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Autore: ValeUchiha07    15/06/2016    10 recensioni
Il matrimonio imminente della sorella Ino mina la serenità di Sakura che si vede costretta così a dover tornare a casa. A Suna, dai suoi genitori con i quali non ha più rapporti da ben 5 anni. Il passato torna prepotentemente nella sua vita. Il castello di bugie che si è costruita per mantenersi lontana dalla sua famiglia sta per sgretolarsi. O quasi. La rosa in meno di 72 ore dovrà preparare una valigia scomoda che le darà problemi ma anche inaspettate sorprese. Riuscirà a riscattarsi e a gettare finalmente nel dimenticatoio tutte le dicerie che sono volate sul suo conto. Riuscirà a trovare il giusto riscatto. Quanto si è disposti a rischiare per amore ?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Sai/Ino, Sakura/Ino, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo X

 

 

Dopo aver salutato Itachi, Sakura fece velocemente ritorno a casa.

Tsunade aveva proprio ragione. Doveva cominciare a preparare quella valigia pesante ed importantissima che da giorni la reclamava e che ancora non era stata tirata fuori e riempita.

Il primario era a dir poco in ritardo sulla tabella di marcia.

Ciò nonostante, non riusciva a farsene una colpa. Fino a pochi giorni fa, infatti la ragazza non era neanche stata così sicura di intraprendere un tale e coraggioso passo.

Il suo procrastinare era dunque più che legittimo e giustificato.

 

Ora, non aveva però più scuse.

Doveva assolutamente mobilitarsi.

 

A casa, determinata salì quindi in soffitta e tirò fuori il bagaglio, gettandolo aperto su di un lato del grosso letto matrimoniale.

L’Haruno contemplò il borsone per qualche secondo e poi si disse che fosse il caso di stilare, buttare giù una lista di cose necessarie da portare via con sé o in caso da comprare prima della partenza.

Strappò così un foglio bianco dal block notes che teneva riposto in un cassetto della cucina e cominciò a stilare l’indispensabile, sedendosi sul divano.

 

Passarono all’incirca tre quarti d’ora.

 

Sakura, rileggendo nuovamente il suo minuzioso e preciso lavoro, si convinse che non poteva chiaramente esserci più niente da aggiungere.

Era così tanto soddisfatta di ciò che aveva fatto da iniziare, presa dall’entusiasmo, a metter dentro la valigia gli abiti e le scarpe che sul foglio aveva segnato come essenziali.

 

Una delle fortune più grandi che sicuramente aveva l’esser damigella era senza dubbio quella di non impazzire alla forsennata ricerca del vestito perfetto da sfoggiare il giorno del matrimonio.

A quello infatti avrebbe ampiamente pensato sua sorella.

Di certo, Sakura sarebbe caduta altrimenti in una catatonica crisi mistica e probabilmente non ne sarebbe mai uscita fuori.

Era stata davvero una grossa manna dal cielo risparmiarsi quell’importante seccatura.

A tempo debito, la rosa si sarebbe poi preoccupata per gli eccentrici e discutibili gusti di Ino e di sua madre Mebuki.

 

Presa dalla voglia di fare e di recuperare il tempo perso, Sakura continuò dunque morbosamente a depennare cose dalla lista fino a quando si accorse di aver quasi totalmente concluso la pratica.

 

Sebbene credesse di non aver tralasciato nulla, il primario decise comunque di fare l'indomani un salto ai grandi magazzini.

Del resto come la maggior parte delle donne, l’Haruno era una spendacciona compulsiva. Avrebbe quindi sicuramente scaricato la tensione per l’imminente partenza, trovando giovamento nel sano e sfrenato shopping terapeutico.

Al momento, doveva ancora scegliere se avrebbe dedicato a questa cosa l’intera mattinata o tutto il pomeriggio, viste le ferie però tutto risultava poco importante e piuttosto relativo.

 

Non aveva nessun impegno, nessuno che le correva dietro.

 

Allo stato attuale, non era certamente quello il suo più grande dilemma.

 

Successivamente, la rosa si stappò una birra ed ordinò una pizza a domicilio, senza rendersi minimamente conto di essersi già sistemata sul divano con il computer sulle ginocchia.

