Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Sad Angel    15/04/2009    1 recensioni
La testa appoggiata contro il sedile, canticchiavo mentalmente una canzone dei Linkin Park quando, all’improvviso, un profumo mi avvolse. Fingendo indifferenza, continuai ad osservare il panorama finché, la nuova venuta, non appoggiò una mano sulla mia spalla, delicatamente. Solo allora, mi voltai, il sopracciglio destro sollevato, un sorriso accattivante sul volto. Senza che lei potesse rendersene conto, sogghignai. Mia cara, non hai la benché minima idea del guaio in cui ti sei andata a cacciare…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Nono

 

Capitolo Nono

 

Discendenza

 

Giovedì. 01.30

Una fitta lancinante al capo, strinsi gli occhi, poi sbattei le palpebre, mettendo a fuoco il luogo dove mi trovavo. Le ciocche di capelli mi ricadevano sul volto rendendomi difficile la visione ma, quando tentai di scostarle con la mano, realizzai che, legata come ero, non potevo muovermi. Terrorizzata, deglutii, alzando la testa, fissando davanti a me.

Il vampiro di nome Jens, seduto di fronte a me, mi osservava, sorrise. “Ben svegliata…” esclamò, la voce allegra, prima di leccarsi le labbra.

Io deglutii, spostando poi lo sguardo attorno, cercando di capire se avevo mai visto quel luogo in precedenza.

Tlack.

Provocando volutamente rumore, per farmi appoggiare di nuovo lo sguardo su di lui, Jens si alzò. Fece pochi passi, lenti, avvicinandosi a me poi anche lui si guardò attorno.

Un secondo.

Riappoggiò lo sguardo su di me. “Siamo in una vecchia fabbrica, discendente…” esclamò, la voce calma.

E perché siamo qui?” chiesi subito io, sfruttando la lezione che avevo imparato da Stefan, ovvero che un vampiro può sì farti a pezzi mentre parla ma, di norma, preferisce farlo dopo aver finito di parlare…

Jens si guardò ancora un secondo attorno, fingendo di riflettere, poi tornò a guardare me, sorrise nuovamente “Aspettiamo che Stürmlin sia di ritorno dopo aver ucciso Toi, poi incominciamo…”

Fingendo sicurezza che, in realtà non avevo, sogghignai, imitando Stefan.

Jens mi fissò, sorpreso. “Che cosa ci trovi di divertente?” domandò, la voce calma “Credo che non hai capito bene… Morirai, discendente…”

“Certo, certo…” risposi subito io, continuando a mostrarmi tranquilla. “Ma, per curiosità, mentre aspettiamo che Sturm arrivi…” ricominciai subito, anelando delle risposte “…non è che mi spiegheresti questa storia della ‘Discendente’…. Sai, mi ricorda tanto la parola ‘Emo’… Tutti ne parlano, ma nessuno sa cos’è…”

Jens mi fissò, incerto. Si guardava attorno, come se temesse che qualcuno possa sentirlo. Infine, espirò e sorrise “Non vedo perché no…” esclamò “…tanto poi morirai…”

“Certo, certo…” interloquii ancora io, impaziente “Perché discendente?!?

Un secondo.

Il vampiro scoppiò a ridere. “Perché sei l’ultima nata, no?!?” esclamò.

“Ah!” esclamai io, sarcastica, prendendolo in giro, pensando che fin lì ci ero arrivata anche senza il suo vampiresco aiuto. “Ma discendente di cosa?!?” rincarai.

Un secondo.

Jens mi fissò, in silenzio, fregandosi il mento. “Non che la cosa mi abbia mai interessato molto…” ricominciò “ma, se non ricordo male, Sturm mi ha spiegato che esistono due tipi di discendenza…”

Io, ancora legata, continuai a fissarlo, le sopracciglia sollevate, ridacchiando fra me e me della sua incompetenza. “Ovvero…?”lo incalzai.

“Beh…Diretta o indiretta…” rispose subito lui, poco convinto.

Un secondo.

