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Autore: Micchi_Chan    12/06/2016    5 recensioni
Nonostante i suoi sforzi però, non riuscì a trovare nessun informazione riferita ad Edogawa Conan, neanche i dati della sua nascita, niente di niente.
Kaito sospirò, allontanandosi dalla scrivania col computer acceso, ancora aperto sulla pagina di giornale che vide Conan e il presidente Suzuki ritratti dopo aver “sventato” insieme una sua rapina.
Si sdraiò sul letto mettendosi un braccio sopra gli occhi, increspati e stanchi dal troppo tempo passato sul computer, un’ insana preoccupazione gli attanagliava le viscere.
“Tentei-kun…stai bene?”
[ShinKai] [Accenni HeiKazu e altre coppie]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Kaito Kuroba/Shinichi Kudo
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 

                                      Amore sincero


Shinichi non era il ragazzo calmo e riflessivo che pensavano i suoi coetanei.
Non vi era dubbio che sapesse perfettamente tenere il sangue freddo durante le sue indagini, ma quando si trattava di problemi personali, era fin troppo passionale e testardo.
O almeno, questa era l’idea che si era fatto Kaito.
Ormai mancavano pochi minuti alla fine della lezione, eppure il mago non riuscì neanche a pensare di concentrarsi.
Non poteva che ripensare al modo in cui Shinichi lo aveva difeso, era ovviamente molto grato al detective ma allo stesso tempo non poteva che chiedersi il perché di tale comportamento.
Forse, Shinichi era davvero un fan sfegatato di Kaitou Kid?
Per questo continuava a porgergli il suo aiuto?
Ma anche ponendo il caso, non capiva come una persona così razionale come il detective,  abbia preso le sue difese per un semplice sentimento di emulazione.
Infatti, Kudo non pareva voler difendere la leggenda di Kid, la sua rabbia proveniva da un sentimento del tutto personale, come se Kamiya stesse insultando un membro della sua famiglia.
Immerso nei suoi pensieri, Kaito riuscì appena a ridestarsi per scoprire che la campanella era già suonata.
Kaito, agendo quasi d’istinto, andò incontro a Shinichi seguito a ruota dai suoi amici.
“Kudo-kun, non avresti dovuto provocarlo così!” lo ammonì a bassa voce Aoko.
“Scherzi? Per me è stato fantastico! Lo hai messo con le spalle al muro Kudo-kun!” si complimentò invece Keiko.
“Ad ogni modo…ora ti ha preso sicuramente di mira. Meglio se torniamo a casa insieme-“
“Grazie dell’offerta Hakuba-kun, ma non ce ne bisogno.”
“Sicuro? Hakuba-kun è cintura nera di Judo…” gli rivelò Aoko.
Shinichi sorrise, alzandosi dalla sedie e dirigendosi verso l’uscita dell’aula.
“Sono stato io a rispondergli, mi assumo in pieno le mie responsabilità. Ma vi ringrazio per esservi preoccupati.”
Detto questo, si allontanò dai suoi compagni, a Saguru non sfuggì la debole occhiata che Kudo lanciò alla sua sinistra.
Dove c’era Kuroba.
“Speriamo vada tutto bene…” mormorò Aoko, rompendo momentaneamente il filo dei suoi pensieri.
Keiko aggrottò la fronte, spingendo Aoko a chiederle a cosa stesse pensando.
“Niente di particolare…mi stavo solo chiedendo come mai Kudo-kun sembrava così arrabbiato…”
Akako sorrise, dirigendo il suo sguardo verso Kaito.
“Chissà…vero, Kuroba-kun?”
Kaito non osò guardarla, immaginando da sé il sorrisetto soddisfatto di chi sapeva tutto.
“Già…”

                                                                       *                                                                       *                                                                 *
  