Sakura sapeva perfettamente che l’e-mail a cuore aperto che doveva inviare a Sasuke l’avrebbe tormentata per il resto della serata e per tutta la notte.

 

Il suo ligio subconscio aveva infatti provato in qualche modo a farle passare il tempo di attesa dell’ordine, iniziando a buttare giù qualche idea ma la ragazza era completamente bloccata.

Tutto quello che scriveva veniva immediatamente cancellato. Niente sembrava esser adeguato e di suo gradimento.

 

Senza dubbio, il primario aveva non poche difficoltà a parlare di sé stessa.

La ragazza percepiva difatti tutto come stupido, inappropriato e totalmente inutile ai fini della loro recita.

Al momento non riusciva proprio a trovare una soluzione a quel concreto e palese problema. 

 

Sakura smise così di pensare, benedicendo il provvidente suono acuto del citofono ed il giovane ragazzo che finalmente le consegnò la sua adorata ed attesa pizza.

Chiusa la porta, si fiondò immediatamente sulla sua margherita, sperando che a pancia piena sarebbe dopo potuta essere più efficiente.

 

Divorata la cena, quel pensiero positivo era però già sparito.

 

L’Haruno era infatti rimasta altri venti minuti ferma sul divano a fissare il pc ma il foglio continuava ad essere fastidiosamente bianco.

Le venne così naturale maledire Sasuke e quella sua eccezionale trovata.

 

Facile per lui!” si disse acida ed indispettita.

 

L’attore non aveva assolutamente niente da perdere.

In fin dei conti, l’Uchiha si sarebbe dovuto soltanto limitare a leggere quello che lei gli scriveva, scoprendo tutto di lei e cercando di farselo piacere.

In questa  surreale sceneggiatura ,la faccia e la posta in gioco erano esclusivamente sue.

 

Tutto questo esporsi ed aprirsi non le sembrava per niente giusto ed equo.

In fondo, Sakura non conosceva assolutamente niente di lui.

Di certo, sembrava fidarsi ciecamente dei suoi occhi neri ma al momento questo non le sembrava per niente un motivo sufficiente.

Quel loquacissimo ragazzo non le aveva neanche rivelato il suo cognome.

Come aveva potuto solo pensare dunque di assecondare una tale follia e credere che potesse essere facile rivelargli ad esempio che adorava il color rosso o che ancora a ventotto anni, nei momenti in cui si sentiva sola e triste, si auto regalava un nuovo libro di favole o che prediligeva il dolce ai cibi salati o tante altre piccolezze e frivolezze che al momento le sembravano così personali da rasentare a tratti anche la stupidità.

 

Era totalmente a disagio.

 

Lo scrivere nero su bianco il suo essere le pareva una dichiarazione fin troppo ufficiale su ciò che pensava di sé.

 

E se poi quello che scrivo , a lui non risulta vero?”

 

Ora che ci rifletteva, c’era anche il serio rischio di scoprire che la percezione che lei aveva di sé non fosse poi la stessa degli altri.

Sakura aveva impiegato cinque lunghissimi anni della sua vita per ricrearsi, per capirsi a pieno e non voleva assolutamente che quell’e-mail e quel ragazzo affascinante potessero in qualche modo mettere in discussione tutto quel duro ed impegnativo lavoro personale.

Ci avrebbero pensato già gli invitati al matrimonio della sorella a farla sentire costantemente sott’esame.

L’ultima cosa che si auspicava era dunque aggiungere a quell’enorme lista un nuovo osservatore speciale.

 

Ben presto, nella mente dell’Haruno iniziò a farsi strada l’idea di chiamare Sasuke per fargli presente ogni sua rimostranza.

Alla fine della cena con l’attore, la ragazza aveva creduto, sentendolo parlare con quella sua incredibile sicurezza e guardandolo dritta in quei profondi pozzi di petrolio, che non ci potesse essere al mondo soluzione migliore.

 

Ora che però il suo sguardo illusorio e rassicurante non c’era, tutto risultava inevitabilmente più complicato e complesso.

