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Autore: CMeli    16/06/2016    2 recensioni
[–Ei Ruka, da quando te esci con delle femmine ahaha?- facendo finta di essere offeso mi diede una sberla sulla schiena e mi disse –ci hanno invitato, hanno detto che gli piacerebbe molto, ti prego vieni con me- mi scrollò pregandomi di andare con lui. Ci riflettei per un po’, non sono fidanzato, per cui, perché no? –e dimmi, sono fighe?- ]
Questo era solo un assaggio di quello che c'è :3
E' la mia prima fanfic, siate cauti per favore. Credo che mi capiteranno degli SPOILER un pò ovunque sorry c:
Genere: Demenziale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III                                Io e te

-….è un…è quello che penso Natsume…?- disse guardandomi appena sotto il collo. Non capì che cosa intendesse. La guardai in modo strano, pensavo che stesse scherzando. Mi toccai il presunto segno, ma non sentivo nulla. Senza motivo si scostò da me, si rivestì e se ne andò senza aggiungere altro. Io rimasi da solo come uno scemo, mezzo nudo sul letto. Mi alzai, costretto a rivestirmi, pur avendo la voglia che avevo e mi diressi verso lo specchio del bagno per controllare che cosa avessi sul collo. Effettivamente  c’era una chiazza rossa e viola, insomma un segno strano sul collo a forma di bocca. Capì all’istante che ad aver fatto quel segno, era stata Nanami. Quella peste. Quella che mi ero fatto quella stupida sera. Dopo qualche minuto che Mikan se n’era andata, capì che facendo l’unico più grosso sbaglio della mia vita, avevo rovinato tutto tra me e Mikan. Non ne sapevo il motivo del quale ogni volta che la vedevo, la volevo tenere tutta per me. Una sensazione strana nei suoi confronti. In quell’attimo, mi rassegnai e andai a dormire, pensando che il giorno seguente, sarebbe stato un nuovo giorno e magari più felice.
-ei Natsume- mi salutò Ruka. Facemmo il corridoio insieme per arrivare alla nostra classe –ei Ruka, come va?- chiesi facendo l’interessato. Evitai gli sguardi indiscreti degli altri oltrepassando l’aula –perché non andiamo in classe?- mi chiese. Ancora non aveva capito che da lì a poco sarebbe arrivato Narumi con il suo animo pacifista –Narumi- detto questo la smise di guardarmi scettico. Andammo in giardino io e lui, dove incontrammo quella strana di Imai, che stava venendo verso la nostra direzione, probabilmente stava per entrare in classe –Spostatevi- disse senza salutare, mi sembrava ogni giorno più fredda di me –Ma ciao eh- dissi girandomi appena –Okay- Okay? Era nervosa probabilmente per qualcosa. Mi chiedo solo cosa ci facesse in giardino. Io e Ruka ci passammo uno sguardo d’intesa, e subito dopo ci andammo a sedere sotto il grande ciliegio. Io ero seduto da un lato e Ruka dall’altro –Natsume, stai attento con Nanami…- sussurrò Ruka. Non capivo il perché di questa affermazione. Il peggio è che non avevo ancora realizzato che Ruka lo sapesse –stai tranquillo Ruka non succederà niente- gli dissi più calmo possibile –Natsume, come va con Mikan?- disse subito dopo cercando di cambiare discorso, ma purtroppo non lo cambiò in meglio –dobbiamo proprio parlare di quella scema?- dissi senza ritegno, mi ricordavo ancora che mi aveva lasciato come uno stupido da solo sul letto mezzo nudo –eh? E’ successo qualcosa?- chiese risistemandosi di fianco a me –a proposito, volevo chiederti, di chi è questo?- indicò il segno che avevo  accidentalmente sul collo –credo sia di Nanami- dissi toccandomelo di nuovo –ah capisco-. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto –ero solo ubriaco, non l’ho fatto con intenzione Ruka, non sapevo a cosa stavo andando incontro- dissi guardandolo negli occhi, solo lui poteva sapere cosa avevo combinato quella sera –Mikan lo sa?