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Autore: Yridyan    14/04/2009    2 recensioni
Forse dall'altra parte del mondo, nei giornali, non risulterà niente su una ragazza scomparsa.Forse dall'altra parte del mondo, a nessuno importerà di una donna piangente che a perso la figlia. Forse là nessuno si prenderà la briga di investigare di più sul mistero della morte di una normale sconosciuta, della quale non si è ritrovato il corpo... però, in un vicolo buio e insanguinato dove può andare un corpo? Forse... forse...
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMMORTALE






Forse dall'altra parte del mondo, nei giornali, non risulterà niente su una ragazza scomparsa.

Forse dall'altra parte del mondo, a nessuno importerà di una donna piangente che a perso la figlia.

Forse là nessuno si prenderà la briga di investigare di più sul mistero della morte di una normale sconosciuta, della quale non si è ritrovato il corpo... però, in un vicolo buio e insanguinato dove può andare un corpo?

Forse... forse...




Non sono mai stata una ragazza particolare o speciale.

Ero così, una come tante.

E quel giorno stavo tornando da scuola, con i miei soliti auricolari nelle orecchie mentre ascoltavo una canzone dei Muse, facendo finta di interessarmi ai discorsi di Arianna, una mia compagna.

Quante inutili lagne : il mio ragazzo mi ha mollata, il mio ragazzo non mi vuole, il mio ragazzo.. il mio ragazzo...

Decisamente meglio i Muse.

Avevo voglia di staccare da questa vita noiosa, sempre uguale, pressante; così pressante da sentirmi schiacciata nel petto da una forza invisibile che mi impediva di respirare a volte.

Avevo bisogno di cambiare, distrarmi; avete presente quando si ha l'impressione che nessuno ti capisca, che a nessuno importi di te e che la tua vita sia inutile e tutti quei pensieri da adolescenti complessati? Ecco, io mi sentivo così.

Una diciassettenne con i complessi di una tredicenne... odiavo questo genere di cose.

Normalmente ero una ragazza romantica, semplice, divertente, simpatica, e poi ero una brava attrice, mi sarebbe piaciuto farlo di professione... ma sapevo che era solo un sogno, nella vita era meglio non sperare in troppe cose e rimanere con i piedi per terra, per evitare delusioni.

-Sele? Cazzo Sele mi stai ascoltando?- Urlò spazientita Arianna.

Sbuffai piano e abbassai il volume dell' mp3 -Mh.. si, dicevi del tuo ragazzo?-

-Il mio ragazzo? Che centra ora quel cazzone?- Corrugò le sopracciglia -non l'avrai per caso visto?!- domandò allarmata guardandosi intorno.

Io accortami di aver sgarrato argomento (strano che non parlasse del suo ragazzo..e quando mai non lo faceva?) cercai di rimediare...-Ehmm, devo aver sentito male mentre parlavi di.... ehmm...-

-Delle mie nuove scarpe!- Cinguettò con gli occhi sognanti.

-Ma certo.. lo stavo per dire- Si si...

Mi sistemai meglio il cappuccio e ricominciai la difficile operazione di evitare le pozzanghere più grandi nel marcipiede.

Eh sì, Gennaio nella mia città era abbastanza freddo, pioveva tutti i giorni, ma a me non dava affatto fastidio, io adoravo la pioggia, adoravo il freddo, e non sopportavo il caldo.

Ogni cosa calda e sudaticcia non faceva per me, una giornata passata a due gradi centigradi era perfetta; quindi in quel giorno di Gennaio ero abbastanza felice, se non per il fatto che Arianna continuava a tediarmi con i suoi discorsi inutili; avevo cominciato a frequentarla in seconda media, e da allora ce l'avevo sempre appiccicata.

Suicidio, suicidio, uccidetemi, uccidetemi!


Alzai lo sguardo da terra per salutare dei miei compagni che tornavano a casa dopo la fine delle lezioni, giusto in tempo per evitare un tipo che mi stava venendo addosso.

Sbam. Sclap. Ciaff.

Grandi invenzioni le onomatopee.

Non caddi solo perchè mi aggrappai ad un palo nel marciapiede, anche lui era in pedi, ma si chinò per recuperare la mia borsa, che invece era crollata giù.

-Scusami, non ero attenta- Gli dissi sorridendo e raccogliendo da terra le cose che mi erano cadute.

-Non ti preoccupare, tieni- mi ridiede dei libri, sorridendo anche lui.

Lo ringraziai e andai per la mia strada.


Allora ancora non sapevo che quell'incontro mi avrebbe cambiato la vita.


-Cazzo Sele, quello era un figo assurdo!- Mi urlò Arianna dopo essersi assicurata che il tizio fosse lontano abbastanza da non poterla sentire.

-Davvero? Non mi sono accorta...- Effettivamente non è che mi fossi soffermata chissà quanto sul suo aspetto, insomma, scontrarsi con una persona mica è un evento eccezionale...

-Cazzo, guarda che culo che ha!- Sussurrò sgranando gli occhi.

Io mi girai giusto per accontentarla; in effetti era un bel ragazzo, alto, capelli neri, un viso particolare, giovane, ma con i lineamente marcati e appena spigolosi da adulto, probabilmente aveva solo qualche anno più di me, ma aveva un'aria strana e... affascinante.

Portava dei jeans scuri e un giaccone nero, lo vedevo da lontano e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.

-Ma tu non ce la fai proprio a dire una frase senza ''cazzo'' o derivati?-cambiai discorso per non rimanere a fissare troppo il ragazzo.

-Cazzo, no!-

-Ecco, lo sospettavo...-Sospirai, poi mi voltai per vedere se questo tipo era effettivamente carino -Sì, hai ragione, non è male, anzi è molto carino.. ma non è il mio tipo- Le risposi alzando le spalle.

-Come, cazzo, non è il tuo tipo?-

-Sì, non lo vedi? Sembra il classico fighetto che vuole tutte ai suoi piedi, che si crede un dìo e che se non ha il gel per capelli gli viene una crisi isterica-

Mi voltai di nuovo a sbirciare verso di lui e il tipo si passò una mano tra i capelli.

-Ma non hai visto che cazzo di occhi che ha?-Cambiò argomento Arianna.

-Ehmm..no.-

-Non ci credo, allora o sei ceca o sei stupida! Eccheccazzo, sono verdi, verdi come le foglie degli alberi! O come la Marijuana... come preferisci, tanto l'effetto è lo stesso- Sorrise.

-Si si....- Alzai gli occhi al cielo.

-Cazzo.. cosa gli farei a uno così...-mormorò lei maliziosa mangiandoselo con gli occhi.

-Oh..non voglio nemmeno saperlo.. le tue fantasie erotiche non mi interessano...- Sospirai disgustata.

Lei sorrise e alzò le spalle passandosi la lingua nelle labbra; avrei giurato di aver visto il ragazzo storcere la bocca in una smorfia.


