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Autore: Dharma    15/04/2009    2 recensioni
L’ultimo giorno di scuola non è sempre vissuto con il sorriso. Lo sa bene una ragazza abbattuta dalla ormai prossima partenza del fidanzato. Spaventata dall’idea di poter dimenticare i bei momenti trascorsi. Ma scoprirà che, per rivivere quegli istanti, basta saper ricordare. Ed ogni volta, può rivelarsi magica come la prima… [ "- Vorrei incidere il mio nome nel cielo, così anche le persone che verranno dopo si ricorderanno di me .- Sembrava il desiderio di una principessa in una fiaba magica ma, dopotutto, era ciò che io avevo sempre sognato di essere..." ]
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Sai
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ricordaci, Cielo

Nick autore: binky
Titolo:
Ricordaci, Cielo.

Pairing: SaixIno
Genere:
Generale, Romantico
Rating:
Verde
Avvertimenti:
One- shot, AU

Introduzione: L’ultimo giorno di scuola non è sempre vissuto con il sorriso. Lo sa bene una ragazza abbattuta dalla ormai prossima partenza del fidanzato. Spaventata dall’idea di poter dimenticare i bei momenti trascorsi. Ma scoprirà che, per rivivere quegli istanti, basta saper ricordare. Ed ogni volta, può rivelarsi magica come la prima…

 

Ricordaci, Cielo.


- Ino, c'è qualcosa che non va?-
Quella voce così calma mi riportò alla realtà e, velocemente, distolsi lo sguardo dalle onde che si infrangevano con fragore contro il pontile in legno, per posarlo su quel dolce sorriso che mi veniva rivolto ogni qual volta i nostri occhi si incontravano.
Già...quel sorriso ingannevole che un tempo assumevi per celare la tua vera natura priva di emozioni, ma che adesso lasciava trasparire i sentimenti finalmente ritrovati.
Scossi lentamente la testa per rispondere alla tua domanda, mentre leggere gocce di schiuma marina giungevano ad inumidirmi il viso, dopodiché riabbassai il capo.
Non ero sincera. Non lo ero con te. Non lo ero con me. E tu questo lo capivi.
- ...Solo una settimana...- Mormorai piano.
Tu ti avvicinasti per rispondermi - Non sei contenta? Finalmente saremo in vacanza.-
Sorrisi tristemente. Stavi cercando di consolarmi.
- Sai, non ci vedremo più.- la dura realtà, che mi vedevo costretta ad accettare.
- Non dire così. Lo sai che non potevo dire di no ad un'opportunità del genere. E' molto importante per me .-
Era vero. Poter trascorrere un anno in un istituto artistico straniero era un privilegio che veniva concesso solo agli allievi che eccellevano in quasi tutte le materie scolastiche.
Ma così ti saresti allontanato dai tuoi amici. Da me.

Non dissi più nulla. anche le parole avevano perso il loro significato. Rimanemmo lì. Vicini. le gocce di schiuma ad accarezzarci i volti.

 

- Ino? Hei, Ino, ci sei?-

Una gomitata mi risvegliò dai miei pensieri. Ero in classe. L’ultima ora del terzo anno di liceo linguistico. Il professore che ancora non si era stufato di impartirci lezioni di un qualche argomento di storia del quale non avevo ascoltato neanche una parola.

- Sì…?- Chiesi a Sakura, la mia compagna di banco, mentre la mia mente ancora vagava lontana.

- Stai ancora pensando a Sai?-

Il dolore all’udire quella domanda fu paragonabile ad un incudine sul cuore.

- Dai, Ino, potrete sempre sentirvi per telefono. E poi ci sono ancora le vacanze…-

- Dimentichi che i miei genitori mi spediranno in America per l’intera estate. E poi tu cosa ne puoi sapere? Sasuke frequenta un diverso indirizzo e non dovrà trascorrere un anno di intercultura del cavolo…- Sì, avevo decisamente esagerato con il tono di voce. Lo capii dall’occhiata omicida che mi fu indirizzata dal professore.

Riluttante, fui costretta a ricompormi, con l’ira per la mia impotenza che ancora mi attanagliava lo stomaco.

Sakura non aggiunse altro. Neanche inveì contro la mia sfuriata. Le ero riconoscente. Nonostante le nostre divergenze passate, sentivo che lei era l’unica persona con la quale potevo parlare di tutto.

