Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Manu75    10/06/2016    2 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie come sempre a tutte le persone che leggono ciò che scrivo e, in particolare, a Miss Gold_394 (grazie per avermi fatto presente degli errori nel penultimo capitolo) e Occhioni Azzurri (sempre gentile!) per aver recensito ed essere sempre così presenti. A presto!



“Un gelido destino”

 

(Lunga notte)

 

Cinquantaseiesimo capitolo


(Malfoy Manor) - quindici anni prima

 

- Perché ti sei ammalata, Gwen?- aveva guardato la donna distesa sul sofà con gli occhi increduli e pieni di dolore - Una strega potente come te può guarire da tutto, vero?-
Gwenhwyfar Bryn Arundel in Malfoy gli aveva restituito uno sguardo pieno di affetto ma velato dalla sofferenza.
- Nessuno è immune alle malattie, al dolore e alla morte.- aveva accennato ad un sorriso - Ne sei consapevole, vero Evan?-
- Certo, non sono un bambino! Non sono come Lucius!- aveva messo il broncio e il sorriso sul volto di lei era divenuto più ampio.
- Parli proprio come un fratello maggiore. - gli aveva teso la mano e il ragazzo le si era avvicinato, afferrandola saldamente con la sua - Ed é proprio così che vi voglio: due bravi fratelli che si amano e si aiutano.-
Le si era inginocchiato accanto e aveva posato la testa sul suo grembo, sperando che gli accarezzasse i capelli come faceva sempre con quelli biondi di suo figlio, e aspirato il profumo floreale che lei usava sempre ma che ora era leggermente inquinato dall’odore delle medicine.
- Abraxas è vecchio, doveva ammalarsi lui.- aveva deciso di punto in bianco - Ho sempre pensato che, quando lui sarebbe morto, avrei potuto sposarti...ti amo Gwen…- le aveva sussurrato, chiudendo gli occhi e lasciando che le sue dita passassero delicatamente tra i suoi capelli castani.
- Abraxas è l’uomo che mi sono scelta, Evan.- lo aveva ammonito con un pizzico di severità - Ed è il padre di Lucius; cerca di comportarti bene perché sarà lui a farti da tutore finché non compirai diciassette anni.-
- No, sarai tu ad occuparti di me, come sempre…- ed era rimasto la, accanto a lei, per molto tempo.
Il giorno dopo era partito per frequentare il suo secondo anno ad Hogwarts e non l’aveva rivista mai più.