Dopo essere tornata a casa e aver mangiato mi fiondai in camera mia per scrivere, avevo preso una specie di abitudine : ogni volta che avevo qualche minuto libero prendevo note su un diario personale, scrivevo praticamente ogni cosa che mi frullava nella mente, e in quel momento mi frullava nella mente.... il ''Tizio'' .

Domanda : perchè avevo in mente il Tizio?

In mancanza di altri nomi mi toccava chiamarlo così... ma perchè avevo in mente lui?

Forse per il suo strano fascino...

Forse per l'aura di mistero che emanava....

Dovevo chiamare Carla per parlarne, subito.

Mi frugai nelle tasche dei pantaloni, poi nella felpa; non trovando il mio cellulare mi allarmai (ne avevo già persi due) e mi capultai al piano inferiore nel salotto, dove avevo lasciato la borsa. Frugai dappertutto, ma il mio amato cellulare non si trovava.

Idea.

Tuuu.tuuu.tuuu.-Pronto?-

-Pronto Carla, mi serve un piccolo favore- Pregai la mia amica.

-Ehm..si, dimmi... Sele, mi devo preoccupare?-

-No, no tranquilla è una cosa da nulla.... mi fai squillare il cellulare?-

-Nooo! Non ci voglio credere! Ne hai perso un altro!!- Urlò tra la disperazione e il divertimento.

Mi conosceva bene...

-Dai! Di sicuro è... ehmm... nello zaino... già, però dai fallo squillare!-

-Ok Sely.. aspetta tre secondi... ecco sto chiamando..-

Aspettai, in silenzio.

Niente.

Ancora niente.

Nulla di nulla.

-Nuooooo! Accidenti l'ho perso!!- Piagnucolai.

-Sei un danno!- Mi rimproverò Carla.

-Grazie, tu sì che sai come consolarmi- Commentai sarcastica, ci mancava solo lei, ora i miei avrebbero fatto un casino per la storia del cellulare... cavolo...

-Prova nella borsa-Propose

-Già fatto- Risposi sconsolata.

-Riprova! Lo sappiamo tutti che riusciresti a perdere un elefante!-

-Sempre gentile!-

Controllai nella borsa, di nuovo, ma non trovai nulla.

-No, non cè... lo sapevo, uffa!-sbuffai

-Eh...-

Poi un telefono cominciò a squillare, ma non era una suoneria che conoscevo, non era né dei miei genitori né mia; mi diressi verso il suono, che proveniva (neanche a dirlo) dalla mia borsa.

La aprii e ne rovesciai il contenuto, il cellulare spuntò fuori per ultimo.

-Carla...-

-Dimmi Sele-

-L'ho trovato, ma...-

-Ma?-

-Non è il mio! Cioè, è identico, stesso modello, stesso colore, però non è il mio! Ha lo sfondo diverso e...-

-Come può essere?!- Mi interruppe.

-E che ne so! Se lo sapessi non sarei qui a chiedermelo!-

-Possibile che tu lo abbia scambiato per sbaglio?-

Oh cavolo...

-Possibile?- Continuò lei.

Doppio cavolo...

Ripercorsi mentalmente lo scontro con il ''Tizio'' e capii cosa era accaduto.

-Cacchio!-

-Che c'è?-Chiese allarmata Carla.

-Ho scambiato il mio cellulare con quello di Tizio!-

-Quello di chi??-

-Del Tizio... cioè, io non so come si chiama, quindi lo chiamo Tizio...-

-Non credo di aver capito di cosa stai parlando...-Confessò Carla confusa.

-Ehmm...ho incontrato un ragazzo all'uscita da scuola, ci siamo scontrati e probabilmente ci siamo scambiati i cellulari...- Spiegai.

-E com'era?-

-Com'era cosa?-

-Il ragazzo scema!-Sbuffò lei ridacchiando.

-Ma tu e Arianna non pensate ad altro che ai ragazzi?!-

-No Sely, hai dimenticato il cioccolato-

-Certo, perdona la mia ignoranza...-

-Apri il frigo, prendi il gelato e fatti una cultura! E poi se è possibile cerca un modo per rintracciare questo ''Tizio'' come lo chiami tu, ok? Ora devo andare Sele, un bacio, ci vediamo domani, che mi fai vedere il fusto! Ciaooo-

-Ciao pazza!- Risposi sghignazzando; poi riattaccai.

Il telefono di Tizio riprese a squillare, tecnicamente per rispetto della privacy non avrei dovuto nemmeno aprire il Menu, però ero curiosa... forse troppo curiosa, quindi lo presi e guardai da chi proveniva la chiamata; c'era scritto ''Eric'', ma non avevo abbastanza fegato per rispondere, così spensi il cellulare per non cedere alla tentazione di sbirciare nei messaggi o quant'altro.

Si dice che si capisce molto delle persone dai loro oggetti personali, quindi io avrei potuto imparare qualcosa di più su Tizio se avessi visto delle immagini... se avessi letto qualche nota o messaggio...

No, Sele, torna in te! Chi è questo qui per farti fare queste cose ignobili?

Già chi era? Allontanai il cellulare da me.

Passai il pomeriggio facendo i compiti, era venerdì, e domani avrei potuto passare la serata al cinema con le miei amiche, quindi mi volevo portare avanti con i compiti per non avere impicci di sabato sera.

Alle undici stavo andando a letto, quando la mia mente riprese a vagare su quello che avrei potuto scoprire su quel ragazzo dall'aria adulta ma simpatica che avevo incontrato quel giorno; non mi resi conto del tempo che passava finchè non mi ritrovai all'una di notte ancora sveglia e lucida.

Non ci misi molto a capire che la mia insonnia era provocata dalla mia morbosa curiosità.

Volevo sapere qualcosa su quel ragazzo, per colpa sua non stavo dormendo! Domani avrei avuto delle occhiaie abnormi!

Per togliermi il peso, mi avvicinai al cellulare, lo accesi e -per quanto sapessi che fosse sbagliato- aprii il Menu.

Guardai la galleria : vuota.

I messaggi : vuoto.

Note, giochi, video... nulla.

Guardai nella rubrica; c'erano solo quattro nomi :

-Casa.

-Demetra.

-Eric.

-Gaspard.

Piuttosto bizzarra come cosa... un ragazzo giovane e attraente come lui doveva essere molto popolare, avere miliardi di amici e triliardi di ragazze... invece c'erano solo quattro nomi in rubrica.

Per non indagare oltre decisi di spegnere, avevo già fatto troppo. Con la mia curiosità placata, riuscii a dormire.


