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Autore: Blonde Green    12/06/2016    2 recensioni
Alec, Izzy e Jace si sono appena trasferiti a New York, dove incontreranno nella loro nuova scuola nuovi amici ed un professore un po' particolare.
***tratto dal primo capitolo***
-l'importante è che il fascino della mia ragazza non ti abbagli.
-Oh no, non ti preoccupare amico- dissi scoppiando in una risata nervosa.
-Cosa?! Vuol dire che non mi trovi affascinante?- mi accusò Katie con il broncio.
-No, no non intendevo questo, cioè sei molto carina, ma non sei il mio tipo-
Infatti era una bella ragazza, alta, con le curve molto pronunciate, i capelli e gli occhi castani, ma beh... il mio tipo aveva qualcosa in meno sul petto ed in più tra le gambe...
-Ed io, sono il tuo tipo?- sentii una voce quasi sussurrata al mio orecchio e mi ritrassi immediatamente spaventato.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 ---- dubbi


Quando suonò la sveglia le tirai un pugno per farla tacere e mi rigirai dall'altra parte per poter dormire altri cinque minuti, ma purtroppo come tutte le mattine una furia aprì la mia porta con un calcio e buttandosi sopra la mia povera schiena mi urlò in un orecchio: -Sveglia dormiglione, dobbiamo andare a scuola!-
Stranamente questa volta l'arpia non era la stessa, infatti...
-Jace che stai facendo?!- chiedi sorpreso e scioccato.
-Alec muoviti altrimenti arriviamo in ritardo- disse mentre mi tolse la coperta e si diresse velocemente verso la sedia dove prese i vestiti che avevo già preparato ieri sera. Me li lanciò sul letto a mi disse: -ti vesti tu o devo pensarci io?-
Scattai sull'attenti, presi i miei vestiti e mi diressi verso il bagno per prepararmi sentendo le guance andarmi a fuoco.
Quando fui vestito andai in cucina dove presi una mela e con i miei fratelli mi incamminai verso scuola.
-Che materie avete oggi?- chiese Isabelle mentre si ritoccava il rossetto.
-Arte la prima- disse con distacco Jace.
-Ecco perché oggi avevi fretta!- constatai dopo aver buttato il torsolo della mela -Non vedi l'ora di incontrare Clary, vero?-
-Chi? Intendi la rossa? Nah, non mi piacciono le carote nane. Invece tu, fratello, hai teatro oggi?- cercò di cambiare il discorso ammiccandomi.
-No, lo avrò domani- risposi sicuro, visto che avevo già imparato a memoria l'orario.
-Meno male, quel professore mi sta già sul ca... ehm, antipatico- si corresse mentre schivava un mio pugno -Non l'ho detto, quindi sono ancora in gara!-
-Quanto deve durare ancora questa scommessa?- mi chiede Izzy.
-Due settimane- risposi senza esitazione, infatti era già passata una settimana da quando avevamo deciso di metterci alla prova.
Io ero stufo di sentire sempre le sue espressioni da scaricatore di porto e lui che io non accettassi neanche un flirt, così dopo l'ennesima discussione abbiamo deciso di scommettere: lui non avrebbe dovuto dire neanche un insulto o bestemmia per tre settimane, mentre io dovevo accettare le lusinghe delle ragazze senza sembrare una marionetta.
Se uno dei due avesse rotto il patto e quindi avesse perso, avrebbe dovuto subire una penitenza. Se avessi perso io sarei dovuto andare nei locali tutti i sabati sera per un mese, invece se avesse perso lui non avrebbe dovuto accettare nessun flirt per un mese.
Ovviamente entrambi ci stiamo impegnando a non perdere la scommessa e anche se Jace si lamenta di essere l'unico a soffrire tra i due, anche per me non è facile mantenere il gioco di tutte quelle ragazze.
Varcammo il cancello della scuola e vidi Katie e Richard venirci incontro mano nella mano.
-Come va ragazzi?- chiese Katie dopo averci salutato.
-Bene- rispose distrattamente Jace, infatti era troppo occupato a cercare qualcuno tra la folla, infatti appena trovò il suo obbiettivo si scusò e se ne andò velocemente, scomparendo subito dopo.
