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Autore: Tessie_chan    09/06/2016    3 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Aithusa piombò nella sala della musica e crollò in ginocchio accanto al pianoforte a coda, incapace di resistere oltre al dolore fisico e alle lacrime.
Era troppo. Troppe cose tutte insieme, troppa pressione.... Aithusa stava per crollare, lo sentiva.
La ragazza si portò una mano al petto: il cuore le batteva forsennatamente, come se fosse sul punto di esplodere.
Calmati. Inspira ed espira. Inspira ed espira. Non puoi crollare adesso!
Dove avrebbe trovato la forza di rimettersi in piedi, questa volta? C'erano così tante persone che facevano affidamento su di lei... non poteva lasciarsi abbattere in quel modo! Eppure....
Aithusa si rimise lentamente in piedi e di appoggiò al pianoforte, osservando il proprio riflesso nel lucido legno nero: gli occhi brillavano rossi come il sangue e pieni di lacrime, e il viso era così pallido da fare impressione.
Aithusa si strofinò gli occhi con una mano. Non doveva piangere. Se proprio doveva sfogarsi, c'erano modi migliori per farlo.
Si sedette faticosamente al pianoforte, posò le mani sui tasti e cominciò a cantare:

You fascinated me
Cloacked in shadows and secrecy
The beauty of a broken angel

I ventured carefully
Afraid of what you thought I'd be
But pretty soon I was entangled

I question who I am
Put me to the test
I'll prove that I'm strong
Won't let myself believe
That what we feel is wrong
I Finally see what
You knew was inside me
All along

That behind this soft exterior
Lies a warrior

My memory refused
To separate the lies from truth
And search the past
My mind created

I kept on pushing through
Standing resolute which you
In equal measure
Loved and hated

I'm seeing who I am
Put me to the test
I'll prove that I'm strong
Won't let myself believe
That what we feel is wrong
I Finally see what
You knew was inside me
All along

That behind this soft exterior
Lies a warrior...

You take me by the hand
I'm sure of who I am

Put me to the test
I'll prove that I'm strong
Won't let myself believe
That what we feel is wrong
I Finally see what
You knew was inside me
All along

That behind this soft exterior
Lies a warrior...