Il giorno dopo, al contrario delle mie previsioni, non avevo occhiaie, ero solo -ancora- morbosamente curiosa, volevo riincontrare quel ragazzo, e la mia parte razionale mi diceva che non era normale essere ansiosi di rivedere una persona che nemmeno si conosce, ma chi ne aveva voglia di ascoltare la parte razionale? Io no di certo, per una volta che mi capitava qualcosa, perchè avrei dovuto rovinare tutto?


Andai a scuola da sola, senza la mia solita accompagnatrice, Arianna, che il giorno stava male.

Come incontrai Carla, lei subito mi disse di farle vedere il Tizio, ma quel giorno non l'avevo ancora visto.

-Però io non voglio tenermi questo cellulare in eterno... e poi, forse lui avrà il mio...-Le spiegai.

Lei annuì e poi guardò alle mie spalle; io mi sentii picchiettare su una spalla e mi voltai; mi ritrovai praticamente con il naso a due centimetri dal petto del Tizio.

Imbarazzata mi allontanai scattando all'indietro; non avevo notato che fosse così alto, né che avesse quel buon profumo... arrossii.

Lui sorrise e disse -Scusami, penso di aver accidentalmente scambiato il mio cellulare con il tuo, ieri, quando ci siamo scontrati-

Aveva un sorriso scintillante, bianchissimo, e i suoi occhi erano davvero verdi e brillanti come le foglie lucide di un albero.

-Oh, ehmm, non preoccuparti- Non ricodavo di essermi sentita così in soggezione il giorno prima mentre gli parlavo, quindi cercai di ripristinare le mie facoltà mentali, riuscendoci discretamente; tutti quegli anni di teatro erano serviti a qualcosa finalmente.-Comunque questo deve essere il tuo telefono-dissi.

-Sì, grazie; e questo il tuo.- Sorrise ancora mentre mi porgeva il mio cellulare.

Dai, non era così vanesio come avevo immaginato, a quanto pareva non aveva nemmeno il gel nei capelli, dato che erano sbarazzini e disordinati; e lui era bello, bello da starci male.

Il mio cuore perse un battito quando i nostri occhi si incontrarono.

-Comuque, piacere, io mi chiamo William- Disse porgendomi la mano.

Gliela strinsi -Piacere, io Selene-

-Bel nome- Il suo sorriso si allargò, la mia temperatura aumentò; i suoi occhi scintillarono, il mio cuore prese a martellare nel petto.

-Ehm, grazie...- Abbassai lo sguardo, imbarazzata.

-Bene, allora, grazie per il cellulare, ci si vede, ciao!- Mi disse mentre da lontano un ragazzo lo chiamava.

-Ok... ci si vede.-Risposi stordita mentre lui già si allontanava.

Solo in quel momento mi accorsi che metà dei ragazzi nel cortile si erano girati a fissare me e Tizio.. cioè, me e William, perchè era così che si chiamava; finalmente qualcosa di lui...

Anche Carla mi fissava sbalordita, e nonostante le mie domande sul perchè di quella reazione, non mi disse nulla, si era limitò a guardarmi di sottecchi per tutta la giornata.


Era passata una settimana, il tempo non accennava a migliorare e io mi ero già scordata di William.

Era infatti sabato sera, ed ero andata al cinema con Carla.

-Oh, no, ti prego, mai più un film del genere! Faceva pena!- Dissi ancora piegata in due dalle risate.

-Oh oh, figo a ore otto!-Mi soffiò lei.

-Eh? Come? Cosa?- Mormorai confusa, ma di che stava parlando?

Mi girai verso il punto dove lei stava guardando con finto disinteresse, c'era William con altri due ragazzi che ci stavano fissando, lui mi salutò con la mano, io sorrisi e risposi al saluto, poi mi allontanai con Carla.

Dopo aver visto le vetrine dei negozi e aver preso un gelato -nonostante piovesse- io e Carla ci salutammo; e purtroppo dovetti tornare a casa a piedi, sola, sotto la pioggia e senza ombrello, e io abitavo dall'altra parte della città.

Una meraviglia.

Così mentre camminavo sotto il diluvio, con gli immancabili Muse a farmi compagnia, il suono di un clacson mi distolse dai miei pensieri, o meglio dalle maledizioni che stavo lanciando alla mia memoria, dato che mi ero dimenticata sia l'ombrello che l'impermeabile. Mi voltai e vidi che una macchina si stava fermando nel ciglio del marciapiede nel quale stavo camminando; la ignorai e continuai a camminare, ma suonò di nuovo il clacson e a quel punto mi fermai, pensando che magari fosse qualcuno che conoscevo, l'auto mi raggiunse e si aprì la portiera del passeggero di davanti, dentro intravidi William, che mi urlò -Vuoi un passaggio?- mi guardò e sorrise. Ma quel ragazzo sorrideva sempre?! Cos'era che lo faceva tanto ridere?!

Non ci pensai due volte ed entrai, dopotutto, che poteva succedermi di male, mica ero con uno sconosciuto... beh... ecco, forse un pochino, ma se dovevo decidere tra continuare a camminare sotto il diluvio universale e entrare in macchina insieme a William, preferivo decisamente entrare in macchina con lui.

-Ce ne hai messo a sentirmi! Ascoltavi ancora i Muse, abbassa il volume la prossima volta- Disse ridacchiando; che ci trovasse da ridere poi..

-Si, ma...aspetta, come fai a sapere che stavo ascoltando i Muse?- Chiesi un po' confusa mentre mi passavo una mano tra i capelli fradici.

-Intuito, tu mi sembri una da Muse...- Sorrise ancora, abbagliandomi.

Oh cacchio... Sele, chiudi la bocca e evita di fare la figura dell'ebete!

-Beh, scusa per l'intrusione, ti sto bagnando tutto il sedile..-Mormorai dispiaciuta.

-Non ti preoccupare per i sedili, tu invece hai l'aria di una che si sta per prendere un bel raffreddore...-Commentò guardandomi e toccandomi il naso rosso con un dito, come si fa ai bambini piccoli.

-Ma io non ho il raffr... etccì!- Starnutii, quasi a confermare quello che aveva detto; lui buttò la testa all'indietro e cominciò a ridere di gusto, mentre io incrociavo le braccia al petto e sbuffavo imbronciata come una bambina.

-Bene, dove ti porto? Devi bere qualcosa di caldo- Continuò cercando di smettere di ridere, con poco successo.

-Ehmm... non saprei...- Sospirai, ancora non mi sembrava vero, avrei avuto molto da scrivere nel mio diario, quella sera.

-Va bene, conosco io un posto carino, se ti va ti ci porto...-

Impossibile dire di no ai suoi occhi luccicanti, così annuii; lui partì ancora ridacchiando.

Mi trascinò in un ristorante, che alla fine era davvero bello, semplice ma grazioso, si vedeva che era un ambiente curato.

Mentre ordinavo mi squillò il cellulare -Pronto?-

-Selene, tesoro, sta diluviando, ti vengo a prendere in macchina?- Domandò mio padre. Non potei fare a meno di pensare che l'aveva già fatto qualcun'altro; sorrisi.

