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Autore: SatoSerelover    10/06/2016    1 recensioni
Sequel di "Niente di meglio"
Il piccolo Conan, figlio di Shinichi e Ran, sta crescendo. Ormai ha 7 anni.
Vive con i genitori e la sua vita procede sempre più bella, ma quando un vecchio nemico di Shinichi tornerà, più cattivo che mai e intento a farla pagare al detective... toccherà al piccolo Conan, risolvere la situazione.
Insieme ai suoi amici.. Shizuka e Satoshi, comincerà ad indagare, come solo lui sa e potrà fare, coinvolto in un caso più grande di lui e prenderà le redini del padre!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una sola e vera verità, un solo il vero amore'
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Note d'autrice:
Spero apprezziate il capitolo!!! Buona lettura!





Capitolo 8: Indagini nelle ventra dei corvi (Parte 1: Il primo notturno)



Passarono circa 4 giorni, durante i quali, Conan si riprese e guarì. Era migliorato di giorno in giorno, anche grazie alle cure di Ran e Shinichi. Shizuka era andato a trovarlo, solo il quarto giorno del suo malanno, per non essere infettata e gli aveva fatto compagnia.

Si alzò dal letto e andò in cucina. Era mattino, ma i genitori dormivano ancora, probabilmente si era svegliato prima del previsto. Aprì la dispensa e tirò fuori una ciambella ripiena, che cacciò in bocca subito, senza tante esitazioni e sporcandosi tutta la faccia di crema, senza accorgersene. Sentì dei passi e vide arrivare sua madre.

“Buongiorno! Vedo che ti sei alzato presto!”

Ran ridacchiò parecchio, indicando la faccia del ragazzino “Faresti meglio a guardarti il viso!”

“Non ne ho bisogno, ho capito tutto dalla tua risata!” Conan rispose un po’ seccato e imbarazzato.

Ran si avvicinò al figlio e con un fazzoletto lo pulì “Oggi arriva Satoshi, contento????”

“Si, ma sarei anche più contendo se mi lasciassi fare da solo! Non ho più quattro anni!” Conan cercò di scansarsi. “Piuttosto, quando potrò togliere la fasciatura al braccio? A me non fa più male”

“Andrò a prendere Satoshi all’aeroporto, ma prima ti porto dal dottor Araide e gli faremo vedere il braccio! Menomale che ti sei alzato presto, così non ho dovuto farti alzare io!”

“Beh, sono stato a letto per almeno 4 giorni, ho voglia di sgranchirmi le gambe!”

Anche Locke arrivò in cucina, cominciando a scodinzolare e a fare le feste.

Ran si inginocchiò per accarezzarlo, mentre Conan se ne andò a prendere la ciotola delle crocchette. “È molto affettuoso, non trovi??” Chiese Ran, grattandogli il pancino.

“Solo quando vuole!! Ma che affettuoso e affettuoso!” Rise Conan cercando di prendere il sacchetto delle crocchette. Troppo pesante però, per chi usa un solo braccio “Questo qui vuole solo mangiare!!”

“Esagerato!” Ran lo raggiunse aiutandolo “Ci penso io qui, vai a cambiarsi e poi scendi in fretta, così non faremo tardi!”

“Va bene!” Conan corse via, salendo le scale.

Qualche minuto dopo, Conan e Ran andarono dal Dottor Araide, che visitò Conan, controllando la sua ferita alla spalla. Per fortuna, la situazione era migliorata e Conan avrebbe tolto la fasciatura due giorni dopo. Fu un grande sollievo sia per la madre, che il figlio.

Una volta finita la visita, Ran riportò il figlio a casa, per poi andare all’aeroporto a prendere Satoshi. Figuriamoci la felicità di entrambi i bambini nel vedersi dopo parecchio tempo.

La prima cosa che fecero, fu chiudersi in camera, dove Conan spiegò tutto nei minimi dettagli a Satoshi.

“Quindi… ricapitolando…. Tu hai scoperto che i tizi dell’organizzazione più pericolosa al mondo, a cui tuo padre ha dato la caccia anni fa, che lo hanno rimpicciolito, sono ancora in liberà…….lo hai scoperto di notte in un bosco assieme a Shizuka…….. ma vi hanno scovati…….ti hanno quasi ucciso sparandoti e per questo hai la fasciatura al braccio…… stai nascondendo la verità a tuo padre e tua madre per proteggerli, mentre aspettavi il mio arrivo per indagare….. rischiamo la pelle, ma andremo comunque ad indagare su quei tizi, che tramano qualcosa di losco??????”

