Anime & Manga > Durarara!!
Segui la storia  |       
Autore: SuzuyaChan    11/06/2016    3 recensioni
Dopo aver orchestrato un incidente ferroviario ai danni di Shizuo, Izaya va a trovarlo in ospedale e scopre che il suo arci nemico non si ricorda di lui. Decide quindi di tormentarlo proprio ora che si trova all’apice della sua vulnerabilità, ma per qualche strano motivo… non ci riesce.
«Presumo» continuò Shizuo, attirando l’attenzione di Izaya con il suo tono esitante «che noi due fossimo amici.»
[Traduzione della fanfiction di SuzuyaChan]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 6
Original work by SuzuyaChan: Aletheia
Translated by: shirangel


Aletheia



Note della traduttrice: Capitolo un po' di transizione, ma cosa c'è di meglio di un po' di sano fluff? E vai (di nuovo) di cliffhanger finale <3

Capitolo 7

Le tende svolazzavano leggermente, mosse dal vento freddo che soffiava attraverso la finestra aperta; Shizuo pensò di alzarsi per andare a chiuderla, ma poi realizzò che per farlo avrebbe dovuto spostare Izaya, che si era addormentato sul suo petto. Sembrava stanco come se non dormisse da giorni, e il biondo non avrebbe rischiato di svegliarlo per niente al mondo, quindi si limitò a coprire entrambi con il lenzuolo, sorridendo per come il ragazzo strofinava il naso contro il suo petto. In lui stava crescendo un calore che nemmeno il freddo della stanza poteva soffocare, ed era il sollievo di sentirsi finalmente accettato; Izaya aveva conosciuto la sua parte più mostruosa, ne era stato addirittura ferito, eppure era ancora lì. Shizuo passò una mano tra i suoi capelli scuri e gli posò un bacio sulla nuca, ripensando a quella sera sul tetto.

Non si erano baciati una seconda volta, si erano solo seduti vicini, con le gambe a penzoloni dal bordo dell’edificio, e avevano chiacchierato a lungo, sfiorandosi appena le dita. Izaya era stato insolitamente silenzioso, ma Shizuo aveva avuto l’impressione che non volesse parlarne, quindi non gli aveva chiesto nulla. Si era limitato a raccontargli quello che riusciva a ricordare della sua infanzia: per la maggior parte aveva parlato della sua forza sovraumana, di tutte le volte che era finito in ospedale, e di quando aveva distrutto un negozio per cercare di salvare la proprietaria dagli uomini che la stavano minacciando

«Ehi, Izaya?»

«Che c’è?»

«Volevo solo proteggerti.»

«Sì» la mano di Izaya si posò sulla sua «Lo so.»

Spostò il braccio, facendolo passare dietro al collo di Izaya e avvolgendo l’altro attorno al suo fianco. Il ragazzo si era addormentato addosso a lui mentre erano sul tetto e Shizuo l’aveva portato nella sua stanza, poi aveva sistemato entrambi sul letto, dopo aver gettato sul pavimento tutti i vestiti che c’erano sopra. All’inizio aveva pensato di accompagnarlo a casa, ma poi si era ricordato di non sapere dove viveva. C’erano un sacco di cose che non sapeva di lui: che lavoro facesse, quale fosse il suo cognome, perché diavolo continuasse a chiamarlo Shizu-chan. Però pensandoci bene c’erano altrettante cose che, invece, sapeva: i suoi cibi preferiti, i film e i libri che amava; la sua infinita conoscenza di battute toc toc, tanto orrende da far sospirare a gran voce chiunque avesse un minimo di buon senso; le ventiquattro ore filate che una volta aveva trascorso guardando soap opera, cercando di capire quella che sembrava essere “una parte fondamentale dell’esistenza umana”. Che importava se non conosceva il suo nome completo? C’erano tante altre cose assai più importanti nella sua vita.

«”Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo soave profumo”» declamò, sorridendo; per un attimo sperò che Izaya fosse sveglio, in modo che potesse assistere a quest’ulteriore prova della sua cultura letteraria, poi realizzò quanto doveva suonare sdolcinato e fu molto, molto felice che il ragazzo stesse dormendo.