-No, grazie lo stesso, ceno fuori con un amico... - William mimò con la bocca che mi avrebbe accompagnata a casa -mi sta dicendo che mi accompagna lui, siamo in macchina non preoccuparti, ci sentiamo dopo ciao!- Chiusi la chiamata.

-Era il tuo ragazzo?-Domandò William con apparente disinteresse, ma avevo sempre avuto la piccola capacità di capire le persone, e nel tono in cui aveva fatto la domanda potevo notare una punta di curiosità; mi appesi a quella speranza, io che interessavo, seppur marginalmente, ad un ragazzo così... cavoli..!

-No, era mio padre!- Risposi ridacchiando.

La sua espressione si rilassò un poco -Bene, che ordini?-

-Non saprei... -

Alla fine ordinammo lo stesso piatto, del quale ignoravo l'esistenza, ma che si rivelò essere molto buono. Lui non toccò cibo.

-Bene, Selene, cosa mi racconti di te?- Si avvicinò sporgendosi nel tavolo e posandoci sopra i gomiti.

-Ehmmm... cosa vuoi sapere?- Mormorai rossa divergogna, in diciassette anni solo con ui mi capitava di sentirmi così in soggezione... maledizione!

-Dimmi, come mai ti piacciono così tanto i Muse?- Ridacchiò.

-Sono forti... mi piace come suonano, e i testi sono bellissimi.-

-Vero- Acconsentì -Qual'è la loro canzone che ti piace di più?-

-Hysteria... e Unintended...-

Sorrise ancora facendo un gesto affermativo del viso -Ora parlami... di Alessandro, il tuo ex, giusto?-

Rimasi sorpresa, come faceva a sapere di Alessandro? -Come sai che...-

-L'ho visto per sbaglio nel tuo cellulare- Mi interruppe, probabilmente per evitare che saltassi a conclusioni affrettate -mi dispiace, stavo cercando nella rubrica, quando ancora non sapevo di aver scambiato telefono,- Sorrise -così prima di rendermene conto, avevo letto nella tua rubrica ''Alessandro coglione''- Concluse ridendo.

-Oh... ehmm è una storia lunga...- Cercai di sviare.

-No, sono sicuro che lo dici solo perchè non me la vuoi raccontare- Concluse imbronciato facendomi l'occhiolino.

-Ehmm.. no è che...- Ero rossa di vergogna -E di te che mi dici invece?- Sorrisi dolce per evitare l'argomento.

-Cercare di distrarmi facendomi gli occhioni da cerbiatta e sorridendo per incantarmi! Ma che ragazza perfida!- Ridacchiò cercando di darsi un tono serio.

-Io!? Ma non potrei mai!!-

-Ah no?- Sghignazzò scettico.

-E va bene.. ci ho provato- Alzai le mani in segno di resa.-Ma non è giusto che le domande le faccia solo tu!-

-ok, ok... chiedi pure- Incrociò le mani sul petto aspettando che parlassi.

-Bene...quanti anni hai?- Era una domanda semplice, ma era anche quella che stranamente mi premeva di più, dato che i suoi occhi mi tormentavano, con quell'aria così saggia e... antica (?), mi sembrava assurdo chiederlo...

Lui sembrò un po' turbato da quella domanda così innocente, ma dopo un po' rispose -Diciannove- Sorrise triste -e tu, piccolina?-

Piccolina?! Qui svengo.. qui svengo...

Sembrò ridere della mi espressione, ma non parlò.

-Io diciassette- Risposi semplicemente.

-Bene, ora tocca a te no?-

-Sì... sei figlio unico?-

-Sì, sai che vuol dire il tuo nome, Selene?- Quella specie di interrogatorio doppio stava diventando strano, e...intrigante.

-No, non lo so, tu si?- Chiesi curiosa.

-Sì, significa Luna, sarebbe un nome perfetto per...-non finì la frase.

-Per?-

-Niente- Sorrise -Lascia stare, tocca a te...-

-Che musica ti piace?-

-Più o meno la stessa che piace a te- Sorrise; il mio cuore accellerò.-Film preferito?-

-Non saprei... Il Signore degli Anelli...- Risposi, e stavolta fui io a sorridere.

-Ti piace Il Signore degli Anelli... strana come scelta, mi sarei aspettato qualcosa tipo Love Story... -

-Certo, mi piace anche quello, ma son più da genere Fantasy...Tocca a me, libro preferito?-

-Troppi...-

-Troppi non è una risposta!- Protestai per scherzo.

-Fiore preferito?- Chiese glissando totalmente le mie obiezioni.

-Ma non hai risposto!-

-Fiore preferito? Se non rispondi tu, non rispondo io-

-Uff! Ma sei stato tu a non rispondere per primo!- poi guardando la sua espressione lasciai perdere, sembrava un tipo abbastanza testardo -Rosa Blu- Dissi imbronciata per scherzo.

-Gelato preferito?- chiese

-Liquiruzia e cioccolato-

-Materia più odiata?-Domandò curioso.

-Matematica!-

-Strumenti preferiti?-

-Pianoforte e chitarra- Risposi pensando a quanto mi sarebbe piaciuto imparare a suonarli.

-Colore preferito?-

-Mh...tanti... ehi! Un momento! Era una domanda a testa!- Protestai di nuovo.

-Se tu non cogli l'occasione non è mica colpa mia- Sghignazzò soddisfatto.

Io gli feci la linguaccia e lui rise più forte.

-Dai, tocca a te- Mi fece l'occhiolino

-E lo credo bene!-Lo guardai storto, la cosa sembrò divertirlo molto dato che ricominciò a ridedre -Allora... Colore preferito?- dissi la prima cosa che mi passava per la testa, tanto per farlo parlare e ascoltare la sua voce melodiosa e vellutata.

-Rosso-

-Giorno preferito della settimana-Chiese serio, come se fosse la cosa più importante del mondo.

-Sabato, e il tuo?-

-Mh.. il tempo non fa molta differenza per me... -disse sovrappensiero- mare o montagna?-continuò.

-Mare d'Inverno e montagna d'Estate- Risposi.

-Ma non dovrebbe essere il contrario?- Ridacchiò

-No! Non c'è niente di meglio del mare grigio di Novembre, è meraviglioso- Risposi pensando a tutte le volte che c'ero andata in quel mese, era molto meglio che ad Agosto.

-Strano....e preferisci caldo o freddo?- Domandò pensoso, sfiorandosi il mento con l'indice.

-Freddo! Assolutamente! Io odio il caldo!-

Lui ridacchiò, ma aveva gli occhi tristi.