“Esattamente” Conan annuì soddisfatto “Ma non dirlo a nessuno. Rimane tra me, te e Shizuka”

“Ruf!” abbaiò Locke.

“Oh.. e anche Locke!” concluse Conan.

Satoshi sospirò e grattandosi la testa “Beh, che aspettiamo? Andiamo ad indagare!”

Conan alzò la mano, interrompendolo “Frena, frena, frena, frena….. I miei mi hanno confinato in casa! Non vogliono che esco fino a che non mi guarisce la ferita! Inoltre mi terranno d’occhio! L’unico modo per andare al fiume è uscire stanotte! Io e te da soli!”

“Ma i tuoi ci beccano di sicuro!”

“No, non lo faranno. Locke sarà il nostro aiutante!” Conan afferrò il cucciolo e lo tenne alzato, di fronte a Satoshi che lo guardò confuso.

Il ragazzo abbronzato gli rivolse uno sguardo perplesso e anche un po’ stranito “Ok, spiegami! Spiegami come potrebbe aiutarci un cane! O pensi che i tuoi genitori possano confonderti per un cane?”

“Signor so tutto io….” Conan scosse la testa “Non hai previsto nulla? Non hai capito il mio piano?”

“Vuoi mettere il cane sotto le lenzuola? Si, come no!” rise con sarcasmo.

Conan invece ridacchiò di gusto, scrollandosi le spalle “Certo, indovinato!”

“Ehehehe… cer… aspetta… COSA?!”


…………….


Qualche ora più tardi, Conan e Satoshi si trovavano nella camera del primo. Per fortuna di fianco alla sua finestra c’era un albero con cui potevano scendere indisturbati. Ora bastava sperare che Locke, non si distraesse… Avevano organizzato tutto. Il posto a dormire di Satoshi era di fianco alla finestra, in modo che non fosse visibile dalla porta. Il piccolo Locke invece era sotto le coperte e sgranocchiava un bell’osso, tenuto da parte quella sera a cena.

“Sei sicuro che funzionerà?” Chiese Satoshi a bassa voce.

Sussurrando, Conan annuì “Penso di si, non ne posso essere certo, ma ci sono buone probabilità! Locke quando mangia le ossa si muove molto con il corpo, perché essendo piccolo, deve spostarsi avanti e indietro per mangiarlo per bene. E come hai visto prima, è un osso di quelli enormi! Se i miei genitori entreranno in camera stanotte per controllare se siamo presenti, vedranno le lenzuola muoversi e allora non disturberanno. Invece, sotto le coperte, ci sarà Locke. Non rischieranno di svegliarci e quindi se ne torneranno a dormire! Finché Locke fa il suo dovere non rischieremo!”

“E tu ti affidi ad un cucciolo? Che hai addestrato per pochi giorni?”

Conan rimase in silenzio, senza commentare.. anche se però il suo sguardo parlò da solo.. sembrava dire “Hai un’idea migliore?”. Invece però pensò ad ignorare il suo amico e cominciò a camminare, con Satoshi al suo seguito. La destinazione, ovviamente, era il bosco.

Una volta arrivati, si fermarono dietro a dei cespugli e si guardarono attorno. Era notte, ma l’area era piena di poliziotti che pattugliavano i boschi. Essendoci buio, dovevano tenere d’occhio la zona ed impedire ad estranei di accedere sulla scena del crimine.

“Cosa facciamo?” sussurrò il ragazzino nativo di Osaka.

“Non possiamo farci vedere a quest’ora. Anche se dicessi che vengo per conto di mio padre, non mi crederebbero. Però io sono stato furbo. All’interrogatorio non ho mai riferito di un vecchio laboratorio e quindi credo che non abbiano ancora controllato tutta l’area! Quella cascina era parecchio nascosta e quindi potremmo anche farcela!”

I due si addentrarono in una parte più fitta del bosco. Camminarono lentamente, passando di cespuglio in cespuglio, fino ad arrivare alla cascina. Sembrava non ci fosse nessuno.

