{A kiss on the forehead}
331 parole
331 parole
Ymir è appoggiata contro il muretto della scuola, tiene una birra in mano e vede poco più in là Krista; è occupata al telefono, sta gridando e questo non è da lei, trattandosi di un gesto troppo in contrasto con la sua indole dolce e pacifica.
E' scappata di casa, di nuovo, e così quella è una delle tante volte in cui Ymir diventa sua complice, ma questa occasione è diversa e la più grande inizia ad avere dei sensi di colpa, grandi sensi di colpa, che la portano a pensare che stia mettendo Krista sulla cattiva strada.
"Lei non ha quel genere di problemi" – è questo che pensa appena la vede avvicinarsi a lei e questa volta non riesce a consolarla, si sente una pessima persona, eppure Lenz non l'abbandona, anzi, la stringe a sé sapendo quali siano gli inutili pensieri che ora la stanno perseguitando.
«Se fossi un ragazzo sarebbe tutto più semplice.»
Non lo dice per commiserarsi, lo esclama senza troppa enfasi e sa di avere avuto sempre problemi con il proprio corpo, dettaglio che Krista ha compreso ormai da anni; eppure, in quel momento, non riesce a trattenere un paio di lacrime che le solcano il viso, piange per sfogarsi perché Ymir non dovrebbe sentirsi così per causa sua e la stringe tra le proprie braccia per difenderla dal resto.
«Non dire più qualcosa del genere.»
Lenz prende il suo viso tra le mani, osserva quel volto tempestato di piccole lentiggini, gli occhi fini, quelle labbra sempre piegate in un sorriso un po' sarcastico e si avvicina alla sua fronte, scosta un paio di ciuffi scuri e la bacia, senza dire nulla, solo per assicurarsi che possa andare tutto per il meglio.
«Mi piaci così, lo sai.»
Sono queste le ultime parole che Krista le dice e così Ymir si sforza di sorridere di nuovo, come sempre davanti a lei, ma è davvero grata per il modo in cui quelle iridi celesti non smettono mai di guardarla.
E' scappata di casa, di nuovo, e così quella è una delle tante volte in cui Ymir diventa sua complice, ma questa occasione è diversa e la più grande inizia ad avere dei sensi di colpa, grandi sensi di colpa, che la portano a pensare che stia mettendo Krista sulla cattiva strada.
"Lei non ha quel genere di problemi" – è questo che pensa appena la vede avvicinarsi a lei e questa volta non riesce a consolarla, si sente una pessima persona, eppure Lenz non l'abbandona, anzi, la stringe a sé sapendo quali siano gli inutili pensieri che ora la stanno perseguitando.
«Se fossi un ragazzo sarebbe tutto più semplice.»
Non lo dice per commiserarsi, lo esclama senza troppa enfasi e sa di avere avuto sempre problemi con il proprio corpo, dettaglio che Krista ha compreso ormai da anni; eppure, in quel momento, non riesce a trattenere un paio di lacrime che le solcano il viso, piange per sfogarsi perché Ymir non dovrebbe sentirsi così per causa sua e la stringe tra le proprie braccia per difenderla dal resto.
«Non dire più qualcosa del genere.»
Lenz prende il suo viso tra le mani, osserva quel volto tempestato di piccole lentiggini, gli occhi fini, quelle labbra sempre piegate in un sorriso un po' sarcastico e si avvicina alla sua fronte, scosta un paio di ciuffi scuri e la bacia, senza dire nulla, solo per assicurarsi che possa andare tutto per il meglio.
«Mi piaci così, lo sai.»
Sono queste le ultime parole che Krista le dice e così Ymir si sforza di sorridere di nuovo, come sempre davanti a lei, ma è davvero grata per il modo in cui quelle iridi celesti non smettono mai di guardarla.