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Autore: Bonboncina    11/06/2016    3 recensioni
Non sono una scrittrice, non ho un vocabolario super esteso da utilizzare. Ma voglio dare voce ai miei pensieri, alla mia fantasia a quello che vorrei accadesse ma che - probabilmente - non accadrà.
Bonnie ed Enzo sono la cosa migliore della settima stagione di TVD. Ci hanno conquistati con una sola puntata, ma non ci è stato ancora detto tutto, quindi ci provo io.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Enzo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera cari lettori!
Le recensioni rispetto al quarto capitolo mi hanno resa davvero felice e vi ringrazio davvero tanto! ma contrariamente a quanto pensavo c'ho messo un sacco di tempo a scrivere il quinto.
Ho passato giornate intere a pensare mentre ero al lavoro ed alla sera scrivevo. Forse non sarà lunghissimo, anzi proprio non lo è, ma come sapete i capitoli alternano il punto di vista di Bonnie e di Enzo e per quanto riguarda le scene successive a questo capitolo vorrei descriverle con gli occhi di Bonnie. Non voglio dilungarmi troppo, quindi buona lettura!




Il telefono nella tasca dei miei pantaloni vibrava ininterrottamente da ormai un minuto ma non volevo rispondere, temevo fosse Bonnie e ad Alex questo non sarebbe affatto piaciuto. In pochi oltre a lei avevano il mio numero, ed il sottoscritto non aveva molti amici dopo gli ultimi avvenimenti. Avevo detto a Bonnie di contattarmi in caso di estrema urgenza, e per urgenza intendevo imminente morte. Alex mi stava parlando ma le mie orecchie non sentivano le sue parole, il mio corpo era completamente rigido, interamente concentrato su quella vibrazione che non accennava a smettere, come se volessi riattaccare con la forza del pensiero.

"Enzo, perché non rispondi? Bonnie ti sta cercando." Disse Alex indicando la mia tasca. Sbarrai gli occhi, che cosa aveva appena detto? Ci aveva scoperti? Un terribile stato d'ansia si impossessò di me, mentre con un movimento lento estraevo il cellulare, guardavo lo schermo e... Bonnie.

Respirai a pieni polmoni come se fossi appena riemerso da un'apnea durata anni. L'ambiente attorno a me era cambiato, ero su un divano scomodissimo, ma dopo mesi aveva preso l'odore della persona che più lo utilizzava. Bonnie. Forse era quel profumo, che tanto mi dava alla testa, ad aver condizionato il mio sogno. Mi ci volle qualche secondo però per realizzare che il telefono stava suonando davvero. Allungai un braccio verso il tavolino e lo presi. Caroline. E questa che diamine voleva ora?

"Hey Barbie? Come va con le poppate?" Le risposi salutandola sarcasticamente.
Se un tempo avevo sperato di avere qualche chance con la bionda, ora credevo saldamente si meritasse gli uomini che aveva nella sua vita. Stefan era chissà dove con Valerie mentre lei era talmente falsa da voler sposare un uomo che nemmeno amava. Sì, mi tenevo aggiornato con i gossip.
"Sei sempre un gentiluomo Enzo ma non ho bisogno delle tue cattiverie gratuite al momento. Sto cercando Bonnie e qualcosa mi dice che tu sappia dove lei sia."

Mi lasciai sfuggire una risata mentre la voce isterica di Caroline mi giungeva all'orecchio. Lei sbuffò ma alla fine mi decisi a darle una risposta.
"È qui con me. Ha appena fatto il miglior sesso vampiresco della sua esistenza. Ma è sfinita, non credo sia disposta a rispondere Caroline."
Riuscii a sentire Caroline che smetteva di respirare, stupita. O meglio, sconvolta.

"Stupido pervertito che non sei altro!"
Era l'esatta risposta che mi aspettavo da lei, peccato non fosse stata la sua voce a pronunciarla, ma quella di Bonnie che, dopo avermi tirato una sberla in testa, era perfino riuscita a prendermi il cellulare senza che me ne accorgessi. Rimasi a bocca aperta mentre mi lanciava un'occhiataccia furiosa e rispondeva alla sua amica.
"Non credere ad una sola parola Care, ti sta prendendo in giro". Disse Bonnie mentre ridevo sotto i baffi e mi sdraiavo nuovamente sul divano passandomi una mano tra i capelli.
"Bonnie! Dove sei? Come stai? Ti ha fatto del male? Perché sei con Enzo? Perché non rispondi al tuo telefono? Sei sparita dalla faccia della terra! Ho bisogno di te!". Mano a mano che Bonnie si allontanava smisi di ascoltare la sua conversazione con Caroline. Dopo tutte quelle domande a Bonnie sarebbe servito un mese per rispondere. Mi fidavo di lei, o meglio, cercavo di continuare a fidarmi. Fino a quel momento non mi aveva mai dato modo di dubitare della sua lealtà, ma avevo sempre la sensazione che una volta stufa, una volta superato un certo limite, se ne sarebbe andata o avrebbe fatto qualcosa di sconsiderato mettendosi - e mettendomi - nei guai.