-Sicuri che stia bene? Sembra un po' strano- chiese Richard.
-Sì sì non ti preoccupare, ma credo sia per la...- cercai di spiegargli, ma mi interruppi quando sentii un grido.
Ci dirigemmo verso la causa dell'accerchiamento di tutti i ragazzi della scuola e vidi al centro della scena Jace in piedi con le braccia incrociate al petto e un'espressione scocciata sul viso, accanto ad una ragazza molto minuta e dai capelli ricci e rossi, la quale era inginocchiata accanto ad un altro ragazzo che si teneva una mano sul naso sanguinante.
Cercai di raggiungerlo per capire cosa fosse successo, ma arrivò il preside e con tono autoritario impose a Jace di seguirlo e al ragazzo a terra (credo si chiamasse Lewis) di andare all'infermeria.
-Ha appena picchiato un ragazzo?- chiese sconvolta Katie.
-A quanto pare... fratellone, Jace non cambierà mai- concluse con una risata Izzy.
-Comunque Richard credo che Jace si sia preso una cotta per la ragazza dai capelli rossi- ripresi il discorso precedente all'accaduto.
-Allora perché ha preso a pugno l'amico di lei? Se vuole conquistarla sta sbagliando strategia. Io per far innamorare Katie di me ho dovuto far tacere la mia parte gelosa, altrimenti lei non mi avrebbe mai permesso di conoscerla.-
-Esatto, se avessi saputo prima che eri così possessivo non ti avrei neanche permesso di avvicinarti- confermò la ragazza quando la campanella suonò ponendo fine ai nostri discorsi in modo che tutti raggiungessimo le aule.
Non vidi Jace per tutta la mattina e quindi sperai di incontrarlo in mensa, ma quando raggiunsi il tavolo dove erano seduti i miei amici lui non c'era, così iniziai a mangiare il mio pranzo chiacchierando.
Mancavano soltanto più dieci minuti alla fine della pausa, quando Jace fece il suo ingresso in mensa e si sedette di fronte a me arrabbiato.
-Finalmente sei arrivato. Si può sapere cos'è successo questa mattina?- gli chiesi autoritario.
-Quello stronzo stava flirtando con Clary, ma lei non se ne è accorta e quando lui le ha fatto l'occhiolino dopo averla abbracciata gli ho tirato un pugno sul naso. Come si è permesso?!- rispose stringendo sempre di più i pugni, come se anche soltanto immaginare la scena gli facesse venire voglia di picchiare qualcuno.
-Amico, se cerchi di ammazzare tutti quelli che le stanno attorno non la conquisterai mai- gli disse Richard.
-A me lei non piace, anzi non la sopporto proprio.- affermò Jace alzando gli occhi al cielo.
-Sicuro?- lo stuzzicò ancora Richard, ma prima che potesse rispondergli mio fratello, chiesi rivolgendomi a quest'ultimo -Cosa ti ha detto il preside?-
-Ha detto che non posso picchiare gente a caso, ma dopo avergli raccontato la mia versione dei fatti mi ha sorriso e congedato dicendo "Questa volta ti do solo una punizione, ma la prossima cerca di controllare la tua gelosia". Gelosia? Solo un pazzo può crederlo. A me ha solo dato fastidio che un nerd come lui ci provasse con Clary-
-Cos'hai contro i nerd?- chiese Katie.
-Niente! Dico solo che lei non può stare con lui. Non sono compatibili- si giustificò in modo patetico dalle accuse.
-E quale sarebbe il ragazzo compatibile a lei? Tu?- lo prese in giro Izzy.
-Oh... al diavolo!- si alzò e sbattè la sedia contro il tavolo per poi incamminarsi verso l'uscita della mensa.
-Jace!- lo chiamai prima che si allontanasse troppo -Ho vinto io!-
Aspettai con un sorriso che capisse che mi stavo riferendo alla scommessa e quando finalmente comprese il collegamento mi gridò di rimando: -Vaffanculo!- per poi voltarsi a scomparire dietro la porta della mensa.
Io e Izzy scoppiammo a ridere, mentre i due fidanzati di guardarono negli occhi per poi chiederci in sincrono: -Cosa ci siamo persi?-
Dopo aver raccontato loro della scommessa e della sua "penitenza" continuammo il pranzo tra chiacchere e risate.