-E tu preferisci caldo o freddo?-

-Caldo- Rispose sospirando -Ti piace la pioggia?-

-Sì, l'adoro!- Dissi sorridente, poi lo vidi sghignazzare.-Bene, sarà meglio che ti porti a casa, prima che si faccia tardi-

Guardai fuori dalla finestra del ristorante, era il crepuscolo -Sì! Hai ragione!-

Poi mi diressi a pagare il conto, ma lui mi precedette -Il conto lo paga l'uomo- Sorrise

-Oh, che bello, mi sono trovata un Gentle men!-

Lui sorrise e mi aprì la portiera per entrare in macchina.

Lo osservai guidare, la sua espressione assorta; solo in quel momento mi resi conto di quanto fosse realmente bello, e affascinante, i tratti maturi del viso, nonostante l'età, e la carnagione chiarissima, i capelli neri e la profondità dei suoi occhi di quel verde così splendente, con quelle sfumature chiare e i riflessi luminosi.

Notai anche il naso dritto, con la punta lievemente all'insù, e le spalle larghe, doveva avere un bel fisico sotto quel dolcevita nero; e le mani, pallide, le dita affusolate stringevano e accarezzavano il volante.

Era bellissimo, quel tipo di bellezza era più unica che rara; per non risultare maleducata per il continuo fissarlo, mi decisi a spostare lo sguardo fuori dal finestrino, giusto in tempo per vedere qualcosa sfrecciare dietro l'auto, e di sicuro non era un'altra macchina; cercai di aguzzare lo sguardo, d'un tratto spuntò da dietro di noi un coso enorme, un orso nero ci correva dietro, aveva gli occhi rossi di una luce folle, e dalla bocca schiumante spuntavano zanne enormi. Lanciai un urlo.

William si voltò verso di me, allarmato -Che c'è Selene?-

-Cosa... cosa diavolo è quello!!?- Urlai con la voce resa isterica dal terrore.

-Quello cos....- la sua domanda fu interrotta da un tonfo e uno scricchiolio nella macchina; mi voltai, dietro era appeso con gli artigli delle zampe anteriori, quell'animale mostruoso. Urlai di nuovo.

William si girò, e sobbalzò impercettibilmente, quando vide l'essere attaccato alla carrozzeria della macchina; cominciò a zigzagare, tentando di fargli perdere la presa; ma senza successo, quel coso si era aggrappato proprio bene. Imprecò.

-Stai, tranquilla, sistemo tutto, ma tu devi fare quello che ti dico- Mi disse serio.

Io annuii, incapace di spiccicare parola, sapevo che se avessi aperto bocca avrei urlato.

-Tieniti forte!- Urlò Will.

Poi accellerò tutto d'un tratto, arrivando alla velocità di 182 km orari, e frenò di colpo, facendo girare l'auto su sé stessa; invadendo l'altra corsia della strada, ormai vuota a quell'ora.

Miracolosamente la bestia si staccò; William scese dalla macchina.

-Che fai William!? Riparti!-Gli urlai terrorizzata.

-Stai in macchina! Non ti muovere hai capito? So quello che faccio!- Mi rispose sicuro di sé.

Io in preda al terrore, tremando, mi allacciai la cintura.

La bestia era sparita ai lati della strada, nella foresta che la delimitava.

-Selene, chiama Demetra, dal mio cellulare, ora!-

Io obbedii immediatamente, ansiosa di occupare il mio cervello con qualcosa da fare.

In quel momento, una massa nera ed enorme si abbattè sulla macchina, facendola volare per qualche metro finchè non ci fu un altro botto e l'auto si arrestò, io cercai di capire cosa aveva fermato la caduta; ero dentro la macchina, mi sarei dovuta schiantare a terra dopo quel volo, invece ero viva, e ringraziai il Cielo.

Sentii ancora la macchina muoversi, ma con lentezza, poi ci fu una piccola scossa : la macchina aveva toccato terra.

Mi voltai verso il finestrino, con la paura di sapere cosa avrei visto, ma vidi William che con le mani sollevava la macchina e la rigirava senso giusto, dato che l'impatto con la creatura nera l'aveva mandata con le ruote all'aria.

Ero... sconvolta... un ragazzo non poteva sollevare un'auto!

William mi sorrise e si allontanò dalla macchina tutta ammaccata dopo il volo e lo schianto.

Notai che era accovacciato a terra come se stesse tastando l'asfalto, poi si girò verso un punto indefinito tra gli alberi che costeggiavano la strada e si rialzò parzialmente, rimanendo piegato sulle gambe, come in posizione di attacco. Precisamente dal punto in cui stava guardando spuntarono non più una sola bestia, ma tre.

In quel momento mi accorsi che non erano orsi, ma enormi lupi neri, grandi quanto un cavallo, con la dentatura il triplo del normale.

I loro occhi erano rossi, iniettati di sangue, e avevano un qualcosa di folle che mi terrorizzò ancora di più; uno dei lupi ringhiò, e si avventò su William; che scartò a destra evitando prima un attacco e poi un altro; la belva mosse le fauci verso il collo del ragazzo, io urlai di spavento, ma anche quella volta William uscì senza un graffio; poi ricordai l'ordine di prima.

Cercai di rimanere lucida, dovevo chiamare Demetra.

Presi il cellulare di Will e andai nella rubrica, cercai il nome e premetti il tasto di chiamata; dopo uno squillo una voce femminile e giovane rispose -Pronto? William come mai non sei ancora tornato a casa?-

-Pronto?! Sono... sono con William.. mi ...ha detto di chiamare, c'è... ci sono tre lupi, grandi, enormi, e lui li sta affrontando.. li.. li tiene occupati... abbiamo bisogno d'aiuto!-

La ragazza non fece molte domande, aveva capito dalla mia voce quanto la situazione fosse critica, disse solo poche e semplici cose -Dove siete?-

-Nella 14 SS-

-Arriviamo, non muovetevi, tenete duro.- Disse, poi riagganciò.

Io tornai ad osservare William che teneva testa a tre belve, lui si muoveva scartando a destra e a sinistra ad una velocità inumana, i contorni della sua immagine sfumavano, il più delle volte non riuscivo nemmeno a vedere dove e come si spostava, tant'era veloce, era qualcosa di inumano.

Sapevo che se mi fossi mossa di avrei fatto solo guai, così rimasi ferma all'interno dell'auto, con le ginocchia strette al petto, cercando di convincermi che tutto si sarebbe sistemato; ma quando conosci uno che solleva senza fatica una macchina, con una sola mano, prima che si schianti a terra, tutto diventa un po' più difficile da credere.

Sentivo dei ringhi, o meglio, erano ruggiti, quasi come quelli dei leoni.

Poi ci fu un urlo.

Mi rialzai spaventata e mi sporsi dal finestrino : Will era a terra con il braccio e una gamba insanguinati, ed era circondato dai tre lupi.

Mi attacccai alla portiera per vedere meglio : incredibile! Le ferite si stavano rimarginando, ma i lupi continuavano ad attaccarlo e a infierire su di lui, inoltre non erano più tre, erano cinque.