Shinichi sapeva di essere seguito, nel momento in cui sentì i passi pesanti del suo compagno di classe non lasciare mai il suo campo uditivo.
Nel momento in cui si rese conto di ciò, Shinichi ebbe un minuto e venti secondi per decidere l’approccio più appropriato per l’energumeno.
Kamiya, d’altra parte, sembrò parecchio su di giri quando il ragazzo decise di prendere una stradina deserta che portava al parco Yamane, ma prima che potesse pensare al momento più propizio per saltare addosso al detective impertinente, fu Shinichi a sorprenderlo girandosi verso la sua direzione e con una scollata di spalle intimarlo a uscire allo scoperto.
Kamiya, assai scocciato ubbidì, più per stizza che per altro.
“Posso fare qualcosa per te?”
“Non fare il finto tonto, Kudo! Come ti sei permesso di darmi dell’idiota davanti a tutta la classe?!” ringhiò Koji.
“Non mi pare di aver detto che sei un idiota, ma stupido. C’è una sottile differenza, sai?”
“Ancora? Come fai a darmi dello stupido, quando sei  come un topo in trappola?”
Shinichi ricambiò il ghigno in un’ancora più arrogante.
Certo, nessuno sapeva che dal giorno in cui riebbe il suo corpo da liceale, aveva pregato Ran per farsi dare lezioni private di karate, ma ancora gli sembrava stupido da parte dell’altro sottovalutare in questo modo quello che era, a detta di tutti, il detective liceale più geniale del Giappone.
Shinichi non aveva veramente pensato che le sue massacranti sessioni di allenamento con la sua forte (e ancora infuriata) migliore amica, gli sarebbero tornate utili così presto.
E soprattutto, non  in una situazione come questa.
Ma non poteva farci niente, nessuno poteva deridere in quel modo il ladro davanti ai suoi occhi e aspettarsi che lui rimanga a guardare in silenzio.
“Hai perso la voce, Kudo?” sogghignò ancora Koji avvicinandosi minacciosamente al detective che non si scompose.
Dopotutto, aveva combattuto tutti i giorni, dopo la scuola con Ran, e in alcune occasione, anche con Makoto-senpai.
Qualsiasi altro avversario, era una bazzecola per lui.
“Che ti prende? Sai solo sorridere come uno scemo? Non vedi l’ora di essere picchiato, fottuto masochista?!”
“Quando vuoi , Kamiya.” Lo spronò ad attaccarlo, facendolo comunque infuriare ancora di più col suo atteggiamento menefreghista.
Egli, non se lo fece ripetere due volte, e con una furia quasi cieca, si scaraventò verso il genio, già in posizione difensiva.
Ma nessuno dei due era preparato alla cortina di fumo che si diffuse proprio in quel momento.
E di certo, Kamiya non si aspettava di essere circondata da colombe e in seguito essere legato come un salame proprio grazie ad un filo di nylon trasportato dagli uccelli.
In seguito, Shinichi non riuscì più a vedere nulla quando un’altra cortina, stavolta colorata di blu si sovrappose alla figura del suo avversario.
Quando la cortina si diradò, il detective dovette contenersi per non scoppiare a ridere come un matto in mezzo alla strada.
Il bulletto era legato mani e piedi come un salame, i suoi capelli erano diventati di un colore blu elettrico e i suoi vestiti erano sporchi in alcuni punti di cacca d’uccello.
Shinichi non ce la fece più, e scoppiò a ridere mentre Kamiya non aveva neanche più la forza di arrabbiarsi talmente era imbarazzato.
Senza dire una parola in più, Shinichi si allontanò dalla scena, ancora ridendo e ignorando bellamente le suppliche di Koji, si diresse verso il parco, dove aveva notato una zazzera di capelli familiare allontanarsi.
 

                                                                            *                                                                       *                                                                               *
 