***

Ero accanto al mio armadietto per prendere i libri dell'ora successiva quando vidi passare nel corridoio il professor Bane, così gli andai incontro per farmi chiarire il dubbio sul test del giorno precedente.
-Professor Bane-
-Alexander, che piacere vederti- mi salutò con un sorriso luminoso, che con tutti i brillantini che si era messo risaltava ancora di più -Volevi chiedermi qualcosa o ti sono mancato talmente tanto che non hai resistito al mio fascino di questa mattina?- mi chiese alzando un sopracciglio e facendo un sorriso sghembo.
Sentii una stretta allo stomaco e sicuramente le mie guance erano avvampate. Cosa mi stava succedendo? Non ero mai stato nervoso per chiedere delucidazioni su di un test, ma in quel momento l'ansia e l'imbarazzo erano le uniche sensazioni che provavo.
-Volevo domandare su cosa consisteva il test di ieri- dissi con una voce stranamente rauca, così mi affrettai a schiarirmela con un colpo di tosse.
-Il test di ieri?- mi guardò confuso -Ah sì! Ora ricordo. Volevo soltanto valutare le tue doti di attore, mio caro Alexander-
-Ma io non ho recitato ieri...- constatai. Ora era il mio turno di essere confuso.
-Non importa, mi è bastata la risposta del tuo amico-
-Intendete Jace?- chiesi.
-Sì, Herondale- si avvicinò al mio orecchio e prima di andarsene mi sussurrò -E comunque fuori dall'aula dammi pure del tu, Alexander-
Una scossa mi attraversò, e il sentir pronunciare con voce roca il mio nome fece si che rimasi impietrito in mezzo al corridoio con le guance sempre più rosse a pensare a quel professore pazzo e alle strane emozioni che mi provocava, finché non vidi una mano che si agitava davanti a me.
Sbattei un paio di volte gli occhi e misi a fuoco il viso di Katie che mi scrutava preoccupata.
-Amore, credo che Alec si sia pietrificato.- disse al suo ragazzo.
-No no, sono ancora vivo- affermai riprendendo la capacità di parlare.
-Cos'è successo?- mi chiese Richard curioso.
-Ho appena parlato col professor Bane- spiegai.
-Non pensavo che Bane fosse medusa... D'ora in avanti non lo guarderò più negli occhi. Non voglio pietrificarmi!- esclamò corrugando la fronte Katie.
Richard scoppiò a ridere abituato a queste perle di saggezza della ragazza, mentre io la guardavo con la bocca spalancata e le sopracciglie corrugate.
-Chiudi la bocca, Lightwood, altrimenti ti entrano la mosche- mi disse lei facendomi scoppiare a ridere. Che amica mi ero trovato?

***

Il resto della giornata passò tranquillamente e il suono dell'ultima campanella arrivò molto velocemente. Aspettai fuori dal cancello i miei fratelli per poter tornare a casa insieme e visto che ci stavano mettendo più del solito mi appoggiai al muretto.
Presi il telefono e le cuffie e feci partire la mia playlist preferita, quando una chioma rosso fuoco mi passò accanto come una furia. La guardai incuriosito con un sopracciglio alzato, finché qualcuno non mi diede una spallata per poterle correre dietro. Stavo per insultarlo e per dirgli di guardare dove andava perché non ero invisibile, quando il ragazzo in questione si girò per dirmi -Scusa Alec! Ci vediamo a casa, accompagnò Clary alla sua e arrivo-
-Vattene! Tu non mi accompagnerai a casa. Oggi hai picchiato Simon senza una ragione! Non ti voglio neanche più vedere, stronzo!- gli urlò in faccia la ragazza.
-Non l'ho fatto apposta Clary... sì ok forse sì ma era per una giusta causa!- cercò di difendersi.
-Ah sì? E quale sarebbe questa "giusta causa"?- gli chiese facendogli il verso.
-Non è il tuo tipo!-
-E chi lo sarebbe? Tu?- chiese sempre più furiosa.
-Beh... io sono il tipo di tutte. Non mi stupirei se tu provassi qualcosa per me- le rispose mio fratello come se fosse la cosa più normale al mondo.