Passarono un paio d’ore prima che Izaya si svegliasse, e a quel punto il respiro di Shizuo si era fatto regolare, e buona parte del suo peso gravava ormai sulla nuca dell’informatore. Izaya rimase immobile per un po’, prendendosi del tempo per scendere a patti con quella situazione; non si era mai addormentato accanto a qualcuno prima d’ora, non si era mai svegliato trovandosi avvolto dal calore di un’altra persona. Era la vulnerabilità di quello scenario ad irritarlo: addormentarsi vicino a qualcuno significava mostrarsi privi di difese, e soprattutto significava fidarsi di quella persona, mentre Izaya non si fidava di nessuno. Eppure eccolo lì, raggomitolato accanto al suo peggior nemico, a strofinarsi gli occhi ancora assonnati. Il suo peggior nemico. Quello che lo aveva baciato. Che gli aveva preso le mani tra le sue. Che lo stringeva tanto forte da fargli sembrare che fossero le sue braccia a tenerlo in piedi.

Izaya si raddrizzò, cercando di analizzare meglio la situazione; la luce stava cominciando a filtrare attraverso le tende semi aperte, e il ragazzo si ritrovò ad apprezzare il fatto che Shizuo fosse così caldo, dato che ormai la stanza era diventata quasi fredda. Si mosse istintivamente per tornare più vicino a lui, prima di rendersi conto di quello che stava facendo. Non c’era modo che quella storia potesse funzionare. Non che lo volesse, provò a dirsi, ma quanto quella fosse una bugia appariva ovvio da come le sue mani giocavano distrattamente con il polsino della maglietta di Shizuo, e dagli angoli delle sue labbra che minacciavano di piegarsi in un sorriso. Non aveva mai avuto bisogno di contatto umano: per lui era delizioso, ma anche ridicolo, che la gente credesse di poter migliorare la propria vita grazie all’interazione con specifici membri della loro specie; Izaya rideva di come i sentimenti per qualcun altro riuscissero a prendere il controllo del corpo e della mente, che procurassero dolore fisico, che spingessero a ignorare la logica, che rendessero felici le persone indipendentemente dai beni materiali. Eppure, mentre si districava dal biondo, riusciva a sentire il proprio petto stringersi fastidiosamente, causandogli un vago senso di nausea. All’inizio aveva creduto che queste reazioni fossero il modo in cui il suo corpo esprimeva l’innaturalità della situazione, ma poi aveva cominciato a pensare che forse significavano qualcos’altro.

Izaya rimase sul letto per un po’, dopo essersi allontanato dal corpo di Shizuo e da quel bozzolo protettivo che lo aveva avvolto fino a quel momento. Esaminò lo sguardo tranquillo e pacifico sul suo viso, e quell’innocenza, quasi da bambino, che era molto lontana dall’espressione a cui era abituato, tanto che stentava quasi a riconoscerlo. Shizuo aveva sempre costituito un’eccezione, per lui. Era l’unica persona per cui avesse provato qualcosa di diverso, prima come adesso: effettivamente, prima provava istinti omicidi, adesso stava ammirando come il suo naso si contraesse di tanto in tanto durante il sonno, facendolo assomigliare a un coniglio troppo cresciuto. Carino.

No. Non carino.

Izaya sospirò a bassa voce. Stava diventando sempre più difficile ignorare il tipo di parole che il suo cervello gli suggeriva quando pensava al biondo. Supponeva che, se avesse dovuto fare un gioco di associazione di parole a tema Shizuo due settimane prima e uno in quel momento, i risultati sarebbero cambiati drasticamente; si passava da citazioni ai romanzi di Chuck Palahniuk alla posta del cuore dei giornaletti per adolescenti.

Dopo aver riflettuto per un momento sul modo assurdo in cui la frangia di Shizuo si era aggrovigliati, Izaya immaginò che la situazione dei suoi capelli sarebbe solo peggiorata mano a mano che dormiva; serrò le palpebre, sperando di liberarsi delle parole che stava disperatamente cercando di non associare al biondo. Quando il suo tentativo fallì, decise che probabilmente era arrivato il momento di andarsene.

Però…

Se Shizuo fosse rimasto sdraiato in quel modo, probabilmente gli sarebbe venuto il mal di schiena.

Lanciò un’occhiata alla finestra, sapendo che avrebbe dovuto andarsene e basta, poi borbottò un “fanculo” a denti stretti e cominciò a cercare di sistemare il biondo in una posizione potenzialmente meno dolorosa.