Lo scoglio della salvezza, nell’immenso mare della mia confusione.

Tornai a pensare alla mia situazione. Quella era forse la prima volta che maledicevo l’ultimo giorno di scuola.

Sorrisi. Dopotutto la mia sventura aveva un che di comico. Tutte le persone a cui donavo il mio cuore, prima o poi mi abbandonavano. Era successo con Sasuke. E anche con Shikamaru.

Tuttavia, con il primo ero riuscita a mantenere un rapporto di amicizia, e ormai avevo accettato il fatto che lui avesse preferito Sakura a me.

Col secondo, invece, era stato diverso. Lui aveva tradito la mia amicizia, il mio amore, per fuggire con un’altra. Senza lasciarmi il tempo di abituarmi all’idea di vedere quella biondina al suo fianco. Non permettendomi di far parte della sua vita seppur interpretando un ruolo di minima importanza. “ Magari anche io e Sai potremmo fuggire. Potrei partire con lui…”  Scossi la testa e cercai di trovare una distrazione concentrandomi sulla lezione.

“ Forse Sakura ha ragione. Esiste sempre il telefono.” Ma chi volevo prendere in giro? Niente sarebbe stato più come prima. Ancora pochi minuti ed il trillo di quella maledetta campanella avrebbe segnato il concludersi di un altro anno scolastico, un nuovo capitolo chiuso ed il termine del sogno che tanto avevo faticato per crearmi.

Un’illusione che già si diradava come nebbia, con l’immagine di colui che aveva saputo guarire il mio cuore ferito.

“ Sai…”

Il suono assordante della campanella, accompagnato dalle urla esultanti dei miei compagni, rimbombarono per l’intero edificio, ponendo bruscamente fine al filo dei miei pensieri.

Caricato lo zaino sulle spalle, seguii la massa giù per le scale e lungo i corridoi che conducevano alle classi dei vari indirizzi di studio, per giungere infine all’esterno, in quel cortile disseminato di ciottoli che, ormai, conoscevo come le mie tasche.

La mente finalmente svuotata. La testa mi pareva così leggera che avrei potuto sollevarmi in volo da un momento all’altro. Come un palloncino. Priva di ogni preoccupazione.

I miei piedi si mossero automaticamente verso l’albero di ciliegio che cresceva a lato dell’enorme cancello in ferro dell’uscita, sotto al quale, da quasi un anno, potevo incontrare nuovamente quel dolce sorriso ad attendermi, e una voce calma a domandarmi…

- Come è andata la giornata?- Mi venisti incontro, la solita espressione da bambino soddisfatto. In quel modo non avresti mai deluso le mie aspettative. Mi avresti sempre reso felice. Come la prima volta…

“ Sai…”

Le nostre mani si congiunsero e, insieme, ci incamminammo verso casa.

Come ogni volta, passammo vicino a quel piccolo pontile affacciato sul mare, dove ununica barchetta era stata ormeggiata ed abbandonata al suo solitario destino.

Camminammo silenziosamente sulle assi in legno, accompagnati dal rumore della risacca e dagli scricchiolii sotto i nostri piedi, fino a fermarci.

Alzai gli occhi e, dove mi sarei aspettata di trovare la banchina vecchia e grigiastra, incontrai con lo sguardo un magnifico cielo, dipinto con colori vivaci e realistici sulla parete di pietra.

Rimasi incantata da quella stupenda visione. Sembrava quasi che un pezzo del firmamento fosse caduto di fronte a noi, portando con se luce e nuvole di svariate forme e dimensioni.

Strinsi la tua mano, prima di fissarti con occhi lucidi. – Sai…perché?- Riuscii a mormorare. Nonostante la vista offuscata da un velo di lacrime, distinsi nitidamente quel tuo sorriso dannatamente perfetto.

- Non hai sempre voluto scrivere il tuo nome nel cielo?-

 

- Sai, vuoi sapere cosa mi piacerebbe?-

Tu distogliesti lo sguardo dalle nuvole che si rincorrevano in quella fresca giornata di autunno, per osservarmi interrogativo.

- Vorrei incidere il mio nome nel cielo, così anche le persone che verranno dopo si ricorderanno di me .- Sembrava il desiderio di una principessa in una fiaba magica ma, dopotutto, era ciò che io avevo sempre sognato di essere.