“Via lib….”

Improvvisamente un poliziotto sbucò dalla porta della cascina, accompagnato da un altro suo collega.

Conan digrignò i denti “Dannazione! Sono già qui!”

“Non poteva aspettarti molto!” Satoshi lo cercò di calmare, per non farsi scoprire.

I due poliziotti, cominciarono a parlare, mentre mangiavano un panino “Stasera ho saltato la cena e sono distrutto! Ci tocca pure il turno di notte, ma pensa te!”

“Si, se non fosse per questo caso difficile, adesso saremmo a casa a riposare!”

“Purtroppo è così.. ma ci pensi? Dei serial killer che attaccano un bambino! Non sappiamo più in che mondo viviamo!”

“Hai ragione… Menomale che quelli della scientifica devono ancora esaminare quest’area… Dobbiamo tenere d’occhio questo posto per qualche oretta ancora! Quando gli scienziati avranno finito con il resto, verranno qui!”

“Allora.. non hanno ancora analizzato nulla! Possiamo ancora dare un’occhiata! Ma come facciamo a farli andare via per un po’?” Conan indietreggiò sempre più.

“Oh io lo so! Useremo un metodo non molto ortodosso…”Satoshi cacciò le mani nello zaino e tirò fuori dei fiammiferi e dei petardi.

“Ma sei matto???? Causerai un incendio!” Urlò sottovoce il figlio del detective dell’est.

“Eh no, pensaci su!”

Conan portò la mano sotto il mento per riflettere e poi ebbe un’illuminazione “Ho capito! Vuoi posizionare i petardi che mi hai fatto portare non troppo distanti dalla cascina, vicino alla riva del fiume, per non far scoppiare incendi.. al momento giusto lancerai un fiammifero per accenderli e noi ce la fileremo. I botti attireranno i poliziotti e noi ne approfitteremo per entrare nella cascina!”

“Esatto! Forza muoviamoci!” Satoshi cominciò a camminare quatto, quatto, verso la riva del fiume, il più possibile nascosto dagli alberi.

“Sei sicuro che questo metodo è giusto? Mio padre di norma prova a parlare con i poliziotti…”

“Ma quando era stato rimpicciolito doveva ricorrere a metodi simili, no? Nessuno lo ascoltava perché era un bambino. E pensa che lui lo era solo d’aspetto! Cosa dovremmo dire noi? Non ci ascolteranno, inoltre hai detto che deve rimanere un segreto!”

Conan pensò a quanto si sarebbe poi arrabbiato suo padre se avesse scoperto tutto.. cosa che prima o poi sarebbe successa. Era davvero pronto a svolgere certe indagini? Si, ormai era tardi per esitare, doveva continuare. “Hai ragione, continuiamo!”

“Bene!” Satoshi accese un fiammifero “Questi petardi sono speciali! Fanno più botti e la cordicella è extra lunga! Ci vorranno almeno 30 secondi per sentire i botti! Avremo il tempo di allontanarci! Camminiamo, fino a sentire gli scoppi… poi dobbiamo subito correre alla cascina senza esitare! Il rumore coprirà i nostri passi!”

Conan annuì “Ok”

“Pronto?”

“Pronto!”

Satoshi accese la miccia e lanciò i petardi il più lontano possibile, vicino all’acqua.. Poi cominciarono a camminare lentamente verso il laboratorio abbandonato, facendosi largo tra i cespugli. Si sentivano risuonare gli scricchiolii dei rami, ma non dovevano farci caso. Fermarsi voleva dire attirare ancora di più l’attenzione. E dopo quelli che sembravano minuti per via della tensione, finalmente si sentirono scoppiare i petardi. E si, erano davvero fortissimi quegli scoppi.

I poliziotti sobbalzarono dallo spavento, non aspettandosi certamente nulla del genere. Non potevano sapere se erano spari o semplici botti, fuochi d’artificio o petardi. Corsero in direzione dei rumore, lasciandosi alle spalle tutto ciò che poteva accadere, uscendo da quella zona che emanava un’aura tetra.

