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Autore: Grey Wind    15/04/2009    1 recensioni
Le Ojamajo non si conoscono, il mondo della magia non è mai esistito... le ragazze dovranno scontrarsi con la vita e con i problemi che questa comporta. Il rating è attualmente verde, ma non so se peggiorerà! XD
Pairings: OjamajoxFLAT4
Dedicato alle mie due splendide nee-chan + imotou-chan (rirettificato)! Arigatou...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
Watashi Wa Senoo Aiko Desu

-Kurosawa! Kurosawa! KUROSAWA!- dolci grida si levarono da un modesto appartamentino abitato da due sole persone, una madre e una figlia.
-Aiko, smettila di urlare! I vicini si sono già lamentati abbastanza...- esclamò una bella donna dai capelli e gli occhi violacei.
-Sì, hai ragione! Però mi hanno presa...- rispose una ragazza dai capelli blu scuri e gli occhi de colore del mare lontano, profondi e espressivi.
-Ora che lo sanno tutti sei più contenta?- domandò la donna, sedendosi vicino alla figlia.
-Quanto sei noiosa!- sbuffò la figlia, accigliata.
La madre non rispose, si scostò delicatamente un ciuffo dagli occhi e sorrise. Sua figlia aveva ricevuto una borsa di studio per un liceo che formava sportivi e aveva ottimi sbocchi nel campo professionistico, perciò non poteva non essere contenta.
-Dobbiamo festeggiare!- esclamò Aiko, stiracchiandosi sul divano.
-Perché no? Prima di tutto chiama tuo padre per fargli sapere la bella notizia, poi possiamo andare a mangiare fuori!-
-Mamma, ma è costoso, prepariamo qualcosa noi...- controbatté la brunetta.
-Non importa, risparmiamo sempre.-
-Ok...- gracchiò strusciando i piedi a terra.

Di prepararsi non ne aveva proprio voglia. Aiko infatti non era il classico tipo che amava uscire o agghindarsi per farlo. Aveva dei vestiti femminili sepolti nel fondo del cassettone dell’armadio, ma per il resto il suo vestiario era composto da jeans, tute, canottiere e t-shirt. Cenare con sua madre la metteva particolarmente in crisi; per un attimo le venne in mente la prima volta che conobbe Ryosuke, il fidanzato di sua madre e un brivido freddo le scese lungo la schiena. Si era dovuta mettere una gonna elegante, una camicetta, i sandali e si era dovuta acconciare i capelli.
Lei! Lei che non si pettina nemmeno la mattina!
Aprì un’anta dell’armadio e curiosò tra tutti i jeans, sperando di trovare qualcosa di almeno-un-po’-femminile; la fortuna parve assisterla e tirò fuori l’unico paio di jeans attillati che avesse, così senza pensarci troppo se li infilò e cercò un maglioncino carino, sperando di trovare qualcosa.

-Insomma, sei pronta?- Aiko stava bussando alla porta del bagno perché sembrava che la madre fosse stata risucchiata, tanto era il tempo che stava chiusa.
-Eccomi!- pigolò quella, apparendo di fronte alla figlia con un bel sorriso raggiante.
“Qui c’è qualcosa che non va...” si disse la ragazza, squadrando lo sguardo della madre.
-Dove andiamo?- chiese Aiko, sorvolando momentaneamente sull’espressione del genitore.
-Ryosuke mi ha portata...-
-Ah, no! Io in un locale dove ti ha portata Ryosuke-san non ci voglio mettere piede!- rispose immediatamente, facendo segno di no con il dito indice.
-Ma è tranquillo... non è elegante per niente!- protestò Atsuko, portandosi le mani sui fianchi.
-Sicura?- domandò scettica la ragazza.
-Certo! Sarà ora di andare...- guardò l’orologio al polso e diede una spinta alla figlia per trascinarla via da casa.