Kaito non poteva credere a quello che stava facendo Shinichi.
Non solo non mostrava il minimo timore alla vicinanza del bullo, ma aveva anche il coraggio di prenderlo in giro con sufficienza!
Non poteva essere così stupido da pensare di essere superiore a un energumeno del genere.
Dopotutto, durante le sue ricerche sul conto del detective, Kaito aveva trovato come unico sport il calcio tra le sue competenze.
Non aveva mai praticato arti marziali, quindi perché diavolo stava facendo il duro con un ragazzo grosso il doppio di lui?
Doveva avere per forza un asso nella manica, non poteva pensare che stesse veramente parlando a vanvera.
Eppure, Kaito era comunque preoccupato.
Non poteva negarlo, dopotutto il detective sebbene spesso lo intimorisse per la faccenda di Kid, non era una cattiva persona.
Senza contare che oggi lo aveva difeso con una determinazione tale da farlo quasi arrossire.
Insomma, non poteva semplicemente guardare mentre uno dei cervelli più geniali dell’umanità era spappolato davanti ai suoi occhi.
Per questo, quando le cose si fecero pesanti e i due erano pronti a uno scontro che comunque non avrebbe giovato bene ad ambe le parti, Kaito intervenì.
Ci volle un attimo a chiamare le sue colombe col suo fischio a ultra suoni, al richiamo risposero le colombe più anziane che erano già esperte e che si tenevano sempre a poca distanza dal loro padrone nel corso di tutta una giornata, aspettando di essere chiamate per lavorare o semplicemente per le coccole con cui Kaito le viziava.
Dopodiché, Kaito diede velocemente a tutte una parte del filo di nylon e poi si limitò a lanciare la cortina di fumo indirizzata a Kamiya, una volta che le colombe videro la figura indicata dal loro padrone, fecero il resto, più qualche piccolo extra di cui Kaito non si lamentò.
Una volta appurato di aver immobilizzato il compagno di classe, Kaito si rese conto di doversi nascondere dal detective per evitare un’imbarazzante colloquio.
E ora, il mago stava semplicemente seduto nel parco, in una panchina nascosta dagli alberi a pensare a quello che aveva fatto.
Non se ne pentiva.
Non si pentiva di aver aiutato Kudo, ma sapeva di aver agito troppo impulsivamente.
Non poteva credere che Kudo non si fosse accorto di chi c’era dietro quello scherzo, era sicuro che lo avesse capito nel momento in cui il liceale scoppiò a ridere.
“…ha una bella risata…”
Si trovò a pensare senza neanche rendersene conto, così come non si rese conto che l’oggetto dei suoi pensieri, lo aveva trovato e gli si era avvicinato da dietro.
“Ehi.” Lo chiamò il detective in un tono normale e gentile, ma che comunque riuscì a far trasalire il mago per quanto fosse assorto nei suoi pensieri.
Kaito si girò di scatto trovandosi a pochi centimetri da Kudo.
“Ehi…”
Shinichi prese atto del tono di voce secco del coetaneo.
“Tutto bene Kuroba-kun? Sei un po’ pallido…”
Kaito scosse velocemente la testa, affermando che stava benissimo e distogliendo quindi lo sguardo.
Non era preparato a una conversazione con lui, non ora.
Shinichi annuì, e senza chiedere il permesso si sedette di fianco a Kaito con pochi metri di distanza che li separano.
“Ti ringrazio per avermi aiutato.” Gli sorrise gentilmente Shinichi.
Kaito stava per ribattere e dire che non sapeva di cosa stesse parlando…ma ormai era stanco di fingere.
Non poteva ingannare il detective, ormai era evidente che avesse capito tutto, perché fingere ancora?
“Non c’è di che, dopotutto…hai difeso il mio...idolo.”
Shinichi trattenne un sussulto a quelle parole, il ladro proprio non voleva ammetterlo.
Ma per ora, doveva accontentarsi...
“Posso farti una domanda…?”  chiese esitante Kaito.
“Certo, chiedi pure.” Lo spronò a continuare Shinichi.
“Perché hai difeso Kid? Tu…dovresti odiare i ladri come lui.”
Shinichi sbatté le palpebre.
“Perché dovrei odiarlo? Insomma, può essere una vera rottura a volte…e di sicuro è piuttosto irritante quando vuole fare il presuntuoso ma…in realtà è un ragazzo buono e dall’animo puro. Non farebbe mai niente andasse contro i suoi principi e non si fa scrupoli ad aiutare chi è suo nemico…io lo ammiro molto.”
L’altro arrossì.
“E poi è anche geniale e creativo! Adoro quando riesco a risolvere un suo enigma o svelare uno dei suoi trucchi, ma solo perché così ho la certezza di quanto essi siano geniali.”
 Kaito stava letteralmente fumando dall’imbarazzo.
“Senza contare che è atletico quanto un ninja uscito dal manga di Naruto! Insomma è straordinario.”
 “Smettila…è imbarazzante…”
“Perché? Tu non sei Kid, no?” sorrise malignamente Shinichi godendosi il viso del ladro teneramente arrossato e a disagio.
A volte doveva ammettere, che era un po’ sadico.
“Basta, meglio che vada.”
“Aspetta!” si affrettò a dire il detective, afferrando Kaito per un braccio.
“Vorrei ringraziarti come si deve…quindi, perché non andiamo in un locale qui vicino?”
Kaito deglutì, non c’era modo che sarebbe riuscito a resistere un’altra ora col detective.
“Puoi ordinare tutto quello che vuoi! Pagherò io!”
Offerta allettante…ma comunque…
“Qui vicino c’è un nuovo locale specializzato in torte!”
No…non cedere…
“E soprattutto…”
Non dirlo…
“…in cioccolato…”
 
                                                                           *                                                                       *                                                                                 *
  