I due ragazzini, come pianificato, arrivarono in fretta alla cascina. Conan tirò fuori dei guanti di plastica, dei fazzoletti di stoffa e delle buste di plastica. Si infilarono i guanti e piano, piano, aprirono la porta. Lo scricchiolio che provocava era davvero assordante, motivo in più per muoversi. Perché portare i guanti? Per non lasciare impronte digitali! I due chiusero dietro di loro la porta e si guardarono attorno. Era davvero spaventoso.. c’erano armi ovunque.. pistole, coltelli, funi e quant’altro. Tutto il necessario per uccidere molte persone. C’erano anche dei bersagli, dei silenziatori, dei proiettili e delle scatole di munizioni. C’erano fogli e carte ovunque, anche dei computer.

“Mamma mia, è proprio la base di un vero serial killer!” Satoshi fece qualche passo, passando tra i cavi dei computer, ascoltando i bip degli aggeggi elettronici intorno a lui.

Conan, con una lente d’ingrandimento, cominciò ad ispezionare “Sembriamo più dei criminali che detective! Sbrighiamoci prima di finire nei guai!”

“Hai trovato qualcosa?” il bimbo di Osaka aprì diversi armadietti, cercando qualcosa di interessante.

“Ho trovato qualche capello, lo prenderò, anche se non credo potremo esaminarlo…"

“Conan! Guarda qui! Ho trovato degli appunti! Sembrano un diario!!!!” Satoshi, che era in piedi su una sedia, mostrò dei fogli a Conan.

Il ragazzino corse verso l’amico, che prese i fogli e li cominciò a leggere.

“Allora? Cosa dice?” Chiese Satoshi.

Conan cominciò a leggere ad alta voce..



“Lunedì, 16 Luglio
Sono passati ormai circa due mesi, dalla mia fuga di prigione. Ho deciso di annotare su questi fogli quello che mi succede.

Lo so, è un gesto davvero sciocco, da stupidi, considerando che queste possono diventare prove per i poliziotti. Però non riesco a farne a meno, non riuscirei mai..

Se Gin trovasse questi fogli mi ucciderebbe all’istante. Allora perché lo faccio?

Perché io so che non sarei dovuto evadere dal carcere, come so che non avrei dovuto uccidere nessuno e come so che non dovrei pianificare tutto ciò contro quel detective.

Purtroppo dentro a me c’è ancora quel lato malvagio, crudele, che mai andrà via. Sono nato corvo e sempre rimarrò corvo. Non sono come Sherry, che è riuscita a perdere le nere piume, come la pece. Io sarò sempre un membro dell’organizzazione. Ormai dentro al mio cuore, c’è il buio e il male e io non posso fare a meno di goderne ogni singola caratteristica.

Ma allo stesso tempo, devo anche trovare una scappatoia, qualche valvola di sfogo, che anche se stupida, mi da spazio ad un piccolo lato di me.

Si, porterò avanti il progetto. Ucciderò Kudo e lo farò soffrire, come vuole Gin, per vendicare il capo e tutta l’organizzazione, ormai da tempo caduta.

Perché io sono Vodka e sempre sarò fedele gli uomini in nero.

Vodka"



“Vodka non era uno dell’organizzazione?”

“Si… lo era. A quanto pare avevo ragione. Vogliono eliminare mio padre… però ci sono altri resoconti…”

Satoshi ebbe un brutto presentimento “Non abbiamo tempo! Dobbiamo andarcene!”

Conan guardò alla finestra, i poliziotti stavano camminando di nuovo verso la cascina. Avevano poco tempo “Li leggeremo in un altro momento! Li metto in borsa con il capello!!! Tu devi prendere l’arma più usata che trovi!”

"Perché?!"

“Niente domande! Ti spiegherò!”

Satoshi fece per scendere dalla sedia, ma perse l’equilibrio e cadde con essa, provocando un gran rumore. Di certo nulla di buono, chiunque l’avrebbe sentito.

Conan si girò verso l’amico, con uno sguardo truce “Ma sei scemo!? Vuoi farci scoprire!? Fai attenzione!” Conan gli urlò contro, dimenticandosi di fare il meno rumore possibile.

“… chi è?!...” una voce arrivò da fuori alla cascina.

“Forza!” sussurrò Conan, chiudendo lo zainetto e dirigendosi verso una delle finestre aperte, ma sbarrate con delle travi di legno.

“Presa la pistola?”

“Si!”

“Bene!” Conan sgusciò fuori dalla finestra, passando tra gli spazi aperti, lasciati dalle travi. Un adulto non ci sarebbe mai passato, ma un bambino si.

