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Autore: Violet Tyrell    15/04/2009    5 recensioni
La storia racconta di L,il grande investigatore che compare in Death Note,al momento di lasciare l'orfanotrofio Wammy's House in cui aveva vissuto fino all'età di 15-16 anni,precisamente dell'incontro che ha avuto proprio l'ultima notte che vi ha trascorso.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole si era già addormentato da qualche ora,tutto intorno il silenzio mi circondava.Guardavo l'uomo seduto dietro la scrivania,con le palpebre abbassate che si aprirono poco dopo.Sentivo il suo sguardo osservarmi.Forse non lo convinceva quello che avevo detto,o forse si trattava della mia postura sulla sedia.Senza quasi accorgermene muovo le dita del piede sinistro per grattarmi quelle del destro.Una piccola smorfia sul volto di Roger,dopo tutti questi anni che sono qui ancora non si è abituato al mio modo di fare.
"Credo che sia tutto,vero Roger?"
La mia voce spezza il silenzio che aleggiava da un pò.Un sospiro del mio interlocutore precede le sue parole.
"Certamente Ryuzaky,non c'è nessun problema.Sei abbastanza grande da poter decidere da solo cosa fare della tua vita.E sono sicuro che per Watari non sarà affatto un peso seguirti"
Watari.Colui che mi ha condotto qui molti anni fa.Quanti anni sono passati?Non lo so.
No,non è vero.Lo so quanti anni sono passati,non ho voglia di ricordarlo.Sembra passata una vita intera.
Con un gesto repentino mi alzo dalla sedia e in un attimo sono di nuovo in piedi.Roger ha alzato la testa,e mi guarda sbalordito.Forse il mio modo di stare in piedi non lo convince.No,non è quello.Semplicemente non si aspettava che il colloquio fosse terminato.
<< non è come Watari,lui lo avrebbe previsto.E compreso>>
"Dunque addio Roger"
Una pausa poi anche l'uomo dietro la scrivania si alza
"Non vuoi star qui per questa notte?L'ultima notte"
Sa già che non ci sarà risposta da parte mia,solo la testa che si muove a dare risposta negativa alla sua domanda.Dalle mani che avevo messo in tasca,ne esce una zolletta,che ispeziono un attimo prima di lasciarla cadere nella mia bocca e lasciare l'uomo ancora più stupito e incapace di dire una parola prima che la porta si richiuda alle mie spalle.Posso quasi prevedere cosa farà Roger.Scuoterà la testa e poi si risiederà a quella scrivania a chiedersi cosa ci sia in me che non va.Ma non ho tempo da buttare,è ora di andare.
Eppure..i miei sensi mi inducono a dirigermi verso una stanzetta,la cui porta è semichiusa.Probabilmente uno dei tanti bambini è riuscito a sfuggire alla guardia di Roger e a chiudersi li dentro.Poggio la mano sulla maniglia per aprirla un pò di più.La biblioteca dell'orfanotrofio.Strano.Qualunque bambino sarebbe andato nella stanza dei giochi.Perchè una biblioteca?Senza fare alcun rumore entro,e lascio che i mei occhi si posino su quel piccolo seduto.
Chi è?
Che il bambino non abbia nessuna paura di me mi è subito chiaro,mi sta solo fissando come si fissa uno sconosciuto.Mi aspetto però più curiosità,invece non mi dice niente.Ho come l'impressione che mi stia valutando,esattamente come farei io.Ecco un aspetto che mi colpisce.Avevo visto alcuni bambini osservarmi con soggezione,probabilmente perchè ero molto più grande di loro,o era forse il mio aspetto bizzarro.Invece lui no,non sembra avere nessun interesse a sapere chi sono e perchè lo sto guardando.
Un passo in avanti e chiudo la porta dietro di me.Avrei potuto lasciarla aperta,ma non l'ho fatto.Lo vedo alzare la testolina ricoperta di capelli e fissarmi.Le sue pupille nere mi sembrano dei pozzi senza fine,in cui chiunque potrebbe chiedersi cosa si cela.Ma non si cela nulla dietro,nessun segreto.Sicuramente tutti direbbero che la sua espressione profonda significa che ha nostalgia di qualche cosa,forse di qualcuno.Invece sono sicuro che non è così,mi sta solo guardando,come se fossi anche io parte della stanza e non qualcuno che non si sa perchè è qui.Non è meravigliato della mia presenza.
