La
stanza in cui la ragazza era stata portata,
era più che lussuosa: letto matrimoniale con ferro battuto,
un tavolo antico
color noce,
al
centro della stanza,
circondato da sei sedie, sul pavimento c’erano
stesi due o tre tappeti con ricami elaborati e ogni manopola era in oro
massiccio. Una stanza degna di una principessa. La ragazza era stesa
sul letto,
coperta da un soffice e piumato copriletto verde. Aveva la testa che le
girava fortemente
e non ricordava nulla. Non sapeva dove si trovava né come ci
fosse arrivata.
Decise di alzarsi ma non fu una buona scelta: era debole, le gambe le
cedettero
e cadde di nuovo sul letto. Non si diede per vinta, provò e
riprovò finché non
riuscì a stare, anche se appoggiata all’armadio,
in piedi. Un passò dopo
l’altro lentamente, riuscì ad arrivare al tavolo.
Su di esso erano poggiate
diverse cose: un portafiori in cristallo con molte rose rosa dentro,
centrini
bianchi con sopra contenitori pieni di caramelle e cioccolatini, e,
infine, una
bottiglia d’acqua con due bicchieri. Si sedette, prese un
calice e lo riempì
d’acqua. Bevve, bevve sempre più. Aveva la gola
asciutta e le veniva pure
difficile respirare. Ora si sentiva un po’ meglio, e la vista
era un po’
migliorata, focalizzava con maggiori risultati gli oggetti.
Bussarono.
La fanciulla si girò spaventata verso
la porta ma non pronunciò nemmeno una parola.
-Sto
entrando.- disse una voce maschile che aprì
la porta quel tanto che bastava a permettergli di entrare. Era lo
stesso
ragazzo che l’ aveva portata lì, se lo ricordava.
-Vedo
che stai meglio oggi, ti sei alzata
dormigliona. È da quando che ti ho portata qui che dormi,
hai per caso preso
una dose di droga un po’ esagerata? Ti ho portato il pranzo,
comunque.-
Silenzio,
la ragazza seguiva ogni mossa dell’uomo
senza dire una parola. Non ricordava nulla di ciò che lui
stava dicendo.
-Ti
hanno tagliato la lingua, per caso?- chiese
lui, ridendo.
Niente.
-D’accordo,
signorina, rimani nel tuo religioso
silenzio. Torno fra un’ora, mangia mi raccomando.-
-Come
ti chiami?- Fu la prima cosa che le venne
in mente e la disse senza pensare.
-Alec
e tu?-
Silenzio.
Il
ragazzo si girò e si chiuse la porta alle sue
spalle. La giovane si avvicinò al vassoio che le era stato
portato e dopo
qualche minuto di incertezza, iniziò a mangiare. Cibo
italiano probabilmente,
ma davvero buono. Come aveva detto prima, quasi un’ora dopo
Alec si ripresentò
da lei, portandole via il vassoio.
Questa
situazione andò avanti per alcuni giorni,
forse quattro o cinque se non di più. Era difficile dirlo
visto che le giornate
erano tutte uguali.
-Dimmi
Alec, come va con la nostra carissima
ospite?- chiese Aro, seduto sempre sul suo trono.
-Mangia,
beve e dorme ma non parla. Finora mi ha
chiesto solo come mi chiamassi ma non è andata oltre. Forse
è spaventata ma non
lo si vede. Non è come le altre…non grida, non
getta le cose al muro, non tocca
niente e a malapena cammina. Sta sempre rannicchiata sul suo letto ad
aspettare
con uno sguardo perso.-
-Ah-
enunciò Aro cambiando espressione in faccia,
-capisco. Forse avrebbe bisogno di una nuova compagnia. Chiamami
Edward, forse
lui sarà capace di risolvere la situazione.-
Alec
si dileguò immediatamente per poi ritornare
quasi subito, con accanto l’altro vampiro.
-Signore
desiderava vedermi?- Edward era sempre
rispettoso nei confronti di Aro, per paura o forse per semplice
galanteria e
stima.
-Vorrei
che fossi tu, da ora in poi, a occuparti
della nostra ospite.- disse lui, appoggiando la schiena allo schienale
e gli
avambracci sui lati della sedia.
