Angolino dell'autrice

Salve salvino, vicini vicinini!! Torno su questi lidi poco dopo il mio esordio per proporvi quella che - in effetti - è stata la primissima storia Levi/Eren che abbia mai scritto: è una triple drabble scritta per il contest Titoli su titoli - Special Edition: voglia di Drabble indetto da Eireen_23 sul forum di EFP.

Il contest chiedeva di utilizzare uno dei titoli proposti per scrivere una drabble/double drabble/triple drabble. Ovviamente io ho scelto "Quello che le parole non dicono" ed ho scritto una triple drabble, ovvero una storia costituita da tre drabble (110 parole l'una) tutte collegate tra loro.

La storia è ambientata nel canon!verse, ma la localizzazione è indefinita (comunque sia dopo che Eren viene affidato a Levi ed entra a far parte della Legione Esplorativa).

Non ho altro da aggiungere, se non un doveroso grazie a Eireen_23 che mi ha dato l'ispirazione per scrivere finalmente su una coppia che amo alla follia, ma che finora non avevo mai provato a trattare in una fanfiction tutta mia.

Ringrazio anche tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno, ovviamente. Spero tanto che la storia vi piaccia come è piaciuto a me scriverla.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Shingeki no Kyojin non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^

Quello che le parole non dicono

Quello che le parole non dicono, lo fanno gli occhi di Eren.
Quegli occhi grandi da bambino cresciuto troppo in fretta – gli occhi di un soldato che non ricorda più com’era, essere bambino.
Quegli occhi sempre accesi di passione, – odio, amore, rancore, rabbia, lussuria e pura follia – un fuoco che niente e nessuno sembra capace di estinguere.
Quegli occhi lucidi di lacrime trattenute a stento, – lacrime di tristezza, di dolore, di frustrazione – perché l’inferno richiede a tutti il suo tributo, e ognuno lo paga come può.
Quello che le parole non dicono è la cieca lealtà di chi sa bene che non sei infallibile e nonostante questo ti seguirà ovunque.
Quello che le parole non dicono, lo fanno i baci di Eren.
Quei baci inesperti da verginello imbranato – ti facevano tenerezza, ma non gliel’hai mai detto.
Quei baci timidi e arroganti insieme, pieni di paura e desiderio – voglia di dare e di ricevere, voglia di imparare tutto e di farlo con te.
Quei baci rubati di nascosto per i corridoi del quartier generale, e nel cortile, e tra gli alberi del bosco vicino – baci segreti che segreti non erano, baci che tutti vedevano ma di cui nessuno parlava.
Quello che le parole non dicono è la prova di un sentimento che ora più che mai sei certo di non meritare.

Quello che le parole non dicono, lo fanno le mani di Eren.
Quelle mani così giovani e già così piene di sangue, – sangue metaforico, sangue fisico, sangue e basta – martoriate dai denti ancora e ancora in nome di un bene superiore.
Quelle mani che avevano dimenticato le carezze in favore dei pugni – e che ora li ricordano entrambi con la stessa precisione.
Quelle mani che mentre fate l’amore ti stringono tanto da graffiarti la schiena con le unghie – ed è bisogno, è dolore, è piacere.
Quello che le parole non dicono è la supplica di non andare e la promessa di restare.
È la consapevolezza di non essere più soli.