- chiese prendendomi la mano –no, ha solo visto il succhiotto-  dissi. Mi guardò un po’ scettico. Non credeva che io potessi fare quello che ho fatto. Gli avevo appena detto che ero ubriaco, per cui non l’avevo fatto apposta, non era mia intenzione –okay Ruka, ma adesso stacca la tua mano dalla mia, sembriamo due gay ahahaha- stacco immediatamente la mano dalla sua. Mi sentivo troppo di essere in uno yaoi. Ci mettemmo a ridere insieme come due scemi, non badando all’ora che si era fatta –Natsume, quindi con Mikan che hai intenzione di fare?- disse perplesso –beh, niente. il problema è suo non mio. Lei mi aveva detto che io ero libero di fare quello che volevo poiché siamo solo “amici” ma comunque mi ha fatto capire che a me ci tiene e credo sia questo il motivo del quale se ne sia andata immediatamente- dissi riflettendoci su –ah capisco. Natsume va da lei- disse spingendomi, come per farmi alzare. Non sapevo bene che cosa fare, avrei dovuto chiarire con lei? Avrei dovuto chiedergli scusa? A che pro? No. Perché avrei dovuto farlo, era lei che si doveva scusare per avermi lasciato solo in quel momento particolare, avrebbe dovuto far finta di niente e lasciarsi andare, invece si è fermata così senza dire nulla –è lei che si deve scusare- dissi incrociando le braccia. Non mi pare il caso che debba farlo io –oh si invece. Tu ti sei preso in giro da solo, tu la ami Natsume- disse prendendomi per un braccio, da come gli luccicavano gli occhi, sembrava dovesse piangere da un momento all’altro –tu non sai che a me piace Mikan, Natsume, vederti sprecare queste occasioni, mi tocca seriamente il cuore. Ti ho lasciato la strada libera, ma te coglila- disse facendomi un lieve sorriso. A Ruka piace Mikan? in che mondo sono finito? –Ruka…- avevo finito completamente le parole –va da lei e chiarisci la situazione- secondo lui le cose si potevano fare veloce come lo scrocchio delle dita. Suonò la campana, le lezioni erano finite. Io e Ruka andammo di nuovo verso la classe, tentando di sfuggire ad alcuni professori che ci stavano cercando, dato che avevamo saltato per l’ennesima volta la lezione di Narumi. Girato l’angolo, trovammo Sumire e le sue amichette, e purtroppo vidi anche lei, Nanami che appena mi vide, mi fece l’occhiolino –Ehilà! Guardate chi c’è, Ruka e Natsume!- dissero alcune in coro. Una voce femminile chiamò il mio nome –ciao Nanami- risposi al suo saluto. Lei era l’ultima persona che avrei voluto incontrare dopo quello che era successo. Ruka si affiancò a me immediatamente e mi fissò per tutto il tragitto come per dire “ma come, la saluti pure?” è vero, un po’ mi sentivo uno schifo per aver fatto tutto quel casino e per aver rovinato le cose tra me e Mikan, dopo averci provato nuovamente. Davanti alla classe non c’era nessuno, eravamo arrivati troppo tardi, c’era solo Narumi che appena mi vide sfortunatamente venne verso di me e mi chiese, siccome ero il più bravo in matematica, se potevo aiutare quelli meno bravi a fare qualche esercizio e a capirci di più. Ovviamente all’inizio negai ma lui mi fece notare che tra quelli che non erano per niente bravi, c’era anche Mikan e quindi sperava che dicessi di si. Ma per sua sfortuna, negai nuovamente dicendogli che avevo troppo da fare e che io personalmente dovevo esercitarmi per gli esami. Oltrepassammo il corridoio di prima, che era affollato da quelle oche, che stranamente erano scomparse. Dato che io e Ruka non avevamo nulla da fare, decidemmo di andare a Central Town per farci un giro. Glielo chiesi io, perché avevo un piano.