Si fermò ancora, gettando un’occhiata alle proprie spalle, poi tornò a guardare me.

E che consistono in…?”

Il vampiro tacque ancora per alcuni secondi, prima di iniziare a spiegarsi “Diretta quando nelle tue vene scorre lo stesso sangue dell’ammazzavampiri…”

Ammazzavampiri?!?” ripetei io, aggrottando le sopracciglia, cercando contemporaneamente di non scoppiare a ridergli in faccia.

“Certo!” esclamò lui, energicamente “Sai, stupidi umani che eliminano i vampiri…Di solito riusciamo ad avere la meglio quasi subito ma capita, raramente, che appaia un ammazzavampiri particolarmente dotato per il quale conviene aspettare…”

“Aspettare? Aspettare cosa?”

Jens sorrise “Che muoia di morte naturale e con una discendenza… E poi, si ammazzano i discendenti, ottenendo maggiore potere di quello che si otterrebbe uccidendo il capostipite…”

Io, sbattei un secondo le palpebre, sorpresa “Il potere aumenta con il passare del tempo…”

“Esatto!” concordò subito lui, pieno di entusiasmo “Come la birra diventa sempre più buona!”

Per la seconda volta in un minuto, lo osservai sconvolta. “La birra?!?” ripetei, basita.

Certo, la birra!!!” confermò ancora lui.

“Certo, certo…” ricominciai allora io “E quella indiretta?!?”

Dal volto di Jens scomparve il sorriso, mentre ricominciava a riflettere, prima di parlare “Dovrebbe essere quella più rara…” iniziò.

“E cioè?”

“Ehm… Credo sia rara perché il capostipite è un vampiro…”

Pensando seriamente che Jens avesse perso completamente il cervello per il trauma della trasformazione, lo fissai, allibita, prima di chiedere spiegazioni su quella che mi sembrava essere la più grande sciocchezza mai sentita “Un vampiro ammazzavampiri?!?

Jens osservò la mia faccia, poi ridacchiò “Si, si…Lo so che può sembrare impossibile, ma ci sono tipi così…” spiegò, la voce neutra.

“Vampiri che uccidono vampiri?!?” domandai ancora io, sconvolta, prima che nel mio cervello comparisse l’immagine di Stefan che trascinava il cadavere di Markus. Sospirai, consapevole che non era poi così fuori dal mondo come pensavo.

“Si…” ricominciò lui “Ma non per i normali motivi…Ma per il motivo più stupido di questo mondo…”

Io osservai il volto di lui, attendendo che mi svelasse questo motivo. Dopo un paio di minuti di silenzio, vedendo che lui non concludeva il discorso, svogliata, esclamai “Jens?!?”

Cosa?” esclamò subito lui “Ah! Non sai il motivo! Sai che sei davvero stupida, discendente?!?”.

Il vampiro ridacchiò, un paio di secondi, mentre io lo fulminavo con lo sguardo, infine, dopo essersi calmato, riprese “Salvare esseri umani da altri vampiri, ovviamente…”

Lo fissai un po’ in viso, riflettendo febbrilmente, prima di porre la fatidica domanda “Ma scusa, Jens… I vampiri non possono mica… Voglio dire, come fa un vampiro ad avere un figlio?!?” domandai, rossa in viso.

Il biondo mi fissò ancora, prima di ricominciare a ridacchiare, probabilmente di me “I ‘figli’ sono coloro che vengono morsi… Solo che, di norma, il ‘figlio’ diventa vampiro a sua volta…perciò solo nel raro caso in cui ciò non accade, nasce un ‘discendente’, che, per via dei suoi poteri, è molto prezioso…” Non appena finito di parlare, sul volto di Jens apparve un sorriso e, velocemente, si avvicinò a me. La sua mano, lenta, scivolò sul mio collo. Io, investita da brividi di disgusto cercai di tirarmi indietro, ma con scarsi risultati, essendo legata come un salame.