Aithusa sospirò, con il cuore molto più leggero. Niente la faceva sentire viva come la musica. Non esisteva balsamo migliore per dare sollievo ad un animo tormentato.
La ragazza provò ad immaginare come sarebbe stata la sua vita senza la musica. Non ci riusciva neanche, rinunciarvi sarebbe stato come... spegnere la luce, e poi più niente. Come morire, o smettere di respirare. Quando ripensava al passato si chiedeva come avesse fatto a sopravvivere senza per sette anni. Un'altra delle domande a cui non riusciva a trovare risposta.
Aithusa sospirò di nuovo, voltandosi verso la porta. Aveva percepito ormai da diversi minuti i respiri delle persone che la stavano osservando di nascosto, e ormai era chiaro che non avevano intenzione di farsi avanti da soli. 
<< Ragazzi, non statevene lì a guardarmi. Potete entrare, finora non ho mai mangiato nessuno. >>
Nella grande stanza entrò un nutrito gruppo di persone: Lysandro, Masahiro, Kurapika, Concorda, Taranis, Alluka, Gon, Killua, Silva, Leorio, Nex, Selina, e per ultima Desirée, che corse ad abbracciare la Maestra.
Aithusa spalancò le braccia per accogliere l'allieva, che si strinse forte a lei. La donna accarezzò i capelli della ragazzina, che affondò il viso nel suo petto.
<< Maestra, cosa faremo adesso? La Brigata non mollerà la presa tanto facilmente, tornerà qui per uccidervi, per riprendersi ciò che gli avete rubato..... cercheranno di farci del male, e se non riuscissimo a fermarli? >>
Aithusa allontanò da sè la ragazza per poterla guardare negli occhi << Non devi neanche pensarci, Daisy. Non permetterò a nessuno di quei bastardi di fare del male alla mia famiglia! >>
<< Qual è il tuo piano, Tess? >> chiese Lysandro avvicinandosi alle due Maghe.
La donna si sciolse dall'abbraccio dell'allieva e si alzò con aria risoluta << Ecco il piano: dobbiamo parlare di nuovo con Ofelia per cercare di capire meglio cosa è successo davvero dieci anni fa, magari anche per trovare un punto debole nella Brigata, e potenziare le difese intorno al castello. >> Aithusa sospirò << Partirei io stessa per la Russia, ma temo.... di non essere abbastanza in forma per affrontare il viaggio. Perciò partirai tu, Lys. E portati dietro Gon, lui è bravo in queste cose, ti aiuterà a rintracciarla. >> Lysandro e Gon annuirono << Nex, tu occupati di fare gli incantesimi di protezione e tracciamento intorno al castello. Fatti aiutare da zia Selina. >> Nex e Selina annuirono anche loro << Masahiro, tu richiama tutti i Kuruta, e sistemali nel castello. Siamo in guerra, dobbiamo usare tutti gli accorgimenti possibili. Alluka e Desirée, voi invece dovrete preparare le armi. Ne voglio una ventina di ciascun tipo, e devono essere tutte avvelenate, sono stata chiara? >>. Le due ragazze fecero cenno di sì.
<< E tu cosa farai? >> chiese Gon.
<< Io... ho un incantesimo a cui devo lavorare. Vi lascio al vostro lavoro. >> rispose vaga Aithusa, e uscì dalla stanza, seguita dallo sguardo allibito di tutti.
<< Ma che significa questo? Dà ordini a tutti e poi se ne va così, dicendo che deve lavorare ad un incantesimo? >> esclamò Taranis indispettito << Le facevo credito un po' più onestà, devo dire. Questa storia mi sa tanto di scusa, altroché! >>
<< Ma come osate?! >> esclamò Lysandro livido di rabbia << Come osate insinuare che Aithusa è una codarda? >>
<< E' mia figlia. Posso insinuare su di lei quello che voglio. >> rispose sprezzante Taranis.
<< Invece no, perchè non sapete nulla di lei! >> urlò Lysandro << Credete di poterla giudicare così facilmente? Senza sapere cosa le è accaduto e cosa ha fatto in tutti questi anni, e che tipo di persona è diventata? >>
<< Oh ma insomma, tutti non fate altro che dire che Aithusa ha affrontato di tutto in questi anni, ma nessuno spiega esattamente cosa è successo! Cosa sarà mai accaduto in questi dieci anni? >>
<< Aithusa è una donna coraggiosa e generosa, degna della più grande stima e fiducia. E voi dovete avere fiducia in lei. >> affermò serio Lysandro << Allora, possiamo cominciare col dire che avrebbe potuto avere una carriera brillante nell'esercito dei Maghi. Una Maga di eccezionale talento, e una Maestra anche migliore, che avrebbe potuto anche aspirare a guidare i Maghi di tutta Avalon. E invece... >>
<< E invece cosa? >>