Guardai l'orologio, erano le 7 di sera, fuori il sole era già tramontato ed io dovevo essermi addormentato qualche ora prima mentre Bonnie guardava uno dei film strappalacrime che le avevo comprato alla stazione di servizio. Chissà se le era piaciuto. Mi alzai a sedere tenendomi la testa tra le mani. Perché diavolo mi doveva interessare se il film era stato di suo gradimento? Era solo uno stupido film! Eppure per ogni cosa che facevo sentivo il dannato bisogno della sua approvazione. Era più forte di me. Se facevo una cosa giusta iniziavo a vedermi come l'Enzo buono, l'Enzo che sa prendersi cura delle persone, l'Enzo degno di avere qualcuno al suo fianco. Se invece sbagliavo ero tornato automaticamente ad essere un mostro.

Mi alzai ed infilai la giacca di pelle. Bonnie era fuori ormai da mezz'ora ed iniziava ad essere davvero buio. In più il mio telefono non aveva abbastanza batteria da sostenere un telefonata tanto lunga. Con mia grande sorpresa trovai Bonnie seduta su una panchina che avevo fatto qualche settimana prima e lei aveva deciso di verniciarla di azzurro. Ero così assorto nei miei pensieri che non l'avevo nemmeno sentita tornare, ma dentro di me tirai un gran sospiro di sollievo.

"Tutto bene?" Le chiesi. Lei si voltò e notai gli occhi arrossati.
"Si, ma il tuo telefono si è spento." Si asciugò una lacrima che le aveva rigato la guancia, mi allungò il cellulare e si alzò.
"Non ho molta fame, credo andrò a dormire." Si era già avviata quando la mia mano si strinse sul suo braccio.
"Aspetta Bonnie. Odio vederti così." Lei si voltò e mi trafisse con lo sguardo. Improvvisamente mi sentii più piccolo di un granello di sabbia.

"Così come? Eh? Credimi vorrei tanto dare la colpa agli ormoni, al ciclo, a qualsiasi cosa. Invece riesco ad incolpare solo me stessa. Perché quel giorno non dovevo nascere. Sarebbe stato molto meglio per me e per tutti quelli che mi hanno incontrata nella loro vita. Sono un problema per la gente. Sono un problema per te che te ne stai qui a farmi da balia quando potresti essere altrove. Sono la ragazza che dovrebbe risolverli questi problemi, non crearli. Invece sono una fottuta strega senza poteri che ad una richiesta di aiuto da parte della sua migliore amica, l'unica amica che le è rimasta, deve rispondere che non può fare nulla. Sai come ci si sente Enzo? Ad essere prigionieri di se stessi oltre che di una dannata casa per mesi? Perché mi stai facendo questo? Perché mi hai rubato quella poca libertà che mi restava? Mi stai uccidendo così!"

Le lacrime erano tornate a rigarle le guance e più volte mentre si sfogava aveva battuto i suoi pugni sul mio petto, fino a quando stanco dei suoi piagnistei le avevo bloccato i polsi a mezz'aria.
"Si Bonnie. So come ci si sente. Io sono stato prigioniero per anni! Anni di torture! Non mesi di torte, bei film e buona musica. Se questo per te è l'inferno io dove cazzo sono stato? Hai 23 anni ma ti comporti come una bambina a volte. E sapevo di questo tuo malessere ma non immaginavo arrivasse a tanto. Credevo si manifestasse solamente durante il sonno. Durante il giorno sei così solare, impegnata nelle tue ricerche. Mi devo ricredere. Insomma, quale cretino accorrerebbe in aiuto di una ragazza che conosce a malapena quando ha incubi di notte? Quale cretino userebbe mai i suoi poteri per modificare il corso dei sogni di una ragazza, non appena nota un repentino aumento dei battiti del suo cuore?"

Non avevo mai smesso di guardarla negli occhi, nemmeno nel momento in cui le confessavo quanto avevo fatto nei mesi passati. E lei rimase a bocca aperta, forse incapace di capire bene come io avessi cercato di aiutarla a dormire sonni tranquilli dopo quell'attacco di panico che lei aveva sottovalutato. Ma io no. Ogni notte accadeva la stessa cosa ed io avevo visto un'unica soluzione. Così mentre dormiva mi sedevo sulla poltrona e vegliavo su di lei.

