Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: _happy_04    08/06/2016    3 recensioni
Conan è arrivato alla soluzione del caso, ed è pronto per mettere fine ai giri dell'Organizzazione Nera, ma c'è un imprevisto: Vodka è andato da Ai per farla tornare tra i corvi... la ragazza accetterà? Questo potrebbe essere il capolinea per il Detective dell'Est...
--tratto dal testo--
"Io non le do' mai retta, ma la mia vocina interiore mi dice che stavolta sarà diverso, che stavolta ci sarà un motivo in più per contrastare e rischiare. O per accettare e tornare al lato oscuro. O forse, più semplicemente, voglio smettere di cercare di mimetizzarmi nel bianco del foglio nonostante io sia il nero di seppia. Forse voglio solo rassegnarmi al fatto che il nero non viene più via dal cuore."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  1. Ultimo atto

 

[(Shinichi)]

 

Fisso meglio la bomba alla gamba della scrivania, assicurandomi che non possa cadere per errore. “Ran, ci sei?”

“Sì, ho fatto.” La sua voce mi arriva da destra, emi volto a guardarla. Cerca di nascondersi dietro una maschera di sicurezza, ma nella sua voce risuona un tremore appena percepibile. Ha paura, solo che non lo ammetterebbe mai, neanche davanti a me. Soprattutto davanti a me. Teme che tra di noi possa cambiare qualcosa, anche impercettibilmente.

Non riesco a trattenere un sorriso tra l'amaro e l'intenerito, per questa ragazzina che si traveste da roccia ma nasconde tante insicurezze dentro la sua corazza.

“Pronta?” Avvicino la mano al pacchetto legato alla gamba della scrivania. “Tre, due... uno...” Le afferro la mano e la spingo in avanti, esortandola a correre. “VIA!”

Proprio nell'istante in cui riusciamo a metterci fuori dalla portata della bomba, un'esplosione rimbomba dietro di noi. “E siamo a due. Avanti, Ran, ci mancano solo le porte.”

Dopo un attimo per riprendersi dalla corsa, Ran annuisce e riprende a correre per le scale, scendendo veloce come una mina vagante.

Mina vagante...

Per un attimo mi torna in mente il sogno che faccio praticamente ogni notte quando mi stendo nella mia postazione per la notte: una pistola dell'Organizzazione a cui viene premuto il grilletto, il proiettile che parte... e, per quanti sforzi faccia, che entra nel petto di Ran. Lei che rimane paralizzata, con una mano sul petto, che si insanguina velocemente... e poi le sue ginocchia che cedono sul pavimento, e il suo corpo che cade inerme tra le mie braccia, con la consapevolezza di dover continuare ugualmente la mia missione...

Strizzo gli occhi, cercando di scacciare queste immagini dalla mia mente. Non devo pensarci. Forse, in fondo, la missione potrà concludersi senza danni troppo rilevanti. Non è necessario che veniamo conciati per le feste dagli Uomini in Nero.

In fondo al corridoio risuonano delle voci sommesse che urlano arrabbiati e preoccupati, così il mio istinto si muove prima di me, e sposto di peso Ran dietro a una porta aperta, chiudendola silenziosamente. Sia io che lei rimaniamo persino senza respirare, nell'attesa che gli uomini siano passati: l'unica cosa che in questo momento può tradirci è il battito frenetico dei nostri cuori, che sembra fare nella mia testa più chiasso di qualunque altra cosa, anche dal momento che, per infilarci in fretta nel nascondiglio, siamo finiti schiacciati l'uno contro l'altra, mentre i nostri visi sono pericolosamente vicini.

Sembra che non ci sia più nessuno fuori, quando improvvisamente un viso si avvicina pericolosamente all'angolo. Fisso gli occhi di Ran, che si stanno dilatando quasi più dei miei. Sento il suo cuore battere proprio accanto al mio, ma molto più veloce, quasi voglia uscire dalla cassa toracica.

Dopo quelli che sono probabilmente pochi istanti ma a noi sembrano eternità, il viso si ritrae e si allontana con gli altri.

Quando per il corridoio non si sentono più rumori di nessun tipo, mi permetto di respirare di nuovo, anche se il cuore continua a battere furiosamente.

Solo ora mi accorgo di essere ancora stretto a Ran, mentre lei è tutta rossa in volto... esattamente come credo di essere appena diventato io.

Distolgo rapidamente lo sguardo, controllando di nuovo il corridoio e facendole cenno di muoversi. “Via libera.”

