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Autore: Harry_Potter992    07/06/2016    2 recensioni
[Questa storia partecipa al contest "Seconda edizione - Per ricordare i bei momenti" indetto da aturiel sul forum di EFP]
"Aveva sempre pensato che Asteria fosse la sua stella, proprio come diceva il suo nome: la stella che gli aveva fatto luce nei mesi bui della sua vita."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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9.
Love.

 

                                                                                              Maggio 1998

La Sala Grande era un brulicare di maghi e streghe. Asteria seguì in silenzio i suoi compagni che venivano scortati fuori da Gazza attraverso il grande portone di quercia mentre, dietro di loro, alcuni Corvonero e Tassorosso cominciavano ad alzarsi dalle panche, sotto ordine esplicito della professoressa McGranitt.
Il suo cuore era un rimescolio di emozioni che non avrebbe saputo neanche decifrare. Stavano affrontando un’evacuazione, a Hogwarts era in corso una guerra e Tu-Sai-Chi stava per arrivare.
Tutti gli studenti di minore età erano obbligati a lasciare la scuola, ma i Serpeverde se ne stavano andando tutti, a differenza delle altre Case in cui i membri più anziani erano rimasti seduti nella Sala.
Al fianco della sorella, Asteria non parlava, ma molti pensieri le passavano per la testa. Egoisticamente, era felice di andarsene: non avrebbe mai potuto sopravvivere in una battaglia, lo sapeva, e la consapevolezza che tutti i suoi cari sarebbero stati al sicuro con lei la rassicurava. Ma allo stesso tempo, era frustrante non poter assistere allo svolgersi dei fatti, trovarsi altrove senza sapere cosa stesse succedendo a Hogwarts ed esserne informati solo quando tutto sarebbe finito, sia se avesse vinto Harry Potter, sia se avesse trionfato Tu-Sai-Chi.
Nelle sue orecchie risuonavano gli ordini dei prefetti, che cercavano di mantenere la calma quanto più potevano, e i pianti dei piccoli. Dopo una marcia interminabile per sette piani del castello, finalmente i Serpeverde davanti ad Asteria si arrestarono e lei capì che dovevano essere arrivati. Poiché si trovava in una delle ultime file, pur sollevandosi sulle punte non riuscì a vedere cosa succedeva davanti; poi, però, i compagni ripresero a camminare e si accorse che stavano entrando in una stanza che non aveva mai visto. Da qualche parte nella folla le parve di distinguere le parole “Stanza delle Necessità”, ma quel nome non le diceva niente. Notò appena le amache appese al soffitto e gli arazzi con i colori di tutte le Case, eccetto la propria. Si inoltrarono attraverso un tunnel che sembrava aperto come per magia nella parete di fondo della Stanza, con Gazza che apriva la fila.
Asteria scrutò le teste dei compagni davanti a sé, alla ricerca di una familiare testa bionda; ma, per quanto la cercasse insistentemente con lo sguardo, non la trovò. Si voltò e guardò fino a dove terminava la fila dei Serpeverde e cominciava quella dei Corvonero, dietro i quali dovevano esserci anche i Tassorosso e i Grifondoro. Era impossibile, però, che Draco si trovasse in mezzo ai componenti delle altre Case.
Si fermò bruscamente, guadagnandosi occhiatacce da un paio di ragazzi che camminavano dietro di lei, i quali la superarono con malagrazia.
- Dov’è Draco? - domandò alla sorella, prendendola per un braccio e costringendola a bloccarsi.
Daphne la fissò, un po’ stupita. - Non lo so, sarà più avanti… perché?
- No, non lo vedo - insistette Asteria, la voce intrisa di preoccupazione. L’altra si rimise al passo con gli altri Serpeverde, ma anche lei era perplessa. - Forse non hai visto bene.
Asteria si staccò da lei e si fece largo tra i compagni di Serpeverde, spintonando con decisione se necessario; ma, quando giunse in testa alla fila, fu certa che Draco era come svanito.
Fece caso appena al fatto che erano appena sbucati in un pub piccolo e sudicio che riconobbe come la Testa di Porco, troppo impegnata a tornare indietro e raggiungere la sorella.
- Non c’è! - esclamò, sull’orlo delle lacrime. Fece per dirigersi impetuosamente nella direzione opposta all’apertura che si affacciava sul pub, verso la Stanza delle Necessità, ma Daphne la prese per un braccio, allarmata: - Dove vuoi andare?
- Deve essere da qualche parte… devo andare a cercarlo! - rispose Asteria, ma la sorella la guardò allibita: - Sei impazzita? Non puoi tornare indietro, tra poco comincerà la battaglia!
Asteria si dibatteva tra le braccia della bionda che la teneva ferma con un certo sforzo, esalando debolmente il nome del ragazzo. 
Alla fine, venne trascinata nel pub dalla sorella che le rivolgeva parole di rassicurazione, mentre lei continuava a volgere la testa verso il tunnel buio, sconfitta e disperata.