“Sai qual è la cosa più divertente, discendente?” domandò lui mentre io gli fissavo i canini che brillavano “Tu sei la discendente più preziosa mai creata sin’ora perché oltre ad esserlo per via diretta, lo sei anche per via indiretta… E del più grande vampiro ammazzavampiri poi, che, colto da compassione ha compiuto il più grande sbaglio che avrebbe potuto commettere, trasmettendo il suo potere a quello che si sarebbe rivelato essere il più spietato cacciatore di esseri umani…”

Il vampiro si interruppe per alcuni secondi, sorridendomi, prima di domandarmi “Hai capito a chi mi sto riferendo, vero?”

Stefan…” risposi subito io, aggrottando le sopracciglia per la rabbia.

Stefan?!?” ripeté lui, fissandomi stupito, prima di scoppiare di nuovo a ridere “Io, intendevo Toi! Sei davvero stupida, allora…”

Ignorando l’unico vero stupido del luogo, riflettei, veloce, domandandomi quale motivo aveva portato Stefan a farmi questo, rendendomi la “cena” più desiderata da tutti i vampiri.

Un secondo di silenzio poi sentii di nuovo la mano di Jens scorrere sulla mia pelle. Ritraendomi di nuovo, lo fissai, schifata. Lui però continuò a osservarmi e a ridacchiare “Davvero furbo, Toi…” ricominciò, la voce con una punta di ammirazione “Sapeva di avere in sé un grande potenziale che non avrebbe mai potuto sfruttare, a meno che non lo avesse prima ceduto ad una discendente e, nel momento in cui ha trovato te, che eri già speciale per via diretta, ha pensato di sommare le due cose…Davvero furbo…” esclamò, prima di concludere dicendo “Ma, purtroppo per lui, ha dimenticato di pensare a noi…”

Il volto basso, riflettei, per nulla convinta delle parole di Jens mentre una brezza leggera mi faceva rabbrividire. Alzando il capo di botto, osservando oltre la spalla di Jens, lo vidi.

Il vampiro, i lunghi capelli scuri, sogghignava, il viso duro.

“A dir la verità, Jens…Avevo pensato anche a voi…”

Un attimo, poi Jens di voltò a fissarlo, sconvolto mentre io, guardavo in silenzio il “mio” vampiro, la causa di tutti i miei guai, troppo furiosa per ascoltare la parte razionale di me che dal mio cuore, urlava, in direzione del mio cervello.

 

Ma se aveva bisogno di te solo per ottenere il potere, Rory, perché non ti ha ucciso subito?!?

 

 

 

Giovedì. 02.47

Rory e Jens mi osservarono, a lungo, senza battere le palpebre. Lui, sembrava davvero sconvolto dalla mia presenza lì mentre lei, invece che spaventata o contenta, appariva furiosa e non avevo difficoltà ad immaginare con chi ce l’avesse la “mia” combattiva discendente. Solo io, difatti, ero in grado di provocarle una reazione del genere.

Passandomi una mano fra i capelli, espirai, poi sogghignai. La parte più dura della faccenda non era certo Jens, ma lei. Forse, a pensarci bene, era meglio lasciarsi uccidere da lui.

Sospirai ancora, poi concentrai nuovamente la mia attenzione su di loro.

L’espressione arcigna di Rory non era mutata anzi, il suo volto appariva ancora più rosso di prima. Il mio avversario invece, ora, probabilmente dopo aver realizzato che la mia presenza lì era possibile solo con la morte della propria congiunta, aveva stretto gli occhi ed iniziato a ringhiare, interrompendosi solo un secondo per urlare “Toi! Tu, maledetto bastardo…! Me la pagherai per questo!”

Ovviamente io, tutt’altro che impressionato, sogghignando, cercai di spiegargli le mie ragioni “Suvvia, Jens! La colpa non è mia…” avevo iniziato, la voce allegra, spiazzandolo completamente.

Lui, che fino ad un momento prima se ne stava piegato in avanti nella posa del cane pronto a balzare, si era rimesso eretto, continuando a gettarmi occhiatacce “Adesso, non venire a dirmi, che Sturm è partita per un viaggio, Toi! Non sono stupido!”