 

Oh sì! Ora lo chiamo e mi sente!” disse la rosa prepotente, continuando a dar fiato ai suoi pensieri.

 

Sakura scaraventò così il PC in un angolo remoto del divano, si alzò di scatto e corse a prendere il cellulare.

Era lì intenta a digitare il suo numero quando la paura di farlo innervosire la invase e la costrinse perciò ad affrettarsi a spegnere tutto.

 

Sasuke le aveva categoricamente vietato di chiamarlo. In quei giorni inoltre le aveva detto di essere tremendamente impegnato.

Visto i precedenti, il primario non aveva nessunissima intenzione di intavolare una feroce discussione con lui, rischiando di tornare così al triste e solo punto di partenza.

 

L’aveva appena trovato e non voleva proprio rischiare di perderlo.

 

Forza e coraggio, Sakura. E’ normale che non sei capace di elaborare niente di intelligente se te ne stai spaparanzata sul divano!”

 

Con l’intento di dirigersi nel piccolo studio, l’Haruno andò pertanto risoluta a recuperare delicatamente il malcapitato computer.

Si era auto convinta che il cambio di location sarebbe stato più produttivo ed in grado di far partorire buone e maggiori idee.

 

Le ore però passavano ed il blocco prepotente restava.

 

Di fatto, la giovane continuava attonita e completamente demotivata a fissare lo schermo bianco.

Ad un tratto, un suono ovattato in lontananza catturò la sua scarsa e svogliata attenzione.

 

Un messaggio.

 

Subito Sakura si affrettò ad andare a recuperare il telefonino.

Poteva esserci un’urgenza all’ospedale o forse poteva essere proprio Sasuke che le diceva quanto era stato stupido e sciocco da parte sua richiederle quel compito.

Sperava ardentemente che fosse lui.

 

In quel momento, la cosa che più bramava al mondo era un messaggio da parte dell’attore.

Sarebbe stato un sogno ed un sollievo leggere sullo schermo del cellulare un deciso e conciso “ sei talmente trasparente che non ho assolutamente bisogno di alcuna e-mail”.

 

Quell’aggettivo le ronzava ancora fastidiosamente nella mente.

Adesso però non le pareva neanche troppo pesante, al contrario, le piaceva e le avrebbe senz’altro tolto un enorme peso.

 

Quando lesse il nome del mittente del messaggio, la rosa sorrise contenta.

Tutte le paure e l’ansia per un breve tempo sparirono.

 

Il problema e-mail restava ma Ino riusciva comunque a farla stare meglio.

 

Velocemente Sakura scorse il dito sul touch-screen e lesse il contenuto della notizia inaspettata.

 

Non vedo l’ora di abbracciarti. Sono contenta che tu abbia finalmente deciso di tornare.

Mi manchi tanto.

E’ il regalo più bello che potessi farmi.

Buona notte Fronte-Spaziosa.

Kiss <3

 

 

Naturalmente, il primario aveva finito per commuoversi.

Ino era sempre la solita.

Si affrettò a risponderle.

 

Le parole le uscirono facili e veloci.

 

Manchi molto anche a me. Grazie per avermi voluta al tuo fianco in un giorno tanto speciale ed importante per te. Te ne sono grata.

Non mi sarei mai voluta perdere mia sorella vestita di bianco.

Ti voglio bene Ino-pig. <3 <3

 

 

Dopo l’invio del messaggio, la rosa era ancora ferma a sorridere a quel muto schermo.

 

Stava facendo tutto questo per lei e per la sua famiglia.

 

Con una nuova forza e con l’i-phone stretto morbosamente fra le mani, tornò dunque a sedersi dietro la scrivania.

Diede un ultimo sguardo al telefonino e poi pose la sua attenzione di nuovo al ritrovato foglio bianco.

 

A noi  due!” proruppe la ragazza con un forte tono di sfida.

 

Il gioco valeva decisamente la candela.

Non avrebbe più esitato a mettere in ballo tutta sé stessa. 

 

Le mancavano tutti terribilmente.

 

 

* * *

 

Sono Sakura Haruno, la secondogenita figlia di Kizashi e Mebuki Haruno.