Poi anche Satoshi lo seguì e correndo, se ne andarono, mentre i poliziotti, entrarono nella struttura.

“E per fortuna siamo bambini! L’abbiamo scampata!”

“Eh si! Sai che ore sono?”

Conan tirò fuori il telefono “Sono le 4.30 del mattino! È tardissimo! Dobbiamo essere a casa il prima possibile! Anche se Locke è un cucciolo, ha lo stomaco più grande di un elefante! Non ci avrà messo molto a finire l’osso! E se mio padre o mia madre, arriveranno in camera e Locke ha finito di mangiare, siamo fregati! Dobbiamo correre!”

…..

Un bel po’ di minuti di corsa dopo, i due arrivarono a casa di Conan. Le luci erano spente, quindi sembrava tutto a posto. I due ragazzini si arrampicarono sull’albero e saltarono nella stanza, attraverso la finestra.

“Locke, sei qui?” Conan alzò le lenzuola, vedendo il cucciolo che dormiva, con il pancione pieno. Il figlio del detective, sospirò sollevato. Si cambiarono in fretta e si misero il pigiama. Poi nascosero gli zaini dietro all’armadio e poi si sdraiarono nei rispettivi posti a dormire.

Satoshi sbadigliò “Dovremo lavorare così ogni notte??”

Conan infilò le mani dietro alla testa “Si, di sicuro! Domani ti spiegherò tutto! Abbiamo un giorno intero, per leggere il diario di Vodka, per analizzare gli indizi e organizzare la prossima tappa!”

“Awwwww* ora però dormiamo. Se non dormo almeno un paio di ore, rischio di crollare!”

“Tranqui..*Awwwwwww*…. llo… è estate, i miei ci lasceranno dormire! Notte!”

“Notte!”

Come i due chiusero gli occhi, caddero tra le braccia di Morfeo e si addormentarono. I cuscini morbidi, il buio, il venticello sui loro capelli.. sembrava che la tensione che li aveva perseguitati, fino a soli pochi minuti prima, li avesse abbandonati. Le foglie dell’albero si lasciavano trasportare dalla brezza notturna.

Qualche minuto dopo… la porta della loro camera si aprì. Conan aprì gli occhi, ma era voltato di spalle, quindi non poteva vedere se era suo padre o sua madre. Invece erano entrambi. Ran e Shinichi avanzarono con le loro teste.

“Mi sono preoccupata per nulla, dormono come angioletti!”

Conan stava per scoppiare a ridere “Seeeeee…..” Pensò lui, trattenendosi. Fece dei lunghi respiri, per non farsi trasportare.

“Si, devo dire che mi aspettavo di peggio da quei due! Pensavo avrebbero combinato dei guai già il primo giorno! Invece è andato tutto bene!” Sussurrò Shinichi, cercando di non svegliare i bambini, sebbene uno fosse già sveglio.

Ran prese per mano il marito e lo guidò verso l’uscita della stanza “Andiamo! Non svegliamoli per nulla!”

“Hai ragione! Torniamo a letto!”

I due lasciarono la stanza, dando un grande sollievo al piccolo detective, che poté tornare a pensare al suo adorato cuscino. Voleva solo dormire e non dare corda a nient’altro! Locke dormiva, Satoshi pure, i suoi genitori stavano per addormentarsi, quindi mancava lui.

Chiuse gli occhi e in pochissimo tempo, cadde nel sonno più profondo.

…….

Il giorno seguente procedette nella norma, o almeno così pareva agli occhi di Shinichi e Ran, che non sembravano molto impegnati. In effetti, per la prima volta, Conan sperava che suo padre andasse a lavorare per molte ore. Non voleva averlo intorno, non durante le indagini. Doveva aspettare il via libera, per tirare fuori i fogli che avevano trovato quella notte.

Nella biblioteca di Shinichi, il detective era impegnato a cercare una scatola, dove aveva altri vecchi ricordi delle sue avventure come Conan Edogawa. Non era di certo molto d’aiuto, lo squillare del telefono. Il ragazzo si avvicinò all’apparecchio e alzò la cornetta.

“Casa Kudo!”

“Shinichi! Sono io, l’ispettore Megure!”

“Salve ispettore! Tutto a posto?”