Ran annuisce appena, seguendomi nel corridoio completamente deserto. Gli unici suoni che si sentono nell'ambiente sono i nostri passi sommessi, che generano un debole eco per le pareti e la stanza vuote.

Faccio per imboccare le scale, m delle voci lontane mi dicono che in fondo a questa rampa ci sono degli Uomini che aspettano solo che noi scendiamo.

Mi guardo intorno, cercando qualche via alternativa. Il mio sguardo cade quasi subito sull'ascensore, e, prima che possa pensare qualunque altra cosa, tiro Ran per il polso e la porto nella cabina vuota, premendo alla svelta il pulsante. Le porte si chiudono, ma, ai miei occhi, lente, troppo lente per noi, che stiamo fuggendo e abbiamo bisogno dell'unica cosa che non abbiamo: tempo.

Dopo un tempo che mi sembra incommensurabile, con un ding le porte si riaprono, su un corridoio all'apparenza deserto. Neanche il tempo di uscire dall'ascensore però che degli Uomini circondano l'entrata, con le pistole in mano. Non dicono nulla, m il messaggio è più che chiaro: fermi dove siete.

Il cuore batte di nuovo come un ossesso, mentre cerco disperatamente con gli occhi un modo per sfuggire e piazzare le ultime bombe. Lo sapevo che era difficile, è lei che è troppo testarda.

Poi però accade qualcosa, tutto in un istante. Uno di loro alza la pistola e appoggia il dito sul grilletto, mirando su un punto davanti a sé. Prima che possa anche solo rendermene conto, con uno scatto metallico e uno scoppio, la pistola spara. Il proiettile parte... e attraversa la maglietta di Ran.

Il tempo si blocca all'improvviso. Mentre sento il respiro accorciarsi, un nodo alla gola che mi si stringe sempre di più, paralizzato, fisso le immagini del mio incubo che si sovrappongono alla realtà, Ran che crolla in ginocchio, con gli occhi spalancati, con una mano che poggia sul petto, e io che non riesco a fare a meno di urlare il suo nome, cercando di richiamarla, di farla tornare da me.

Premo un pulsante a casaccio per far chiudere l'ascensore, mentre nella mia mente lampeggia solo il nome di Ran, della mia piccola Ran, una ragazza che ha voluto a tutti i costi venire con me, aiutarmi.

Mi inginocchio accanto a lei, cercando di prenderla tra le braccia, continuando a chiamarla, mentre sento i miei occhi appannarsi.

Solo ora però mi accorgo di qualcosa. C'è molto meno sangue di quanto avrebbe dovuto. Il fiato mi si appesantisce. Incerto, lancio uno sguardo alla maglietta di Ran, nel punto in cui si è aperta, e qualcosa mi scoppietta dentro. Il proiettile ha sì attraversato la stoffa, ma si è conficcato nel diamantino blu di un ciondolo con il mio nome inciso sopra. La punta del proiettile ha appena graffiato la pelle di Ran, quindi si era trattato più dello shock che di altro.

Alzo lo sguardo sul suo viso, e lei mi fissa, lo sconvolgimento le si legge dritto negli occhi. Ha il fiato corto anche lei.

Ma è viva. È viva, sta bene. Ce la metto tutta per non scoppiare a ridere dal sollievo, ma non riesco a trattenermi del tutto dall'abbracciarla di slancio, ringraziando internamente chiunque l'abbia tenuta in vita e l'abbia salvata per un millimetro dalla morte. Dopo un attimo di incertezza, anche Ran si abbandona all'abbraccio, circondandomi il collo con le braccia morbide, affondando il viso nella mia spalla.

Cerco di godermi il momento, soprattutto dal momento che cose così belle non durano mai abbastanza... infatti, dopo tre secondi, le porte dell'ascensore si spalancano. Siamo costretti a sciogliere l'abbraccio e scappare verso l'uscita, percorrendo le scale alla cieca, facendoci guidare solo dall'istinto, e arrivando in un attimo giù nell'atrio.

Andando più veloci di qualunque altra volta in vita nostra, attacchiamo le bombe ai pilastri della porta e scappiamo come dal diavolo, verso l'altra entrata.

Proprio come previsto, dopo novanta secondi esatti l'ordigno scoppia con un boato assordante, sollevando polvere e detriti di tutte le sorte.

Sistemiamo le bombe alla seconda porta, mentre il mio cuore scandisce bene i secondi, battendo come sotto scariche continue.

“VIA, VIA!” urlo, afferrando la mano di Ran e prendendo a correre come mai prima d'ora, cercando di sentire bene i secondi che passano, veloci, troppo veloci.