Inconsciamente, sollevai le sopracciglia, mi mordicchiai le labbra, poi aggrottai le sopracciglia, tentando di apparire serio “In un certo senso, è davvero partita per un viaggio…” spiegai, stendendo nuovamente le sopracciglia.

Il vampiro di fronte a me ricominciò a ringhiare ma notai che la persona che mi gettava occhiate più cariche d’odio, non era lui, ma Rory perciò, cercando di calmare la parte più crudele di me, espirai, prima di parlare ancora, questa volta con voce seria. “Andiamo fuori, Jens…”

Il mio avversario, a quelle parole, mi fissò, un secondo, poi gettò un’occhiata alle sue spalle, a Rory. Ritornò a fissarmi, scoppiò a ridere “Non vuoi combattere davanti alla discendente?!?” domandò poi, la voce divertita.

“Vorrei evitare di sporcarla con i resti del tuo corpo, Jens…” risposi subito io.

Un secondo, Rory arricciò il naso, chiaramente schifata.

“Quanta premura per un “pranzo”, Toi…”

A quelle parole, stavolta fu lui ad essere fulminato dallo sguardo carico d’odio di lei. Io, arrabbiato a mia volta, per l’infelice commento, avevo espirato, cercando di calmarmi.

Il silenzio era caduto sul capannone, per alcuni secondi poi, il mio avversario aveva ricominciato a ridere “Sei arrabbiato perché ho offeso la tua preda, Toi?!? Non ti facevo così schiavo del cibo…”

Alzando di nuovo lo sguardo su di lui, urlando “Al diavolo!” scattai in avanti, cogliendolo alla sorpresa, scaraventandolo a terra proprio ai piedi di Rory.

Il volto di fronte a quello di lui, sogghignai, fissandolo ancora con odio “Perché non provi a ridere adesso, Jens?!?” lo provocai, sfottendolo, prima di rimettermi in piedi di scatto, trascinandolo con me e lasciandolo poi andare di colpo, gettandolo dritto verso una vetrata.

Sfondandola in pieno con la testa, Jens rimase immobile un paio di secondi ed io, aspettando che si rialzasse, consapevole che non sarebbe bastato così poco per liberarmi di lui, mi voltai, un secondo ad osservare Rory. La ragazza, ricambiò il mio sguardo, ancora arrabbiata. Sbuffando, tornai a fissare il mio nemico che stava lentamente riemergendo dai vetri infranti.

Jens, numerosi tagli sul corpo, si rimise in piedi, senza troppa fatica, gettandomi un’occhiata carica di odio. “Ti sfido a rifarlo, Toi…”

Alzai le sopracciglia, poi sogghignai, sicuro di me “Sfida accettata!” urlai, prima di scattare di nuovo verso di lui. Jens rimase immobile un secondo, poi scattò verso di me, tentando di mordermi, al collo. Sogghignando, evitai il suo colpo, colpendolo con un braccio, scaraventandolo contro un pilastro.

Vedendolo di nuovo a terra, mi avvicinai, lentamente, le sopracciglia sollevate “Mi sto annoiando, Jens…” esclamai, la voce piatta.

Un secondo dopo però lui, cogliendomi completamente alla sprovvista, saltò in piedi ma, invece che scagliarsi verso di me, scattò, fuggendo nella direzione opposta. Lo fissai, sconvolto, un solo istante, poi scoppiai a ridere, pensando che lui, avendo realizzato di non potercela fare, preferiva darsi alla fuga, piuttosto che morire così ma poi, seguendo la sua scia, un brivido di terrore invase il mio corpo, come non accadeva più da secoli.

Il vampiro che correva alla massima velocità non stava fuggendo ma si stava dirigendo verso quello che riteneva essere il mio unico punto debole. Rory, che ora mi fissava con gli occhi sgranati, vedendo Jens avvicinarsi, urlò con voce terrorizzata il mio nome.

Consapevole che non sarei mai riuscito ad arrivare a lei, prima di lui, scattai, alla cieca, come un pazzo, ripromettendo a me stesso che lo avrei ucciso, impedendogli a qualsiasi costo di toccarla.