Poi decisi. Dovevo aiutarlo, o sarebbe morto.

Cercai di uscire dalla macchina, ma probabilmente dopo tutti quei colpi la portiera si era rotta e non si apriva, spinsi con tutte le mie forze, mi ci lanciai contro di peso e finalmente cedette, facendomi cadere sull'asfalto bagnato. Mi sbucciai le ginocchia, le mani e una guancia.

Ma mi rialzai e cercai di attirare l'attenzione di quei mostri su di me, in modo da creare un diversivo e dare un po' di tempo a Will per riprendersi.

Comincia a saltare, sbracciandomi e urlando -Sono qui! Sono qui!-, i lupi si voltarono di scatto e mi fissarono con i loro occhi rossi, le loro zanne erano insanguinate e dalla bocca cadevano goccioloni di bava. Degni del miglior film horror.

Quattro di loro cominciarono ad avanzare verso di me.

Cominciai a correre, ma solo in quel momento mi resi conto di quanto fosse stata idiota la mia idea, se quelli riuscivano a stare dietro ad un'auto, io per loro ero una tartaruga.

Mi avevano quasi raggiunta, quei lupi avevano una strana forma umanoide, sembravano degli enormi gorilla con il muso da lupo, alcuni correvano a quattro zampe, altri solo con quelle posteriori; quello più vicino allungò il passo e ringhiò forte, mi tremarono le gambe, ma riuscii a non cadere, cominciai anche io a correre più veloce, e con la forza della disperazione guadagnai qualche metro. Le bestie però erano visibilmente più veloci di me e accorciarono le distanze in fretta, terrorizzata entrai nella foresta ai lati della strada, con l'intento di far perdere le mie traccie; i lupi ruggirono di nuovo.

Corsi tra le radici sporgenti, e incespicai nel buio, cadendo a terra di pancia; con le mani imbrigliate tra i rami, cercai di rialzarmi nonostante il dolore lancinante in tutto il corpo.

Sentivo ringhi e ruggiti in lontananza.

Dietro di me, i lupi trovavano le stesse difficoltà; io mi rialzai e notai alla luce della luna una sporgenza in una grossa parete rocciosa, mi ci infilai.

Quello era un sogno, orribile, sì doveva essere un bruttissimo incubo! Non poteva essere vero!

Frenai un singhiozzo quando vidi le bestie avvicinarsi all'apertura nella quale ero entrata, ma già io ci stavo stretta, loro non sarebbero riusciti neppure a far passare la testa.

Li vidi annusare l'aria e poi i loro occhi iniettati di sangue incontrarono i miei. All'inizio mi imposi di stare immobile, ma quando si misero a sbriciolare la roccia con gli artigli, cominciai a correre, verso la luce alla fine di quella spaccatura; via via il passaggio si allargava, ma si abbassava, dopo poco fui costretta a procedere carponi.

Sì era un sogno, ma non poteva farmi male cercare di sopravvivere pure nel sogno no?

Procedevo spedita, veloce, a causa della paura che quei mostri mi raggiungessero, sentivo dietro di me quelle bestie ringhiare e scavare.

Uscii dall'altra parte dopo un po', ero sporca e indolenzita, mi faceva male tutto, ma ero viva.

Nemmeno il tempo di fare un sospiro di sollievo, che mi spuntò davanti uno di quei lupi, ruggì soddisfatto e avanzò verso di me minaccioso, cercò di tirarmi qualche zampata, evitai gli artigli per un soffio, poi prese a mordere, e riuscii a evitare anche quell'attacco, facendogli addentare l'aria.

Menò altri colpi, mi ferì il braccio e la spalla, superficialmente per fortuna.

Corsi di nuovo verso l'apertura dalla quale ero uscita, lui si avventò su di me, ma il muso rimase incastrato nel buco della roccia; così presi a fuggire verso la strada vidi da lontano che William aveva steso uno dei lupi, ma stava già combattendo con un altro; era palese ormai, Will non era umano, i lupi non erano lupi e...... un momento questo non stava realmente succedendo! Era tutto un sogno! Un orribile, orribilissimo sogno! Anche se nei sogni non sentivo così male...

Continuai a correre ma la bestia dietro di me si era liberata e mi aveva scagliato sopra l'auto di Will.

La macchina mi piombò alle spalle e mi buttò a terra , riuscii a mettermi nell'incavo tra la ruota e un pezzo dell'auto che non riconoscevo al buio.

Ero miracolosamente viva, ma dopotutto, quello era solo un sogno..

Ed ecco il mostro che mi si avvicinava, finsi di essere svenuta e rimasi immobile, la bestia annusò l'aria e probabilmente dovevo essere messa abbastanza male, dato che si allontanò, sicuramente mi giudicò morta.

Piombai in uno stato di dormiveglia, stavo perdendo sangue e la stanchezza e il dolore mi impedivano di ragionare bene.

Non so quanto tempo passò prima che i ruggiti e i ringhi cessassero, ma ricordo che William sollevò la macchina sopra di me e che mi prese tra le braccia, mentre mi assicurava che tutto era finito e che avevano detto a mia madre che rimanevo a dormire da un'amica e che non c'erano problemi.

Ricordo ancora di aver sentito una voce femminile, quella che avevo sentito prima al telefono, dire : -Tutto bene?! Tutto bene!? Ha visto te e otto licantropi, dei quali ne ha affrontati quasi la metà e tu le dici che va tutto bene?! É stata fortunata a cavarsela con pochi graffi e una costola incrinata!-

Bene, il numero di quelle bestiacce era aumentato, da sei a otto! Ma non finivano mai?! E comunque, se in quel momento ero viva, probabilmente li avevano fatti fuori.

Poi un'altra voce maschile che non avevo mai sentito disse : -Demmy non esagerare! E sfuggita da quattro licantropi, non è una cosa di tutti i giorni! E poi non vedi che è sconvolta? Se poi ti ci metti pure tu...-

Un'altra voce maschile sconosciuta disse -Sì, a proposito, lasciatela stare, penso ne abbia passate anche fin troppe per oggi! Ha bisogno di essere curata, portiamola a casa, poi vedremo che fare.-

Poi non sentii e non vidi più nulla.


Mi svegliai, aprii gli occhi e vidi un confortante soffitto bianco, sospirai di sollievo, chiusi gli occhi, era stato solo un sogno, per fortuna, solo un sogno.

Poi tutto insieme arrivò il dolore, subito seguito dalla consapevolezza che quello non era stato affatto un sogno, nei sogni non ti fai quasi ammazzare, il più delle volte; e soprattutto i sogni non sono reali, al contrario della situazione nella quale mi trovavo.