Mio padre gestisce da anni la più importante società di import/export della città mentre mia madre si è sempre occupata della casa e delle figlie.

La figura materna è stata quindi oltremodo presente nella mia vita, lo stesso purtroppo non posso dire di quella paterna.

Nonostante questo però il mio papà ha sempre fatto di tutto per colmare il tempo che il lavoro inevitabilmente gli sottraeva. Non ci è mai mancato niente e le sue carezze sono

sempre state tante e preziose.

 Sono nata il 28 Marzo 1988, a Suna.

Ho ventotto anni.

Da bambina ero decisamente timida e se non fosse stata per la sfrontatezza, freschezza e protezione di mia sorella difficilmente sarei riuscita a farmi degli amici.

Io ed Ino ci portiamo un solo anno di differenza. 

Siamo sempre state inseparabili.

Da piccole, ci piaceva credere che fossimo gemelle sebbene a chiunque risultasse

evidente la nostra enorme differenza.

Se non avessi saputo che fossimo sorelle, avresti fatto sicuramente fatica a dirlo.

Ino è sempre stata la più bella e carismatica delle due e senza troppi segreti la preferita della mamma. 

Il rapporto con mia madre è stato sempre piuttosto turbolento, ricco di incomprensioni e di cose non dette.

A scuola sono sempre andata molto bene, la prima della classe. Papà era sempre orgoglioso di me e degli ottimi risultati che conseguivo. Ino certamente non gli dava le stesse mie soddisfazioni.

A Suna, finite le superiori, ho cominciato a studiare medicina e quando sono dovuta andare via mi mancavano pochi esami per il conseguimento della laurea.

Non con poche difficoltà economiche, sono riuscita comunque a terminare l’Università qui a Konoha. 
Il diventar medico ed il veder così realizzato il mio sogno è stato senza alcun dubbio il traguardo più bello ed importante della mia vita. 

Grazie agli eccellenti risultati avuti, sono inoltre riuscita a seguire la specialistica sotto l’ala protettrice e al contempo esigente e severa della Dottoressa Senju.

Non c’è donna al mondo che ammiri più della Signorina Tsunade.

A lei devo la mia felicità, la mia precaria stabilità ed il mio benessere.

Dopo anni in cui ho lottato per farmi accettare, lei è stata la prima a credere in me e ad infondermi di nuovo fiducia. E’ soltanto merito suo se sono riuscita a trovarti, se ti sto scrivendo questa strana e-mail. 
A quanto pare, avete, sfortunatamente per te, un amico in comune.

Nonostante fossi giovanissima, Tsunade non ha esitato un minuto a farmi diventare primario nel suo importante ospedale.

Per l’età che ho, senza peccar troppo di presunzione, credo di detenere assolutamente il record di primario più giovane del Paese del Fuoco.

Non sai quanto mi da gioia vedere e sapere che il mio lavoro venga apprezzato e sostenuto da una donna del suo calibro e della sua importanza.

Non riuscirò mai a ringraziarla abbastanza.

Per questo, a lavoro cerco di mettere sempre lo stesso entusiasmo e la stessa passione della mia prima volta, del mio primo giorno.

Amo la mia professione.

 

Sakura aveva deciso di partire dalle cose sicure della sua vita. Era stato estremamente più facile cominciare con queste.

 

Probabilmente, non ci crederai ma dentro l’ospedale mi trasformo. Non esiste posto al mondo in cui mi sento più protetta ed adatta.

Sono molto sicura di me e determinata, lontana anni luce dalla ragazza insicura che hai conosciuto a cena. A volte, vorrei avere la stessa forza anche nella vita di tutti i giorni.

Indubbiamente, in questa ho molte più difficoltà.

Sono spesso remissiva e mi faccio costantemente investire da mille ansie e paure, diventando così spesso per protezione straordinariamente logorroica.

Pensa che tutto questo che ti sto scrivendo mi sembrava già molto difficile e pericoloso da rivelarti.

Avevo pensato per un momento anche di chiamarti, di rinunciare.

A salvarti dal mio essere pedante è arrivato un semplice messaggio di grazie da parte di Ino.