-*-*-*-

-Tu mi nascondi qualcosa!- dopo un paio di portate di sashimi, Aiko esclamò quella frase. Fissava gli occhi della madre farsi sempre più sospetti e le guance imporporarsi.
-Ma cosa...?-
-Avanti, parla! Non mi piacciono certi segreti...- borbottò appoggiando le bacchette sul tavolo e fissando indagatoria il volto materno.
-Sì, hai ragione... riguarda Ryosuke.- si fermò per guardare il volto della figlia, inespressivo.
-Sei incinta?- domandò dopo attimi di silenzio.
-No! Non è questo...-
-Ti ha lasciata?-
-No, no...-
-Andate a fare un viaggio insieme?-
-No...-
-Vi sposate?- grugnì dopo una breve riflessione.
-N-no...- rispose la madre, grattandosi il mento.
-Hum?!-
-Mi ha chiesto di andare a vivere con lui!- sbottò alzando la voce di un’ottava.
-C’ero andata vicina... COSA?- gridò la moretta, battendo le mani sul tavolo.
-Sai com’è... stiamo insieme da un anno ormai e non è comodo per lui venire a prendermi per uscire.-
-E tu incontralo a metà strada!-
-Oh, dai...-
-Non voglio andare a vivere ad Osaka da papà...- sussurrò la sportiva, rimettendosi seduta per bene e abbassando lo sguardo verso il suo piatto vuoto.
-Non occorrerà! Amore, tu verrai a vivere con noi... anche Ryosuke ha un figlio, te ne sei dimenticata?- domandò la donna, allungandosi verso la figlia e accarezzandole il volto.
-Oh, già...- sussurrò lasciandosi alzare il viso e fissando gli occhi viola della madre, ridenti e brillanti come il sorriso che aveva in bocca.
-Poco prima che ricominci la scuola saremo già là... non dovevamo festeggiare per una certa ammissione?- Atsuko prese tra le mani il bicchiere della figlia e glielo porse, sempre più sorridente.
Aiko storse appena la bocca, questa storia non la convinceva per nulla... le piaceva Ryosuke, ma vivere con lui sarebbe stato strano, per giunta aveva un marmocchio! Perciò sarebbe stato un vero inferno.