-Posso
chiederle cosa le ha portato a fare questa
scelta?-
Ma
fu Alec a rispondere al suo quesito. Edward
non sapeva come reagire, che fosse tutto un marchingegno da parte di
Marcus o
era lui a essere troppo malizioso o paranoico? Non poteva ancora
rispondere a
questa domanda e acconsentì al comando.
-Bene,
le puoi portare già il vassoio. È ora di
pranzo per lei.-
Edward
attraversò con passò lento i corridoi che
l’avrebbero portata alla ragazza e quando arrivò
alla sua porta, le bussò
piano. Non ricevette nessuna risposta. -Sto entrando-
La
ragazza,appena sentì che la voce non era uguale
al ragazzo che aveva detto di chiamarsi Alec, alzò la testa,
preoccupata. Aveva
ragione, non era lo stesso. Era alto, magrissimo, sensuale nei
movimenti e
soprattutto: bellissimo.
-Ciao-
incominciò lui, -Io sono Edward e da oggi
sarò il tuo nuovo compagno. Ti ho portato il pranzo, spero
che ti piaccia.-
Fece per uscire ma si bloccò. La ragazza aveva parlato.
-Grazie-
-Di
niente- disse lui sorridendo, -Posso stare un
po’ con te mentre mangi?-
Era
gentile e galante. Per Edward reggere quella
scenetta non sembrava difficile, ormai l’aveva fatta talmente
tante volte che
gli veniva quasi spontaneo ma c’era qualcosa di diverso con
lei. Gli veniva più
difficile controllare la voglia di morderla e di ucciderla. La sua gola
bruciava e, pian piano sentiva che gli occhi gli stavano diventando
neri.
-Si,
va bene.-
La
ragazza si alzò dal letto, gli passò accanto e
si sedette in una delle sei sedie. Prese cucchiaio e forchetta e
iniziò a
mangiare gli spaghetti. Edward si sedette ai piedi del letto ad
osservarla.
Passarono circa trenta minuti da quando la ragazza aveva iniziato a
mangiare, e
quando finì disse: -Era tutto buonissimo, grazie.-
-Sono
contento che ti piaccia il cibo italiano.-
Il
vampiro si avvicinò al tavolo, prese il
vassoio e la bottiglia d’acqua quasi vuota.
-Te
ne porto subito un’altra, nel frattempo
riposati.-
Stava
per uscire una seconda volta, ma anche
adesso la ragazza lo bloccò.
-Edward,
dico bene?-
-Si,
è il mio nome. Ti serve altro?-
-Vieni
sempre tu a portarmi il cibo, mi stai un
po’ più simpatico.-
-Certo,
te l’avevo già detto prima, da oggi in
poi sarò io a occuparmi di te. Posso farti una domanda?-
La
ragazza non rispose ma fece un piccolo gesto
con la testa.
-Posso
sapere il tuo nome?-
-Il
mio nome?- chiese la ragazza tintinnando un
po’.
-Si,
sai, non lo hai ancora detto a nessuno e vorrei
chiamarti in un certo modo.- disse lui con un sorriso stampato sulle
labbra.
-Isabella…ma
puoi chiamarmi Bella.- disse lei,
rispondendo al sorriso, il primo da quando è rinchiusa in
quella stanza.
-Bella…bel
nome.- costatò Edward -Torno subito-
E
uscì.
Ecco
il secondo capitolo, fatemi sapere cosa ne
pensate.
Ringrazio
intanto chi mi ha lasciato un
commentino:
Ely4890:
eccoti accontentata, ho
pubblicato il prima possibile. Spero che rimani soddisfatta del
capitolo. Baci.
Lotty_:
grazie per avermi lasciato
una recenzione. Ecco il seguito… spero che ti piaccia, baci.
Shinalia:
per quanto riguarda la
mancanza dei dialoghi, non ti sbagliavi. Usavo in modo errato quelle
virgolette
e perciò il contenuto veniva cancellato. Spero di aver usato
queste in modo
corretto. Spero che ti piaccia il capitolo, baci.
Tatinaj:
ti ringrazio di avermi
avvertito subito. Ecco l’aggiornamento, baci.
Wind:
grazie ancora del
suggerimento ma preferisco utilizzare questo tipo di virgolette. Spero
che ti
piaccia il seguito. Baci.
Passiamo,
ora, a ringraziare le persone che hanno
messo tra i loro preferiti la fic:
Acqua1879
Egypta
Ely4890
Fantasy_Mary88
Lotty_
Marikina
Shinalia