Vidi il viso di Clary contorcersi in una smorfia, per la rabbia che provava nei confronti di Jace. Stava per scoppiare ed io iniziai a temere per l'incolumità di mio fratello. Con guance arrossate aprì la bocca per urlare contro il biondo, ma un ragazzo riccio con gli occhiali le si mise davanti e dopo averle sussurrato qualche parola si girò verso Jace; in lui riconobbi il ragazzo di oggi col naso sanguinante.
-Stalle lontano- disse -lei non sarà una delle tue tacche-
Mise il braccio intorno alle spalle della ragazza e si allontanarono insieme da scuola.
Mi avvicinai a Jace e gli dieci una pacca sulla spalla per dargli un po' di conforto.
-Lei non è una tacca...- lo sentii sussurrare -Ci vediamo a casa Alec, devo controllare che lui non la tocchi-
Lo afferrai per un braccio per fermarlo prima che iniziasse a pedinare la coppia -Non fare stupidaggini, Jace. Non ne vale la pena-
-Lo so Alec. Lei non mi interessa è solo che lui non mi convince... Non vorrei che le facesse del male-
Lo guardai con un sopracciglio alzato per contraddirlo, ma lui non se ne accorse perché era troppo concentrato a seguire con lo sguardo Clary.
-Jace lasciala stare altrimenti ti considererà uno stalker-
-Ma...- iniziò lui -d'accordo la smetto- sembrava sconfitto, quasi prosciugato e, nonostante non capissi questo suo stato d'animo mi dispiaceva vederlo stravolto.
-Ragazzi io vi raggiungo più tardi, a casa- ci venne incontro Isabelle a braccetto con un ragazzo molto alto - Vi presento Melionor, Melionor loro sono i miei due fratelli Alec e Jace-
-Piacere- disse con indifferenza, come se sapere che esistevamo anche noi non gli fosse interessato - Isabelle, andiamo?- si rivolse a mia sorella con un tono fintamente mieloso e lei gli rispose annuendo con un sorriso altrettanto finto.
Appena si allontanarono pensai ad alta voce guardando Jace -Mi chiedo perché continui se poi deve fingere-
Lui fece spallucce e iniziò a dirigersi verso casa nostra guardandosi la punta delle scarpe. Lo raggiunsi e appena vidi Richard e Katie indicai Jace mimando che me ne sarei andato a casa e li salutai.
Raggiunsi mio fratello che nel frattempo aveva già girato l'incrocio per dirigersi a casa e lo vidi ancora più depresso di prima, così feci per iniziare a consolarlo quando una macchina blu elettrico con gli specchietti laterali completamente ricoperti di glitter fermarsi accanto a noi.
Il conducente abbassò il finestrino dalla nostra parte e prima ancora che fosse completamente abbassato chiese -Hai bisogno di un passaggio, Alexander?-
-Non si preoccupi professore faremo una passeggiata- gli risposi.
Il suo sorriso mutò per un istante e fece per salutarci quando Jace aprì la portiera posteriore e sedendosi si giustificò dicendo -Ho freddo e casa nostra è distante, quindi perché non approfittarne?-
Sospirai e prima che chiudesse la portiera mi sedetti accanto a lui, ma il professore mi guardò ed affermò -Vi do un passaggio ma non farò il taxista. Alexander vieni davanti-
Mentre mi sedetti nel posto vicino al conducente sentii dei colpi di tosse e vidi Jace e il prof. Bane guardarmi con uno sguardo strano, quasi malizioso, così alzai un sopracciglio e prima che potessi esprimere la mia confusione Jace disse -Non hai aspettato neanche un secondo a venire, eh?-
-Ma che bravo allievo, segui tutto ciò che i professori ti dicono senza un lamento? Anche se in questo caso sarebbe un gemito di piacere...- concluse con un ghigno malizioso il conducente.
Grazie a quest'ultimo commento capii il doppio senso della frase e sentii il viso andarmi in fiamme, così dissi loro -Soltanto due persone come voi potevano pensare a ciò- Jace scoppiò a ridere ed io mi girai incrociando le braccia fingendomi indifferente -Allora partiamo?- chiesi a nessuno in particolare.