-*-*-*-

Il giorno dopo Aiko si svegliò di buon ora, occhiaie violacee sotto gli occhi, e la testa lontana dal presente chiassoso che la stava circondando.
Era seduta sopra una panchina di un parco in mezzo alle sue migliori amiche Fuko-chan e Hanako-chan.
-Cos’è quell’aria abbattuta?- domandò preoccupata Hanako, accarezzando la testa di Aiko.
-Già, l’ho notato anche io! Ieri eri così felice!- replicò Fuko, la sorella di Hanako.
-Già, ieri però era un altro giorno...- sussurrò la moretta, calciando i sassolini a terra.
-Insomma, non sei andata a festeggiare?-
-Hai litigato con Atsuko-sama?- domandarono velocemente, sempre più preoccupate.
La ragazza si morse il labbro inferiore cercando le parole giuste per annunciare la catastrofe che si stava per abbattere sulla sua vita.
-Io...- gracchiò appena, sentendo un nodo alla gola.
Le due ragazze fissarono lo sguardo dritto della loro amica e attesero con una certa ansia che cresceva.
-Vi ricordate Ryosuke? Il fidanzato di mia madre...- continuò storcendosi le mani.
-Sì... l’ha lasciata?- domandò Fuko, stringendo i pugni.
-No, figurarsi...- biascicò lentamente.
-Allora?-
-Allora... beh... vogliono andare a convivere...- sussurrò pianissimo.
-Come? Stai scherzando?- chiese Hanako, strabuzzando gli occhi.
-No, ci trasferiremo presto nel quartiere in cui abita con suo figlio...- gli occhi blu guardarono prima Fuko poi Hanako, per poi tornare a fissare la terra e soprattutto le punte delle sue scarpe, leggermente impolverate.
Le due gemelle assimilarono le informazioni lentamente e in silenzio, incapaci di dire qualunque cosa. Fuko si accarezzò i capelli nerissimi e cominciò a torturarsi le punte con leggera isteria, mentre Hanako rimase immobile con gli occhi neri strabuzzati fino all’inverosimile.
La prima a sbloccarsi fu Fuko che di slancio abbracciò Aiko con energia, quasi spasmodica.
-Questo non implica che perderemo la nostra amicizia!- esclamò appoggiata alla spalla della sua amica.
Anche Hanako la abbracciò, tremando leggermente per tentare di non piangere, un po’ inutilmente.
-Fuko ha ragione!- riuscì a sussurrare, stringendosi addosso ad Aiko.
-Lo so... però quanto riusciremo a vederci ora?- domandò avvolta da quelle strette forti.
-Finché non ti trasferirai... poi ci incontreremo a metà strada! Verremo a vederti giocare a basket, agli allenamenti... verremo nella casa di quel riccone e poi tu verrai da noi, nella nostra scuola... chi se ne frega se tu farai il Kurosawa e noi lo Shirosaki. Non credo che la nostra amicizia sia così forte solo perché viviamo a pochi passi di distanza.- Hanako si asciugò gli occhi e sorrise dolcemente alla sua amica.
Aiko annuì e ricambiò il sorriso prima di stringere ancora di più Fuko per strapazzarla con energia; la ragazza di Osaka non era ancora convinta, aveva perso un sacco di amici dalle medie alle elementari, erano rimaste solo loro due, perciò si sentì atterrita, ma tentò di non darlo a vedere.
-Invece di abbatterci che ne dite se andiamo a prenderci un gelato?- domandò alzandosi e indicando una gelateria al lato della strada che si intersecava con il parco.
Fuko le fece notare che erano solo le 10 di mattina e che il gelato a quell’ora non era proprio l’ideale, in più non era caldissimo.
-Fuko è troppo noiosa! Prendiamo delle Okonomiyaki allora!- propose Hanako, prendendo le due ragazze per le braccia e trascinandole verso un chioschetto.
-Naturalmente offre Ai-chan!- esclamò poi.
-Cosa? Ma perché?- si lamentò imbronciandosi fintamente.
-Perché noi non abbiamo ancora riscosso la paghetta, mentre tu scommetto che hai ricevuto qualche incentivo!- rispose Fuko, sorridendo.
-E va bene! Approfittatrici!- esclamò storcendo la bocca, sempre per gioco.

Il resto della mattinata fu tranquillo, un leggero velo di tristezza aleggiava tra le tre ragazze che non mancavano di rimanere in silenzio o di rabbuiarsi lievemente.
-Quando cominciate il trasloco? Vorremmo aiutarvi...- sussurrò Fuko.
-Domani inscatoliamo le prime cose... non dovete disturbarvi!- esclamò poi.
-Certo che ci “disturbiamo”!- rispose prontamente la sorella di Fuko, sottolineando il ‘disturbiamo’ con le dita.
-Grazie...- rispose solo, infilandosi le mani in tasca e sospirando dolcemente.

