-Prego,
attendete qui un attimo- disse Gianna alla folla di persone che era
appena entrata in quella stanza piccola e rettangolare che, come
mobilia, aveva
solo una piccola scrivania, una sedia e qualche pianta.
La
segretaria entrò nella
stanza accanto, si avvicinò a uno delle guardie e disse:
-Gli ospiti sono
arrivati, li devo fare entrare subito?-
-No-
disse la guardia. Era
un giovane, alto con i capelli scompigliati di un castano chiaro.
-Avverto il
signor Aro del loro arrivo, nel frattempo stia con loro.- Detto questo,
la
guardia scomparse.
-Signore,
mi dispiace
disturbarla ma la volevo avvisare che un nuovo gruppo di
“visitatori” è giunto.
Desidera vederli subito?- chiese il giovane, a testa bassa.
-Caro
Edward, non mi disturbi per niente-
pronunciò l’uomo che era seduto in uno dei tre
troni,
posti infondo alla lunga sala; era in compagnia di una donna, non
troppo alta e
magra.
-Certo che desidero
vederli subito, lo sai che non mi piace fare attendere le persone. Sono
un
gentiluomo dopotutto…-
Il
ragazzo si alzò e, dopo
un breve cenno con il capo, tornò indietro entrando
nell’altra stanza. Uno dopo
l’altro, gli invitati entrarono nella sala grande, sembravano
narcotizzati e
perfino, c’era qualcuno che barcollava e cadeva per terra.
-Vi
do il mio più grande e
affettuoso benvenuto, o viaggiatori- disse Aro mentre le altre due
persone
sedute negli altri troni, ridevano divertiti. Anche qualche guardia
aveva
accennato un sorriso. -Il vostro è stato un viaggio
difficile e faticoso, me ne
rendo conto, ed è per questo che ho fatto preparare dai miei
uomini, cibo e
bevande. Vi prego, nutritevi!-
Tutte
le persone accolsero
l’invito senza pensarci due volte e si avventarono sul cibo
come se non lo
avessero mangiato da mesi. Un brusio faceva da sottofondo nella sala
mentre i
Volturi, divisi in gruppetti da tre o da quattro, parlavano fra loro
velocemente o semplicemente, guardavano le persone che presto sarebbero
diventate il loro pranzo. Ma il vocio dei padroni di casa si
zittì di colpo:
una ragazza sui diciasette anni aveva appena varcato la soglia. Aveva
dei
capelli color nocciola lunghi fino a metà schiena, mossi con
qualche riflesso
rossiccio e aveva una carnagione molto chiara. I vampiri non riuscivano
a
distoglierle gli occhi da dosso. Aveva un odore particolare: forte ma
irresistibile. I tre signori, Aro, Caius e Marcus, si erano girati
verso di
lei, perplessi sul da fare. C’era qualcosa di strano in lei,
cosa che non
sfuggì ad Aro.
-Edward
ti dispiacerebbe
avvicinarti un attimo?- chiese l’uomo, fissando ancora la
fanciulla che,
spaventata, si era avvicinata al cibo.
-Eccomi
signore, cosa
desidera?-
-Ho
come la sensazione che
l’ultima arrivata possegga delle capacità fuori
dal comune, sai cosa intendo.
Volevo la certezza da te, quindi, mi chiedevo se tu, riesci a percepire
i suoi
pensieri. Perché io non riesco a
entrare nella sua mente.-
Il giovane non rispose ma
guardò intensamente la ragazza in questione. Dopo si
girò verso il suo
superiore e disse: -Signore, aveva ragione. Non riesco a leggerle la
mente.-
-Ottimo, Alec! Vieni subito!-
Un ragazzo più basso di
Edward si avvicinò a loro.
-Che cosa desidera
signore?
-Vorrei che conducessi
quella ragazza in una delle sale di questo nascondiglio. E vorrei che
tutto
fosse sistemato in modo che Lei rimanga soddisfatta del posto. Voglio
la sua
piena fiducia.- disse Aro, con un sorriso maligno stampato sulla faccia.
-Come desidera.-
Alec si avvicinò la
ragazza e dopo un breve momento, i due s’inoltrarono in uno
dei tanti corridoi.
Intanto Edward non riusciva a levarle gli occhi di dosso
finché la giovane non
scomparve nel corridoio.
-Edward c’è qualche
problema?- chiese il fratello di Aro, Marcus.
-Nessuno, signore.-
-Meglio
così perché problemi
non ne vogliamo.- Pronunciò quelle parole con un tono freddo
ma nello stesso
tempo, in modo sadico. I rapporti fra quei due vampiri non erano mai
stati
positivi, nessuno dei due si fidava dell’altro ma non si era
mai capito il
motivo di tale comportamento.
-Lo
so, naturalmente. -
Edward
stava per tornare
alla sua posizione accanto a Demetri ma un pensiero di Marcus lo
colpì
profondamente: “Ho notato come la guardi, ti piace tutto di
lei. È davvero
bella ma, mio caro Ed, sarai proprio tu a trasformarla presto, molto
presto!
Stanne certo…”.
Era
la prima volta che
Edward aveva provato paura per un’umana ma non poteva fare
nulla, loro erano i
capi lì dentro. Non si sarebbe arreso comunque, avrebbe
fatto tutto ciò che era
in suo potere per aiutarla, anche se, questo, lo spaventava troppo.
Ciao!
Scusate la piccolezza
del capitolo ma questa sarà una storia a brevi capitoli.
L’idea l’ho avuta in
dormiveglia e quindi non so cosa ne uscirà
fuori…xDxD…ora vi lascio, mi
raccomando RECENSITE! Paie