mattina seguente non riuscì a trattenersi dall'imprecare a bassa voce quando i raggi del sole lo colpirono in pieno viso, e istintivamente nascose la testa nel cuscino. Sentiva dei rumori provenire dal piano di sotto, che associò agli utensili della cucina, segno che tutti erano già svegli.
Sbuffò con fare teatrale mente si alzò dal letto, e dato che dormiva solo con i boxer si infilò una felpa piuttosto larga prima di scendere al piano di sotto. In cucina c'era Mary che era intenta a preparare dei pancakes mentre John, già in tenuta lavorativa, sedeva a tavola mentre sfoggiava con disappunto il giornale. John fu il primo ad accorgersi della sua presenza, e gli fece cenno di sedersi accanto a lui.
« Stavo quasi per preoccuparmi, Sam. Di solito a quest'ora sei già con la testa sui libri. »

« Sto bene, solo che non ho dormito granchè stanotte.. Sai, tra un po' inizia il periodo degli esami! » Disse Sam sorridendo sornione, cercando di essere credibile.
« Da quando ti preoccupi degli esami? » Osservò il padre, scrutanolo con aria confusa.
« Non sono preoccupato, sono solo un po' agitato. Sono importanti e ci tengo a raggiungere il massimo. » Mentì.
Il padre non sembrò soddisfatto della sua risposta, ma non andò oltre. Ad interrompere quella conversazione fu Mary che adagiò i due piatti di pancakes ricoperti dallo sciroppo d'acero, e dopo che quest'ultima si chinò verso il figlio per dirgli un bacio sulla tempia, iniziarono a discutere d'altro. Sam ne fu sollevato, anche se per tutto il tempo si domandava dove fosse andato suo fratello.


La risata di Ruby era l'unica cosa che si sentiva in quel bar, che era fin troppo silenzioso e monotono per i loro gusti. Si erano dati appuntamento tutti e quattro per fare colazione insieme e per discutere sulla prossima meta.
Facevano sempre così il giorno prima di affrontare un viaggio. Samandriel continuava ad imitare l'anziana cameriera del bar che gli aveva risposto a tono senza un apparente motivo, e Castiel lo assecondò nonostante di solito era il primo a difendere gli altri.

Dean era particolarmente felice, infatti non faceva altro che sorridere da quando era uscito di casa, e gli altri credevano che fosse dovuto al fatto che aveva rivisto la sua famiglia-- o molto probabilmente una sua vecchia fiamma.
« Tornando seri un attimo.. Che volo prendiamo per Saint-Tropez? E soprattutto, quanti posti devo prenotare? » Chiese Ruby mentre scorreva sul cellulare la homeoage degli orari dei voli Lawrence - Kansas City - Saint- Tropez. Alla seconda domanda il maggiore dei Winchester si sentì osservato e non appena alzò lo sguardo vide i tre guardarlo con aria curiosa. « Viaggiamo di notte, così domani mattina siamo già lì. E comunque prendine cinque, viene anche Sam. » Rispose con il suo solito tono calmo, mentre gli altri lo guardarono-- si vedeva che erano curiosi, Dean parlava sempre di suo fratello minore e non vedevano l'ora di poterlo conoscere.
Dopo aver stabilito l'orario e il punto di incontro si salutarono e le loro strade si divisero ancora-- non prima di assistere al modo in cui Samandriel fulminò con lo sguardo la signora dietro il bancone, ovviamente.




Sam cercava davvero di non pensarci, eppure si ritrovava a fissare la strada e il vialetto della casa da dietro la sua finestra, mentre si mangiucchiava nervosamente le unghie. Non stava assolutamente aspettando suo fratello maggiore, ci mancherebbe. Erano soltanto le quattro e mezza e non aveva ancora visto ombra di lentiggini ed occhi verdi. Gli venne in mente di inviargli un messaggio, ma subito realizzò che non aveva nemmeno il suo numero.

Il campanello suonò all'improvviso e lui scattò verso il piano inferiore, dirigendosi verso il corridoio per poi aprire il portone di casa, con un'espressione indecifrabile. Dall'altra parte, invece, Dean lo guardava con un sorriso strafottente sulle labbra mentre si faceva spazio ed entrava in casa, portando lo sguardo verso il suo fratellino.