Non era un compito facile. Izaya si piazzò a un lato del letto, facendo passare le braccia sotto le ginocchia del biondo e dietro la sua schiena per cercare di spostarlo più in basso, ma ogni volta che ci provava il biondo rotolava verso l’altra parte del materasso, rendendogli impossibile muoverlo. Aveva bisogno di sollevarlo mentre era dritto, in modo da non dover reggere il suo pesò, così guardò il ragazzo addormentato e sperò intensamente che non si svegliasse. Salì in piedi sul materasso, spiegazzando le coperte con i piedi, e si chinò, provando di nuovo da quella nuova posizione, ma scoprì di essere troppo lontano per riuscire ad avere una presa solida. Sospirò e si chiese se fosse il caso di adottare “fanculo” come suo nuovo mantra, prima di realizzare che quella probabilmente non era la cosa migliore da dire mentre si trovava inginocchiato sullo stomaco di un’altra persona. Mise una mano dietro ai reni di Shizuo e l’altra tra le scapole, sussultando per il peso che ora gravava sul suo fianco ferito, ma determinato a non pensare a come si sarebbe evoluta la situazione se Shizuo fosse stato sveglio. Immaginò quegli occhi intensi che lo guardavano, quelle mani rudi di nuovo sui suoi capelli e attorno ai suoi fianchi, che lo attiravano verso di lui…

A quel punto Izaya spinse un po’ troppo forte e la nuca del biondo scivolò contro la testiera del letto, per poi rimbalzare sul materasso. L’informatore raggelò, spostando lo sguardo sullo spiraglio d’ambra che ora si intravedeva tra le ciglia scure.

«Izaya… che stai facendo?»

«Io, beh, dovevo andare al lavoro, quindi mi sono alzato, poi però, beh, tu sembravi scomodo, quindi stavo cercando di spostarti, ma continuavi a scivolare e io… ecco.»

Era sconvolto. Gli sembrava di cadere a pezzi davanti a quegli occhi caldi. E lui non era mai sconvolto.

Dannazione, Shizu-chan.

«Oh» rispose Shizuo «Grazie.»

Izaya si ricordò di essere praticamente accovacciato su di lui, a pochi centimetri dal suo viso, e si raddrizzò. Realizzò troppo tardi di esserglisi seduto in grembo, ma tentò comunque di sembrare disinvolto, combattendo il rossore che gli stava salendo sulle guance. Non c’era un modo non imbarazzante di uscire da quella situazione, però stare seduto in braccio a Shizuo era di certo l’opzione peggiore – e allora perché non si era ancora spostato? Per quanto si sforzasse di pensare, non riusciva a concludere nulla. Chinò la testa all’indietro e chiuse gli occhi, mentre si liberava della tensione scaricando il peso del suo corpo su Shizuo. Si lasciò sfuggire un sospiro di esasperazione e lanciò un’occhiata al ragazzo, decidendo che quella era stata la decisione peggiore della sua intera vita. Gli occhi del biondo erano luminosi, c’era un bagliore da cui l’informatore non riusciva a distogliere lo guardo; aveva ancora i capelli scarmigliati, che gli ricadevano di fronte al viso in un modo che alcuni parrucchieri avrebbero pagato oro per ricreare; aveva la bocca leggermente aperta, e respirava piano.

Prima di sapere cosa stesse facendo, la mano di Izaya si infilò tra i capelli di Shizuo, scendendo fino alla mascella per tracciare il contorno delle sue labbra socchiuse. Il biondo cercò di sedersi, avvolgendo le braccia attorno ai suoi fianchi per avvicinarsi a lui il più possibile. Le loro fronti si sfiorarono e l’informatore avrebbe potuto rievocare ogni singola volta che erano stati così vicini, però pieni di rabbia piuttosto che di lussuria. Si baciarono, e Izaya trattenne un gemito quando sentì la lingua di Shizuo sfiorargli il labbro inferiore, e i suoi denti che lo mordicchiavano leggermente. Le mani del biondo scivolarono sotto la sua maglietta e le sue dita callose gli mandarono brividi per tutto il corpo. Sia la mano che le labbra se ne andarono decisamente troppo presto, e un Izaya un po’ eccitato si ritrovò a sbirciare attraverso le ciglia per scoprire cosa fosse successo. Shizuo si era steso di nuovo, con le braccia incrociate sotto la testa e le guance in fiamme. Tuttavia stava guardando verso di lui e non sembrava imbarazzato, nonostante Izaya si sentisse sempre più indignato.

«Hai detto che devi andare al lavoro» spiegò, alzando le spalle «Non voglio farti arrivare tardi.»

«Ma se sono un libero professionista! Io lavoro per me stesso» piagnucolò lui, mentre il suo corpo protestava a gran voce per l’interruzione del contatto.

«Mi hai raccontato fin troppi aneddoti sulla tua segretaria pazza. Non ho nessuna intenzione di inimicarmela» lo prese in giro Shizuo, roteando gli occhi di fronte all’occhiata di biasimo che gli lanciò l’altro ragazzo. Izaya crollò sul petto di Shizuo, appoggiando il mento sulle sue dita incrociate sul costato, e un’espressione petulante si fece strada sul suo viso.