Perché lei era mia. Di nessun’altro.

Un solo istante poi ero su di lui, scaraventandolo a terra, cadendo a mia volta. Interrompendo a tutta velocità la sua corsa, deviando la traiettoria, sfondammo il muro di una parete che cadde, colpendoci. Per la botta inaspettata, rimasi, un paio di secondi sotto alle macerie, poi sentii la voce singhiozzante di Rory che urlava, senza sosta, il mio nome.

La mia mano sinistra, inconsciamente si serrò, mentre una strana sensazione iniziava ad attanagliarmi il petto “Sto bene…” urlai subito dopo, di risposta, gettando da parte il muro sopra di me, liberandomi.

Non appena uscito Rory mi fissò, un secondo, in silenzio, scoppiando poi in un pianto dirotto.

Un po’ meno velocemente del solito, mi avvicinai a lei, che se ne stava ancora incatenata ad un palo.

“Sto bene, Rory…” iniziai, fissandola negli occhi “Sto bene… Non mi sono fatto nulla… Tranquilla…”

Lei però continuava a piangere, tremando, balbettando cose che non riuscivo a comprendere.

Espirai, un secondo, appoggiando il capo di lei contro il mio petto poi afferrai una maglia della catena e, torcendola con le mani, la aprii.

Un secondo.

Il volto di lei scomparve, nascosto contro di me, mentre piangeva, stringendomi convulsamente. Espirando, chiusi gli occhi, appoggiando la guancia contro il suo capo, accarezzandole piano la testa con la mano sinistra e stringendola a me con la destra.

“Scusami…Scusami…” mormorai, una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Un attimo poi, realizzando che non provavo quel sentimento da talmente tanto tempo da averne quasi dimenticato il nome, sollevai il capo di colpo, gli occhi sgranati.

Rimorso.

Soltanto un altro istante di panico, poi lo vidi. Le mie sopracciglia, immediatamente si corrugarono mentre Jens, uscito dalle macerie, apparentemente meno ammaccato di me, correva a tutta velocità verso di noi, i canini in mostra.

Senza pensare, con un movimento veloce feci fluttuare Rory, posizionandola dietro di me. La ragazza, completamente sconvolta, impiegò mezzo secondo per accorgersi di avere il capo contro la mia schiena poi alzò il volto, urlò, terrorizzata, le sue unghie che, chiudendosi, strappavano lembi della maglia che indossavo, già provata dalla caduta di poco prima.

Io, di fronte a lei, consapevole che dal mio autocontrollo dipendeva la sua vita perché lei era molto più facile da distruggere, attesi, immobile, il braccio destro alzato davanti al collo, a mo’ di scudo muovendomi solo un attimo prima che lui potesse affondare i canini nella mia carne. Solo allora, ritirando il braccio destro, allungai di scatto il sinistro, da sotto, afferrandolo per il collo, sollevandolo da terra.

Continuando a tenerlo, feci un paio di passi avanti, lo sguardo duro fisso su di lui poi, dopo aver sentito uno strano rumore alle mie spalle, mi voltai, lesto. Rory giaceva a terra, apparentemente svenuta per lo spavento. Osservai un paio di secondi il suo corpo poi, dopo aver notato che respirava, spostai di nuovo la mia attenzione su Jens, decido a farla finita, una volta per tutte.

Il vampiro, il collo stretto nella mia mano sinistra aveva atteso in perfetto silenzio mentre io, osservando Rory, inconsciamente, avevo stretto la presa. Cercando i suoi occhi, mi fermai.

“Volevo ucciderti decentemente, Jens…” iniziai, la voce carica d’odio “Non avevo nulla contro di te, eccetto che ti ho sempre trovato stupido ed irritante, ma questo era prima che tentassi di fare del male a Rory…” mi fermai, un secondo, voltandomi a gettare un’occhiata alle mie spalle, alla ragazza che giaceva dietro di me.