(Vidin - Bulgaria) -presente


L’aria della sera era fresca e profumata, Lucius si chiese se quello sarebbe stato l’ultimo odore che avrebbe aspirato nella sua vita.
Conosceva Evan da quanto? Almeno diciotto anni.
Lo conosceva al punto da capire che la sua vita era appesa ad un filo.
- Ebbene, vuoi uccidermi di spalle?- gli chiese, senza muovere un muscolo.
- Dovrei farlo...dovrei ammazzarti come il cane che sei, Lucius.- la voce dell’altro uomo sembrava creata dall’esecuzione di uno spartito di ghiaccio: una melodia di note di gelide.
- Non credevo che quella donna ci avrebbe messo tanto a dirtelo…- sorrise nella penombra - Credevo che la mia vita sarebbe terminata molto prima, in effetti.-
- Non è stata lei a dirmi di te, lei non sapeva che fossi tu- ci fu un attimo di pausa - Me l’ha detto Ysaline Lestrange, un attimo prima di esalare il suo ultimo respiro, dopo che ha visto morire suo marito.-
Lucius strinse i pugni: Evan aveva commesso un duplice omicidio e, se lo conosceva come credeva, dei Lestrange doveva essere rimasto ben poco.
- Ma lei, la tua donna, ti ha detto del contratto prematrimoniale…- mormorò, cercando di non permeare la voce del disgusto che provava.
- Si, me l’ha detto.- Evan sospirò appena - E ha fatto bene, così ora so chi sei veramente.-
- Già...adesso si che ci vedi chiaro, eh?-
- Non fare il sarcastico con me…- ancora una pausa - Voltati lentamente -
Lucius obbedì e si voltò, fino a trovarsi faccia a faccia con il suo amico d’infanzia.
Evan era più alto quindi dovette alzare lievemente lo sguardo per fissarlo negli occhi.
I due giovani si osservarono per diversi secondi, senza dire nulla.
- Lo sapevo che questo momento sarebbe giunto, prima o poi…- sussurrò Rosier - ...ho sempre pensato che avrei voluto misurarmi con te. Tu che, in fondo, hai sempre goduto nel farmi l’elemosina e hai sempre tentato di soggiogarmi con quel fascino che elargisci a tutti come se fosse un dono prezioso- Evan respirò a fondo con la bocca socchiusa e gli occhi sgranati: aveva le pupille ridotte a due capocchie di spillo - Mi dispiace solo per Kerenza...e per Narcissa…- mormorò dopo un po’ - Non voglio farla soffrire ma, del resto, non è colpa di nessuno se si è innamorata della persona sbagliata, no?-
- No, non c’è nulla di male ad amare qualcuno che non fa per noi- convenne Malfoy.
- Ti ho già detto di non usare quel tono condiscendente con me…- sibilò Evan, che non era del tutto in sé ma era sufficientemente lucido da essere pericoloso e letale.
L’accenno a Narcissa aveva risvegliato in Lucius la voglia di sopravvivere a quello scontro: non poteva morire così, tanto distante da casa, senza aver rivisto lei ancora una volta.
- Almeno ti ha detto, la tua amata compagna, perché è stato siglato questo accordo e perché il sigillo è stato posto da me?-
L’ombra del dubbio attraversò lo sguardo alienato di Evan e Lucius sentì aprirsi una crepa nel muro di freddezza del suo amico.
- Non lo so e poco mi importa- si riprese in fretta l’altro uomo- Quello che so è che hai tenuto legata Bella a quel verme di Rodolphus per anni, l’hai trattenuta in bilico sulla minaccia di Inileann...tu lo sapevi e non mi hai detto nulla!- era quello il vero punto dolente - Tu, proprio tu, che sai quanto io ami quella donna!-
Lucius storse la bocca in un sorriso amaro e sarcastico.
- Lo chiami amore, quello?- scosse leggermente la testa davanti a quell’assurdità - Ti sei fermato al tuo primo amore, alla prima donna per la quale hai provato qualcosa e non ti sei più mosso da la e potrei anche capirlo, se ne valesse la pena. Hai mai pensato che, forse, c’è qualcosa di meglio di quella sgualdrina?- concluse con biasimo.
Evan scattò come rettile e calò la bacchetta alla base collo del suo amico, nella carne morbida tra la clavicola e la spalla, impugnandola come uno stiletto.