Dato che nessuno mi rispose guardai alla mia destra e notai il "taxista" guardarmi intensamente come se mi stesse studiando. Allacciai lo sguardo al suo e mi persi in quegli smeraldi lucenti che sono i suoi occhi. Provai l'istinto di avvicinarmi per memorizzare tutte le sfumature delle sue iridi, ma mio fratello mi risvegliò dandomi una pacca sulla spalla e affermando -Dai Alec non te la prendere, era solo una battuta-
Distolsi immediatamente lo sguardo dal professore e fissai fuori dal finestrino per evitare il disagio e l'attrazione che quegli occhi mi provocavano.
Sentii la macchina partire e il silenzio piombò nell'abitacolo. Non sapevo se fosse il caso di iniziare un discorso, ma non avrei saputo di cosa parlare e visto che non sono mai stato un ragazzo loquace decisi di guardare il panorama e memorizzare tutti i particolari che in questi giorni non avevo notato.
Le uniche parole che vennero dette fino all'arrivo furono le mie indicazioni.
Appena arrivati vidi Jace salutare e fiondarsi verso casa, mentre io prima di aprire decisi di ringraziarlo per questa sua gentilezza -Professore la ringrazio per averci accompagnati. Arrivederci-
Aprii la portiera e feci per scendere, ma una mano mi bloccò -Alexander ti avevo già chiesto di evitare di darmi del lei quando siamo soli-
-Ah... ehm... mi scus... scusami- balbettai nervoso ed imbarazzato.
-A domani, Alec- mi salutò.
Entrai a casa e quando chiusi la porta d'entrata sentii la macchina allontanarsi. Mi avviai verso la camera di Jace e dopo aver bussato per annunciarmi (ancora lo avessi trovato a petto nudo) entrai vedendolo sdraiato sul letto mentre fissava il soffitto.
-Vuoi parlarmi?- gli chiesi dolcemente, perché mi dispiaceva vederlo così giù di morale. Non sembrava quasi più lui.
-Non riesco a capire, Alec. Oggi quando ho tirato il pugno a Lewis ero furioso, ma lui non mi aveva fatto niente e nonostante ciò non ho i sensi di colpa per avergli rotto il naso... l'unica cosa che mi dispiace è che Clary fosse lì presente e che adesso mi consideri un pazzo.-
-ti interessa molto la sua opinione di te- constatai, ma lui prese questa mia osservazione come una domanda e si sentì in dovere di rispondermi.
-No... cioè forse sì. NON SO, OK?- mi urlò contro alzandosi e mettendosi le mani tra i capelli. -Non capisco il motivo per il quale io tenga così tanto a lei. Alec non è normale! La conossco da solo due giorni, non posso pensare costantemente a lei! Che ne sarà della mia reputazione?! In tutte le città in cui ci siamo trasferiti ero un latin love, il ragazzo che tutte volevano e invece, da quando conosco Clary, non ho ancora flirtato con nessuna! E no, non è a causa della nostra scommessa.-
-Oddio, che disastro!- commentai ironico.
-Visto? Meno male che ci sei tu che mi capisci!- concluse sospirando e buttandosi sul letto supino.
-Jace ero ironico- gli dissi alzando gli occhi al cielo - comunque credo che tu abbia un debole per questa ragazza. Non parlerò di colpo di fulmine perché non ci credo, ma magari trovi questa ragazza più piacevole delle altre e, se ti farà mettere la testa a posto, ha anche la mia benedizione.- conclusi dando gli una pacca sulla spalla.
Mi alzai e mi diressi verso la porta ma venni colpito da un cuscino lanciatomi da Jace mentre mi diceva -Non ci sperare Alec, nessuno mi farà mettere la testa a posto!-
Aprii la porta e mi girai per guardarlo negli occhi -Non metterai la testa a posto ma non hai rifiutato la mia benedizione!- lo presi in giro mentre chiudevo la porta velocemente e sentii un libro colpire il legno di fronte a me, così scoppiando a ridere mi diressi in salotto a guardare un po' di tele.


Manicomio:
Hey! Come va?
Piaciuto il capitolo? Ho già scritto il prossimo quindi dovrò solo metterlo sul computer e lo pubblicherò al più presto.
Baci, Blonde Green
   
 
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