Jens, ricambiò il mio sguardo in silenzio per alcuni secondi, prima di replicare “Tu hai ucciso mia sorella...

Senza sorridere, sostenni il suo sguardo “Solo perché si è messa contro di me… Come non mi stuferò mai di ripetere, Jens, io calpesterò, distruggerò, annienterò chiunque si metta fra me e ciò che voglio…”

Un secondo di silenzio

“Una ragazza…” interloquì subito lui, la voce schifata “Hai ucciso mia sorella per una stupida umana…”

Sentii tutti i nervi del viso indurirsi sottopelle mentre con passo lento, iniziavo a camminare, verso il capannone adiacente.

“Non è una ragazza qualunque…” risposi, la voce ferma.

“Ah, certo che no!” concordò lui, la voce sarcastica “Una stupida discendente…”  poi, dopo aver appoggiato entrambe le mani sul mio braccio, vi si aggrappò, come aveva fatto solo qualche ora prima Sturm. Inconsciamente, sorrisi malignamente, muovendo la testa.

Lo lascia fare per un po’, camminando imperterrito come se in realtà fosse una semplice zanzara fastidiosa ma poi, quando lo vidi afferrarmi più deciso, intuendo che voleva rompermi il braccio, senza nemmeno pensare lo scaraventai di peso contro un macchinario di ferro. Jens si accascio al suolo senza nemmeno un lamento ed io, prontamente, lo riafferrai, avvicinandomi maggiormente al fondo del capannone, dove sapevo esserci un enorme forno da produzione, ancora funzionante che mi ero premunito di accendere dopo aver gettato una rapida occhiata a Rory, prima di tornare ed intervenire.

Quando finalmente raggiunsi il forno, gettai a terra il corpo semisvenuto di Jens, aprendo il portellone poi mi chinai sopra di lui, schiaffeggiandolo per fargli riprendere i sensi. “Svegliati, Jens, coraggio!” lo chiamai, la voce allegra, spietato come sempre “Sveglia, che a breve vedrai Sturm!”

Il vampiro, al suolo, impiegò un paio di secondi per riaprire gli occhi, un altro paio per mettermi a fuoco e poi, infine, iniziò a fissarmi con uno sguardo carico d’odio, segno che mi aveva riconosciuto.

Con calma, lo riafferrai, camminando lentamente verso l’apertura del forno al cui interno crepitava il fuoco. A pochi passi, Jens iniziò a tossire, poi sputò per terra un po’ di sangue, infine, gli occhi fissi nei miei, parlò, la voce stanca “Sapevo che sarebbe stato pericolosa la tua collaborazione…” iniziò “Lo avevo detto a Sturm…che non doveva coinvolgerti… Che per te, Toi, è tutto un gioco… ma non avrei mai pensato che avresti ucciso persino Sturm, a sangue freddo e tutto per il potere che otterrai strappando la vita ad una ragazzina…”

Un passo.

Mossi il capo, gli occhi fissi nei suoi, senza sorridere. La mia mano era ferma, non tremò mentre io l’allungavo, per gettarlo alla purificazione del fuoco, condannandolo a svanire nell’oblio. “Non mi interessa il suo potere” risposi, la voce tranquilla “Né la sua vita…”

Aprii la mano e Jens assecondando il movimento, scivolò all’indietro.

Prima del crepitare, i suoi occhi fissi nei miei.

Che cosa vuoi da lei, allora, Toi?”

Ascoltando il rumore, dopo aver chiuso gli occhi, attesi, per alcuni minuti, in perfetto silenzio poi, voltandomi, mi allontanai, tornando al capannone adiacente dove, al suolo, giaceva lei, svenuta.

Non appena l’ebbi raggiunta, la presi tra le braccia, sollevandola. Il suo corpo era freddo, dai suoi occhi, due piccole scie create dalla lacrime, percorrevano le guance. Con di nuovo la sensazione di rimorso nel cuore, la strinsi a me, poi mi alzai, portandola lontana da lì.

Lontana dalla morte.

 

Questo significa solo una cosa… Lontano da me…

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Sad Angel