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Autore: Lafilledesfleurs96    10/06/2016    2 recensioni
Chanel Hemmings è la classica brava ragazza: bella, dolce ed ingenua, non fuma, non beve e non esce dai suoi canoni di figlia modello.
Harry Styles, suo fidanzato, è il suo perfetto opposto: il don giovanni di tutta la scuola, affascinante e carismatico, ma non abbastanza innamorato... o forse si?
Justin giocherebbe sporco pur di portarsi a letto Chanel, ma perchè tanto interesse attorno a una ragazza che non vuole saperne di lui?
Un mix di risate, gioie, dolori, delusioni, per una fanfiction un pò alternativa....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11

Chanel 

"Oh mio Dio, Harry!!" lo chiamai allarmata precipitandomi immediatamente accanto a lui, mentre paura e preoccupazione cominciarono a prender il sopravvento.

"Oddio" sussurrai tra me e me completamente in panico, prendendogli il viso tra le mani e spostandogli i capelli davanti agli occhi.

Era più pallido di un lenzuolo e aveva la fronte bollente. In testa cominciarono a vorticarmi un milione di pensieri mentre l'agitazione dentro di me cresceva ogni secondo di più.

Senza perdere altro tempo, gli sollevai il busto e gli misi un braccio intorno alle mie spalle cercando di alzarlo per stenderlo sul letto, ma l'impresa si rilevò tutt'altro che facile. Anche se Harry a prima vista non sembrava così pesante, in realtà lo era eccome, ma per fortuna il letto si trovava proprio accanto a noi e dopo vari sforzi riuscii a farlo sdraiare.

Gli sistemai meglio la testa sul cuscino e lo posizionai sotto il morbido piumone per farlo stare al caldo.

Quando vidi che cominciò a sudare freddo e ad ansimare sbiancai, dovevo assolutamente cercare di abbassargli la temperatura.

Con il cuore alla gola corsi in bagno e aprii il rubinetto facendo scorrere l'acqua fredda sulla prima asciugamano che mi capitò davanti, la strizzai con le mani tremanti e veloce ritornai nella stanza di Harry.

Con il panno freddo cominciai a tamponargli delicatamente il viso imperlato di sudore e infine glie lo appoggiai sulla fronte ancora calda.

Avevo fatto quello che faceva mia madre quando anche a me saliva la febbre alta, e speravo proprio che funzionasse. Mi tolsi la sciarpa che fino a quel momento avevo tenuto al collo, ma stavo cominciando anche io a sudare per aver fatto tutto troppo velocemente.

A quel punto presi la sedia della scrivania e mi sedetti accanto al letto, in attesa di una sua parola o anche di un suo gesto che mi facesse capire che stesse bene, perché in quel momento era l'unica rassicurazione di cui avessi bisogno: sapere che lui stesse bene.

Cominciai ad osservare i suoi lineamenti perfetti e anche in quella situazione non potei fare a meno di pensare a quanto fosse dannatamente bello con quei ricci scompigliati che gli incorniciavano il viso.

Era sempre così sicuro di sé, combattivo, caparbio che a vederlo così indifeso quasi non sembrava lui, aveva l'aria innocente come quella di un bambino.

D'un tratto il cellulare di Harry che era sul comò cominciò a squillare. Pensai fosse la madre o uno dei suoi amici, ma quando gettai uno sguardo sullo schermo illuminato lessi il nome di una certa Kendall.

Ovviamente non risposi e aspettai che finisse di suonare.

Ormai non mi sorprendevo più di tanto, per me non era una novità che frequentasse altre ragazze, ma anche se razionalmente riuscivo ad accettarlo, per me rimaneva ugualmente doloroso ed era dura fare finta di niente. Credevo che prima o poi mi ci sarei abituata, e invece no: non mi abituavo mai e ogni volta era sempre una pugnalata al cuore immaginarlo con qualcun altra.

Mi chiedevo quanto ancora avrei resistito prima di arrivare ad un punto di rottura definitivo, ma chi volevo prendere in giro? Io, Harry l'avrei aspettato anche tutta la vita se fosse stato necessario, pur non avendo la certezza che un giorno avrebbe compreso i miei sentimenti.

Una volta Luke mi aveva detto che aspettare in spagnolo si diceva "esperar" e infondo aspettare significava anche sperare, giusto? Sperare che prima o poi Harry si sarebbe reso conto che per tutto questo tempo non avevo fatto altro che amarlo con tutta me stessa senza mai stancarmi.

Quando dopo un po' riprese a respirare regolarmente, tirai un sospiro di sollievo.

Harry stava bene.

Stava bene.

E in quel momento non mi serviva altra ragione per sorridere come una completa stupida.

Ad un certo punto lo vidi strizzare gli occhi e aprirli lentamente, per poi girarsi verso di me "Chanel..." mi chiamò con la sua voce roca una volta messa a fuoco la mia immagine.