« Ho visto le valigie, stamattina. Volevo svegliarti per portarti con me a fare colazione insieme ai miei amici, ma si vede che te li presenterò stasera. Ho preferito lasciarti riposare. Ah, si parte alle nove e mezza. »
Esclamò prima che l'altro potesse aprire bocca-- per fargli, molto probabilmente, una delle sue solite ramanzine.
« Io.. Cosa? Non ho intenzione di partire con te e degli sconosciuti. Ci ho ripensato. Non posso abbandonare mamma e papà, non sono te. » Rispose Sam accigliato, con aria sconvolta, mantenendo le distanze.
« Io credo che tu ne abbia davvero bisogno, invece. Sei sempre così nervoso, cazzo, cerca di rilassarti un po'. E non ho intenzione di rapirti; puoi decidere di tornare a casa quando vuoi. Sei grande abbastanza da capire le tue priorità-- prendila come una vacanza, mh? Una pausa. » Cercò di rassicurarlo il maggiore, evitando di soffermarsi sulla provocazione del minore.
« Una pausa? Sai quante ore di studio perderò per questa--pausa? E poi cosa dirò a mamma e papà? Dev--»
L'occhiataccia minacciosa che Dean gli rivolse lo zittì all'istante.
« Vedi? Sei perennemente agitato. Dovresti agire di più e pensare di meno. » Concluse il maggiore facendogli l'occhiolino, per poi allontanarsi da lui per precipitarsi nella sua stanza prima che l'altro potesse aggiungere qualcosa.



A cena Sam ebbe un deja-vu -- tanto per rimanere in tema, dato che molto probabilmente sarebbe partito per la Francia -- perchè mentre tutti mangiavano e parlavano con una certa tranquillità, lui stava letteralmente impazzendo perchè a distanza di ore non aveva ancora preso una decisione. Dean sembrò accorgersene all'istante, infatti spesso percepiva il suo sguardo a cui Sam non diede molta rilevanza.
Quando finirono di mangiare Dean disse tutto d'un fiato quello che stava assillando Sam, e non appena i loro genitori realizzarono che alludeva al fatto di portarsi il fratello minore con sè, non riuscirono a trattenersi.

« Cosa?! Dimenticatelo, Dean. Sam resta qui con noi, non farebbe mai una scelta così stupida. » Sputò con rabbia Mary, che stava cercando di trattenersi da quando lo aveva visto tornare a casa, nonostante gli mancasse.
« Tuo fratello sa benissimo chi è e cosa vuole diventare, a differenza tua. » Aggiunse John a seguito di un silenzio. Sam si limitava a guardare, non sapendo cosa dire, e rifilò un'occhiata disperata a Dean. Quest'ultimo gli rispose con un grande sorriso prima di rivolgersi ai suoi genitori.
« Lo porto con me solo per una settimana, poi torna qui. Non è mai stato all'estero e credo che dopo tutti questi anni di studio si meriti una piccola vacanza. Solo una settimana, e poi è in ottime mani! »
Insistette Dean, cercando di persuadere i genitori.
Quest'ultimi si allontanarono di qualche metro, discutendo a bassa voce tra di loro. Dopo qualche minuto -- di pura ansia, aggiungerebbe Sam -- si avvicinarono a loro e dopo un lungo sospiro John prese in mano la situazione.
« Una settimana, non di più. » Concluse rassegnato, mentre Sam lo guardava con la fronte corrugata.
Dopo una sfilza di raccomandazioni da parte di entrambi, Sam si precipitò verso di loro per ringraziarli e si ritrovò stretto in un abbraccio soffocante.



« È sempre così pieno di gente a quest'ora? » Chiese Sam, mentre si guardava attorno con aria curiosa. Aveva preso l'aereo solo due volte, una volta quando aveva dodici anni per andare a visitare i nipoti dello zio Bobby ed una volta per un viaggio di istruzione finanziato dalla scuola.
« Sì, più o meno è sempre così.. » Rispose frettolosamente Dean, mentre con lo sguardo cercava i suoi amici. Prima che il più piccolo potesse chiedergli altre informazioni, vide una ragazza mora piuttosto bassa che saltò addosso al fratello-- e per un istante Sam pensò che si trattasse della sua ragazza.
« Non vedo l'ora che sia domani! Ho scoperto che a Saint-Tropez c'è un posto bellissimo dove-... Oh, tu dovresti essere Sam Winchester! È un vero piacere poterti conoscere, sono Ruby.» Disse la ragazza con un sorriso raggiante non appena si accorse del più piccolo, porgendogli la mano che il ragazzo il questione strinse con vigore, ricambiando il sorriso.
« Lo è anche per me, Ruby! »