«Avanti, fuori di qui» aggiunse Shizuo, divertito, facendogli cenno di andarsene prima di prendergli il viso tra le mani e chinarsi per baciarlo sul naso. Izaya piegò la testa all’indietro e catturò la bocca del biondo per spingere le labbra sulle sue. Un paio di braccia si avvolsero attorno alle sue cosce, e il ragazzo all’inizio si rallegrò, prima di sentirsi sollevare dal letto; allora attorcigliò le gambe attorno a Shizuo, rifiutandosi di scendere per continuare a baciarlo. Il biondo lo trasportò fino alla finestra, spingendolo contro il muro, e approfondì il bacio per un momento, prima di interromperlo.

«Se non te ne vai, sarò costretto a buttarti fuori dalla finestra io stesso» lo avvertì. Izaya si sorprese ancora una volta della mancanza di veleno nelle sue parole. Era proprio quella voce roca e scherzosa a fargli venire voglia di….

Il ragazzo sbuffò la sua frustrazione con un ringhio.

«E allora mettimi giù, razza di protozoo.»

Dio pensò Quand’è che è diventato un nomignolo affettuoso?

Shizuo lo assecondò, sorridendo con quel suo stupefacente sorriso non-omicida, e Izaya cominciò ad arrampicarsi fuori dalla finestra. Quando entrambe le sue gambe furono fuori, appoggiate a un cornicione sotto i suoi piedi, sentì una mano che gli sfiorava i capelli, e si girò per salutare. Le sue parole vennero troncate sul nascere dalla bocca di Shizuo sulla sua. Il bacio era casto, ma Izaya ne fu riconoscente, dato che si trovava a svariati metri di altezza.

La mano del biondo scivolò lungo la sua mascella con un sorriso che gli incurvava le labbra, e Izaya si stupì di non averlo mai visto in quel modo. Era… felice.

«Ciao» disse Shizuo, allontanando la mano dal viso di Izaya. Qualcosa si attorcigliò nello stomaco dell’informatore, e il ragazzo sentì l’irrefrenabile impulso di sporgersi in avanti e riprendersi quella mano, stringerla fino impossessarsi di tutto il suo calore. Digrignò i denti e cercò di riacquistare il controllo di sé.

«A dopo, Shizu-chan» e dopodiché si calò giù dall’edifico, sforzandosi di impedire alle sue paranoie di sfondare il muro mentale con cui le aveva finora bloccate. Aveva bisogno di non pensare a quanto la sua già ambigua relazione con Shizuo si fosse trasformata in coccole e baci e altre tipiche dimostrazioni di affetto. Già era stato strano parlargli senza tentare di ucciderlo o farlo arrabbiare, ma adesso cosa provava per il biondo? Simpatia?

Fanculo, pensò, scompigliandosi i capelli Sono troppo giovane per queste stronzate da crisi di mezza età.

Izaya raggiunse il marciapiede e cominciò a camminare verso la stazione, così perso nei suoi pensieri da non notare il dottore occhialuto e la motociclista vestita di nero che lo fissavano dall’altra parte della strada.

 

 

EXTRA:

«Okay, me ne è venuta in mente una davvero buona.»

Shizuo per tutta risposta sospirò, roteando gli occhi di fronte a quell’Izaya sovraeccitato che sedeva sul bordo del suo letto.

«No, Izaya, arrenditi. Non sei capace.»

Il ragazzo gli diede un calcetto e tirò fuori la lingua.

«Per favore, Shizu-chan, questa qui è fantastica, te lo assicuro» insisté, sbattendo le ciglia. I due avevano passato l’ultima mezz’ora seduti l’uno davanti all’altro, mentre Izaya sciorinava una lunga lista di terribili barzellette toc toc, fermandosi solo per ridere istericamente alle sue stesse battute. Beh, qualcuno doveva pur farlo.

«E va bene, basta che la smetti di fare quell’espressione idiota. Avanti, spara.»

Izaya gli elargì un gran sorriso, e un luccichio nei suoi gli occhi lo spinse a chiedersi se arrendersi fosse stata una buona idea.

«Grande! Okay, comincia tu.»

«Toc toc.»

«Chi è?»

Shizuo si immobilizzò, interdetto, restando con la bocca leggermente aperta. Non è così che dovrebbe andare, pensò, perplesso. La sua confusione venne presto interrotta da Izaya, che stava quasi soffocando dal ridere, mentre si reggeva i fianchi con le mani. Poi Shizuo ci arrivò.

Ma tu guarda che idiota.

 

Nel prossimo capitolo: Shizuo riceve una visita da Celty e Shinra e Izaya riceve consigli di cuore da Namie.

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Durarara!! / Vai alla pagina dell'autore: SuzuyaChan