-Aahh!- Lucius non poté impedirsi di gridare, il dolore fu immediato e gli regalò una scarica che percorse tutto il braccio destro, lasciandolo inerte lungo il corpo.
- Adesso raccogli la bacchetta - gli intimò Evan, crudelmente, sapendo che l’altro ragazzo non era in grado di farlo.
Lucius lo fissò con gli occhi azzurri pieni di disprezzo, massaggiandosi il braccio e cercando di rianimarlo, aprendo e chiudendo la mano.
- Non hai bisogno di ricorrere a certi trucchetti…- gli sibilò, seguitando a fissarlo.
- Hai ragione, lo so io e lo sai tu: sono sempre stato più forte di te.- Evan era serio e non si compiaceva di quella superiorità: era un dato di fatto - Adesso raccogli la bacchetta, se solo vuoi avere una possibilità di sopravvivere!-
Lucius non si mosse per qualche istante poi allungò la mano sinistra e sibilò - Accio…- la bacchetta volò verso di lui ma Evan fu rapidissimo e, con un calcio poderoso, la fece volare lontano, interrompendone la corsa.
Sorrise.
- Raccoglila ti ho detto…- e pungolò il petto di Lucius con la punta della bacchetta, lo fece in modo rapido e violento, sapendo perfettamente quanto fosse doloroso.
Lucius espirò piano, dilatando le narici, e mantenne la calma; con un piccolo sorriso si passò la mano sinistra tra i lunghi capelli biondi e si  voltò per avvicinarsi alla sua arma.
Fece per chinarsi ma Evan l’afferrò per quei capelli fluenti e tirò forte, facendolo raddrizzare nuovamente con uno scatto doloroso dei reni.
- Più lentamente…- gli intimò nell’orecchio e si contraddisse volontariamente, spingendolo rabbiosamente in avanti.
Lucius strinse le labbra e si abbassò nuovamente, allungando la mano sana verso la bacchetta: il piede di Evan calò sulle dita, un attimo prima che si chiudessero sul legno scuro, e Lucius represse un altro grido.
- Se v-vuoi un’esecuzione sommaria perché non la smetti e mi dai il colpo di grazia?- chiese, parlando a fatica per il dolore che gli dava il tacco dello stivale premuto con insistenza sulla mano.- Ti diverti a giocare come il gatto col topo?-
- Fare in fretta? E togliermi tutto il godimento?- Evan non aveva un tono ilare - Mi hai guardato per anni mentre toccavo il fondo, studiandomi con la tua aria di superiorità: ora tocca a me…- e fece scattare il ginocchio, liberando la mano del suo amico ma colpendolo violentemente sotto il mento, facendolo volare all’indietro.
Lucius finì disteso con la schiena rivolta al terreno.
Ansimò senza gridare, nonostante sentisse il contraccolpo fargli vibrare i denti, la mascella e la testa.
All’improvviso vide Evan torreggiare su di lui e poté solo rannicchiarsi per evitare che il calcio gli arrivasse in pieno petto, mentre finì per colpirgli il braccio destro ancora inerte.
- Alzati e raccogli la bacchetta!- di nuovo un ordine con quella voce fredda.
Lucius si rialzò con enorme fatica, non potendo contare sul braccio destro e avendo la mano sinistra probabilmente fratturata.
Si ritrovarono nuovamente l’uno dinnanzi all’altro a fissarsi negli occhi.
- Abbiamo due modi per terminare questa cosa- Evan parlò senza perdere un tono di quella durezza piena di rancore che lo animava - Ci sfidiamo ad un regolare duello...oppure mi dici dove tieni nascosta Narcissa...o meglio, mi riveli come arrivare a lei, perché tutti immaginano dove si trovi ma nessuno può raggiungerla.- Lucius strinse gli occhi a due fessure, dimenticando il dolore che sentiva ovunque.
- Cosa vuoi da lei?- sibilò, sentendo montare la furia.
- Nulla di personale- Evan sorrise per la prima volta - Ma sua sorella la vuole trovare e io voglio che sua sorella abbia tutto ciò che desidera.-
- Fin dove sei disposto ad arrivare per quella donna?- il tono era incredulo.
- Fin dove lei vorrà e anche oltre…- sussurrò Evan e di nuovo calò la bacchetta, come un pugnale, sul petto di Lucius ma, questa volta, mormorò - Crucio…- e il dolore si spanse in ogni nervo di Lucius. - Dimmi dov’è Narcissa…-