"Harry..." sussurrai e prima che potessi accorgermene, un paio di gocce salate mi stavano cadendo dagli occhi, forse per la gioia di vedere che si era ripreso "Come ti senti?" gli domandai asciugandomi le lacrime.

"Ho..." deglutii "Ho la gola secca" disse con voce flebile.

Sniffai col naso "Vado a prenderti subito dell'acqua" feci alzandomi dalla sedia e dirigendomi subito al piano di sotto per prendergli quello di cui aveva bisogno. Quando risalii con il bicchiere d'acqua, aveva le palpebre socchiuse e il viso piegato in un espressione rilassata. Una volta uditi i miei passi, si tolse il panno bagnato dalla fronte e alzò il busto in modo da poter bere.

"E' molto fredda, bevi piano" gli dissi dolcemente e a quel punto gli avvicinai il bicchiere d'acqua alle labbra che lui bevve a piccoli sorsi. Quando non ne volle più, posai il bicchiere sul comodino e mi appoggiai all'estremità del letto vicino a lui.

Harry che non si era ancora disteso, come preso da un improvviso giramento di testa collassò con la testa tra l'incavo del mio collo e l'inizio del seno, cogliendomi alla sprovvista. Arrossii lievemente a quel contatto, sentivo il suo respiro solleticarmi la pelle e istintivamente strinsi il suo viso tra le mie braccia, immergendo le mie mani tra i suoi folti ricci "Vuoi... vuoi che ti prepari qualcosa di caldo o..oppure hai bisogno di un'altra coperta?" gli domandai un po' in imbarazzo per quella situazione.

"Ho solo bisogno che tu resti qui" sussurrò con voce flebile in quella che sembrava quasi una supplica. 

Il mio cuore cominciò a battere veloce nel petto e a quelle parole non potei fare a meno di sorridere

"Tranquillo" mormorai accarezzandogli i capelli "Ora però devi riposarti Harry, hai ancora la febbre alta" dissi alzandomi dal letto per sistemarlo meglio sotto le coperte "Io starò qui con te, non preoccuparti..."

 

 

 

 

Marine

Cavoli, ero in ritardo all'appuntamento!

Karen mi aveva fatto perder tempo per chattare con lei su Skype, ma voleva per forza che indossassi un pantaloncino corto invece degli skinny, ma con quel freddo era impensabile e ora per colpa sua stavo correndo all'impazzata per le strade di Phoenix.

Quando arrivai fuori la stazione centrale, Ashton era già lì e quando mi vide mi fece cenno con la mano.

"Scusa... il ritardo" gli dissi col fiatone avvicinandomi

"Tranquilla, anche io sono appena arrivato" ammise facendo spallucce

"E poi si dice di noi donne che non siamo mai puntali" commentai sarcastica legandomi i capelli in uno chignon piuttosto disordinato, ma la corsetta di poco prima mi aveva fatta sudare.

"Si, ma noi siamo bravi in altre cose" disse facendomi un occhiolino che aveva un non so che di malizioso.

Io rotei gli occhi divertita "Certo, come no"

"Guarda che intendo guidare, cos'hai capito tu?" mi chiese scherzosamente

Lo guardai un po' rossa "No che non intendevi guidare" dissi imbarazzata

"Ah Marine Victoria Stewart, sei solo una piccola maliziosa" mi prese in giro

"Come conosci il mio secondo nome?" gli domandai sorpresa

"L'ho letto sull'annuario dell'anno scorso. Stavo cercando la foto di Calum pelato e invece mi sono ritrovata davanti la tua con le trecce"

Io risi ripensando a quella foto "Non ricordarmelo ti prego, sembravo Candy Candy con quei capelli, mi mancava solo il vestito da campagnola"

"Ehi, io da piccolo la guardavo candy candy" affermò in tono scherzoso

" Ah ecco, adesso si spiegano molte cose" feci anch'io scherzando a mia volta e facendolo ridere "Comunque dove stiamo andando di bello" gli domandai visto che io mi stavo solo limitando a seguirlo.

"Al Sea Life Aquarium. Ci sei mai stata?" mi domandò.

"Si, una volta ci andai con i miei genitori" ammisi mettendo le mani nelle tasche dei jeans "Ma ero piccola all'epoca, ormai non ricordo neanche più com'è fatto"

"Mio zio lavora lì e mi ha dato un paio di biglietti gratis, così ho pensato..." lui che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo fisso su di me, abbassò gli occhi arrossendo lievemente "....ecco sì insomma, di venirci con te, sempre se non vuoi andare da qualche altra parte" disse un pò impacciato

Io a quel suo buffo modo di fare abbozzai un mezzo sorriso "Tranquillo, l'acquario è okay" lo rassicurai.