<< E invece ha dovuto vivere una vita in esilio sulla Terra, perchè la Brigata non ha mai smesso di darle la caccia, e non voleva rischiare di mettere qualcuno in pericolo ad Avalon. Ha preso sotto la sua protezione mia sorella e quell'altra povera bambina, Alluka, come non avesse già abbastanza grane per conto suo. >>
<< Lysandro, adesso smettila... >> cominciò Nex mettendo una mano sulla spalla dell'amico.
<< No no, voglio finire di parlare. Perchè io so cosa significa avere cura di qualcuno che dovrebbe essere sotto la responsabilità di qualcun altro. >> rispose Lysandro, sfuggendo alla presa di Nex << Avrebbe potuto mandare tutti quanti al diavolo e pensare a sè stessa, e invece.....  si è seppellita qui, in questo castello dimenticato da Dio e dagli uomini, e ci ha messo tutta sé stessa per insegnare qualcosa di buono a queste due ragazze. >> Lysandro si interruppe, con gli occhi lucidi << Non ha mai smesso di credere in quello che faceva. Io la conosco meglio di chiunque altro, e posso dire che questa famiglia, la sua Missione e la musica sono tutta la sua vita. >> Lysandro sollevò il mento, osservando l'espressione turbata di Concorda e Taranis << Quindi voi dovete farmi il favore di prenderla molto, molto sul serio. Altrimenti farete i conti con me, mi sono spiegato? >>
Dopo un attimo di silenzio, Taranis annuì serio << Sì, sei stato molto chiaro. Farò del mio meglio per non commettere più questo errore. >>
Il Mago e il Mortale si fissarono con aria truce per quella che sembrò un'eternità, fino a quando Taranis non gemette e uscì sconvolto dalla stanza.
<< Nis! Dai, aspetta! >> esclamò Concorda, correndo dietro al marito.
<< Hai esagerato. >> dichiarò Nex rivolto a Lysandro.
<< Invece no. >> intervenne deciso Masahiro << E' giusto che i miei genitori capiscano con chi hanno a che fare. Lysandro non ha fatto altro che dire la verità. >>
Killua ormai non ascoltava più, i pensieri gli vorticavano nella mente.
Non si era mai sentito così confuso come in quel momento. Era consapevole che chiunque altro al suo posto sarebbe scoppiato d'orgoglio per ciò che Aithusa era diventata, ma lui... la vedeva più lontana e più estranea ogni istante che passava, e la cosa lo faceva letteralmente impazzire.
E poi c'era quell'altro tipo, Lysandro. Killua sapeva bene che Aithusa non l'avrebbe mai tradito, e che quei due erano solo amici, ma...... la consapevolezza che lei fosse cento volte più in sintonia con quel Mago di quanto non fosse mai stata con lui, e il solo pensiero che lei avesse più fiducia in quel tipo di quanta ne avesse in lui.... gli faceva vedere tutto rosso.
No, non poteva continuare così. Killua si sentiva strano, sentiva qualcosa di caldo che gli si agitava nel petto, e provava una rabbia cieca, oscura, assassina. Erano anni che non provava una sensazione così oscura e spaventosa, probabilmente da quando aveva smesso di lavorare come mercenario.
Non era gelosia, ma qualcosa di molto peggio, lo percepiva chiaramente. Non si sentiva più sé stesso.
<< Scusatemi. >> ringhiò, avviandosi verso la porta.
<< Ehi! Dove stai andando? >> gli gridò appresso Gon.
<< Devo parlare con Tess. >>
<< Proprio adesso? Ma non credo sia il momento adatto... >>
<< SI', GON, PROPRIO ADESSO! >> gridò Killua, ormai al limite della sopportazione, e corse verso lo studio della donna.
Non tollerava più quella situazione. Quella furia, quel desiderio che lo tormentava senza pietà, quella paura, quel disagio... 
Era arrivato il momento di sistemare quella cosa, e definitivamente.
***
Aithusa imprecò. Era la ventesima volta che ci provava e falliva miseramente. Dannazione, perchè non riusciva?
Era una combinazione difficilissima da fare, qualsiasi Mago avrebbe detto che era impossibile, ma Aithusa doveva riuscirci. Quell'incantesimo era forse l'unica vera possibilità che aveva per sconfiggere Kuroro, e se non ci fosse riuscita....
Aveva avuto quell'idea mentre fingeva di essere diventata una Rinnegata, e da quel momento non era riuscita quasi a pensare ad altro. Se quella combinazione avesse davvero funzionato....
Aithusa si impietrì. Qualcuno stava correndo verso il suo studio, e non sembrava essere tranquillo.
Ebbe appena il tempo di voltarsi verso la porta, prima che questa si spalancasse e sulla soglia vi apparisse Killua.
Aithusa sussultò, non poté farne a meno. Ormai erano giorni che vivevano nella stessa casa senza essersi parlati neanche una volta, e per un po' aveva perfino sperato che si sarebbero chiariti solo quando quella brutta storia si sarebbe conclusa. Evidentemente si era illusa.