Hogsmeade - diciotto mesi prima

 

Aveva appena lasciato Kerenza, era passato a salutarla prima della partenza per la Bulgaria perché non aveva idea di quando l’avrebbe rivista e sapeva che sua cugina si preoccupava sempre per lui.
Si era infilato i guanti e si era diretto verso il centro del paese e poi si era bloccato di colpo, incredulo.
A poche decine di metri da lui c’era Narcissa.
Dopo tre mesi d’Inferno, autentico e bruciante, senza sapere nulla di lei, senza riuscire a trovarla, eccola la.
Avrebbe voluto scattare e raggiungerla, prima che sparisse di nuovo, ma quella stupida gamba gli dava ancora un sacco di problemi.
Ad un certo punto aveva visto Barty Crouch Jr. accanto a lei e, dopo pochi secondi, era apparso anche Severus.
Il tutto si era svolto rapidamente, quel verme di Crouch aveva baciato Narcissa con insolenza e si era smaterializzato e gli altri due erano rimasti da soli, l’uno di fronte all’altra.
L’istinto di Lucius gli aveva impedito di palesarsi ed era rimasto a guardarli:Narcissa e Severus.
E, anche da quella distanza, aveva avvertito qualcosa.
Aveva stretto il bastone con rabbia vedendo il profilo della ragazza carico di sofferenza e pieno di una passione repressa per l’altro ragazzo: una sorta di struggimento.
All’improvviso lei si era sporta verso Severus, aveva toccato con dolcezza il braccio del giovane e poi gli aveva posato un leggero bacio sulla guancia.
Qualcosa era esploso nel petto di Lucius, si era sentito travolgere da quel sentimento di gelosia, un incendio che era divampato come una scintilla che infiamma della legna in un braciere.
Lei non aveva mai avuto un simile impulso spontaneo nei suoi confronti.
Poi era sparita di colpo e lui si era maledetto per aver esitato.
Aveva osservato Severus, per la prima volta con il volto libero da maschere, e aveva capito che anche lui…
Lucius si era smaterializzato, sperando in un miracolo, e il miracolo era avvenuto.
Aveva indovinato la destinazione di Narcissa e l’aveva ritrovata a Weirwater: il sollievo gli aveva tolto il fiato e fatto accantonare la gelosia.
Lei era la, gli dava le spalle e stava appoggiata al tronco di un albero, fissando la casa dove suo padre era morto.
Lucius aveva osservato per qualche istante i capelli biondi accarezzati dal sole di ottobre.
Poi aveva sfiorato il suo anello con la bacchetta, richiamando in modo rapido la propria carrozza e decidendo all’istante che doveva metterla al sicuro e, sopra ogni cosa, doveva sapere dove ritrovarla, in qualsiasi momento.
L’aveva convinta ad andare a Malfoy Manor. Narcissa era stata stranamente arrendevole e poi...l’aveva guardato con i suoi occhi grigi così pieni di aspettativa, di inconsapevole dolcezza...così colmi di quell’amore che lui sentiva di non meritare e che sembrava sempre pronta a donargli, fin da bambina.
Naturalmente aveva risposto a quel richiamo e lei lo aveva accolto come sempre: dimenticando qualsiasi dolore e qualsiasi offesa.
Mentre la stringeva a sé aveva preso una decisione e si era fatto una promessa: al suo ritorno non l’avrebbe più lasciata andare via.