Ridesti. Una risata innocente e gioviale – Addirittura. Non ti sembra di esagerare? Come ti è venuta in mente una cosa del genere?-

- Bé, tutti mi dicono sempre che i miei occhi sembrano dei frammenti di cielo e così…- Lasciai la frase in sospeso. Non serviva concludere per dare un senso a ciò che volevo intendere.

Continuasti a fissarmi con sguardo divertito e ciò mi infastidì – Ecco, lo sapevo. Non te lo dovevo dire. Ora penserai che sono una povera pazza con le manie di grandezza e…- Mi zittii al contatto con le tue braccia che, da dietro, mi cinsero la vita. Poggiasti il mento sulla mia spalla per sussurrarmi dolcemente – Al contrario. E’ un’idea bellissima e molto originale.-

E mi baciasti per la prima volta…

 

Quel ricordo fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Commossa, ti abbracciarti, nascondendo il viso rigato dalle lacrime contro il tuo petto.

Non so per quanto tempo rimanemmo così, ma quando tornai a fissarti in volto mi sorridesti, se possibile, con ancor maggiore convinzione.

Poi, dallo zaino che tenevi sulle spalle estraesti u pennello ed un barattolo contenente una tinta nera, e me li porgesti, indicandomi poi una delle nuvole da te dipinte dalla particolare forma di fiore.

Non ci vollero parole per intenderci. Capii subito cosa volevi che facessi.

Mi avvicinai alla banchina dipinta, ma prima che il pennello intinto nel colore potesse sfiorare la parete mi voltai nuovamente verso di te.

- Insieme.- Ti dissi, e tu compresi la mia intenzione.

Ti accostasti a me e mi prendesti la mano nella quale reggevo il pennello, per poi accompagnarmi nel tracciare linee scure sulla tinta bianca di quella nuvola dipinta.

Quando arretrammo di qualche passo per ammirare il nostro ultimato, un nome scritto con cura spiccava in quel frammento di cielo.

 “Ino”

 

Tuttavia, in quel momento ciò che a lungo era stato il mio più grande desiderio mi apparve triste e desolante. Mi accostai nuovamente al dipinto, per poi scrivere, sotto il mio nome, tre lettere che per lungo tempo avevano significato per me tutto il mio universo.

 

“ Sai”

 

Era questo ciò che desideravo realmente. Lasciare una traccia del mio esistere, sì, ma non da sola. Volevo essere ricordata assieme alla persona a me più cara. Volevo che sulle labbra della gente di passaggio comparisse un sorriso di tenerezza  per questa infantile, ma profonda, manifestazione d’amore.

E fu ciò che accadde.

Quell’ultimo giorno di scuola non segnò il concludersi di un bellissimo sogno, bensì un nuovo inizio.

Ci promettemmo che, la prima volta che ci saremmo rivisti dopo il suo ritorno, sarebbe stato lì. Su quel pontile. Davanti a quel frammento di firmamento caduto. Al concludersi di un altro anno scolastico.

E se anche i nostri cuori non fossero più stati attratti reciprocamente, quel simbolo di un sentimento concluso sarebbe rimasto a ricordare la nostra magica esperienza, le emozioni e la passione.

Da quell’ultimo giorno di scuola mi è impossibile non sorridere di fronte alla banchina di quel pontile abbandonato. Ancora oggi la scorgo passandoci costantemente di fronte. E ogni volta mi pare come la prima…

 

THE END

 

 

Angoletto mio ^^:

Allora, cosa ne pensate? Ino racconta durante il lungo anno di attesa o ormai in età adulta ricordando i bei tempi? E se è così, cosa sarà capitato tra lei e Sai? Il loro amore sarà perdurato o dopo essersi finalmente rivisti avranno intrapreso strade diverse? Sinceramente, ho preferito non specificare e lasciare un finale pressoché aperto, così da darvi la possibilità di immaginare e formulare le ipotesi che ritenete più appropriate!

Questa storia è stata scritta per un concorso che, però, è poi stato annullato.

Spero vi sia piaciuta e soprattutto che non l’abbiate ritenuta troppo banale! ^^

Alla prossima!

 

P.S. se poteste lasciare una recensione, anche per critiche o consigli, mi fareste molto piacere!

 

Baci

  
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