Packed
letters
“Listen
to my
heartbeat, it calls you whenever it wants to. (BTS
- Save Me) ◊―◊―◊ Namjoon
non
si era mai ritenuto diverso dagli altri, nemmeno da bambino. Ricordava
perfettamente quel momento: puzza, fuoco, fischi nelle
orecchie. Alle
superiori successe più o meno la stessa cosa: i compagni lo
avevano trovato
subito simpatico, non lo prendevano in giro né lo
giudicavano per quel visibile
apparecchio acustico sul suo orecchio. Un
ragazzo restava sempre solo, per conto proprio e non veniva avvicinato
da
nessuno. Namjoon
però non era mai stato il tipo che lasciava qualcuno in
disparte, quindi un
giorno decise di avvicinarlo prima dell’inizio delle lezioni;
si sedette
accanto a lui silenziosamente, ma il ragazzo lo ignorò
completamente: -
Ehi,
posso disturbarti?- -
Se
vuoi. – rispose il ragazzo, senza voltarsi a guardarlo- -
Io
sono Namjoon e ho visto che non parli troppo con nessuno. Sai abbiamo
iniziato
la scuola da un po’ abbiamo iniziato a parlare, per cui mi
chiedevo se ti
andasse ti chiacchierare o non so.- -
Se lo
fai per pietà, allora no. E ora va, la lezione
comincerà a breve. – Namjoon lo
guardò stranito, ma non si oppose, risiedendosi. La
cosa
che quasi lo faceva alterare era che non lo avesse guardato in faccia
per tutto
quel tempo: guardava sempre un punto indefinito del banco, senza alzare
lo
sguardo. -
Ehi
Jin, sono Namjoon, il ragazzo di ieri. Potresti leggermi cosa
c’è scritto qui?
Sai non riesco a mettere bene a fuoco. – gli chiese: Seokjin
si tramutò in
pietra, e fissò il foglio toccandolo appena.
Si
avvicinò a essò come per leggere e vi
passò il dito: -
S-si,
c’è scritto.. vediamo un po’
“Non vergognarti.. ho capito che sei…”
– si fermò
sull’ultima parola e non riuscì a leggerla
– Come l’hai capito?- -
Sono
sordo, non stupido. Ieri non mi hai nemmeno guardato mentre parlavamo e
fissavi
un punto fisso nel vuoto, senza in realtà star realmente
guardando nulla. Per
questo sono tornato a parlarti: io e te siamo simili, sai? E mi sento
legato a
te per questo. – disse sorridendo dolcemente, anche se sapeva
che lui non lo
avrebbe guardato. -
Che ne
dici, oggi torniamo a casa insieme allora? – gli chiese a
quel punto; Seokjin
ci pensò un po’, poi si girò verso di
lui, col suo solito sguardo vacuo: -
Ma si,
perché no?- . ◊―◊―◊ Seokjin
e Namjoon da quel giorno si frequentarono sempre più spesso,
diventando
inseparabili nel giro di poche settimane: erano l’uno la
spalla dell’altro, uno
la forza dell’altro. -Namjoon,
posso guardarti?- gli chiese un giorno il ragazzo, con un leggero
rossore
imbarazzato -
Certamente, ma poi dimmi se ti piaccio, eh. – disse
l’altro ridendo; Seokjin
gli posò le mani sulle guance e le passò lungo il
viso dell’amico: -
Hai
gli occhi molto piccoli, e non capisco se la tua faccia sia quadrata o
rotonda-
disse ridendo – poi vediamo, hai un naso buffo e le labbra
strette. – -
In
più
ho la pelle scura e sembro un rapper afro-americano. – risero
entrambi di
gusto. -
In
fondo sei bello, ma non potevo aspettare, volevo vederti prima
dell’operazione.
– -
Operazione?- l’amico annuì, sorridendo felice: -
Si, mi
opererò agli occhi settimana prossima e mi ricovero domani.
Ci pensi Namjoon?
Potrò vedere! La benda me la toglieranno dopo una settimana,
per non bruciare
gli occhi. Ne sono così felice. -. Vederlo
in quello stato riempiva Namjoon di gioia: era così felice,
sorrideva a un mondo
che non poteva ancora vedere ma che moriva dalla voglia di conoscere, e
questa
cosa faceva sentire Namjoon felice assieme a lui. ◊―◊―◊ L’operazione
di Seokjin riuscì alla perfezione, e Namjoon
passò con lui tutti i giorni in
cui dovette tenere la benda. Poi
venne il giorno in cui potè togliere la benda. Namjoon gli
restò accanto mentre
gliela toglievano. Il
dottore fece scivolare la benda via dagli occhi di Seokjin e gli
consigliò di
aprirli piano: lui lo fece e, alla vista di Namjoon accanto a
sé, scoppiò a
piangere. -
Oddio
sei tu.. sei tu.. non ci credo sei così.. oh mio dio.