-*-*-*-

-Buongiorno ragazze! Aiko mi ha detto che sareste passate ad aiutarci... si trova in camera! Grazie per il disturbo...- Atsuko accolse le gemelle Ayuhara con un inchino ordinato, i capelli corti tirati indietro da una fascia e con una tuta da ginnastica indosso.
Le due si accigliarono nel vedere la madre di Aiko in quelle vesti, visto che solitamente la signora Senoo portava vestiti eleganti o comunque non di quel tipo.
-Grazie...- esclamarono entrambe, voltandosi per andare dalla loro amica.
Fuko si affacciò dentro la camera del’amica e per un attimo apparve interdetta. Aiko, nonostante non sembrasse una persona attenta a certe cose, era molto precisa e ordinata e vedere la sua stanza a soqquadro fu strano per la moretta.
-Ai-chan?- chiese poi, mettendo un piede nella stanza.
-Buongiorno Fu-chan, buongiorno Hana-chan...-sussurrò spuntando dall’armadio, la bandana in testa e la tuta da ginnastica delle medie addosso.
-Accidenti! Camera tua in disordine? Ci vuole una foto!- Hanako estrasse il cellulare e scattò velocemente un paio di foto, soddisfatta di se stessa.
-Divertente!- esclamò portandosi al centro della stanza con un covone di vestiti sulle braccia; non troppo delicatamente li appoggiò sul letto già pieno di tutto e di più, per poi tornare ad occuparsi dei cassettoni.
-Da dove dobbiamo cominciare?- chiese Fuko, tirandosi su le maniche della camicia che portava.
-Prendi i miei libri e mettili in quelle scatole! Tu Hana-chan piega quei vestiti e riponili là!- indicò un baule dall’aria piuttosto vecchia, ma di pregiata fattura; quello era il baule che usò la sua bisnonna per sfuggire da Iroshima pochi giorni prima della caduta della bomba nella seconda Guerra Mondiale.
-Perché usi questo?- domandò spontaneamente Hanako, sedendosi davanti al letto e cominciando a ripiegare t-shirt.
-Perché è tradizione che la più giovane di casa Senoo usi quel baule per trasferirsi!- portò una vagonata di jeans e pantaloncini corti, appoggiandoli accanto all’amica inginocchiata a terra.
-Ai-chan, non sapevo tu avessi un album di fotografie!- si intromise Fuko, sfogliando un apparente libro con un semplice disegno rappresentato sulla copertina.
-Certo! È piena di nostre fotografie e di fotografie del mio soggiorno ad Osaka l’estate scorsa.- rispose con una certa ovvietà, alzando le spalle.
-In realtà volevi tenere un album su Anrima, eh?! Il vostro amore a distanza...- domandò maliziosa Fuko facendole l’occhiolino. Brividi di orrore misto a rabbia fecero tremare la ragazza che cercò di contenere le grida che le volevano uscire con forza; con un autocontrollo che avrebbe fatto invidia a chiunque rispose con un’occhiataccia e tornò a piegare vestiti con più foga.
Ma Fuko non mollò e fece un altro paio di frecciatine, ridendosela con la sua gemella per il colorito livido che la brunetta stava prendendo in faccia.
-Uh, guarda un po’! Qui ci sono i due piccioncini!- a quel punto Aiko scattò come una molla e sfilò dalle mani l’album con foga, buttandolo dentro al baule e buttandoci sopra tutti i panni che aveva piegato con cura prima.
-Smettetela! Cattive... quello è solo una disgrazia, non dovreste dire certe cose...- si sedette nuovamente incrociando le gambe e prendendo altri vestiti.
Hanako le lanciò una maglietta arrotolata in pieno volto, facendola cadere all’indietro.
Fuko rise, aveva visto la scena e pensava di morire dal ridere... Aiko non perdeva mai l’equilibrio, quindi vi era qualcosa di incredibile!
La sportiva in risposta appallottolò con forza la t-shirt e la lanciò addosso a Fuko, colpendola in pieno; poi prese il cuscino del letto e lo scaraventò addosso ad Hanako, con tutta la forza che aveva.
-Hey!- gracchiarono entrambe, la prima togliendosi il capo sgualcito mentre la seconda si massaggiava la testa.
E fu così che ebbe inizio una battaglia sanguinosa, tra cuscini e magliette le ragazze si ritrovarono esauste a terra dopo circa un’ora, il respiro irregolare e il sorriso sulle labbra.
-Rimaniamo amiche per sempre!- sussurrò tra una boccata d’aria e l’altra, la sportiva.
-Contaci...-
-Ci puoi giurare!-