"Ci sono giorni in cui mi affascini, il tuo modo di affrontare la vita, ostacoli che per una piccoletta come te dovrebbero essere insormontabili. E poi ci sono momenti come questo in cui mi chiedo chi cazzo me l'abbia fatto fare."
Le lasciai i polsi, mi allontanai e mi sistemai la giacca. Bonnie, con mia sorpresa, ridacchiò. Ma non era la sua solita risata, quella contagiosa che metteva allegria. Aveva un qualcosa di cattivo e sapevo che la bomba stava per arrivare.

"Esatto Enzo. Chi cazzo te l'ha fatto fare? Potevi benissimo lasciare che l'Armeria mi prendesse, che facesse esperimenti su di me, che mi usasse per i suoi loschi scopi. Almeno ora sarei morta e ci sarebbe un problema in meno. Damon sarebbe qui con Elena ed io non avrei questi sensi di colpa!"
"Non me ne frega nulla di Damon e della sua doppelganger!"
Le urlai contro ad un tono di voce così alto che la feci arretrare di un passo "Lui forse avrebbe Elena, ma io non avrei te!"

Non avrei voluto litigare con Bonnie, ma a volte era così cocciuta che proprio non riuscivo a farne a meno. Ma mai mi ero esposto tanto. Avevo cercato di tenere quei pensieri ben confinati solo nella mia mente, invece avevo iniziato a cantare come una rondine a primavera. Camminavo nervosamente avanti e indietro con le mani tra i capelli, mentre Bonnie fissava la terra umida.

"Vattene."

Cosa? Mi bloccai all'istante.

"Non ho intenzione di innamorarmi di te Enzo. Vattene per favore, voglio restare sola."

Non mi serviva altro. Non avrei continuato a discutere con lei. Era una causa persa.

Una bella scopata. Ecco cosa mi serviva per togliermi dalla testa quella strega. Le dita di quella che per me era una semplice sconosciuta giocherellavano con i peli del mio petto mentre io facevo un tiro con la sigaretta che mi aveva offerto. Quella tipa era strafatta, l'avevo morsa ed il suo sangue era il peggiore che io avessi mai assaggiato. Impuro, malato, tossico. Non appena si fosse addormentata me ne sarei andato dal tugurio in cui viveva. Pareti ammuffite, lenzuola lerce, avanzi di cibo accanto al letto. Finii la sigaretta senza nemmeno accorgermene e ne presi un'altra dal pacchetto.

"Come ti chiami?" Mi chiese la puttana drogata.
"Non ha importanza. Non mi vedrai più."
"Oh invece io spero proprio di sì."
Girai la testa e vidi che si stava mordendo il labbro in modo tutt'altro che sensuale. Quando Bonnie mordicchiava le penne mentre era concentrata sui grimori, quello sì era sensuale. E mi veniva duro. Ogni volta.

"Devo andare." Dissi con ancora la sigaretta tra le labbra. Mi infilai la maglia ed i pantaloni mentre lei mi implorava di restare per un altro round.
Mi veniva da vomitare.
Ero così incazzato che avevo visto in quella bionda dal corpo tutte curve l'unico modo per distrarmi, per togliermi dalla testa Bonnie. Ma avevo sbagliato, ancora una volta. Infilai gli anfibi mentre lei continuava a supplicare tirandomi la maglia. Mi stavo davvero innervosendo.
Mi voltai di scatto e la guardai negli occhi. "Dimenticati di me. E già che ti sto soggiogando, datti una ripulita e trova un vero lavoro."
Lei annuì silenziosamente e mi seguì con lo sguardo mentre mi lasciavo alle spalle quell'orribile monolocale. Solo una volta all'esterno dell'edificio sentii di poter respirare davvero. Salii in auto e presi il cellulare.
Nessuna chiamata, nessun messaggio. Feci scorrere il dito sulla rubrica fino al suo nome.
No Enzo, non lo fare. Probabilmente stava dormendo. Erano le tre di notte.
Scaraventai il telefono sul sedile lato passeggero ed avviai il motore.

Per la prima volta dopo mesi non sapevo dove andare.





Ho preso il vizio di iniziare i capitoli con degli incubi, ma non vi posso promettere che questa sarà l'ultima volta.
Adoro come i pensieri ed i sentimenti repressi da Bonnie ed Enzo si riflettano sia nei loro sogni che nei loro incubi. E personalmente è una cosa che mi capita molto spesso. Spero di riuscire a soddisfare le vostre aspettative con questi capitoli, ma come sempre accetto anche le critiche. Credo che possano solamente aiutare a migliorare. Aspetto con ansia le vostre recensioni.

A presto!
Angela
  
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