Cercai di alzarmi, gemetti dal dolore, ma riuscii a mettermi seduta, mi guardai intorno per cercare di capire dove fossi, purtroppo però non riconoscevo la stanza.

Avevo indosso dei vestiti puliti, e non ero più sporca di terra e di sangue; scesi dal letto, mi sgranchii le gambe, non feci nemmeno in tempo a fare il secondo passo che la porta si spalancò ed entrò un ragazzo alto, con la pelle candida e gli occhi di un azzurro splendente, aveva dei capelli ricci e biondi, ed era tutto vestito di bianco.

Come mi vide fece un sorrisone -Oh buongiorno a te giovane Umana, creatura della Terra! Felice risveglio! Io so già chi sei, ma probabilmente tu non hai idea di chi sia io,-Rise, e la sua voce era cristallina come il suono di piccole campanelle d'oro - mi chiamo Gaspard, - Disse gioviale.-Comunque sarà meglio che ti rimetti a riposare, di sicuro dopo ieri sarai provata... voi Umani siete così... fragili...-Meditò portandosi un dito sul mento.

Io, sorpresa e incantata, obbedii e lui sorrise di nuovo, abbagliandomi con la sua dentatura bianca come la neve.

Poi spuntò dalla porta un altro ragazzo, alto e abbastanza muscoloso, aveva pelle abbronzata e dei capelli castani arruffati lunghi fino alle orecchie, agli occhi erano di un caldo marrone scuro, sembrava curioso e allo stesso tempo divertito, indossava una maglietta nera a maniche corte e dei jeans fino al ginocchio; mi sorrise ridacchiando e alzò una mano in segno di saluto -Ecco la piccola Terminator! Ero curioso di conoscerti! Tu sei quella che è stata capace di tener testa a quattro schifosissimi Licantropi! E sei pure Umana! Da non crederci! Ah, io sono Eric- Sorrise porgendomi la mano; io gliela strinsi -Piacere, Selene-

-Schifosi licantropi?! Ma senti chi parla! Eric tappati quella boccaccia! E poi, lasciatela respirare!- Avanzò quella che avevo riconosciuto come Demetra.

Era alta, snella, giovane anche lei, con gli occhi neri e dei capelli lunghi e rossi come il fuoco e il naso e gli zigomi spruzzati di lentiggini.

Lei mi si affiancò e mi disse -Siccome probabilmente non ci stai capendo niente e questi due non hanno proprio idea di come si tratta una ragazza, toccherà a me fare tutto- Sospirò facendo finta di essere seccata -Questo biondo mozzafiato è Gaspard, ha 3000 anni ed è un Angelo; mentre questo scemo qui è Eric, ha 80 anni ed è un Licantropo.-

Subito mi spaventai, quel tipo era come i mostri che avevo incontrato? Eppure non sembrava intenzionato a farmi del male... ero molto confusa...inoltre sembravano tutti dei ventenni, era impossibile che avessero quelle età... ma ormai non mi sorprendevo più di nulla...

-Licantropo a chi?! Sono un Mutaforma, Demone dei miei stivali!- Brontolò Eric.

E Demetra era una Demone... bene.. ogni secondo diventava tutto più assurdo.

-Che... che differenza c'è tra Licantropo e Mutaforma?-Mi azzardai a chiedere con voce flebile.

-I Licantropi sono uomini senza onore che impazziscono e perdono il controllo della propria natura, così si trasformano in grossi lupi assetati di sangue, mentre i Mutaforma sono uomini che hanno la capacità di trasformarsi in lupi, però senza perdere il controllo- Spegò diligentemente Eric.-Noi siamo molto migliori.. e poi.. guarda che muscoli!- Disse soddisfatto mostrando i bicipiti.

-Ma guarda che egocentrico...- Scosse la testa Demetra.

Eric mi si avvicinò e mi disse all'orecchio con aria da cospiratore -Non preoccuparti, è pazza di me!-

Tutti si misero a ridere, e anche io, per quanto la situazione fosse assurda.

-Ma bravi! Ho scambiato un terremoto con la tua risata Eric! E poi non dovreste fare tutto questo chiasso, Selene sta dorm...oh! Buongiorno!-Si interruppe Will vedendomi sveglia.

Attraversò la stanza in un lampo, fino ad arrivare a me e a darmi un bacetto nella guancia.

-Mi dispiace, per ieri, per tutto.. non avrei dovuto... ti ho messa in pericolo, in una situazione assurda! Di sicuro sarai terrorizzata...- Continuò William, il suo viso era una maschera di dispiacere, dolore e rammarico.

-Ma io sto bene...- Dissi, dopotutto era vero, a parte qualche dolorino qui e lì, non stavo così di schifo, e poi erano stati tutti molto gentili, certo mi ci sarebbe voluto un po' di tempo per credere seriamente che la situazione fosse reale e non frutto della mia fantasia, ma.. tutto sommato stavo bene.

-Sei sicura? Ti ho messa nei guai, otto licantropi...- Continuò triste scuotendo la testa e tenendomi una mano tra le sue.

-Ma certo! Non vedi che è una roccia!? Lo supererà benissimo!- Disse Eric, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Demetra.

-Ma sì, creature, vedrete che si sistemerà tutto... solo... non per essere pessimista... ma mi preoccupano le Regole...- Mormorò Gaspard.

-Sì, Gaspard ha ragione, William... le Regole sono chiare...-Sussurrò Demetra un po' triste...

-Che... quali Regole?- Domandai, la cosa si stava facendo complicata..

-Ecco.. vedi piccola Umana... noi creature mistiche dobbiamo sottostare a delle leggi... una delle quali dice che qualsiasi essere non mistico venga a conoscenza dell'esistenza di un qualsiasi elemento sovrannaturale, deve essere ''cambiato'' in una creatura mistica, seconda opzione è la morte... e tu ora sei a conoscenza non di un solo essere mistico.. ma di ben cinque!-

-Cinque?-Dissi -Licantropi, Mutaforma, Angeli e Demoni... sono quattro..- Elencai

-No, a dire la verità sono cinque...Will è… un Vampiro, ma non preoccuparti, lui beve solo sangue animale- Disse Demetra scrutandomi il volto come tutti gli altri, come per vedere la mia reazione.

Ma io ero solo curiosa, e un po' sorpresa; insomma non avevo dimenticato in che modo William aveva combattuto contro i Licatropi, né di quando aveva sollevato l'auto o di come era corso verso di me ad una velocità tale da impedirmi di vederlo chiaramente... però ero comunque sorpresa, ma non lo diedi troppo a vedere; inoltre, ora sapevo che non era un assassino, beveva solo sangue animale...

-Oh.. bene, cinque... accidenti..- Mormorai.

-E non sei spaventata?- Chiese Demetra.

-Non scapperai via urlando?- Mi domandò Gaspard.