“Beh, di norma sai che se ti chiamo è per qualche omicidio o cose simili, ma questa volta è differente. Siamo andati in riva al fiume come ci ha detto tuo figlio”

“Per caso avete notato nulla di strano?” Shinichi chiese con preoccupazione, forse Conan aveva davvero mentito?

Si, era ancora certo che Conan non era stato del tutto sincero, ma non poteva nemmeno fare delle accuse contro suo figlio. Se l’era già presa abbastanza qualche giorno prima ed era già sufficiente quello che era successo. Per fortuna ora sembrava tutto a posto… Sembrava… Già, chi lo diceva che Conan non era ancora arrabbiato? Dopotutto si era ammalato come mai prima d’ora, per colpa sempre del padre. Shinichi non aveva insistito a riportarlo a casa e l’aveva lasciato sotto la pioggia. Si, per lasciarlo riflettere, visto che non l’avrebbe mai ascoltato e forse nemmeno perdonato. Però era comunque colpa sua. Non capiva cosa fosse meglio per suo figlio, cosa fosse necessario a tenerlo al sicuro. Gli voleva un bene dell’anima, dopotutto era il suo unico figlio. Una delle cose più belle che la vita potesse offrirgli, a lui e Ran. Se gli fosse successo qualcosa, non avrebbe mai saputo cosa fare. Sarebbe stato il panico più totale, anzi, peggio.

“Shinichi? Sei ancora in linea?” L’ispettore lo chiamò.

“Oh si, eccomi, vada avanti!”

“Uhm, stavo dicendo, che non c’era qualcosa di troppo strano, a parte il cranio, i proiettili e tutto il resto. Ciò che mi sorprende è che è successa una cosa bizzarra. Ieri sono andato con la scientifica fino al luogo in questione. Al nostro arrivo, i poliziotti erano abbastanza scossi e confusi. Erano convinti di aver sentito degli spari in riva al fiume, ma quando sono arrivati, non c’erano proiettili, polvere da sparo, persone o altri indizi relativi. Non se lo possono essere immaginato!”

“Questo è certo, ma se non erano pistole cosa erano?”

“È uno degli interrogativi che ci tormenta. Oltre al fatto che la cascina di cui ci ha parlato Conan, non era esattamente in regola”

“Che intende?”

“Vedi….. quando siamo arrivati, abbiamo dato una veloce occhiata e poi abbiamo chiuso l’area, fino all’arrivo della scientifica. Quando siamo tornati invece, abbiamo notato che c’era una sedia, in mezzo alla stanza, con le gambe rivolte verso l’alto, come se fosse stata usata. Come se qualcuno l’avesse usata e poi spostata per non farci capire lo scopo. E poi.. i poliziotti sono sicuri di aver sentito qualcuno all’interno.. ma non c’era nessuno! Assolutamente!”

“Capisco, è un bel problema…” Shinichi portò la mano sotto il mento.

Megure annuì “Ci daresti una mano? Perché abbiamo anche altre informazioni e indizi da analizzare, che ti sarebbero davvero utili!”

“Ok, arrivo subito allora!” Shinichi stava per mettere giù, quando invece fu la voce dell’Ispettore a fermarlo.

“Un’ultima cosa….. che credo tu debba sapere….” Megure cambiò totalmente il tono di voce.

Ran, che era dietro a Shinichi, non aveva di certo sentito cosa diceva l’ispettore, ma fu una sorpresa il volto del marito, alquanto frustrato. Sapeva che Shinichi non era il tipo da lasciarsi troppo stupire, quindi di sicuro era qualcosa di serio. Appoggiò dolcemente la mano sulla schiena del detective, che si girò verso di lei. La ragazza aveva uno sguardo un po’ confuso, ma anche teso e preoccupato. Uno sguardo che gli chiedeva se andava tutto bene.. cosa succedeva. Shinichi di certo non voleva farla preoccupare.

“In questo caso parto subito. Arrivo il prima possibile Ispettore” E Shinichi mise via la cornetta del telefono.

Ran allora, per forza di cose, dovette chiederglielo “Tutto bene? È successo qualcosa riguardante il caso?”

Shinichi si rigirò verso di lei e le appoggiò le mani sulle braccia “Nulla di grave, non preoccuparti!”