                                                                                                                      ***

Erano andati a informarli che Tu-Sai-Chi era morto. Dalle file di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso si erano levate delle grida assordanti e gli studenti si erano riversati nel passaggio segreto, correndo come pazzi verso Hogwarts continuando a esultare. I Serpeverde avevano preso a borbottare tra loro, seguendo i ragazzi delle altre Case, più tranquilli. Molti erano apertamente scontenti, altri piuttosto neutri, anche se pochi.
Dal canto suo, Asteria non era riuscita a trattenere un sorriso. La contentezza, però, era attutita dalla preoccupazione per la sorte del ragazzo che amava.
Mentre si dirigeva insieme agli altri verso la scuola, l’inquietudine che aveva accumulato durante quelle ore di estenuante attesa, stretta tra centinaia di ragazzi nel locale, tra piatti e bicchieri vuoti, cresceva sempre di più. Draco doveva essere per forza rimasto nel castello, dato che con loro non c’era. Ma perché? E dov’era finito?
I Tassorosso, i Corvonero e i Grifondoro erano scomparsi da un pezzo e lo scalpiccio dei loro passi si udiva in lontananza. Quando anche i Serpeverde sbucarono fuori dal passaggio, ritrovandosi in un corridoio mezzo distrutto, Asteria volse attonita lo sguardo attorno. Una sottile cortina di polvere aleggiava ancora nell’aria, sfiorando le macerie che ricoprivano il corridoio e gli squarci che si aprivano nelle pareti e nel soffitto. Dalle finestre scheggiate si scorgeva un panorama desolato, su cui il sole ardente dell’alba distendeva i suoi raggi. 
Asteria avvertì una stretta al cuore alla visione degli effetti che la guerra aveva prodotto. Si chiese quali fossero gli effetti che doveva aver prodotto sulle persone, che erano molto più importanti e non si potevano riparare, come un muro o una finestra.
Scese i sette piani del castello come in trance e, ogni volta che il suo sguardo si posava su un angolo distrutto, nella mente le affioravano frammenti di ricordi di come esso era apparso appena qualche ora prima.
Quando giunsero nella Sala d’Ingresso, il suo incedere rallentò progressivamente. Il timore di quello che avrebbe potuto trovare oltre il portone che si stagliava a pochi metri da lei si mescolava al desiderio di oltrepassarlo per toccare con mano quello che era successo. Un profondo sospiro accompagnò i suoi ultimi passi. 
Varcata la soglia della Sala Grande, si arrestò.
Centinaia di persone erano sedute ai tavoli delle quattro Case, ma mescolate, persino con dei centauri o degli elfi domestici a fianco. Vide i volti felici di chi si era ricongiunto alla sua famiglia e quelli tristi di chi della famiglia aveva perso un pezzo. La sala era punteggiata da singhiozzi, ai quali si mescolavano le parole di coloro che avevano ancora la forza di proferirne. Mai nella sua vita aveva assistito a un così perfetto connubio di gioia e dolore.
Lo sguardo di Asteria venne attirato magneticamente dai corpi allineati contro la parete. Una fitta più forte le percorse il petto. Erano troppi. L’unica forza che le consentì di muoversi fu la volontà di trovare Draco. Lo cercò con gli occhi, frenetica, tra quei visi distrutti dalla guerra, mentre il cuore tamburellava nel petto più forte che mai.
Dove sei, dove sei…  
Poi lo vide. Vivo e vegeto, seduto al tavolo di Corvonero insieme ai signori Malfoy, stretti come se non sapessero se star lì o no.
I suoi passi si fecero sempre più veloci nel giro di qualche secondo. Lui aveva alzato lo sguardo. Vide quegli occhi grigi sgranarsi; poi il ragazzo abbandonò il suo posto e le andò incontro, mentre la distanza tra loro si accorciava.
- DRACO!
La ragazza corse nella sua direzione, gli saltò addosso e lo abbracciò come se non dovesse più lasciarlo andare.
- Asteria… - sussurrò lui a sua volta, stringendola forte, il volto affondato nei suoi capelli. Si scostò appena per prenderle il viso tra le mani e la baciò, mentre le mani di Asteria sprofondavano nelle ciocche bionde del giovane e lei si sollevava leggermente sulle punte per ricambiare il bacio.
Non le importava se li avrebbero visti tutti: era troppo felice di aver ritrovato Draco per pensare ad essere pudica in pubblico, caratteristica che solitamente le era propria.
- Non sai quanto sono stata preoccupata - disse Asteria quando si furono staccati, le dita che gli stringevano la camicia. - Ero con mia sorella e ti ho perso di vista, poi ti ho cercato e non ti vedevo più… Si può sapere dove eri andato?