(Vidin-Bulgaria) -presente


Lucius piegò le ginocchia ma non cadde, riuscì a mantenersi in equilibrio e strinse le labbra per impedirsi di urlare: non era nulla in confronto al dolore che gli aveva impartito l’Oscuro Signore un anno e mezzo prima ma sentì la gamba destra incendiarsi di nuovo, del resto non era mai guarita del tutto.
Evan ritirò la bacchetta con un movimento fluido del polso e lo osservò per qualche secondo.
- Da quando sai schermarti la mente?- sibilò, osservando il volto sofferente di Lucius - Posso vedere tutto ma riesci a non farmi comprendere come arrivare a lei...questa è magia di alto livello…- l’uomo sembrava davvero seccato.
- Perché Bellatrix vuole sua sorella?- fu la sua risposta, mentre controllava il respiro ansimante.
Evan lo studiò con freddezza e non rispose per diversi secondi.
- Poteva servire per convincerti a più miti consigli, ma ormai non servirà più, ci siamo…- Lucius sussultò leggermente perché la voce del suo amico d’infanzia era tetra e quasi sepolcrale - Accio.- la bacchetta che giaceva ancora a terra volò dolcemente in mano a Rosier che poi la porse a Lucius.
- Si comincia- gli sorrise, mentre Lucius l’afferrava con la mano sinistra tremante e fratturata - Affidati al tuo Dio, a degli Dei pagani o al Diavolo, perché questa sera uno di noi due morirà Lu-Lu e, che sia dannato per l’eternità, non sarò io.-
- Hai ragione, quasi sicuramente sarò io - Lucius rispose al sorriso - Sei sempre stato più abile e mi hai conciato a dovere. Stasera mi ucciderai e tutto per quella donna: il tuo primo amore e il tuo ultimo tormento…-
Evan sorrise in modo più ampio ed inquietante: era un sorriso privo di qualsiasi allegria.
- Il mio primo amore è stato tua madre, Lucius. Ho amato per prima Gwen, sopra ogni altra e per sempre.-
Gli occhi azzurri di Lucius mandarono lampi mentre il sorriso gli moriva sulle labbra.
- Attento Evan - ora la voce era gelida almeno quanto quella del suo amico - Non pensare di sporcare tutto quello che tocchi...lascia mia madre fuori da questa melma…-
- Sporcare?- gli occhi castani di Rosier ebbero un guizzo - Credi che amare equivalga a sporcare?!- proruppe in una risata scrosciante - Sei rimasto un bambino di dieci anni! Il piccolo Lu-Lu!- seguitò a ridere -Per questo non hai ancora avuto il coraggio di prenderti quello che vuoi?!- lo fissò con aria derisoria e incredula, diventando di nuovo serio - Per questo non hai ancora ceduto all’impulso di prendere Narcissa e fare l’amore con lei come desideri da anni?! Perché credi che la sporcheresti?!- era un’esultanza senza gioia.
- Lascia fuori anche lei! - Lucius strinse la sua bacchetta - Non nominarla nemmeno, con quella bocca lurida, e finiamo questa cosa!-
Evan sospirò, gettando indietro la testa per qualche istante, fissando il cielo bulgaro trapuntato da una distesa di stelle quasi abbaglianti, aspirando il profumo dolce di quella sera primaverile, e poi posò di nuovo il suo sguardo sul volto di Lucius.

 

“ Ed é proprio così che vi voglio: due bravi fratelli che si amano e si aiutano”

 

- Gwen…- mormorò, come trasognato - Perdonami…- sospirò e poi sorrise in modo pericolosamente indolente - Alzati Lucius…- era quasi commosso - Ti do pochi istanti per portarti ad una distanza decente, approfitta della mia generosità!-
Gli occhi dei due uomini non si staccarono un istante mentre Lucius si alzava di nuuvo sulle gambe malferme e si raddrizzava, cercando di non barcollare.
Poi mosse qualche passo incerto e si allontanò, portandosi ad una distanza di qualche metro da Evan.
“Quante volte ho creduto di morire e non è accaduto?” pensò “Madre, ti rivedrò? Mi accoglierai tra le tue braccia?” uno struggimento lo colse, la pericolosa voglia di lasciare che la morte lo afferrasse e lo portasse finalmente su lidi tranquilli e pieni pace: niente più guerra, solo tranquillità.
“Non so se potrò lottare contro questi flutti e se riuscirò a non annegare…Ma almeno so che Narcissa è al sicuro”


Hogsmeade - diciotto mesi prima

 