-Natsume, sei troppo pensieroso- mi disse Ruka sghignazzando sotto i denti –ma va, non dire baggianate- risposi. Il corso era pieno di gente, tutti che parlavano, infatti non si capiva niente. Tra calci e spintoni finimmo davanti un negozio dove vendevano scarpe, ma pensai che un paio di scarpe sarebbe stato inutile siccome avevamo una divisa. Camminammo verso sud e trovammo un altro negozio, più affascinante, che vendeva vestiti da sera che sembravano belli fuori sui manichini, ma una volta entrati siamo usciti subito per paura che i nostri soldi finissero. Troppo costoso. Riuscimmo a trovare un negozietto piccolo di un vecchietto che vendeva gioielli magici, tutta roba creata dai tizi con i poteri scientifici, come ad esempio Nonoko. A proposito, chissà se era ancora arrabbiata con noi per averla lasciata sola quella sera –ei tu, scusami, avresti degli anelli decenti?- Ruka mi diede una lieve spinta di gomito, come per farmi capire che avevo un po’ esagerato –ma certo, vuoi scherzare piccolo? Vieni qui. Che tipo di anello stai cercando?- mi chiese tirando fuori una scatola piccola con all’interno incastrati con un filo d’acciaio alcuni anelli –un anello semplice che esprima felicità. Lo devo dare ad una persona sempre allegra- dissi fissando gli orribili anelli che aveva tirato fuori –capisco, adesso te lo vado a prendere, ti piacerà- un  po’ ne avevo il dubbio. Sparì dietro alla tendina che aveva messo come separé. Ruka mi guardò sorridendo, evidentemente aveva capito perché eravamo lì. Ebbene si, volevo regalare a Mikan qualcosa che l’avrebbe fatta sentire senz’altro bene. Il vecchio tornò e mi fece vedere un anello piccolo, con una striscia di diamantini colorati. Mi sembrava carino, anche perché l’anello era di un argento puro –quanto costa?- gli chiesi afferrando il mio portafoglio –seicento conigli mio caro- rimasi pietrificato. Non potevo crederci. Stavo spendendo  un’infinità di soldi per una ragazza che mi aveva fatto imbestialire –Okay. Seicento siano- glieli diedi tutti, ma proprio tutti in contanti. Mi rimanevano nel portafoglio, solo cinque conigli. Volevo sotterrarmi, tutti i soldi guadagnati in un due mesi, buttati al vento per un anello. Uscimmo dal negozio soddisfatti dell’acquisto –è un pensiero dolce Natsume- disse Ruka appoggiando una mano sulla mia spalla –lo so, almeno così calmo le acque no?- mi fece cenno di “sì”. Non ero ancora sicuro però quando darglielo, perché ero troppo scosso. Camminammo a fatica tra la folla. Tenevo la scatolina in alto, così che non si schiantasse e che l’anello non si rovinasse. Ad un certo punto, mentre camminavamo, arrivò un altro gruppo di gente che correva nel senso opposto, cioè davanti a noi. Ci urtarono –che cosa cazzo fate?- dissi innervosito –mi dispiace amico, ma siamo in ritardo- disse un ragazzo. Sulla mia mano apparve una piccola fiaccola e con essa gli bruciai un piccolo pezzo di maglietta –vedi di stare più attento- dissi praticamente scacciandolo. Mi guardai intorno, avevo perso di vista Ruka, quando mi accorsi che invece era per terra. Lo aiutai ad alzarsi –Sto bene Natsume, sto bene. Ma…l’anello, dov’è?!- chiese guardando la mia mano stranamente libera. Guardai le mie mani, non c’era più la scatolina. Guardai a terra, ma non c’erano tracce di quella fottuta scatola. Nei miei occhi si offuscava la rabbia. Avevo speso l’ira di dio, per poi perderla? –Aiutami a cercarla- dissi con poco ottimismo. La gente continuava a passare nonostante noi stessimo accovacciati a cercare l’anello. Non lo trovavamo più purtroppo. Non sapevo più che cosa fare –ei Natsume, mi dispiace per l’anello. Ma non credi sia meglio tornare?- disse intendendo il dormitorio. Mi alzai, sconfitto. Perso, di nuovo –si, andiamo-.
Riuscimmo ad uscire da quel corso, la fermata dell’autobus era vicina. Mentre camminavo, guardavo basso, ero pietrificato dal fatto di aver perso un qualcosa di un valore per me inestimabile. Se fossi tornato indietro per dire al vecchio che l’avevo perso, sicuramente non mi avrebbe rimborsato e quindi sarebbe stato alquanto inutile. Ruka mi diede un’altra gomitata in pancia. Mi disse di guardare in alto. “Fluffa Puffa a soli cinque dollari” un insegna grande quando una casa, per un piccolo fast food di Fluffa Puffa –le piacciono anche quelli- e mi fece un lieve sorriso. Beh, aveva ragione, ma non era un anello. Feci la fila per potermi procurare almeno un sacchetto d’asporto per portarlo a Mikan –Salve, cosa desidera?- quella donna. La conosco. _MY COMMENTc:_
lo so, non dovrei far finire un capitolo così c: ma vedete, mi piace lasciare la curiosità al prossimo. Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo :D

 
   
 
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