Leggendolo, ho capito il perché sono disposta a mettermi a nudo di fronte agli occhi di uno sconosciuto, il perché ha senso iniziare questa recita.

A Konoha sono senz’altro cresciuta, maturata ma in questi cinque difficili anni lontana dalla mia famiglia l’amore incondizionato che nutro per loro non è mai cambiato, anzi cresce e si rafforza ogni giorno.

Ogni mio pianto, ogni mio sforzo ha ed hanno avuto senso perché fatti per loro.

Non c’è cosa che desideri al mondo più del loro star bene.

Vorrei tanto che questa settimana avesse il potere di sciogliere la maggior parte della delusione e dell’amarezza che in questi anni abbiamo accumulato.

Ovviamente, non posso dirti di non provare l’ineluttabile paura di non riuscire più a riabituarmi alla loro assenza.

Quando amo qualcuno, investo sempre tutta me stessa.

Non ho limiti, né riserve.

Proprio per questo lato del mio carattere, mio padre, quando il lavoro glielo permetteva, mi ripeteva continuamente che il mio buon cuore sarebbe stato infatti la causa principale delle mie lacrime.

Ai tempi, non avevo compreso completamente le sue parole ma ora credo e so che sul mio conto non sia mai stato detto nulla di più vero.

Papà mi ha sempre capito meglio della mamma. Ero la sua adorata principessa dagli strani capelli confetto e dai suoi stessi occhi verdi.

Per il mio aspetto fisico, sono stata frequentemente ritenuta insolita dagli altri, diversa.

A Suna, non hanno fatto altro che ribadirmelo fino ad arrivare a sbatterlo sulle prime pagine di cronaca locale con poca cura e tatto.

Per quanto negli anni mi sia sforzata costantemente di cambiare, la bambina che sogna prepotente la sua favola continua comunque ad uscire e a far leva dentro me.

Pensa che quando sono triste, mi regalo ancora oggi un libro di fiabe.

Mi distrae piacevolmente e mi aiuta a pensare che il famigerato viver felice e contenti possa esser davvero destinato a tutti.

Ho infatti la ferma convinzione che il mio sia solo più nascosto e per questa ragione non demordo ed anzi continuo ancora a sognare ad occhi aperti.

Oltre alla fanciullesca ed innocente passione per le fiabe, ho altri piccoli e diversi passatempi come ad esempio: i giochi da tavolo, i romanzi, i rompicapo, l’arte in generale ed il disegnare. Seguo anche assiduamente il calcio ed altri sport che fanno uscir fuori il maschiaccio che è in me.

Difficilmente nutro del rancore e dell’odio.

A posteriori e con il senno di poi, ho compreso perfettamente perché Sasori avesse scelto di sedurre ed ingannare me.

Credo di esser davvero, come dici tu, noiosa e trasparente agli occhi degli altri.

Questa settimana voglio però essere credibile ed il più sicura possibile e per farlo ho estremamente bisogno di te.

Nella vita ci sono infatti rischi che non possiamo permetterci di correre ed altri che invece non possiamo permetterci di non correre.

Immagino che alla fine della salita, la vita sia spettacolare.

Una vera favola.

 

 

Sakura abbassò gli occhi sull’orologio e si accorse che era davvero molto tardi. Mancava difatti all’in circa poco più di mezz’ora all’alba. 
Così, senza neanche rileggere la rosa inviò l’e-mail a Sasuke, allegando al suo personale sfogo anche il biglietto aereo per Suna.
Il suo cuore sperava che tutta quella fatica sarebbe potuta realmente servire a qualcosa.

Era stanca. Terribilmente stanca.

Lo shopping terapeutico l’avrebbe posticipato sicuramente al pomeriggio.

In lei era più che mai forte il felice e sereno senso di svuotamento.

L’Haruno stava cercando di fare il possibile per riprendersi ciò che era sempre stato suo, ripristinando finalmente i rapporti con la famiglia.

 

Per riaverli indietro, sarebbe stata disposta a giocare e a scommettere persino la sua stessa anima.

Era pronta a morire per loro.

   
 
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