<< Killua? Che succede? >> chiese preoccupata la Maga, mentre il ragazzo entrava a grandi passi nella stanza.
Sembrava davvero fuori di sé: aveva gli occhi spalancati e spiritati, il viso pallidissimo con le guance rosse, e stringeva i pugni con così tanta forza che le nocche erano sbiancate.
<< Killua? >> chiese di nuovo Aithusa spaventata, facendo un passo verso di lui << Cosa-? >>
Non poté finire di parlare, perchè Killua l'aveva spinta contro la scrivania, e aveva premuto le labbra sulle sue.
Aithusa trattenne il fiato. Questo non se l'era aspettato, doveva ammetterlo. 
Killua le infilò la lingua in bocca e cominciò ad esplorarla, non troppo delicatamente. Le stringeva le mani sui fianchi con così tanta forza che Aithusa gemette per il dolore contro la sua bocca, ma lui non allentò la presa. L'afferrò per i glutei e la issò sulla scrivania, e si fece prepotentemente largo fra le sue gambe, continuando a succhiare e a morderle con forza le labbra.
Aithusa cercava disperatamente di lasciarsi andare al bacio, ma c'era qualcosa che non andava. Killua era decisamente troppo violento. Non c'era traccia dell'antica passione o di amore in quel bacio, solo una grande prepotenza e possessività, non come se Killua stesse baciando la sua ragazza, ma come stesse marcando il territorio.
Aithusa si staccò per riprendere fiato, e Killua si avventò sulla sua spalla succhiando e mordendo, affondandole le unghie nelle braccia.
<< Killua fermati.. così mi fai male... >>
<< Scherzi? Ma se ho appena cominciato! >> alitò il ragazzo sulla sua spalla, e la morse brutalmente.
Aithusa gridò di dolore e lo spinse via bruscamente. Killua si allontanò da lei con un sorriso maligno, leccandosi dalle labbra il sangue della ragazza.
<< Sei impazzito? Ma che ti è preso? >>
<< Non ti è piaciuto, Tess? >> chiese Killua beffardo.
<< No che non mi è piaciuto! Mi hai fatto male! Ma che problemi hai? >>
<< Io? Nessun problema! >> rispose Killua con un sorriso, avvicinandosi di nuovo << Pensavo solo che, dopo tutti questi anni, potessi prendermi un po' più di libertà, non credi? >>
<< Killua, adesso mi stai facendo paura. Se è uno scherzo non è divertente! >>
<< Sai Tess... >> continuò Killua, senza dare segno di averla sentita << Non mi è piaciuto per niente il tuo comportamento negli ultimi anni. Mi sono sentito davvero trascurato, e molto poco apprezzato. Poi sono venuto qui, e ho visto come invece tratti quell'altro bastardo, com'è che si chiama, Lysandro? E a quel punto mi sono sentito davvero offeso, sono certo che puoi capirlo.... vedere che preferisci un altro a me....>>
Aithusa si mordicchiò le labbra, dimenticando il dolore alla spalla. Ovvio che lo capiva, era da anni che il senso di colpa per averlo abbandonato la divorava. Non era stata affatto corretta con lui, e il ragazzo aveva tutto il diritto di avercela con lei.
<< Killua, mi dispiace davvero tanto. Lo so che sono stata un mostro con te, e so di non meritare il tuo amore, o il tuo perdono... ma ti assicuro che non è come credi, io e Lysandro siamo solo amici, fra noi non ci è mai stato niente... mi rendo conto di non avere diritto alla tua comprensione.... >>
<< Oh, ma io ti posso perdonare, dico davvero! >> la interruppe Killua << Però mi piacerebbe avere.... un piccolo segno della tua buona fede, se capisci che intendo. >>
<< Un segno della mia buona fede? >> chiese confusa Aithusa.
<< Proprio così! >> Killua la afferrò per i polsi e la spinse con forza contro la scrivania, costringendola a stendervisi sopra, chinandosi poi su di lei, avvicinandole le labbra all'orecchio << Per esempio, potresti anche diventare più disponibile... >>
<< Killua! Spostati subito! >> ordinò Aithusa, rabbrividendo per il tono del ragazzo. Non c'era la minima traccia di amore in esso, solo una grande cattiveria, e un forte desiderio di...
Aithusa si paralizzò dalla paura. Killua aveva la stessa faccia di quegli uomini che tre anni prima avevano cercato di abusare di Alluka.
Killua rise, e Aithusa cercò di rialzarsi; il ragazzo però l'afferrò con forza per la gola e la spinse di nuovo giù << Così non ci siamo, Tess. Forse hai bisogno di calmarti un po'... >> disse il ragazzo, e cominciò a stringere la presa sulla sua gola, impedendole di respirare.
<< Quante storie.... scommetto che al tuo Lys non diresti di no, vero? >>