-Ma certo! Se no l'avrebbe già fatto, no?! E poi, guardatela, non è mica una stupida! Insomma! Ha tenuto testa a quattro luridi Licantropi!- Esclamò Eric allargando le braccia, come per sottolineare l'ovvietà di ciò che aveva detto.

-Ma noi dovremmo essere dei mostri!- Commentò Demetra -Come può non aver paura!?-

-Ma io.. io non vi considero mostri...- Dissi, e lo pensavo davvero; forse ero pazza.

-Tu non.. non sei disgustata da noi? Non ti sembriamo repellenti esseri assurdi?- Sgranò gli occhi la Demone dai capelli rosso fuoco.

-No, perchè dovrei trovarvi repellenti? Mi avete anche salvato la vita!-

-Bene, non ci trova schifosi esseri viscidi e maligni ok?- Sbuffò Eric -Io propongo di tornare ad argomenti più seri-

-Vero- Confermò l'Angelo.

-Mi dispiace Selene, davvero, giuro che mi dispiace...- Continuò William dispiaciuto; mi faceva male vederlo così.

-Dobbiamo trasformarti... o sarai in pericolo, ora che sai, tutte le creature cercheranno di ucciderti se sarai Umana... è la Regola...!- Esclamò Demetra.

-Oh... credo.. credo di aver capito...- Sussurrai, comprendendo finalmente quello che mi attendeva.

-Bene... non ti conviene diventare Demone, puzzeresti di zolfo a vita- Disse Demetra cercando di alleggerire la conversazione, non sapendo che poi stava andando a parare nell'argomento più delicato, ovvero, in cosa ''cambiarmi''.

-Non puoi nemmeno diventare Mutaforma dato che è una cosa genetica...-Continuò Eric.

-Beh, allora.. non puoi diventare nemmeno Angelo, quindi penso che sia meglio che ti ''cambi'' William, è anche la trasformazione meno dolorosa...-Finì Gaspard.

-Io.. io non potrei mai!- Scattò Will.

-E invece devi, se vuoi evitarle una morte dolorosa e inutile.- Lo rimproverò Demetra.

-Non.. non preoccuparti Will... io... non ho paura.- Dissi guardandolo negli occhi, e notando ancora una volta quanto fossero belli.

Lui disse solo una cosa, poi i suoi canini furono sul mio collo, e urlai.

Aveva detto ''Scusa''.


-Non posso credere che mi abbiate convinta a farlo- Borbottai

Le sirene delle auto della Polizia facevano un suono acuto e stridulo nelle mie orecchie.

Avevamo organizzato tutto alla perfezione : avevamo sparso un bel po' del mio sangue a terra, tanto da far sembrare che fossi morta dissanguata in un vicolo, poi avevamo lasciato lì la mia borsa con dentro il portafoglio e i miei documenti, però avevamo preso tutti i soldi che c'erano dentro, come tocco finale avevamo lasciato poco lontano da quel vicolo un coltello sporco del mio sangue e Eric era andato in giro per la via col passamontagna tutto il giorno sfoggiando e trascinando a terra un sacco insanguinato che aveva tutta la forma e il peso di un essere umano.

In poche ore era arrivata la Polizia e gli esperti avevano confermato che c'era stato un omicidio e che il ladro aveva accoltellato la vittima per poi andarsene via nascondendo il corpo e portandosi via il denaro.

Dopo due settimane il corpo della presunta vittima (io) non era ancora stato ritrovato, e il caso era stato archiviato, io per la mia famiglia e per tutta la città ero morta assinata da un ladro; mentre in quel momento stavo controllando dal tetto di una casa i poliziotti che esaminavano per la centesima volta quel dannatissimo vicolo che ormai cominciavo ad odiare.

-Invece si, amore mio, e sai quanto mi dispiaccia, ma ormai non potevi più tornare a casa tua, i tuoi genitori avrebbero notato il tuo cambiamento e le altre creature mistiche ti avrebbero riconosciuta- Mi disse dolcemente il mio ragazzo, William, accarezzandomi il viso.

-Si, lo so, ma ancora faccio fatica ad abituarmici, certo ci sono un sacco di altre cose positive, ma... i miei un po' mi mancano...- Dissi, avrei dovuto cambiare città, ero troppo riconoscibile e inoltre se fossi tornata a casa mia anche i miei genitori sarebbero stati in pericolo.

-Mi dispiace, amore.-Disse abbracciandomi -Sai che non avrei mai voluto-

-Dai, non essere pessimista, sono molto soddisfatta, posso correre il triplo della velocità di un'auto e ho una sfilza di altri poteri fichissimi, sto cominciando a pensare che tu mi abbia fatto un favore!- Esclamai entusiasta, la vita da vampiro era diversa, interessante, e.. intensa, avevo moltissimi poteri : forza, velocità, e tutti gli altri sensi sviluppati all'inverosimile, in più avrei manifestato un potere particolare, a breve, anche se per ora non sapevo quale fosse, la cosa mi intrigava e mi incuriosiva, ne era valsa la pena passare tre giorni al buio, nel dolore più intenso.

-Ora ho capito come facevi a sapere che ascoltavo i Muse!- Dissi illuminandomi.

-Sì, e devo dirti anche un po' di cosette... tipo..-Disse facendo una faccia a metà tra il serio e il divertito -... la tua amica, fa delle fantasie molto poco caste e comunque, io non sono un fighetto che vuole tutte ai suoi piedi! E non uso nemmeno gel!!-

-Oh... accidenti, mi hai sentita...ehmm...ti amooo!!-

Poi prese a rincorrermi per i tetti della città, e mentre correvamo ridendo come pazzi, notai Demetra e Eric che si baciavano, e Gaspard che ci guardava ridendo e scuotendo la testa sconsolato.

E io pensavo che, mentre il vento mi sferzava il viso, avevo tutto quello che avrei mai potuto desiderare.




Forse dall'altra parte del mondo, nei giornali, non risulterà niente su una ragazza scomparsa.

Forse dall'altra parte del mondo, a nessuno importerà di una donna piangente che a perso la figlia.

Forse là nessuno si prenderà la briga di investigare di più sul mistero della morte di una normale sconosciuta, della quale non si è ritrovato il corpo... però, in un vicolo buio e insanguinato dove può andare un corpo?

Forse... forse...


Forse quel morto non era tanto morto...









Note dell'autrice :

Buondì!! ecco la mia prima ff su Sovrannaturale! Ye ye ye! Voglio dire alle mie lettrici di ''Fuga in Inghilterra'' che non ho abbandonato la scrittura di quella storia, è soltanto che la scuola mi sta impegnando tantissimo e che questa storiella mi è venuta di getto da scriverla e mi sembrava un peccato non postarla XD chiedo perdonooo, comunque, credo che se questa storia piacerà, forse mi metterò a scrivere un seguito.. ma è tutto da vedere!! alla prossima bacioni a tuttiiiiiiii ^^

  
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