Fanfic su attori > Johnny Depp
Segui la storia  |       
Autore: beornotobe    14/06/2016    1 recensioni
PROLOGO
Una ragazza.
Un viaggio studio.
Un ragazzo.
Una compagnia.
Un'organizzazione.
Un pericolo.
New York corre dei rischi.
La parola chiave è ...
ASDAR.
Periferia.
Edifici nascosti.
Quartier generale.
ATTENZIONE.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Arrivo", la sua voce si sentì dall'interno. Dopo una manciata di secondi un Johnny spettinato mise la testa fuori tenendo la porta socchiusa, mi squadró e mi chiese: "E Sarah?". Colta di sorpresa mi grattai la nuca in un gesto piuttosto goffo e risposi: "È rimasta da Alice", alzai le spalle. Lui aprì la porta e col braccio mi invitó ad entrare. Misi i piedi nella sua stanza per la prima volta. Era a torso nudo e a piedi scalzi, indossava solo i pantaloni del pigiama dai quali si intravedeva buon parte dell'elastico dei boxer. Lo fissai per un paio di secondi continuando a mordermi il labbro, poi andai a sedermi sul letto. "Dammi due minuti, mi preparo" fece come per scusarsi lui, sorridendo. "Fa con comodo", risposi, agguantando il libro sul suo comodino. Johnny entró in bagno chiudendosi la porta alle spalle. Sarebbe potuto rimanere volentieri così, non avrebbe fatto nulla... Ero assorta nella lettura della prima pagina di "Arti di combattimento", quando la voce di Johnny oltrepassó la porta per chiamarmi: "Juliaa". Sobbalzai. "Si?", chiesi, con un tono di voce sufficiente da farmi sentire. "Potresti portarmi la maglia sulla sedia?". Il mio sguardo si posó sulla sedia di fronte a me, allungai il braccio, afferrai la maglia e mi alzai dal letto. "Posso?", chiesi, arrivata davanti alla porta in legno. "Si, spingi", fece lui, e come al solito non potetti fare a meno di pensar male. Comunque... Aprii la porta piano, lui era girato verso la doccia. Feci un passo avanti, allungandogli la maglia. Aveva solo i boxer. Per un attimo pensai mi avesse fatta venire apposta, e man mano che questa idea si insinuava nella mia mente ero sempre più convinta fosse così. Mentre pensavo questo lui si voltó e io ritornai in me, pronta tesi il braccio e assunsi un'espressione piuttosto distaccata. "Grazie", la prese lui, sfiorandomi appena le nocche della mano. Mentre lo diceva incroció lo sguardo col mio, lo incatenó stretto e poi, dopo essersi ravviato i capelli con l'altra mano, mi lasció libera dai suoi occhi, che quel giorno sembravano ancor più scuri ed espressivi. Mi sentii come al solito imbarazzata al suo sguardo e abbassai il mio, indietreggiando piano e richiudendomi la porta alle spalle. Poi mi sedetti ancora sul letto aspettando che finisse. Dopo un po' la porta si aprì rivelando Johnny in camicia azzurro chiaro, pantaloni neri e i suoi anfibi neri e vissuti. Fissai appena la collanina che come sempre portava al collo e che ricadeva sul petto scoperto dal colletto. "Mangiamo, allora?", chiese lui, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, dopo aver tentato di domarsi i capelli di fronte a uno specchio affisso alla parete. Io annuii. "Apri il frigorifero", mi indicò lui un piccolo mobiletto, "ci sono dei sandwich". Presi il vassoio e glielo porsi, poi ci accomodammo per terra, sul tappeto, decorato da decine di disegni colorati. C'era una sorta di silenzio tra noi, e me ne stufai dopo poco, quindi lo ruppi: "E Winona?", chiesi. "L'ho mandata direttamente a quel paese", spiegó lui, bevendo un sorso di birra. "Quando sono tornato in camera, stanotte, pretendeva addirittura che facessimo l'amore". Deglutii e gli chiesi di passarmi la birra. Bevvi e poi dissi sarcastica: "Voleva farsi perdonare, perché non gliel'hai data vinta?" "Non sono un'idiota" fece, "non mi lascio ingannare", diede un morso al panino, "Il giorno prima facciamo l'amore e poi si inventa ogni pretesto per litigare, è successo tante volte", spiegó. "Quindi il giorno dopo aver litigato a causa nostra te la sei sbattuta ugualmente?", chiesi, ridendo, anche se la cosa mi urtava non poco. Lui sorrise di sbieco e alzó le sopracciglia: "Lo faccio quasi tutti i giorni". "Fantastico", commentai, bevendo ancora. "Ma non sarà più così da oggi in poi", disse lui, convinto, finendo il suo sandwich, "Prima deve capire cosa può e cosa non può dire". "Cosa dice?", mi informai io. "Insinua troppo su di voi, sulle reclute, sulle ragazze con cui parlo, su tutto", fece, "E io sono davvero stufo". "Ti circondi troppo di donne", commentai ancora, sorridendogli appena, "Se fossi Winona, sarei gelosa anch'io", aggiunsi. Perché in realtà lo ero già. "Non potresti semplicemente cercare di darmi un consiglio anziché commentare e fare dell'ironia?", disse lui, fissandomi perplesso. Risi di gusto e mandai giù l'ultimo sorso di birra. "Lei ti piace?", gli chiesi. Lui mi fissó ancora, ispezionandomi ogni angolo del corpo. Abbassai lo sguardo imbarazzata come ormai mi era solito e girai la testa di lato, accarezzandomi la nuca, per alleviare la tensione. "Cosa c'è?", mi chiese lui, mordendosi il labbro. "Niente", risposi. "Sicuro?", mi si avvicinó, sfiorandomi la nuca con il dorso della mano. "Si", ripetei, afferrandogliela e spostandogliela via. I suoi occhi incrociarono i miei per l'ennesima volta come a chiedermi: "Perché?". Ed io il perché lo sapevo bene, non potevamo, era fidanzato e non dovevo avere contatti con lui. "Volevo solo dare un'occhiata", spiegó Johnny, "ho visto che grattavi", si giustificó. "Prima cosa, mi stavo solo accarezzando", feci io, ridendo, "Seconda: non devi mettermi le mani addosso", continuai. "Manco fossi un maniaco", sorrise sbieco lui, con l'angolo della bocca. "Niente mi assicura che tu non lo sia", risposi. Lui si alzó in piedi: "Prima cosa: sono ancora fidanzato", disse, "Seconda: sei un tantino piccola per me", sorrise cattivo lui, "Terzo: Inutile che fai la spavalda, lo so che portarmi a letto ti allieterebbe troppo". Tacqui, osservandolo e sperando di non arrossire. Poi mi misi a ridere e gli dissi che per me lui non era davvero niente di che. "Troppa convinzione fa male", continuó a ripetermi lui, malizioso ai massimi livelli. "Vado a cercare Sarah", mi alzai io, irritata. "Di già?", fece lui, stendendosi sul letto. Lo faceva maledettamente apposta. "Di già", mi sforzai di non guardare. "Vuoi guardarmi negli occhi, lo so" mi fece poi, mentre aprivo la porta. "Vaffanculo Depp", la sbattei io, facendo l'arrabbiata, ma appena fuori sorrisi di uno di quei sorrisi che non facevo da troppo tempo e mi avviai nel corridoio quasi correndo. . Mi scuso con tutte per il ritardo, ma ho avuto pochissimo tempo :)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Johnny Depp / Vai alla pagina dell'autore: beornotobe