“Mi preoccupo invece, se ti preoccupi pure tu. Devi andare al lavoro?”

Shinichi le sorrise “Tranquilla, nulla di serio, davvero. Comunque si, devo andare dall’ispettore. È solo che sono accaduti un po’ di fatti strani stanotte al fiume. L’ispettore vuole una mano ad analizzare gli indizi che ha trovato e vorrebbe scoprire cosa è successo!”

“Fatti strani? Tipo?” Chiese lei stranita.

“Tipo?” Shinichi alzò il sopracciglio divertito “Ha detto che si sono sentiti degli scoppi, simili a degli spari in riva al fiume, ma non c’era niente e nessuno. Poi la cascina da analizzare era leggermente diversa, anche se non notavano nulla di particolare. Solo una sedia caduta!”

“A me invece pare inquietante…” Ran non capiva proprio cosa ci trovasse di divertente il marito. Quegli indizi volevano dire che qualcuno si era introdotto nella cascina.. fatto che Shinichi aveva capito benissimo.

“Beh, lo è.. ma è una conferma che quei tipi si aggirano qui intorno e che quindi possiamo ancora arrestarli. Non sono riusciti a sottrarre indizi importanti ed è un bene!”

Ran annuì “Va bene…. Ma fai attenzione..”

Shinichi inarcò le labbra, sorridendole dolcemente per tranquillizzarla. Poi l’avvicinò a sé e le diede un leggero bacio sulla fronte “Certo, andrà tutto bene!”

I due si abbracciarono dolcemente, come loro solo sapevano fare. Poi Shinichi diede di nuovo un bacio a Ran, ma questa volta sulla bocca. Di seguito, il ragazzo prese ed uscì di casa.

……al piano di sopra, però…..

“Te l’avevo detto di fare attenzione! Hanno notato la sedia!” Conan rimproverò Satoshi, chiudendo la porta a chiave. “Persino Shizuka avrebbe fatto più attenzione!”

“Parlate di me…?” Disse una voce, proveniente da dietro alla finestra, sull’albero. “Non so se prenderlo come un complimento o altro….” Aggiunse divertita la ragazzina.

“S-Shizuka? Cosa ci fai lì?” Chiese Conan imbarazzato per quello che aveva detto, mentre si avvicinò per tendere la mano all’amica, per farla entrare.

Shizuka accettò l’aiuto e tese la mano verso Conan “Semplice, pensavo di cambiare un po’ e di entrare dalla finestra per una volta!”

Una volta con i piedi per terra, la bambina notò che dietro a Conan c’era anche l’altro suo amico, Satoshi. Con un sorrisone corse incontro al ragazzo, abbracciandolo “Satoshi! Come sono felice!!! Da quanto è che non ci vediamo!?”

Satoshi arrossì un po’, cercando di darlo a vedere “Parecchio, ma sono felice di vedere che stai bene!”

“Si! Anche io vedo che stai bene! L’unico a non essere in gran forma è proprio Conan!” ridacchiò la ragazzina, indicando l’amico dietro, un po’ seccato.

Conan non sapeva se essere seccato per il commento di Shizuka, o di esserlo del fatto che la sua “cotta” avesse abbracciato il suo migliore amico. Non era la prima volta che accadeva, ma stranamente oggi, lo lasciava con l’amaro in bocca. Decidendo di dare di più la corda al commento, fece un’espressione da ebete “Ehhhh grazie mille! Ti ricordi per caso, come mi sono fatto male?” Chiese sarcasticamente.

“Si lo so, lo so, scusa!” Shizuka si scusò, sempre un po’ divertita. “Hey ora che sei qui la squadra è al completo! E Parlando del braccio di Conan, possiamo firmarlo!?”

“Non servirà a molto, perché lo toglie domani” Disse Satoshi “Ma sarà divertente!”

Conan annuì, prendendo due pennarelli e lanciandoli agli amici “Al volo!”

“A proposito, abbiamo qualche cosetta di cui parlare!” Aggiunse Satoshi, rivolgendosi a Shizuka.

Lei lo guardò con sguardo interrogativo e allora i due maschietti, cominciarono a spiegare gli eventi di quella notte, tirando fuori anche i vari indizi…




Nota d'autrice:
E io inserisco persino un triangolo amoroso XD

 
   
 
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