– piangeva, piangeva così
tanto e stringeva a sé l’amico: il dottore,
sorridendo, lasciò la stanza e
li lasciò soli; -
Sei
proprio come ti immaginavo, è tutto così bello. E
sei davvero scuro. Ma va bene
così, va bene.. va bene.. – diceva piangendo
mentre gli accarezzava il viso,
quasi per assicurarsi che fosse reale Non
si
era accorto di nulla, dopo tutto quel tempo: dopo gli abbracci, i
giochi, i
loro discorsi su fogli di carta, nulla. -
Migliore amico? In effetti si, lo sono. Ma sai cosa sono anche? Jin
inaspettatamente gli sorrise e gli posò un bacio sulle
labbra, rapido ma dolce: -
Sono
così felice di averti potuto vedere mentre me lo dicevi..
avevo paura di
ricambiare i tuoi sentimenti: e se fosse stata pena? Tenerezza o
semplice
affetto? -
Questo
implica che stiamo assieme?- -
No, in
realtà scherzavo.- -
JIN.- -
Dai,
scemo ti sto prendendo in giro.- E
andò
avanti così tra quei due: restarono l’uno la
spalla dell’altro, due mani
strette senza separarsi e due cuori uniti tra loro senza
possibilità di
separarsi. - Ah,
Namjoon.-
Because within this pitch black darkness, you are shining so brightly.
Give
me your hand save me save me: I need your love before I fall.”
Certo, la sua pelle era
leggermente più scura di quella dei suoi amici, ma non era
mai stato un
dettaglio particolarmente significativo.
Alla
fine, non aveva mai avuto motivo di esserlo.
O almeno, non finché un esplosione
in casa sua, dovuta a una stupidissima fuga di gas, lo rese
completamente
sordo.
Non era
completamente sordo in realtà, solo aveva bisogno di un
apparecchio acustico
per poter distinguere seppur difficilmente dei minimi suoni.
Non aveva mai
avuto problemi alle medie, i compagni lo conoscevano e non lo avevano
mai
giudicato.
Ma notò
subito che qualcuno non aveva avuto la sua stessa fortuna.
Continuò
a pensarci per tutta la giornata, e quasi gli venne un’ idea:
forse aveva
capito che problema potesse avere il ragazzo.
Il
giorno dopo si sedette vicino a lui, prendendo il posto di un compagno
a cui
fece segno di andare silenziosamente via.
Dopo
ciò, non appena Seokjin si fu seduto, poggiò un
foglio con delle scritte
davanti a lui.
Non avrebbe potuto. Avrebbe potuto solo continuare a toccare
le lettere marcate tracciate sul foglio.
Namjoon raccontava ciò che Seokjin non poteva
vedere e Seokjin sentiva
ciò che Namjoon non poteva percepire.
Non si separò da lui nemmeno per un istante, restandogli
accanto.
– Sono così felice di vedere il mio
migliore amico qui.. il mio migliore amico.. proprio tu.. –
quelle parole a
Namjoon fecero male.
Colui che ti è
rimasto accanto, colui che piangeva con te e piangeva per te, colui che
ti
stringeva la mano per aiutarti a scendere le scale, colui che ti
descriveva i
paesaggi urbani mentre andavamo a scuola.
Ma più di tutto, sono colui che,
nonostante le avversità ti ha sempre amato sinceramente e ha
dovuto lottare con
sé stesso per comprenderlo e accettarlo. – Namjoon
sfogò in quelle frasi tutto
ciò che aveva provato negli ultimi mesi, senza tralasciare
nulla.
Ma ora ho potuto vedere nei tuoi occhi la sincerità e posso
senza
timore dirti che ricambio i tuoi sentimenti e che ti ringrazio per
tutto quello
che hai fatto.- Namjoon sorrise e lo baciò di nuovo.
-Mh?-
-Grazie per aver
scritto quelle lettere marcate su quel foglio, quella mattina.-
- Grazie a te per
averle lette Seokjin.. grazie a te. -