« Cas, Driel, guardate chi c'è. » Affermò entusiasta Ruby, quando anche gli altri due ragazzi lo raggiunsero con fin troppi bagagli in mano -- ecco spiegato il motivo per cui Ruby si era presentata senza nulla in mano --.
« Hey, ciao! Io sono Samandriel, lui è Castiel. Abbiamo sentito parlare bene di te. » Disse con tono gentile il più piccolo, mentre Castiel scrutò con attenzione il fratello di Dean. Quegli occhi blu lo mettevano parecchio in soggezione, ma cercò di non farci caso.
« Io sono Sam, ma credo che questo lo sappiate già.. » Rispose arricciando la punta del naso, scatenando una risata generale.
« Se non ci muoviamo perdiamo l'aereo. » Aggiunse Dean con tono freddo e distaccato, come se la situazione lo infastidisse, e afferrò Sam per il polso con la mano libera dalle valigie, dirigendosi verso la zona d'imbarco. Avendo già fatto il check-in si ritrovavano ad attendere il loro aereo che arrivò con qualche minuto di ritardo.



Sam adorava il posto che gli era stato assegnato, era il più esterno, aveva accanto il finestrino ed era accanto al fratello maggiore. Si ricordava ancora che, quando erano più piccoli, Dean era terrorizzato dagli aerei mentre adesso per lui era una cosa abitudinaria. Durante il viaggio socializzò parecchio con gli amici di Dean che sembravano davvero simpatici e di compagnia, non si meravigliava che avesse scelto delle persone come loro. Castiel era un tipo piuttosto riflessivo, ma allo stesso tempo quando interveniva nei loro discorsi diceva sempre cose intelligenti o divertenti, mentre Samandriel diceva qualsiasi cosa gli passasse per la mente. E Ruby, l'unica ragazza del gruppo, gli piaceva particolarmente. Aveva sempre un sorriso sulle labbra e, come lui, faceva sempre molte domande. Inoltre, andava d'accordo con le cose che sosteneva, infatti parlò soprattutto con lei in quelle ore.
Con il consenso di Dean, Sam si sporse verso di lui per parlare con la ragazza che era seduta nel posto accanto a quello del fratello maggiore. Dean ne approfittò per infilare una mano nei capelli del più piccolo, sistemandogli il ciuffo che gli copriva la fronte, e Sam sollevò lo sguardo verso di lui per sorridergli.
« Hai ragion--.. Che carini che siete. » Esclamò Ruby accorgendosi del loro comportamento fraterno, mentre il più piccolo abbassò lo sguardo imbarazzato.
« No, è solo che mi annoio e voi non fate altro che parlare. » Rispose Dean -- attirando l'attenzione degli altri due per qualche istante -- che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltarli.
« Oh, ma sentilo! Sam, sei sicuro di non essere stato adottato? Sei troppo adorabile per essere suo fratello. » Disse Ruby spostando lo sguardo verso entrambi, per poi sorridere al più piccolo e fare la linguaccia al più grande che in risposta si lasciò sfuggire un "figlia di puttana" che si sentì più del dovuto.
« Mmh, sì. Ne sono più che sicuro, purtroppo. » Ammise Sam con un ghigno divertito, ricevendo un pugno sul braccio da parte del fratello, che lo fece sorridere ancora di più.



Le ore passarono in fretta, e ad un certo punto della notte tutti crollarono in un sonno profondo. Il giorno seguente una voce metallica svegliò i cinque ragazzi, e non appena sentirono nominare l'atterraggio che si sarebbe tenuto a breve a l'Aèroport de La Môle -- situato a circa 15 km a sud-est da Saint Tropez -- il gridolino di Ruby attirò l'attenzione di un paio di passeggeri lì accanto, ma poco importò. Sam si sporse verso il finestrino, e sorrise non appena scorse un paesaggio del tutto diverso rispetto alla sola presenza di nuvole che aveva visto fino adesso. Sam avvertiva una strana sensazione, come se quel viaggio avesse segnato un nuovo inizio. Le sue dita che per qualche strano motivo erano intrecciate a quelle del fratello ne erano la prova.



















HI GUYSSS. Scusate per il ritardo, ma con il termine della scuola, l'inizio degli stage e i vari impegni non ho avuto molto tempo a disposizione per scrivere. Inoltre non avevo molta ispirazione..... Anyway, volevo ringraziarvi! Mi fa piacere che ci siano persone a cui piace questa storia. In paricolar modo ci tengo a ringraziare le persone che hanno recensito il prologo e lo scorso capitolo, siete sempre gentilissime, vi adoro! ♡ Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate! Ci sentiamo tra tre giorni, addio! (...)
  
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