Draco esitò, le mani ancora intorno alla sua schiena.
- Ho seguito Potter insieme a Tiger e Goyle. Volevamo vedere che intenzioni aveva e abbiamo cercato di ostacolarlo.
- Hai rischiato grosso! - esclamò Asteria, incredula. - Perché non hai lasciato perdere? C’era una guerra in corso! 
L’orgoglio di Draco gli impedì di confessare che sperava di consegnare il Prescelto a Voldemort e di far così recuperare alla sua famiglia tutto il prestigio che aveva perduto. Tantomeno le disse che se era vivo era proprio grazie a Potter, che gli aveva salvato la vita due volte.
Forse, un po’ di tempo più tardi, glielo avrebbe rivelato.
La ragazza sospirò, poggiandogli la testa sul petto, beandosi del battito del suo cuore che pulsava contro l’orecchio. Draco le fece un lieve cenno verso il portone e lei annuì e si incamminò al suo fianco.
- I tuoi genitori… - fece Asteria, un po’ imbarazzata, mentre uscivano nel parco accarezzato dalla luce dell’alba ormai inoltrata. - Ci avranno visto.
- Meglio, così ci siamo risparmiati di parlare loro del nostro fidanzamento - disse Draco sorridendo e Asteria rise, la prima vera risata che faceva da ore. Il giovane si sedette su un muretto e lei lo imitò, allungando le gambe sul suo grembo.
- E’ tutto finito - commentò Draco, spezzando la grande quiete che era calata tutt’intorno dopo la tempesta.
Asteria cercò di decifrare il suo tono, ma non ci riuscì. - Finalmente - si limitò a mormorare. - Mi dispiace per le vittime… un sacco di persone…
Stava fissando il vuoto e, così, non si accorse dell’espressione di Draco, che si era notevolmente rabbuiata.
- Anche Tiger… - Draco si schiarì la voce rauca.
- Tiger? - ripeté Asteria, alzando la testa per guardarlo.
Lui annuì, senza aggiungere altro. Asteria comprese e batté le palpebre un paio di volte, colta di sorpresa.
- Oh… - disse soltanto, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Restarono così, a guardare il parco di Hogwarts in quella prima mattina di maggio. I tentacoli della piovra gigante emergevano sul pelo dell’acqua del Lago Nero. L’odore di fiori e di piante proveniente dalle serre stuzzicava le loro narici e un gruppo di uccelli, macchie indistinte contro il cielo azzurro, planavano
leggeri sulle ali del vento.
Ci sarebbe stato tempo per parlare. Parlare di tutto: della guerra, della situazione con le loro famiglie, chiarire i propri sentimenti in merito alla sconfitta di Voldemort. In quel momento, l’unica cosa di cui avevano bisogno era stare lì seduti, lontano dal resto del mondo, e sentire la presenza dell’altro accanto a sé, ripensando a quello che avevano passato.  
Col passare degli anni, si erano avvicinati sempre di più, si erano aiutati a vicenda e avevano trovato l’amore prima di quanto entrambi si aspettassero. C’è chi lo trova in giovane età e chi lo incontra dopo tanti anni: loro avevano avuto la fortuna di essere tra i primi.
Erano riusciti ad andare avanti soltanto grazie al sostegno reciproco e fortificati dal loro amore. Inizialmente Draco era stato anche indeciso se tenere Asteria lontana da sé o meno, per il suo essere Mangiamorte e quello che avrebbe comportato, ma poi, caduta anche la pericolosa missione affidatagli da Voldemort, non ce l’aveva fatta. Aveva sempre pensato che Asteria fosse la sua stella, proprio come diceva il suo nome: la stella che gli aveva fatto luce nei mesi bui della sua vita. E per lei Draco aveva rappresentato lo stesso. 
Adesso, avevano tutta la vita davanti. Ci sarebbero state altre difficoltà da affrontare ma, già da molto tempo, erano certi che l’avrebbero fatto insieme. 

 

                                                              (L’amore) può renderti migliore
                                                                            e cambiarti lentamente
                                                                            ti da tutto ciò che vuole
                                                                     e in cambio ti chiede niente
                                                                          può nascere da un gesto
                                                                     da un accenno di un sorriso
                                                                                             da un saluto…
                                                                          da un percorso condiviso

  
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