Ciao
a tutti! Questa è una breve raccolta sulla coppia addek
(Addison/Derek). Ho notato che praticamente non ci sono fanfic su
questa coppia
che io adoro così ho deciso di scriverne una. I capitoli
saranno quattro e
spero che qualcuno li leggerà (magari anche preferendo la
coppia
Meredith/Derek). Accetto critiche e consigli. Enjoy!
Disclaimers:
I personaggi di
questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia
è frutto
della mia fantasia.
-Mi
ritorni in
mente-
Era
una tiepida giornata di inizio giugno. Sì, tiepida,
perché a Seattle
non era una giornata calda neanche a metà agosto, figurarsi
a inizio giugno.
Derek Sheperd era appena tornato dal suo turno in ospedale. Era stata
una
giornata stremante ma non aveva voglia di andare a dormire. Non ancora.
Decise
di leggere un libro. Si avvicinò alla libreria, fece
scorrere la mano sui libri
e infine ne scelse uno di poesie di Jacques Prevert. Si sedette
comodamente in
poltrona e aprì il libro, le cui pagine sfogliarono come
prese da una volontà
propria fino ad una poesia, “i ragazzi che si
amano”. In realtà le pagine non
avevano una propria volontà, più semplicemente a
segnare quella poesia c’erano
quattro fototessere. Le piccole foto allineate l’una
sull’altra mostravano
Derek e una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi. Nella prima foto
sorridevano entrambi, nella seconda si stavano baciando, nella terza
ridevano a
crepapelle per una battuta che uno dei due doveva aver fatto e nella
quarta la
donna coi capelli rossi aveva gli occhi chiusi e baciava Derek su una
tempia e
lui la guardava dal basso. Dovevano risalire a molto tempo prima. A
prima di
Mark, a prima di Meredith, a prima del divorzio. Guardò
nuovamente Addison che
gli sorrideva dalle foto. Erano passati otto mesi da quando lei aveva
lasciato
Seattle per trasferirsi a Los Angeles, ma rivederla gli causava ancora
una
pugnalata allo stomaco. Si ritrovò a pensare a quando erano
felici, a New York.
Ma poi lui si era lasciato prendere troppo dal lavoro e si era scordato
di lei.
In realtà era stato lui a spingerla tra le braccia di Mark.
Così se ne era
andato e aveva incontrato Meredith. Allora gli era sembrata una boccata
di aria
fresca dalla continua claustrofobia che lo assaliva quando pensava ad
Addison.
Ma poi tutto era cambiato. Addison era tornata da lui e lui aveva
creduto che
fosse per sempre. Ma niente era andato come si era augurato. Non erano
riusciti
a ritrovarsi e questo li aveva allontanati sempre di più.
Guardò nuovamente le
foto. Pensò che forse Addison non gli avrebbe più
sorriso così, che forse ora sorrideva
ad un altro. E con questi pensieri in testa e le foto ancora in mano si
addormentò, stringendo quelle foto come un bambino stringe
il suo orsacchiotto.
***
Un
raggio di sole solitario entrava dalla finestra, svegliandolo.
Il risveglio fu accompagnato da una voce che proveniva dal corridoio.
-Derek!
Svegliati è ora di andare a lavorare!
“Addison?”
Pensò.
Ma
non era Addison. Era Meredith. Addison era nelle foto.
“Le
foto!”
Ma
prima che avesse il tempo di metterle via Meredith era già
entrata.
-Ma
hai dormito lì?! Cha cos’hai in mano?
Non
appena vide le foto la sua espressione cambiò.
-Non
le ho cercate!
Tentò
di giustificarsi Derek.
-Stavo
leggendo un libro di poesie e le ho trovate fra la poesia
preferita di Addison!
-Stavi
leggendo la poesia preferita dalla tua ex-moglie?!
-No!
L’ho trovata per caso!
Meredith
inspirò a fondo per calmarsi.
-Derek,
se provi ancora qualcosa per lei devi dirmelo. Ho il
diritto di saperlo. Ma se tu mi dirai che lei è acqua
passata per te io non te
lo chiederò mai più. Ma devi essere sincero.
E
ora? Cosa avrebbe detto? Le avrebbe detto che l’amava? Ma
come
poteva mentirle a tal punto? Le avrebbe detto che non l’amava
più? Ma come
poteva ferirla tanto? Nell’indecisione, scelse il silenzio.
Silenzio che lei
interpretò correttamente.
-Quindi
la ami ancora?
Di
nuovo silenzio.
-Molto
bene.
Non
riuscì a guardarla in faccia. Vide solo i suoi piedi che si
allontanavano e sentì la porta sbattere. E ora cosa avrebbe
fatto? Di sicuro
doveva deciderlo da solo, nessun altro poteva prendere quella decisione
per
lui.
Si
diresse verso la camera da letto, prese un borsone e ci
infilò
alcuni vestiti a caso. Poi prese i soldi e i documenti,
lasciò a casa il
cercapersone, però prese il cellulare, ma spento.
Uscì di casa con le
fototessere in una tasca e un solo pensiero in testa. Addison.