Aithusa rantolò per la mancanza di aria, mentre Killua le insinuava una mano sotto la gonna, sfiorando il bordo dei suoi slip.  La ragazza non riusciva a muoversi, la vista cominciava ad appannarsi... 
Aithusa non aveva mai avuto paura come in quel momento. Paura di Killua, che le aveva appena infilato con decisione due dita nella sua intimità, per poi tirarle subito fuori e cominciare a sbottonarsi i pantaloni. Aithusa avrebbe voluto gridare per l'oltraggio.
No!  gridò una voce nella sua testa. Reagisci, fermalo!
Aithusa boccheggiò, sempre più a corto d'aria. Una delle unghie affilate di Killua era affondata nella carne alla base del collo, proprio nel punto dove c'era il Simbolo del Legame.
Il dolore la colpì come uno schiaffo e le restituì lucidità. Lo doveva fermare! Lei aveva sbagliato, ma quello che le stava facendo.... era intollerabile! Perfino da parte di Killua!
Aithusa modificò a fatica la mano e, con le ultime forze che aveva, gli graffiò con forza il petto.
Killua gridò e si allontanò da lei con un balzo. La ragazza inspirò avidamente a pieni polmoni e, approfittando del momento, corse fuori dallo studio, senza notare che Killua sbatteva stralunato le palpebre, come se si fosse appena svegliato da un sogno.
***
Aithusa correva per i corridoi sbandando per il dolore e lo shock, cercando di sfuggire a Killua, che la stava inseguendo gridando.
Ancora non riusciva a credere a ciò che era successo. Quello non era il Killua che lei conosceva. Non era il Killua affettuoso e comprensivo di cinque anni prima, quello che l'aveva consolata quando era stata in lutto per i morti di guerra, quello che la toccava come se fosse fragile come la porcellana fine, quello che non tollerava, in nessun caso, che qualcuno ferisse i suoi sentimenti.
Come aveva potuto fare una cosa così orribile? Non poteva essere vero....
<< Aithusa, fermati! >> sentì gridare la ragazza. No, l'aveva quasi raggiunta!
La ragazza girò un angolo con il fiato corto, puntando verso il salotto. Doveva scappare, doveva...
<< AH! >> gridò Aithusa, spaventata. Era andata a sbattere contro qualcuno. Alzò lo sguardo, e si ritrovò fra le braccia di Leorio.
Il giovane medico non era da solo: con lui c'erano anche Gon, Lysandro e Hisoka, i quali la stavano fissando preoccupati.
<< Tess, che è successo? >> chiese Leorio allarmato, aiutandola a rimettersi dritta.
<< Ragazzi, dovete aiutarmi! Killua ha cercato di... >>
<< Tess! >> gridò Killua, raggiungendoli << Aithusa mi dispiace, non so cosa mi sia preso... >>
<< Cosa sono questi lividi? >> chiese Leorio scioccato, sfiorandole con delicatezza la gola << E queste ferite? >>
<< Biscottino, cosa è successo? >> chiese serio Hisoka, che sembrava aver già capito.
<< Killua ha.... >> farfugliò Aithusa, tossendo << Killua ha cercato di abusare di me! >>
<< COSA HA FATTO?! >>  gridò Lysandro, livido di rabbia, e si fissò il diretto interessato con uno sguardo così spaventoso che Aithusa non poté fare a meno di rabbrividire.
Leorio e Gon erano increduli << Non può averlo fatto davvero... >>
<< L'avrei detto anch'io fino a qualche minuto fa. >>
<< BASTARDO! >> urlò Leorio fuori di sé, e afferrò Killua per il bavero della felpa << COME HAI POTUTO FARLO? COME HAI POTUTO FARE UNA COSA SIMILE A LEI? >>
<< Io non volevo! Non so cosa sia successo, ad un certo punto non avevo più il controllo delle mie azioni... >>
<< Raccontalo a qualcun altro, farabutto che non sei altro! >> gridò Lysandro, abbracciando l'amica con aria protettiva, accarezzandole i capelli.
<< Killua, perchè lo hai fatto? >> chiese Gon con voce triste e con gli occhi lucidi.
<< Non volevo farlo, lo giuro! Tess, ti prego, tu devi credermi! >>
Aithusa lo guardò negli occhi: l'espressione cattiva e avida di pochi minuti prima era sparita, e ora il ragazzo la fissava implorante, con gli occhi pieni di lacrime.
<< Io ti amo, Aithusa. Non potrei mai farti del male! >>
<< Taci, maledetto! Sei solo un porco, un Mortale avido ed egoista! >> gridò Lysandro, mentre Aithusa lo tratteneva, per evitare che aggredisse Killua.
<< Ma cosa sta succedendo? >> si intromise Taranis avvicinandosi al gruppo, seguito da Masahiro, e Concorda.
<< E' successo che questo schifoso miserabile ha cercato di violentare la nostra Tess! >> rispose furente Lysandro.
<< COSA HA FATTO? >> gridarono all'unisono i nuovi arrivati.