Purtroppo, molto prima del limite dell'area di azione della bomba, sono costretto a fermarmi di botto, chiedendomi cosa sia possibile fare ora.

 

[(Ran)]

 

Per un attimo sono tentata di chiedere a Shinichi perché si sia fermato così all'improvviso, ma poi abbasso lo sguardo e per poco non mi viene un colpo.

Proprio davanti ai nostri piedi si apre un precipizio che sembrerebbe, a occhio, circondare per tre lati la vallata. L'altra sponda è a circa cinque metri d qui, quindi, anche usando tutte le nostre forze, un balzo non sarebbe abbastanza.

Mi mordo un labbro. Cerco con gli occhi un modo qualsiasi per sfuggire, ma sembra non esserci proprio nulla. A correre lungo la spaccatura non faremmo mai in tempo, né da un lato né dall'altro. Andare indietro è più cretino che altro, ma anche andare avanti potrebbe significare gettarsi dritto nelle braccia della morte.

Insomma, siamo in trappola, per farla breve.

Tuttavia, un attimo dopo, Shinichi mi rivolge uno sguardo che non saprei in nessun modo decifrare. “Ran, ho un'idea, ma è molto pericolosa. Te la senti?”

No che non me la sento!” urla una vocina dentro di me. Poi però mi dico che Shinichi sarà accanto a me, che non mi abbandonerà, che sarà qui a darmi forza e a risollevarmi se necessario. “Ma certo. Spara.”

“È una cosa che ho fatto con i Detective Boys del tempo fa, parecchi anni per la precisione, quando siamo dovuti scappare dalle torri gemelle di Nishitama.”

Le sue parole mi richiamano alla mente un ricordo così vecchio che ormai lo avevo quasi rimosso: per scappare lui e i Detective Boys avevano sfruttato la forza dell'esplosione e l'accelerazione della macchina che si trovava là dentro (lunga storia). E adesso lui, se lo conosco, ha deciso di sfruttare lo stesso trucco.

Cercando di nascondere il panico che sta crescendo un po' per volta e annuisco decisa. “Okay.”

Shinichi chiude gli occhi per un istante. “Mancano circa trenta secondi. Ran, per la riuscita di questo piano devi tenerti forte, okay?” Cerca chiaramente di nasconderlo, ma sta arrossendo, e pure parecchio. Tende imbarazzato le braccia. “Dai.”

Solo ora, come una scema, capisco che cosa volesse dire. Arrossisco violentemente anch'io, mentre il cuore batte all'impazzata, ma mi stringo ugualmente al suo collo, mentre lui mi circonda il busto con le sue braccia forti. Per un attimo, straordinariamente, mi sento.. bene. Non come se fossimo forse a pochi secondi dalla morte, ma solo in un abbraccio, stretta a lui come se esistessimo solo noi due.

Solo ora mi torna in mente una frase detta da una persona molto importante. “Shin...” sussurro appena, quel tanto che basta perché mi senta. “Questa potrebbe essere la fine?”

“Già.”

Alzo lo sguardo, sui suoi occhi limpidi, blu come l'oceano, sul suo sorriso, che, almeno ai miei occhi, non è per niente offuscato dalla paura del momento. E, dopo un attimo di esitazione, pensando al fatto che questa potrebbe essere la mia ultima occasione, lo bacio. Appoggio le labbra sulle sue, godendomi il suo profumo di... beh, di lui. Di casa, di amicizia, di amore.

Inaspettatamente, sento che anche lui sta ricambiando il bacio. È il nostro momento. Il nostro ultimo, ma solo il nostro. Nostro e di nessun altro.

All'improvviso, sento la sua voce che mi sussurra, quasi nell'orecchio: “Tieniti pronta.”

Annuisco, chiudendo le palpebre e stringendomi a Shinichi, mentre l'esplosione ci fa saltare sul burrone. Non so come stia andando, ma per la testa ho un unico, grande pensiero: “Sonoko, l'ho fatto.


-------Angolo dell'autrice
EHILA' BELLA GENTE! (sì, è la fine della scuola che mi ha dato alla testa. non ci badate)
Ciao a tutti ,dunque!
eccomi con questo nuovo capitolo, il penultimo per la precisione.
eh sì, è già quasi finito.... sniff, a me un po' dispiace. e a voi? *no decisamente molto convinto dal pubblico*
vabbe'.
non posso frae altro se non augurarmi che vi sia piaciuto e invitarvi a lasciare una recensioncina, anche piccola, tanto per farmi sapere che ne pensate.
e adesso mi posso dileguare, dovrei aver detto tutto.
bacioni!!!
<3, _happy_04

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: _happy_04