Mi faceva ridere e adoravo quel suo lato un po' timido. C'era feeling tra di noi ed era da tanto che non mi sentivo così con un ragazzo, eppure nonostante questo, era dalla sera prima che non facevo altro che pensare a Zayn e a quello che era successo tra di noi alla festa. Quando avevo tentato di avvicinarmi a Chanel e lui mi aveva bloccato tra le sue braccia, non pensavo mi bastasse quel misero contatto per tornare indietro a quando io e lui stavamo insieme. Era vero che le cose belle duravano troppo poco, ma non avrei mai rimpianto quello che eravamo stati , quello che avevamo vissuto insieme, perché Zayn in un modo o nell'altro avrebbe sempre fatto parte del mio cuore, anche se ormai era un capitolo chiuso.

"Siamo arrivati" mi avvertii il brunetto distogliendomi dai miei pensieri quando arrivammo davanti all'imponente edificio azzurro "Ti vedo un po' pensierosa, tutto okay?" mi domandò un po' preoccupato

"Si, si certo ehm... dai su entriamo, voglio vedere gli squali" dissi prendendolo per mano e trascinandolo dentro. All'ingresso c'era un po' di coda, non per niente era una delle più grandi attrazioni turistiche della zona, ma per fortuna dopo poco entrammo. Quel posto era davvero immenso e già prima ancora di entrare si vedevano disegni e pupazzi di pesci dappertutto, c'era perfino un signore travestito da Nemo.

Era cambiato molto dall'ultima volta che ci ero stata con i miei, prima non mi ricordavo nemmeno che ci fosse un negozio di gadget.

Cominciammo a gironzolare per i corridoi a forma di tunnel ed eravamo completamente circondati dalle vasche con pesci di ogni genere e razza, stelle marine e anche tartarughe

"Guarda, questo somiglia a Calum" disse Ashton quando vicino ad un vetro gli si avvicinò un polipo.

"A me sembra più che somigli a te" gli confessai

Lui cominciò ad accarezzarsi il mento con il pollice e l'indice "Mhhh... davvero sono così attraente?"

Io feci finta di pensarci un po' su "In effetti hai ragione, lui è molto più carino" dissi ridendo

"Andiamo a vedere lì che c'è" disse indicandomi una vasca non molto lontana da noi, e solo in quel momento mi accorsi che da quando eravamo entrati, ci stavamo tenendo ancora per mano.

Ci fermammo davanti ad una vetrata con enormi esemplari di piccole balene e altri pesci di cui non ricordavo il nome. Rimanemmo ad osservarli per un po' , circondati dall'immensità del blu, in un atmosfera quasi surreale.

"Le balene sono esseri affascinanti" disse Ashton tenendo gli occhi fissi sulla vetrata "Sai, non respirano sempre, decidono loro quando farlo e il loro canto serve per corteggiare" mi disse ammaliato

"Come fai a sapere queste cose?" gli domandai incuriosita

"A casa ho una balena domestica" fece guardandomi con un espressione seria.

Io alzai un sopracciglio e lo guardai stranita.

Lui a quel punto si mise a ridere "Ehi, sto scherzando" si affrettò a dire "Comunque conosco queste cose perché me l'ha spiegate mio nonno. Prima, quando vivevo in Australia, passavo molto tempo con lui, prendevamo la sua barca e giravamo la costa australiana in lungo e in largo, ed e lì che vedevo le balene, le regine dei mari come le chiamava lui, erano uno spettacolo" mi spiegò completamente rapito dai ricordi

"E... come mai poi ti sei trasferito qui?"

"A causa del lavoro di mio padre" disse facendo spallucce.

"E tuo nonno? Non vai mai a trovarlo?" forse stavo diventando un po' troppo ficcanaso

"Mio nonno è morto" mi disse con un espressione amara sul volto.

A quelle parole sentii il cuore stringersi in una morsa e mi maledii mentalmente "Scusami Ashton, io...io non volevo..." ammisi dispiaciuta

"Ehi tranquilla, non potevi mica saperlo" mi concesse con un sorriso malinconico, ma mi sentii comunque in colpa per avergli risvegliato quei tristi ricordi. Sapevo quanto era brutto perdere una persona a cui si era molto affezionati, perché anch'io avevo perso mia nonna quindi comprendevo benissimo il suo dolore e volevo fargli capire che gli ero vicina.

Quando Intensificai di più la stretta nella sua mano, lui girò il suo sguardo verso di me. Non mi ero mai accorta che i suoi occhi fossero così cristallini prima di allora. D'un tratto il mondo intorno a noi sembrò scomparire, il trambusto delle voci si tramutò in silenzio e in quel momento c'eravamo soltanto io e lui. Il mio cuore si immobilizzò quando Ashton avvicinò le sue labbra alle mie, e chiusi gli occhi nell'attesa che l'impossibile accadesse...

 

 

 

 

PICCOLO SPAZZIETTO *-* 

Ciao ragazze, come va??? Eccomi ritornata con un altro esaltante capitolo di questa storia e spero come al solito vi piaccia. Ho cercato di fare il più presto possibile e come al solito colgo occasione per ringraziare tutti voi, la storia è stata recensita fa alcune ragazze e ne sono davvero felice, quindi davvero GRAZIE MILLE.

Ci vediamo al prossimo chappy, un bacio bellissime <3 <3 

   
 
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