<< IO TI AMMAZZO, SCHIFOSO PERVERTITO!>> gridò Taranis, cercando di avventarsi sul ragazzo, e venendo trattenuto da Concorda << COME HAI OSATO TENTARE DI FARE UNA COSA SIMILE A MIA FIGLIA?! >>
<< Padre, fermatevi! >> gridò la ragazza, afferrando il braccio del padre << Non potete commettere omicidio! >>
<< Aithusa. >> chiamò Hisoka con voce seria. La ragazza si voltò verso il Rinnegato, che disse << Io non sono come voi, come te. Non ho problemi a commettere un omicidio. >> Hisoka fissò la ragazza, per la prima volta sul suo volto non c'era nessuna traccia di ironia << Tu dì solo una parola, e io lo ammazzo come il cane che è. >>
Killua trattenne il fiato.
Lei scosse la testa << No. Se qualcuno deve ucciderlo, quella devo essere io. >>. Poi guardò Killua.
Cosa doveva fare? Se si fosse trattato di qualcun altro, di chiunque altro, lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte. Aveva sempre ritenuto la violenza sulle donne un crimine inammissibile. Ma purtroppo era Killua, e Aithusa non avrebbe mai potuto fargli del male, nemmeno dopo quello che era successo. Un cosa del genere era intollerabile, non poteva restare impunita, ma lei non poteva ucciderlo, non poteva. Lui era la sua metà, la sua anima gemella, e nonostante tutto lo amava ancora con tutta sé stessa.
In fondo anche lei gli aveva fatto del male. Non allo stesso modo, ma lo aveva fatto. Neanche lei era senza colpa. 
Però non poteva neanche dimenticare quello che era successo come se niente fosse. Killua si meritava una punizione. Aithusa cercò di ricomporsi, raddrizzò le spalle e parlò:
<< Non posso ucciderlo. Lui è pur sempre la mia Metà, non potrei mai fargli del male. >>
<< Stai scherzando?! Perciò gliela vuoi lasciar passare come se non fosse successo niente? >>
<< Non ho detto questo. >> rispose dura Aithusa, e si rivolse a Killua << Non avrei mai immaginato tu fossi capace di una cosa del genere. Forse non ti conoscevo bene come credevo. >>
<< Tess, ti prego... >> gemette Killua.
<< Non interrompermi. Potrò anche decidere di non ucciderti, ma io ho la responsabilità delle persone che vivono in questo castello. Persone che devono essere protette da uno come te. >> Killua tentò di nuovo di parlare, ma Aithusa lo zittì con un gesto << Perciò, con l'autorità che ho in questo regno, io ti bandisco a vita da Rusko. Hai due ore per andartene e non tornare mai più, e se mai tornerai verrai ucciso senza avere la possibilità di protestare. La mia decisione è questa. >> Aithusa gli voltò le spalle e si avviò verso la sua stanza.
<< Tess, ti prego, io non volevo farlo! Qualcosa mi manovrava, non ero in me! Io non ti farei mai del male! >>
<< Però lo hai fatto! >> lo interruppe Aithusa, ormai sull'orlo delle lacrime << Lo hai fatto, e io non posso fare finta di niente. Perciò vattene! Vattene e non farti vedere mai più! Sei un mostro! >> 
Killua indietreggiò ferito, ma fu solo un attimo: un secondo dopo si era già lanciato verso Aithusa e l'aveva stretta in un abbraccio, così velocemente che nessuno riuscì a fermarlo.
<< Amore mio, ti prego... non mandarmi di nuovo via. Non farmi di nuovo questo, ti supplico... >> mormorò Killua, baciandole con delicatezza la tempia.
Aithusa si abbandonò all'abbraccio, e per un secondo pensò di essersi sbagliata, di essersi immaginata tutto. Possibile che il Killua che la stava stringendo a sè fosse lo stesso che prima l'aveva quasi uccisa soffocandola?
Le immagini di ciò che era successo le balenarono con crudeltà nella mente, e Aithusa lo spinse via con forza, sentendosi improvvisamente mancare l'aria, e la gola pulsare << Vattene, sparisci. Non posso più tollerare la tua vista. >>
Killua la guardò negli occhi con il viso rigato di lacrime per quella che a lei sembrò un'eternità. Alla fine abbassò le spalle, rassegnato.
<< Hiro, buttalo fuori. >>
Il Kuruta annuì e cominciò a trascinare Killua verso l'uscita, senza che il ragazzo opponesse resistenza.
Aithusa tremava per il dolore. Da una parte avrebbe voluto richiamarlo, dirgli che lo amava, pregarlo di non andarsene, e dall'altra... l'orrore la paralizzava ancora, e le ferite le bruciavano come non mai. Aithusa vacillò.
<< Tess, cosa ti succede? Ti senti male? >> chiese allarmato Leorio.
Aithusa non rispose. La testa le girava come una trottola, e il pavimento si avvicinava sempre di più. L'ultima cosa che sentì furono le urla dei suoi familiari.
Poi, il buio.

   
 
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