“Buonissimo! Delizioso! Stupefacente!”
Shinichi ridacchiò, molto contento di vedere il mago tanto esuberante davanti a lui, mentre si abbuffava di cioccolato e torta.
“Ne vuoi ancora?”  chiese Shinichi dopo aver sorseggiato un po’ del suo caffè nero.
L’altro arrossì, ma non poté far a meno di annuire.
Il cioccolato è sempre stato il suo punto debole, e quando era turbato, era particolarmente desideroso di zuccheri, perciò non riuscì a dire di no alla proposta del detective.
Shinichi d’altro canto sembrava felice di aver scoperto questa sua debolezza, e non faceva altro che guardarlo amorevolmente.
Lo trovava carino da morire.
“Tu non mangi niente, Kudo?” si decise dopo un po’ a parlare Kaito, vedendo che l’altro aveva ancora la sua fetta di crostata al limone quasi intera, mentre lui si era già divorato due musse e tre fette di torta.
“Non vado pazzo per i dolci, al contrario di te.” Ridacchiò sommessamente Kudo.
“Ti piace molto il cioccolato, vero?”
Kaito annuì con vigore.
“I miei cibi preferiti sono comunque quasi tutti dolci, visto che sono vegetariano mi aiutano molto gli zuccheri.”
Shinichi sbatté le palpebre.
“Tu sei vegetariano?”
Kaito annuì.
“Non ho mai sopportato l’idea di animali innocenti finire al macello e in seguito nel mio stomaco con la scusa che è il cerchio della vita.”
Shinichi sbatté nuovamente le palpebre.
“Oh, tranquillo! Non sono uno di quelli che vuole convincere a tutti i costi che mangiare carne sia sbagliato! Capisco bene le esigenze delle persone…ma non riesco a pensare di mangiare quelle povere creature…”
“Quindi ti piacciono molto gli animali?”
“Tantissimo! Ho sempre pensato che quando mi sposerò dovrò avere una casa abbastanza capiente da tenere tre cani, cinque gatti, un pollaio, due cincillà e ovviamente le mie colombe.”
Shinichi iniziò a ridere.
“Lo trovi strano…?” chiese esitante Kaito pensando che probabilmente aveva parlato un po’ troppo.
“Niente affatto!” si affrettò a chiarire l’altro asciugandosi le lacrime dagli occhi.
“Solo…è davvero adorabile, pensare al tuo futuro in questo modo.”
Kaito arrossì, chiaramente in imbarazzo.
Non capiva come aveva fatto Shinichi a spingerlo a raccontargli tutte queste cose…eppure, il detective era riuscito a farlo sentire sicuramente a proprio agio.
“Tu invece…? Non pensi mai al tuo futuro?”
Shinichi sorrise tristemente scuotendo leggermente la testa.
“Io non sono il tipo che pensa al futuro, preferisco dedicarmi al presente…”
Kaito inclinò leggermente la testa di lato.
“Vuoi dire che non hai intenzioni di sposarti…avere figli…cose così?”
Shinichi arrossì leggermente, schiarendosi la gola.
“Non proprio o meglio, non credo di poter…avere figli…”
Il mago inclinò ancora la testa, segno che Shinichi avrebbe dovuto approfondire un po’ di più il discorso.
“A me piacciono i ragazzi…”
In quel momento, l’illuminazione colpì Kaito.
“Oh.” Si limitò a dire il moro facendo arrossire ancora di più Shinichi.
“Sei disgustato?” chiese col cuore in gola il detective sperando veramente di non aver fatto una sciocchezza.
“Disgustato? Per niente!”
Shinichi volse nuovamente lo sguardo sul mago, senza vedere alcuna di disgusto o disagio.
“Sinceramente sono solo un po’ sorpreso, tutto qui…insomma sei talmente amato dalle ragazze…” spiegò con semplicità mago.
Shinichi non riuscì a trattenere il sospiro di sollievo che poco dopo gli attraversò i polmoni.
Kaito alzò un sopracciglio al gesto.
“Tutto bene?”
“Scusa, è solo che avevo un po’ paura…sai che avessi cambiato l’immagine che ti eri fatto su di me.”
Il mago annuì tristemente.
Nonostante a Tokyo vi fosse una mentalità più aperta, esistevano ancora troppi stupidi col cervello piccolo come quello di una gallina, per questo non poteva biasimare il detective per aver mostrato un po’ d’incertezza a dirglielo.
“Non ti preoccupare, amare una persona, che sia maschio o femmina, non è motivo di vergogna. Anzi, è meraviglioso!”
Shinichi perse un battito quando l’altro gli mostrò un sorriso genuino completamente sincero e spontaneo.
Doveva trattenersi con tutte le sue forze per non saltare sulla sedia, afferrare il bavero della camicia di Kaito, e tirarlo in un bacio soffocante, da farlo svenire per poca circolazione d’ossigeno.
Eppure, ovviamente, si trattenne e invece gli rispose con un sorriso di gratitudine.
 

Fine capitolo 4



​A
ngolino di Micchi:
Konichiwa, minna-san!*°* Ebbene, questo era il 4 capitolo! Finalmente un pò di ShinKai <3  
Sì, ho fatto diventare Kaito vegetariano! ò-ò Dai, non è carino un ragazzo che ama gli animali a tal punto? Secondo me è dolcissimo!*ò*
Ovviamente, dovevo fare una scena dove Kamiya veniva punito come si deve...e chi meglio di Kaito per farlo?ù-ù
Shin-chan si è rivelato, e la reazione del ladro lo a fatto innamorare acora di più!(e te pareva)
Spero vi sia piaciuto questo capitlo <3 Lo dedico alla mia tenera amica Annaira, per il suo complex!*.* Auguri cara <3
Baci Micchi

 
  
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