Noto che con le dita si arriccia una piccola cioccia di capelli.Non l'ha calcolato,ne sono convinto.Lo vedo da come si è mosso,con naturalezzaQuesto gesto mi fa sorridere.Dev'essere una cosa abituale per lui come per me lo è sedermi differentemente dagli altri e mangiare molti dolci.Mi domando quanti anni dovesse avere,ma è difficile a dirsi.Sembra così piccolo che è quasi più grande il volume che tiene aperto poco più avanti di lui.La stanza non è piacevole,ma non gli importa,lo posso intuire.Allora mi siedo anche io sul pavimento,e lo vedo che mi osserva ma non mi chiede niente.
"Non hai sonno?"
Non gli ho chiesto chi è,e neanche perchè sia qui quando tutti i bambini sono a dormire nei loro letti.In un certo senso sono curioso.Lo vedo scrollare la testa sicuro.
"No,volevo finire questo libro.Oggi pomeriggio non ci sono riuscito"
Il mio sguardo cade sul libro.Sono favole per bambini,ma quello che attira davvero la mia attenzione è un puzzle di fianco a lui.Quante volte l'ho visto,e quante volte i miei compagni lo hanno usato.Strano però che alla sua età sia già riuscito a risolverlo,da quello che ne so io a parte me nessuno ancora era riuscito.Che ragazzino particolare che sei.
"Bello il puzzle."
Dico per spezzare il silenzio che si è creato.Non parlo a voce alta,non voglio che nessuno ci senta.Lo guardo ancora pensando alla sua età,che mi sfugge.A occhio e croce cinque anni,forse di meno.In fondo è così piccolino.
"Si,ma è semplice da costruire."
Si è voltato a guardarmi,anche se non lascio trasparire niente sono colpito.Uno sguardo più attento alla stanza mi rivela che il mio piccolo interlocutore ha portato con se diversi giochi,per lo più pupazzi.Probabilmente sono suoi,o meglio quelli che usa abitualmente.Ma tutto in lui mi lascia capire che i giochi che ha attorno non sono che modi di passare il tempo.Non ha sicuramente tanti anni,ma da come mi parla e mi osserva so che dentro non è più un bambino.Non conosco il suo nome,ma sento che è come parlare a qualcuno a me affine.Non ho dubbi,in parte ci somigliamo.Mi sorprende perchè è ancora lui a parlare.
"Visto che sei qui puoi aiutarmi a finire il libro.Alcune parole non riesco a capirle bene,sono scritte tutte troppo vicino."
Il lieve sorriso di prima è tornato ad aleggiare sulle mie labbra.Avevo previsto quella notte seduto in limousine,verso la nostra nuova sede,con Watari che mi avrebbe lasciato come sempre tutta la provvista di dolciumi sul sedile posteriore dove mi sarei appisolato mentre lui guidava.Non mi aspettavo invece di trovarmi ancora li,seduto sul pavimento,con un libro in mano a leggere delle favole a un piccolo nottambulo così affine a me.Non ci dicemmo altro,mi lasciò continuare a leggere.So che non dormiva,era sveglissimo.Solo alla fine del libro vidi che non voleva ammettere di essere stanco.L'alba iniziava a farsi vedere,e quando il libro finì era ancora li,raggomitolato davanti a me.Solo le palpebre erano più abbassate di prima.Metto a posto il libro e mi volto per dirgli qualcosa,forse di mandarlo a dormire,ma cambio idea all'ultimo momento.Sono un pò impacciato quando lo sollevo e lo prendo tra le mie braccia.Non ho mai preso un bambino in braccio,non ne ho mai avuto l'occasione.
"Allora come..."
Non faccio in tempo a finire la frase,ovvero a chiedergli il suo nome per riportarlo nella sua stanza,che mi accorgo che è sprofondato nel sonno,quello che doveva coglierlo molto tempo prima.
Che fare?Non posso lasciarlo li e non me la sento di svegliarlo.Con calma esco da quella stanza,nessuno si è ancora svegliato.Non ho bisogno del suo nome in fondo,la sua stanza l'ho trovata.D'altronde solo la sua poteva avere la porta semichiusa e le coperte di quel letto spartano messe da parte.Non c'è nessun'altro con lui,dorme da solo.
Prima di andare mi volto a guardare un ultima volta quel batuffolino stretto al suo orsetto di pezza.Poi chiudo la porta.
Sono uscito da li,e Watari mi aspettava e non mi ha chiesto niente.Siamo partiti così,tranquillamente.
Una notte come tante,ma differente.
Era la mia ultima notte là.
Non l'ho mai dimenticata.
   
 
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