- Severus!- lo aveva chiamato, lieto di essere riuscito ad intercettarlo prima che rientrasse a Hogwarts.
Il ragazzo si era voltato con un’espressione leggermente stupita.
- Lucius!-la voce si era mantenuta moderatamente sorpresa - Credevo fossi già partito.-
Già, lui sapeva sempre tutto ormai.
- E così sarà tra poco più di due minuti- aveva detto, dominando il fastidio - Ma prima ho un favore da chiederti…- gli era costato ogni goccia di sangue che gli scorreva nelle vene dirlo.
Il sopracciglio leggermente inarcato era stato l’unico segnale dell’immensa sorpresa che Severus aveva provato questa volta.
Era sempre perfettamente controllato, quel bastardello mezzosangue.
- Non ho molto tempo quindi sarò molto diretto - la sua voce era uscita più dura e seccata di quello che avrebbe voluto - Ho appena lasciato Narcissa - non un guizzo sul viso dell’altro ragazzo - E so per certo che non è al sicuro, in questo momento. Ha accettato ospitalità a casa mia ma ho bisogno che tu le faccia da Custode Segreto.-
Questa volta il contegno di Severus era stato messo a dura prova e, francamente, Lucius aveva esultato dentro di sé.
- Perché io?- una semplice domanda.
Già, perché?
- Lo sai... - l’aveva detto così, quasi casualmente, eppure aveva visto qualcosa in quegli inquietanti occhi bui. Ma non c’era tempo per giocare. - Perché sei un Occlumante portentoso e perché il Signore Oscuro si fida di te -
- Appunto - Severus era rimasto insondabile - Vuoi mettermi nella scomoda condizione di non potergli rivelare dove si trovi Narcissa nel caso, seppur remoto, in cui me lo chiedesse?-
Un attimo di silenzio.
- Voglio solo che lei sia al sicuro. Tu no?-
Si erano guardati negli occhi per diversi secondi.
- Quella del Custode Segreto è una magia obsoleta e assai fallibile, non mi trova assolutamente d’accordo - mormorò Severus alla fine - Posso fare di meglio. -
Lucius aveva sentito il sollievo pervaderlo ma era rimasto in silenzio.
- Lei dovrà ovviamente rimanere chiusa a...Malfoy Manor immagino. Io costruirò una barriera viva intorno alla casa: riconoscerà chi noi vogliamo riconosca e terrà fuori, anche solo con il pensiero, chi noi vogliamo resti fuori.-il giovane Snape aveva accennato ad un sorriso - Nella nostra mente si vedrà solo uno specchio che rifletterà la casa ma non sarà possibile infrangere: manterrà il suo segreto inaccessibile anche al più potente dei Legilimens. Così sarai certo anche tu di non tradirla...Converrai con me che l’Occlumanzia non è un’arte che ti appartiene - aveva aggiunto, arricciando le labbra.
“Tsk, moccioso insolente!” l’aveva pensato molto forte.
Severus aveva sorriso e lui gli aveva sorriso in risposta.
- Ero certo che mi avresti aiutato…- aveva mormorato Lucius senza più sorridere.
- La politica resta di certo il tuo vero talento…- anche Severus era ritornato serio. - Ora dimmi chi la barriera potrà riconoscere, puoi anche escludermi, non è affatto necessario che chi la crea sia coinvolto.-
- Mi assenterò per almeno un anno, potrebbe essercene bisogno - era stata la semplice risposta di Lucius - E poi, naturalmente, io e una donna chiamata Kerenza. Inoltre ho bisogno che almeno due elfi possano uscire e entrare a piacimento.-
Severus aveva assentito, avevano definito i dettagli e poi si erano salutati.