-*-*-*-

-Dai, non fare storie!- esclamò Atsuko, sistemando i capelli indomabili della figlia.
-Ma mamma...- sussurrò lei.
-Niente “ma mamma”! Stasera ci sarà la presentazione alla famiglia di Ryosuke, perciò non lamentarti per un po’ di forcine!- la donna prese l’ennesima ciocca di capelli della figlia e la sistemò nel miglior modo possibile.
-Ma chi ci sarà?- chiese la ragazza, incrociando le braccia al petto.
-Il figlio... la madre e la sorella! Credo anche il nipotino...- rispose dubbiosa la madre, finendo di lavorare sulla testa di Aiko.
-Ci vorrebbe anche un filo di trucco...-
-NO!- urlò la figlia alzandosi e allontanandosi dal beauty-case per scampare ad un possibile attacco.
-Ok, ok... sai che sei carina!- le disse osservandola nell’abitino azzurrino, lungo fino al ginocchio.
-Ma figurati!- ringhiò voltandosi per uscire dalla camera.
-Ti aspetto in macchina!- esclamò sbattendo la porta con veemenza. Atsuko sorrise dolcemente e prese le ultime cose prima di partire alla volta del suo futuro insieme ad un uomo fantastico quale il suo Ryosuke.

-Quanto è grande casa sua?- domandò la sportiva, torturando l’orlo del vestito.
-Una bella villa...- rispose la donna, svoltando ad un incrocio.
-Ha i soldi... c’era da aspettarselo da un primario come lui!- sbuffò la quindicenne.
-Beh, non ho mai visto il suo conto in banca... e nemmeno mi interessa...- rispose col sorriso ancora sulle labbra la donna.
-E suo figlio? Com’è?-
-Carino, converrai con me che lo è! Alto per la sua età, un faccino molto carino e simpaticissimo! È davvero un amore... ho passato bei pomeriggi insieme a lui! Buffo oserei dire...-
-Dici? Adoro i bambini! Spero di rimanergli simpatica!- l’entusiasmo di Aiko tornò a farla ridere.
-Bambino? Ehm... io ti considero ancora una bambina, però credo di non averti mai detto che siete... beh... coetanei!- l’ultima parola uscì fuori talmente piano che la figlia chiese nuovamente quale fosse l’ultima parola.
-Coetaneo...- sussurrò ancora, leggermente impaurita.
Stavolta Aiko aveva afferrato il termine, però le parole non riuscirono a venirle fuori fino a quando il conducente di una macchina davanti a loro non suonò con forza il clacson.
-Tu... tu... TUUUUU!!! PERCHÈ NON L’HAI DETTO PRIMA?- l’urlo lancinante fece voltare anche i pedoni sul marciapiede, impauriti da tutto quel rumore.
-Calma..-
“Calma? Calma un accidente...”
E così Aiko se ne stava seduta con le braccia incrociate al petto, il volto livido e il labbro inferiore sporto fino all’inverosimile.
“Mamalade Boy non le ha insegnato nulla! Non voglio diventare come Miki!” riusciva solo a pensare, augurandosi che il ‘carino’ per un genitore non fosse il carino che intendesse lei.
Non voleva pensare ad altro, altrimenti avrebbe continuato ad urlare ad oltranza.
E non voleva...
... perdere la voce!

Fine Terzo Capitolo


Un grazie enorme a chi legge (storia letta 113 volte! *___*)... ^^ Poi ringrazio koharuchan che ha aggiunto la storia tra i preferiti e Ale03 che ha commentato: grazie per gli auguri, anche se in ritardissimo ne faccio tanti anche a te! Tanto non reggerà come coppia (vedi introduzione)... XD Il secondo capitolo è stato molto introspettivo, anche questo lo è, ma molto meno... perché la storia parta dovrai a spettare il sesto! Grazie ancora e continua a seguirmi! Un bacione enorme!
Alla prossimaaaaa... ^^
  
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