(Vidin- Bulgaria) - presente


Gli occhi chiari di Lucius e quelli scuri di Evan non si staccavano.
Poi un muto segnale e il giovane dai capelli castani si mosse con una rapidità inaudita e scartò di lato, quindi calò la propria bacchetta con un fendente secco e violento.
L’onda d’urto arrivò potente e Lucius si limitò a portare la bacchetta, orizzontalmente, davanti agli occhi e parò il colpo stringendo i denti e aspettando che la furia passasse.
Arrivò un secondo colpo che riuscì a deviare solo parzialmente e che gli ferì il volto, poco sotto gli occhi.
Evan si avvicinava: ogni passo un fendente sempre più potente.
Lucius non poteva muoversi, anche solo lo spostamento d’aria lo feriva e, in ogni caso, il suo corpo non rispondeva.
- Giochi in difesa, Lucius?!- Evan era pericolosamente vicino, lanciò in aria la bacchetta e l’impugnò come una frusta.
Lucius capì e sapeva anche che quello che stava per arrivare era fatto per uccidere.
Evan fece schioccare quello scudiscio invisibile e un primo colpo giunse al braccio destro già inerte.
Il dolore fu lancinante.
Un altro schiocco, altro dolore. Cercò di parare quanti più colpi possibile ma stava soccombendo e lo sapeva.
Alla fine Evan svettò su di lui, pronto a finirlo.
- Il tuo ultimo desiderio, Lucius?-

 

La politica resta di certo il tuo vero talento”*

 

“Sei un uomo molto furbo…”

 

“Le rocce a picco sul mare sono come le nostre vite, Lucius, se siamo in bilico sull’oceano possiamo scegliere di spiccare il volo e fare nostro il cielo o di scendere in picchiata e perderci tra i flutti del mare…”


- Seppelliscimi accanto a mia madre…- sussurrò, fissandolo negli occhi.
Evan urlò di rabbia e l’ultimo fendente arrivò, portando tutto il suo dolore.

 

Hogsmeade - tre ore dopo.


Kerenza si svegliò di soprassalto, portandosi una mano sul cuore per contenere i battiti accelerati.
Scese giù dal letto e afferrò uno stiletto d’argento, poi si affacciò nella stanza del focolare con la gola secca dalla paura.
- Chi è la?!- intimò con voce ferma.
Vide un’ombra emergere e si sentì afferrare da due mani forti che l’attirarono verso un corpo virile.
- Dimenticati di Lucius…- mormorò una voce fin troppo nota - Ti aiuterò io…-
- Evan!- esclamò la donna, riconoscendolo e sentendo il sollievo pervaderla.
- Sei così bella…- l’uomo le accarezzò i capelli neri con passione e le mani scattarono ad aprirle la vestaglia - Lucius non capisce nulla, lascia che ti aiuti a dimenticarlo…è meglio per tutti, credimi! Soffrirai meno.-
E le impedì di protestare baciandola con trasporto.
Lei cercò di ribellarsi ma, alla fine, cedette sotto le sue carezze; si lasciò andare contro di lui e Evan la sollevò tra le braccia, portandola in camera da letto e amandola con una passione bruciante, come se fosse l’ultima volta.

 

Fine cinquantaseiesimo capitolo


* Gliel'hanno detto rispettivamente: Severus, Narcissa e Gwen


Angolino simpatico (ossia le note dell'autrice): Ok, potrei dire che i segnali c'erano tutti: Evan non è certo un santarellino e si chiama Rosier, quindi pazzo pazzo in modo assurdo :) Ama Bella in modo davvero malato, quindi nulla di ciò che fa può stupire.
Nonostante ciò lo adoro, fisicamente parlando è il mio ideale: alto, folti capelli castani, occhi scuri e profondi. Un pò matto ma passionale, ironico, bastardo dentro ma tormentato: insomma, il top. :D Potrei dire che sto vedendo la luce in fondo al tunnel con questa fan fiction, in realtà, numericamente parlando, non posso dire di essere vicinissima alla fine ma, globalmente, sono davvero a buon punto. A presto con il prossimo capitolo che, con i due precedenti, fa parte di un'unica linea narrativa. Tra l'altro non faccio che litigare con l'editor di Efp...io visualizzo una cosa e poi, quando posto, mi mostra tutt'altro: corsivo ovunque, caratteri strani...davvero frustrante...

 
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Manu75